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Astronomia

Posizione che un astro ha sullasfera celeste e che è espressa mediante le suecoordinate. Si chiama:l. apparente, se la determinazione delle coordinate è fatta correggendole soltanto l’effetto dellarifrazione atmosferica;l. vero, se si tiene conto anche dell’aberrazione;l. medio, se si considera anche l’effetto dellanutazione terrestre; in ognuno dei tre casi,l. geocentrico, oeliocentrico, a seconda che le coordinate siano geocentriche oppure eliocentriche;l. topocentrico (per gli oggetti celesti più vicini: Luna, pianeti, comete), se le coordinate sono riferite alla posizione dell’osservatore sullasuperficie dellaTerra.

Filosofia

Nella retorica e nella logica, già inAristotele sono detti luoghi (gr. τόποι) gli schemi formali mediante i quali sia possibile ricercare le premesse su cui poggia l’argomentazione probatoria. Oltre che nei Topici, Aristotele usa il termine anche nella Retorica, dove prevale il senso di criterio di ricerca applicato al discorso persuasivo basato su premesse probabili anziché universalmente vere (sillogismo retorico). I l. vengono distinti in comuni (gr. κοινοὶ τόποι, lat. loci communes), ossia generali, indipendenti dall’argomento trattato o dal genere di discorso, e propri, ossia utilizzabili solo in ambiti specifici. Nella tradizione retorica successiva si afferma tuttavia una classificazione più adatta a esigenze di tipo giuridico e scolastico, così come si trova nei Topica diCicerone e soprattutto nella Institutio oratoria diQuintiliano, ove dalla divisione principale degli argomenti in persone e cose (loci a persona e a re) si procede per altri l. (loci a genere, a natione ecc.; loci a causa, a loco, a tempore, a modo ecc.).

Già in epoca antica il termine l. designava, oltre la formula di ricerca, l’argomento trovato (significativamente Quintiliano adopera come sinonimi i termini locus e argumentum). L’applicazione scolastica dei loci communes alle esercitazioni retoriche condusse presto a una cristallizzazione di certi contenuti ricorrenti, specie in determinate parti dell’orazione. Da qui l’accezione attuale di l. comune.

Matematica

Ingeometria, unafigura è definital. geometricodei punti che soddisfano una data proprietà se essa è costituita da tutti e soli i punti che godono di quella proprietà. Per es., unacirconferenza è il l. geometrico (o l.) dei punti del suopiano che hanno dal suocentrodistanza uguale al raggio; non può dirsi altrettanto per unarco di circonferenza, in quanto esso non è formato da tutti i punti che hanno dal centro distanza pari al raggio.

L. nel piano

fig. 1

Nel piano, se la condizione data si esprime con una equazione, il l. è di solito costituito da unalinea, se invece la condizione si traduce in una disuguaglianza, si ottiene una zona piana: lafrontiera di essa separa allora i punti per i quali vale la condizione data dai punti per i quali vale la condizione che si ottiene invertendo la disuguaglianza. Per es., nellafig. 1 è indicato il l. dei puntiP per cui |PF|>|Pr|: si tratta dei punti esterni allaparabola difuocoF e direttricer.

fig. 2

Un l. geometrico può essere dato in diversi modi:a) imponendo direttamente una data condizione, come nel caso già visto della circonferenza;b) sottoponendo una datacurva a una determinata trasformazione; per es., una circonferenza può essere trasformata mediante un’omologia, dando luogo a unaconica, oppure mediante una trasformazione quadratica, o più in particolare un’inversione, così da ottenere una curva del quart’ordine;c) dando, viceversa, un unicopuntoP0 e una totalità ∞1 di trasformazioni del piano in sé, costituenti un gruppo continuo: per es., se il gruppo è quello delle traslazioni parallele a unarettar, il l. ottenuto è la parallela perP0 ar, mentre se il gruppo è quello delle rotazioniintorno a un dato puntoO, il l. è la circonferenza di centroO e passante perP0;d) assegnando, infine, una generazione ‘cinematica’ del punto del l., per modo che quest’ultimo possa essere inteso cometraiettoria di un punto mobile: così se una sbarretta lungaa +b scorre con i suoi estremi lungo due guide ortogonali (fig. 2), un puntoP di essa avente distanzea,b dagli estremi dàorigine a un’ellisse di semiassia,b.

L. nello spazio

Per quanto riguarda i l. nellospazio, se la condizione di appartenenza al l. è espressa da una sola equazione, si ottiene una superficie, mentre una disuguaglianza dà origine a una porzione di spazio limitata da una superficie. Per es., il l. dei puntiP equidistanti dai puntiA,B è il pianoasse delsegmentoAB, mentre il l. dei puntiP tali che |PA|<|PB| è il semispazio che ha come frontiera quel piano e che contieneA (privato, però, del piano stesso). Il l. risulta invece di solito una linea quando la condizione di appartenenza è espressa da due equazioni, ciascuna delle quali rappresenta una superficie passante per la linea. Si noti che nello spazio non solo è possibile considerare l. di punti, ma anche l. di rette, di circonferenze, di curve di un certo tipo, che varino con una data legge: la figura che in questo caso si ottiene è, per lo più, una superficie.

Religione

L. teologici Secondo la definizione protestante, di tipo contenutistico (che si ritrova, per es., nell’opera diMelantoneLoci praecipui theologici, 1559), i temi principali e le verità fondamentali della coscienza di fede dei riformatori: per es. la giustificazione, la grazia, il peccato, la fede.

Secondo la definizione cattolica, di tipo formale, le fonti a cui attingere e su cui fondare le affermazioni teologiche, e anche le diverse possibilità di valutazione delle verità di fede. Famoso, al riguardo, il trattatoDe locis theologicisdiM. Cano, pubblicato nel 1563.

Teatro

L. deputati (o mansioni) Costruzioni in legno e tela, simili a capanni aperti sul davanti, che nel dramma liturgico medievale si alzano sul palco (o talamo), separate l’una dall’altra, e che con alcuni elementi architettonici, decorativi o paesaggistici, suggerivano allo spettatore i vari luoghi in cui il fatto si svolgeva. Gli attori, secondo le esigenze dell’azione, passavano dall’una all’altra costruzione, e spesso gruppi di recitanti coesistevano sulla scena, sviluppando più azioni contemporanee. La tecnica perdura nel teatro rinascimentale e ha qualche applicazione in quello più moderno, con scomposizioni della scena in elementi mediante l’illuminazione.

© Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani - Riproduzione riservata

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