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GRAVITÀ

di Giovanni LAMPARIELLO - *
Enciclopedia Italiana (1933)

GRAVITÀ

Giovanni LAMPARIELLO
*

. Ogni corpo, abbandonato a sé stesso in prossimità della Terra, cade al suolo e, se vogliamo impedire che ciò avvenga, dobbiamo sostenere il corpo, esercitando su esso un opportuno sforzo muscolare o, se ciò non basta, ricorrendo a convenienti dispositivi. Si riconosce così che ogni corpo, in prossimità della Terra, è soggetto a una certa forza che è ilpeso, o, come anche si suol dire, laforza di gravità, o, semplicemente, lagravità. Sul moto deigravi, cioè dei corpi soggetti alla forza di gravità, v.cinematica, n. 14, edinamica, nn. 2-5; sulla determinazione della forza di gravità, v.gravimetria; sui grandiosi sviluppi di filosofia naturale, che si riconnettono al concetto di gravità, v.gravitazione.

Centro di gravità(ted.Schwerpunkt). - Come si rileva dalle più comuni esperienze, ogni corpo è sollecitato dal suo peso a cadere nella direzione del filo a piombo, che notoriamente si chiama laverticale. In realtà questa verticale, che come tutti sanno, è diretta verso il centro della Terra, la quale è solo approssimativamente sferica, varia da posto a posto; ma se, come qui intendiamo, si resta in una regione abbastanza ristretta, le deviazioni della verticale sono così lievi ch'essa si può considerare di direzione invariabile. Varia invece, generalmente, da corpo a corpo l'intensità del peso, misurabile ad es. con un dinamometro; e in un medesimo corpo ogni particella ha un peso suo proprio, che è lo stesso, tanto se la particella è isolata, quanto se è in qualsiasi modo collegata con le altre, in guisa che, se il corpo si frantumasse, i pesi dei singoli frammenti, sommati insieme, darebbero ancora il peso dell'intero corpo. Così il peso totale di un corpo si può pensare dovuto all'azione concomitante dei pesi delle sue singole particelle, i quali sono altrettante forze d'intensità generalmente variabile da particella a particella, ma tutte fra loro parallele e dirette secondo la verticale dall'alto in basso. Ora si dimostra (v.statica) che questo sistema di forze parallele ammette come risultante (cioè come equivalente agli effetti statici) un'unica forza, pur essa diretta verticalmente e all'ingiù, eguale alla somma dei pesi di tutte le particelle, ossia al peso dell'intero corpo, e applicata in un punto ben determinato, che si chiama ilcentro di gravitàobaricentrodel corpo. Il posto occupato da questo centro di gravità rispetto alle varie particelle del corpo dipende dalla forma e dalla natura materiale di questo, non dalla orientazione in cui il corpo stesso si considera rispetto alla Terra, talché, se con un opportuno dispositivo si riesce a fissare il baricentro in modo che il corpo liberamente possa girare intorno ad esso, il corpo, finché è soggetto esclusivamente al suo peso, rimane in quiete, rispetto alla Terra, in ognuna delle infinite posizioni che può assumere intorno al baricentro (equilibrio indifferente).

Determinazione del baricentro. - Si consideri un sistema di un certo numerondi particelle estremamente piccole opunti materiali A1,A2,. . .,An. Sepi è il peso del generico puntoAi exi,yi,zi sono le corrispondenti coordinate rispetto a una qualsiasi terna di assiOxyz, le coordinatex0,y0,z0 del baricentro del sistema materiale considerato sono date da

doveP= Σi pi è il peso totale del sistema.

Questo risultato si estende a corpi quali si vogliano considerandoli come sistemi di infiniti punti materiali distribuiti con continuità lungo linee o superficie o in regioni spaziali. In tal caso si ha

dovepdenota il peso specifico del corpo, come funzione del generico puntox,y,zdella linea o superficie o regione spazialeS, occupata dal corpo, eP= ʃSpdSè ancora il peso totale. Sia nel caso delle (1), sia in quello delle (2) si riconosce senz'altro che la posizione del baricentro rimane invariata, se tutti i pesi ingrandiscono o rimpiccioliscono in uno stesso rapporto.

Se in un sistema di un numero finito di punti materiali èmi la massa del generico puntoAi, si hapi =mig, dovegdenota l'accelerazione della gravità; e, similmente, nel caso di una distribuzione continua di materia di cui sia ρ la densità (lineare o superficiale o cubica), risultap= ρg, con che le (1), (2) assumono l'aspetto

doveMdenota la massa totale del sistema ed è data rispettivamente da

Le (1′), (2′) mettono in evidenza il fatto importante che il baricentro di un sistema materiale dipende esclusivamente dalle masse che lo costituiscono e dalle loro reciproche posizioni, cosicché si può parlare di baricentro anche quando si tratti di sistemi materiali non pesanti: si pensi alle masse disseminate negli spazî celesti, al sistema solare, a un solo pianeta, ecc. Perciò il baricentro si chiama purecentro di massaod'inerzia. Se poi la densità ρ di una distribuzione continua di materia è costante, nel qual caso il corpo si diceomogeneo, la massa totale è data, in forza della seconda delle (3), daM= ρS, doveSè la misura (lunghezza o area o volume) del corpo; e le (2′) si riducono alle

sicché il baricentro assume un senso esclusivamente geometrico, e si può parlare di "baricentro di una figura".

Proprietà del baricentro. - 1. Se un sistema materiale qualsiasiCsi pensa decomposto in due sistemiC′ eC″, rispettivamente di masse totaliM′ eM″, il baricentroGdiCè quello del sistema costituito dalle masseM′ eM″, rispettivamente localizzate nei centri di gravitàGG″ e diC′ eC″ (proprietà distributiva).

2. Se le masse sono distribuite in un piano o lungo una retta,Gappartiene rispettivamente al piano o alla retta.

3.Gè interno a ogni superficie (o curva) convessa che racchiuda tutte le masse del sistema; se le masse sono distribuite su una retta, il puntoGè interno al minimo segmento che le racchiude.

4. Se un sistemaCdi punti materiali soddisfa alla condizione che esistano un piano π e una rettar(non parallela a π), tali che inCa ogni punto materialeP′ corrisponda un altro puntoP″ di egual massa sulla parallela arcondotta perP′, alla stessa distanza da π e dalla banda opposta, il puntoGappartiene a π.

Se la condizione è soddisfatta quando π ersono ortogonali, il piano π si dicedi simmetriaper il sistema materiale.

5. Se esistono due piani π1 e π2 per i quali si verifichi la circostanza di cui sopra,Gappartiene alla retta comune a π1 e π2. È facile enunciare le proprietà 4 e 5 quando le masse appartengono a un piano.

6. SeCè un corpo omogeneo, a ogni possibile sezione piana diScorrisponde il suo centro di gravità. Ebbene, l'insieme dei centri di gravità invade pur esso una regione dello spazio e ciò si esprime, con una locuzione dovuta a T. Levi-Civita, dicendo che il corpo èbarosterico. In via approssimata, possono esistere corpibaropipediebarogrammici, cioè rispettivamente tali che i centri di gravità di tutte le loro possibili sezioni piane si localizzino su superficie o su linee.

Baricentri di alcune figure. - Per un sistema materiale omogeneo la posizione del centro di gravitàGsi determina facilmente, nei casi più elementari, applicando le proprietà testé enunciate. Così il baricentro di una qualsiasi figura avente un centro di simmetria coincide con questo centro: tali sono un segmento di retta, un rettangolo, un parallelogrammo, un poligono regolare, un cerchio, un'ellisse, un parallelepipedo, un poliedro regolare, una sfera, un ellissoide, ecc.

Il baricentro di un triangolo qualsiasi è il punto comune alle sue mediane (individuate ciascuna da un vertice del triangolo e dal punto medio del lato opposto) e divide ciascuna di queste in due segmenti di cui quello dalla parte del vertice del triangolo è doppio dell'altro.

Il baricentro di un quadrangolo (non intrecciato) si ottiene considerando le due coppie di triangoli secondo cui è diviso da ciascuna diagonale e applicando la proprietà distributiva. Si è così condotti a determinare i baricentri di due coppie di punti, in ciascuno dei quali sia concentrata la massa di uno dei suddetti triangoli. I due segmenti congiungenti questi due centri di gravità s'intersecano in quello richiesto.

Così il baricentro di un poligono (non intrecciato) dinlati si ottiene decomponendolo in due modi diversi in un poligono din-1 lati e in un triangolo e applicando la proprietà distributiva.

Il baricentro di un prisma o di un cilindro è il baricentro della sezione del solido col piano perpendicolare all'asse nel punto medio di questo.

Il baricentro di un tetraedro qualsiasi è il punto comune ai suoi piani mediani (individuati ciascuno da uno spigolo e dal punto medio dello spigolo opposto); esso è il baricentro della sezione ottenuta tagliando il solido col piano perpendicolare a una delle altezze nel punto di questa che dista dalla corrispondente base di un quarto dell'altezza medesima. E questa regola vale anche per una piramide o un cono.

Se si tratta di un arco di circonferenza di raggior, si ponga l'origine di un sistema cartesiano ortogonale nel centro della circonferenza, cui appartiene l'arco e si scelga per semiasse positivo dellexla bisettrice dell'angolo al centro 2 α dell'arco; si hay0 = 0 e

dove l'integrazione va estesa all'arco. Ma

dove ϑ è l'anomalia di un punto qualsiasi dell'arco a partire dal semiasse positivo dellex. Dunque

Per una semicirconferenza, α = π/2 ex0 = 2r/π = 0,637 . . . ×r.

Nel caso di un settore circolare di raggior, scegliendo il sistema cartesiano come sopra, si hay0 = 0 e

dove l'integrazione va estesa al settore considerato. Eseguendo il calcolo si trova

essendo ρ e ϑ le coordinate polari di un punto qualsiasi del settore rispetto al semiasse positivo dellex, preso come asse polare, e all'origine, presa come polo. Dunque

e quindi il baricentro del settore sta sul raggio mediano a una distanza dal centro, che è i ⅔ di quella che compete al baricentro dell'arco corrispondente.

© Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani - Riproduzione riservata

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