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È essenzialmente conosciuta dalla Vita di Rictrude, sua madre, che Ucbaldo, monaco di Sant'Amando, scrisse nel 907: da essa l’autore della Vita Eusebiae si è attentato di sviluppare i particolari propri al suo soggetto. A partire dal capitolo XI appaiono dei dati estranei alla Vita Rictrudis, che però non sono che luoghi comuni che glorificano le virtù della santa e che insistono sulla preferenza di Eusebia per Hamay. Esiste altresì una Vita Eusebiae metrica che potrebbe essere dello stesso autore di quella in prosa e che è contesta di espressioni singolari molto diffuse nel secolo X e nell’XI. Le due opere costruite su un piano pressappoco simile, sarebbero, secondo L. Van der Essen, dovute a Giovanni di Sant’Amando, che visse verso l’anno 1000. Nel secolo XII si scrissero i Miracula sanctae Eusebiae.
Ecco i dati essenziali relativi a Eusebia, quali si possono ricavare da queste fonti: Rictrude e Adalbaldo avevano avuto quattro figli, fra cui Eusebia. Alla morte del suo sposo, Rictrude si ritirò con le figlie nel monastero di Marchiennes-sur-la-Scarpe. Ma Eusebia fu chiamata da Gertrude sua parente, che presiedeva ai destini dell’abbazia di Hamay e qui ben presto, malgrado la sua giovane età (verso i dodici anni, secondo la tradizione), fu eletta badessa in luogo di Gertrude, deceduta. Intervenne allora Rictrude che richiamò la figlia presso di sé a Marchiennes. Eusebia però, continuò a subire l’attrattiva di Hamay: ella avrebbe anche, di nascosto, intrapreso dei viaggi notturni per andare a pregare nel suo caro monastero. Rictrude, avendo scoperto la cosa, avrebbe fatto fustigare la figlia (L. Van der Essen vede in questo dettaglio una concessione del biografo alla tradizione popolare) finendo tuttavia con l’accedere al suo desiderio. Eusebia ritornò dunque ad Hamay, dove, alla testa della comunità, diede prova di una condotta esemplare, fino a compiere personalmente i lavori più umili.
Avendo avuto, per una premonizione divina, conoscenza della propria morte, dopo aver esortato le sue figlie a continuare a vivere nella carità fraterna si spense verso il 680, un 16 marzo, all'età di circa ventitré anni, e fu sepolta nella chiesa abbaziale. Molti miracoli si sarebbero prodotti sulla sua tomba. La badessa Gertrude, che le successe, fece costruire una nuova chiesa, più vasta e più atta ad accogliere i numerosi pellegrini; san Vindiliano, vescovo di Arras e di Cambrai, ne avrebbe fatto la dedicazione e i resti di Eusebia vi sarebbero stati trasferiti un 18 novembre, verso il 690.
Più tardi, questi resti furono trasportati a Marchiennes il cui abate, Giacomo Doene, il 20 settembre 1537, riconobbe di avere reliquie di Rictrude e di Eusebia, in particolare una costola di quest’ultima. Al fine di offrirle alla venerazione dei pellegrini, esse furono deposte e sigillate in un nuovo reliquiario. Conservate fino al 1793, queste reliquie furono trasferite nell'arcivescovado di Parigi, dove scomparvero nel saccheggio del 1830.
Eusebia figura nei martirologi di Francia e dei Paesi Bassi e in quelli dell'Ordine Benedettino. La sua festa, il 16 marzo, è iscritta nel nuovo Proprio della diocesi di Cambrai. Le principali virtù riconosciute in Eusebia sono la prudenza nei fatti e nelle imprese, la giustizia e la moderazione nelle sue decisioni e la forza d'animo e di carattere.



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