



Woody Allen (Allan Stewart Konigsberg) è un attore statunitense, regista, scrittore, sceneggiatore, musicista, è nato il 30 novembre 1935 a New York City, New York (USA).
Nel 2012 ha ricevuto il premio come miglior sceneggiatura alGolden Globes per il filmMidnight in Paris. Dal 1975 al 2012 Woody Allen ha vinto 9 premi:Critics Choice Award (2012),David di Donatello (1984),Festival di Berlino (1975),Golden Globes (1986, 2012),Premio Oscar (1978, 1987, 2012). Woody Allen ha oggi 90 anni ed è del segno zodiacale Sagittario.

Genio umoristico americano ma amato anche e soprattutto in Europa per l'omaggio stilistico a grandi nomi del cinema comeBergman,Fellini eLubitsch, Woody Allen guarda a loro per inventare un modo di fare cinema che si rinnova sempre. Mostro di creatività, l'autore riesce spesso a lasciare il segno, a usare la cultura (anche di nicchia) per creare delle incredibili commedie umane che parlano direttamente allo spettatore. Sia quello ingenuo che ride delle battute con leggerezza, sia quello più colto che apprezza la complessità delle intricate sceneggiature.
Un regista originale che scrive, recita, suona e gioca con la magia. Capace di mettere con le spalle al muro il pubblico, puntando il dito su ipocrisie e colpe non espiate, è un ottimo insegnante di vita. Chi dimentica la scena diManhattan in cui Woody registra "le cose per cui vale la pena vivere"? La lista è ricchissima: "il vecchioGroucho Marx tanto per dirne una, Joe Di Maggio, il secondo movimento della sinfonia Jupiter, Louis Armstrong, l'incisione 'Potato Head Blues', i film svedesi naturalmente, 'L'educazione sentimentale' di Flaubert,Marlon Brando,Frank Sinatra, le incredibili mele e pere dipinte da Cézanne, i granchi da Sam Wo, il viso di Tracy". Un elenco di cose seducenti e indimenticabili ma ne manca una che aggiungiamo noi: il cinema di Woody Allen.
Le origini tra cabaret, scrittura e recitazione
L'artista viene da una famiglia ebraica, a quindici anni è già autore di strisce per la cronaca rosa e, dato il successo dei suoi scritti decide di abbandonare gli studi (che non porterà mai a termine) per tentare la strada del cabaret. Comincia a esibirsi nei nightclub con un discreto seguito di fan, nel 1961 comincia a lavorare come stand-up comedian al Greenwich Village, continuando a scrivere testi per la televisione (Tonight nel 1964) e per riviste come "New Yorker", "Playboy" ed "Esquire". Fino a quando scrive la sceneggiatura diCiao, Pussycat (1965), film poi diretto daClive Donner che lo scritturerà anche come attore, decretando il suo debutto nel mondo del grande schermo. La farsa erotica del film è brillante e Woody decide di continuare per questa strada: sua è la sceneggiatura diProvaci ancora, Sam (portato sul grande schermo daHerbert Ross nel 1972) che lo vede protagonista di una delle interpretazioni più memorabili della sua carriera: l'imbranato e stralunato Sam del titolo si confronta, soprattutto nel campo della seduzione, con il fantasma diHumphrey Bogart, ottenendo ovviamente risultati disastrosi.
L'esordio dietro la macchina da presa: comicità, citazioni e ammiccamenti
Nel 1969 esordisce alla regia conPrendi i soldi e scappa (1969), parodia del genere gangsteristico e di un certo stile narrativo proveniente dal cinema diJean-Luc Godard (pensiamo alle interviste fasulle che ogni tanto interrompono l'evoluzione narrativa), in cui interpreta un impacciato imbroglione che prende spunto, da un lato, dallo stereotipo dello schlemiel della tradizione ebraica e, dall'altro, dalle battute no-sense diGroucho Marx. Il risultato è un surrogato di gag pensate e colte (moltissimi i riferimenti psicoanalitici e letterari) che colpirà positivamente il pubblico americano. Seguono alcuni film di carattere più esplicitamente comico: il fantapoliticoIl dittatore dello stato libero di Bananas (1971) eTutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere (1972), oltre alla parodia fantascientifica deIl dormiglione (1973) con una bravissimaDiane Keaton.
La comicità di Woody non è mai fine a se stessa, è ricca di citazioni ed evocazioni intellettuali. ConAmore e guerra (1975) il piacere dei rimandi esplode nell'omaggio a "Guerra e pace" diTolstoj, pretesto per riproporre la maschera yiddish dello schlemiel (qui il protagonista è un buffone in una perenne lotta antieroica contro Napoleone Bonaparte), che riutilizzerà anche l'anno dopo neIl prestanome (1976), firmatoMartin Ritt.
La consacrazione
La consacrazione autoriale arriva conIo e Annie (1977), intelligente commedia stile anni '40 dall'evidente marchio autobiografico, che polemizza con Hollywood alla quale contrappone una nevrotica e insicura New York. Per le strade della Grande Mela nasce, tentenna, sbanda e si conclude l'amore tra due intellettuali, interpretati da Woody eDiane Keaton che, proprio in quel periodo, stava mettendo fine alla loro vera storia d'amore. Con 5 Oscar portati a casa, Woody riceve consensi anche da quella fetta di pubblico americano che lo aveva snobbato fino a quel momento.Appassionato di musica jazz fin da ragazzino, il regista inserisce inManhattan (film che viene considerato il sequel diIo e Annie soprattutto per l'omaggio alle atmosfere malinconiche di New York), la musica diGershwin per raccontare un'altra storia di nevrosi e amori inconcludenti. Nel 1978 realizza come registaInteriors, film dalle atmosfere crepuscolari che, come i successiviSettembre (1987),Un'altra donna con una intensaGena Rowlands (1988) e, in parte,Alice (1990), rende esplicito omaggio aIngmar Bergman, uno dei suoi registi preferiti, insieme aFederico Fellini al quale guarda per la costruzione diStardust Memories (1980), opera dichiaratamente autobiografica narrata in flusso di coscienza come8 e mezzo. Dopo il magico riferimento shakespeariano diUna commedia sexy in una notte di mezza estate (1982), gira il mockumentaryZelig (1983), finto reportage su un uomo camaleontico che trasforma anima e corpo secondo chi si ritrova vicino, mostrando un conformismo che ha molto a che vedere con la società contemporanea. Qualche anno più tardi riceve il secondo Oscar per il campione d'incassiHannah e le sue sorelle (1986), successivo al divertenteBroadway Danny Rose (1984) e aLa rosa purpurea del Cairo (1985), omaggio aLa palla n. 13 diBuster Keaton.
L'inarrestabile vena creativa
Successivo all'ennesimo omaggio alla musica jazz diRadio Days (1987) è il sorprendenteCrimini e misfatti, riflessione divertente ma non banale sulle colpe che non vengono punite, facendo riferimento ai romanzi diDostoevskij, scrittore che riprenderà anche più avanti inMatch Point (2005). Nonostante la crisi personale con la compagnaMia Farrow, lasciata da Woody per la figlia adottiva Soo-Yi Previn (che ha all'incirca trentacinque anni in meno del regista), la vena creativa sembra inesauribile. Al ritmo costante di almeno un film all'anno, dopoOmbre e nebbia (1992) ritorna ad atmosfere più serene conMariti e mogli (1992),Misterioso omicidio a Manhattan (1993), per il quale richiamaDiane Keaton, e l'esilarantePallottole su Broadway (1994). Cambia tono nei successiviLa dea dell'amore (1995, per il qualeMira Sorvino vince l'Oscar come miglior protagonista femminile), omaggio commosso al teatro greco, e nel musicalTutti dicono I love you (1996) in cui tratta il tema delle famiglie allargate con un cast d'eccezione che coinvolgeDrew Barrymore,Julia Roberts,Goldie Hawn edEdward Norton. Affezionato però ai ritratti di personaggi in crisi, realizzaHarry a pezzi (1997) e sberleffa il patinato mondo dei vip conCelebrity (1998), girato in bianco e nero. Il suo amore per il jazz invece trionfa conAccordi e disaccordi (1999) conSean Penn.
Con gli ultimi lavori, il successo in patria si era un po' affievolito ma, dopo un accordo con la Dreamworks diSpielberg che gli dà maggiore visibilità, ritorna ai lustri di un tempo conCriminali da strapazzo (2000), che prende spunto daI soliti ignoti diMonicelli. DopoLa maledizione dello scorpione di Giada (2001) che omaggia il cinema degli anni '40, è la volta diHollywood Ending (2002), film non del tutto riuscito in cui tenta di costruire una metafora di un regista in declino che, malgrado una cecità psicosomatica, riesce a concludere il proprio film.
Gli ultimi film: più regia e meno recitazione
L'anno successivo Woody chiamaJason Biggs (direttamente dall'America giovanilistica diAmerican Pie) per affiancareChristina Ricci inAnything Else, storia d'amore impossibile tra un aspirante scrittore e una giovane dallo spirito libertino e indecisa su tutto. ConMelinda e Melinda (2004) ritorna ad affrontare il binomio tragedia/commedia delineando due storie che non annoiano ma fanno affiorare qualche cedimento di sceneggiatura. Con gli ultimi lavori Woody sembra entrare in crisi creativa ma il capolavoro è dietro l'angolo. Secondo le dichiarazioni dell'autore,Match Point è il film del quale va più orgoglioso: l'intrigo è una storia di delitto e castigo ambientata nell'alta società di Londra che si confronta con la casualità della vita in una visione realistica (che sfiora il pessimismo) dei rapporti sentimentali. Il film è il primo che vede protagonista la sensualeScarlett Johansson, vera e propria musa del regista che la richiama perScoop (2006), intricata commedia sullo sfondo di una Londra avvolta nel mistero delle arti magiche e inVicky Cristina Barcelona (2008) al fianco diPenelope Cruz eJavier Bardem, in un gioco di gelosie per le strade della vivace città catalana.
Nel 2007Sogni e delitti, thriller conEwan McGregor eColin Farrell, segna il ritorno a un cinema più drammatico che indaga nelle perversioni umane più inconfessabili.
ConWhatever Works - Basta che funzioni (2009) ritorna ad ambientare un film a Manhattan offrendoci con il suo stile ironico, colto e leggero, un'altra puntuale riflessione sul mondo e l'uomo. Solo un anno più tardi, tuttavia, Allen fa ritorno in Gran Bretagna dove giraIncontrerai l'uomo dei tuoi sogni (2010), un'altra profonda riflessione su quella grande illusione che il mondo continua a chiamare 'amore'. E, nel 2011, cambia ancora location ambientandoMidnight in Paris a Parigi eTo Rome with Love a Roma, dove torna a recitare insieme aAlec Baldwin,Penelope Cruz,Ellen Page eJesse Eisenberg. Torna sugli schermi nel 2013 dirigendoBlue Jasmine, che vede come protagonistiCate Blanchett eAlec Baldwin. Il film è un successo e si aggiudica il Golden Globe 2014 per la migliore attrice in un film drammatico (Cate Blanchett) ed è in corsa per gli Oscar 2014 nelle categorie miglior attrice protagonista, non protagonisa (Sally Hawkins) e miglior sceneggiatura originale. Dopo la commediaMagic in the Moonlight (2014), torna a lavorare conEmma Stone perIrrational Man (fuori concorso al Festival di Cannes 2015), che racconta la storia di un professore universitario (Joaquin Phoenix) che si lascia travolgere da una pericolosa storia d'amore con una studentessa (Emma Stone). E l'anno successivo sarà il suoCafé Society ad aprie (fuori concorso) il festival francese: una nuova storia d'amore, ambientata negli anni Trenta, e interpretata daJesse Eisenberg eKristen Stewart. Dopo La ruota delle meraviglie (2017) dirigeTimothée Chalamet edElle Fanning, inUn giorno di pioggia a New York(2019) e nel 2020 porta al cinemaRifkin's Festival.
Nel 2023 porta alla Mostra del Cinema di Venezia il nuovo filmCoup de chance.
Un cerchio, una ruota, un ripetersi claustrofobico. Con una simbologia più esplicita che mai, La ruota delle meraviglie si presenta come l'ultimo riassunto delle ossessioni di Woody Allen: il caso, il destino, il libero arbitrio, il peso delle scelte, la colpa del fallimento, che si rimescolano in una ruota panoramica a tratti caleidoscopica. Del luna-park c'è lo scintillio formale e visivo, l'anima tragicomica e soprattutto l'inganno dello spettacolo, che si offre alle finestre dei protagonisti nello splendore delle sue attrazioni, così estranee in realtà alle loro vite piccole e fallite, così crudeli nel ricordargliene la nullità
Che rivedere Manhattan restaurato su grande schermo faccia tutta la differenza del mondo, diventa chiaro fin dal primo minuto del film. Il celeberrimo skyline newyorkese, commentato dalla "Rapsodia in blu" di George Gershwin, perde immediatamente la polvere di citazione facile che aveva fino a quel momento nel ricordo dello spettatore, e riguadagna una potenza visiva inossidabile. Merito delle luci e dei bianchi e neri di Gordon Willis - qui grande coautore di Woody Allen, quasi a far pensare a una equa suddivisione (Woody il formidabile testo narrativo e Willis il nitore metropolitano)




