
Film 2025 |Commedia,Drammatico,139 min.
| Titolo originale | Eojjeolsuga Eobsda |
| Anno | 2025 |
| Genere | Commedia,Drammatico, |
| Produzione | Corea del sud |
| Durata | 139 minuti |
| Regia di | Park Chan-wook |
| Attori | Byung-Hun Lee,Ye-Jin Son,Yeom Hye-ran,YOO Yeon-seok,Hee-soon ParkSeung-won Cha,Sung-min Lee. |
| Uscita | giovedì 1gennaio 2026 |
| Tag | Da vedere 2025 |
| Distribuzione | Lucky Red |
| MYmonetro | 3,46 su 13 recensioni tracritica,pubblico e dizionari. |
Regia diPark Chan-wook. Un filmDa vedere 2025 conByung-Hun Lee,Ye-Jin Son,Yeom Hye-ran,YOO Yeon-seok,Hee-soon Park.Cast completo Titolo originale:Eojjeolsuga Eobsda. GenereCommedia,Drammatico, -Corea del sud,2025,durata 139 minuti. Uscita cinemagiovedì 1gennaio 2026 distribuito daLucky Red. -MYmonetro 3,46 su 13 recensioni tracritica,pubblico e dizionari.
Ultimo aggiornamento martedì 14 ottobre 2025
Un uomo perde il posto di lavoro. Troverà una soluzione estrema per risolvere la situazione.
![]() 3,46/5 | MYMOVIES 3,50 |
CRITICA 3,42 |
PUBBLICO |
CONSIGLIATO SÌ |
Licenziato dopo 25 anni di esperienza, Man-su, specialista nella produzione della carta, vede messe a rischio la sua vita perfetta: la famiglia che ha creato con la moglie Miri, i due figli e i cani, la casa della sua infanzia che ha faticato tanto ad acquistare e su cui ancora pende il mutuo, la serra dove si prende cura delle sue amate piante. Deciso a trovare immediatamente un altro lavoro, si butta a fare colloqui, ma diversi mesi dopo la situazione non si è ancora sbloccata. Per Man-su, allora, la sola possibilità per ricominciare è crearsi da sé il posto vacante perfetto.
Park Chan-wook torna al cinema dopo la serieIl simpatizzante e gira una commedia nerissima che guarda alCacciatore di teste diCosta-Gavras (a produrre anche la moglie e la figlia del regista greco) e lo aggiorna a una società del lavoro in tragico mutamento.
No Other Choice parte dalla famiglia: l'idillio di un marito e una moglie coi rispettivi figli, una giornata insieme, la sensazione di avere tutto. Immediatamente dopo passa al dramma: il licenziamento dell'uomo dall'azienda di produzione della carta dopo l'acquisto degli americani, la disoccupazione, la ricerca di un nuovo posto, un impiego umiliante, colloqui ancora più avvilenti, la paura di perdere quel tutto presentato all'inizio. Poi arriva la svolta narrativa (non diremo come Man-su si costruisce da sé la possibilità di essere chiamato per un colloquio, ma come inCacciatore di teste la cosa ha che fare con la riduzione della concorrenza...), che porta con sé anche la commedia, la deriva grottesca e a tratti pure il pulp, che del resto prende il nome dalla polpa del legno usata per produrre carta scadente.
La carta che invece produce Man-su è di prima qualità ed è frutto di anni di lavoro come operaio specializzato: proprio l'artigianalità del suo mestiere fa da contraltare all'apparente impotenza dei nuovi padroni di fronte all'inevitabilità delle loro scelte ("no other choice"...) e fornisce al personaggio l'esperienza necessaria a progettare un piano meticoloso.
Park Chan-wook, che come sempre lavora per eccesso e non è certo in cerca di sfumature, costruisce in questo modo una trama scandita e al tempo stesso caotica, fatta di sovrapposizioni e ripetizioni, sospetti e tradimenti, omicidi voluti e involontari, incomprensioni e colpi di fortuna. La sceneggiatura scritta con Lee Kyoung-mi, Jahye Lee e Don McKellar (coautore diIl simpatizzante) dà peso anche ai personaggi della moglie e dei figli di Min-su e a quelli delle potenziali vittime dell'uomo (che sono una sorta di doppio o di specchio del protagonista, con ulteriore effetto di sovrabbondanza narrativa), così come la regia fa di tutto per essere elaborata, evidente, ingombrante, con la macchina da presa che cambia posizione a seconda del momento del racconto, l'oscurità che si oppone alla luce ribaltando i valori tradizionali, il ritmo esagitato che alterna commedia e noir, critica sociologica (più incisiva di quella diParasite...) e, nel finale, un'ironia acida sul destino del mondo.
Certo, come ogni altro film di Park Chan-wook ancheNo Other Choice è ipertrofico, iper-parlato e iper-costruito, e per questo rischia la saturazione, ma è innegabile che il regista usi il cinema come Man-su la carta: come un modo, cioè, per conoscere, raccontare, interpretare, anche cambiare il mondo.
E se è vero, come nel film sostengono i nuovi manager della carta, che oggi non serve più picchiettare i rotoli per verificarne la compattezza perché già ci pensa una macchina, lo è altrettanto che ogni forma di comunicazione necessiti di una rigenerazione o un aggiornamento. Nel film è la figlia minore di Man-su, talento precocissimo per il violoncello ma quasi incapace di parlare, a creare una nuova scrittura musicale fatta di forme e colori, mentre il modo creativo di suo padre per trovare lavoro è forse l'ultima voce umana in una società di macchine intelligenti che non hanno nemmeno bisogno della luce per lavorare.



Di solito nei film di Park Chan- wook i criminali sono brillanti, subdoli e machiavellici. Non è così Man-su, l'adorabile protagonista di No other choice. Dirigente in una cartiera, licenziato di punto in bianco, ricorre a misure sempre più disperate per assicurarsi un nuovo lavoro. Si capisce molto presto che non è adatto a scatenare una furia violenta.
Liberissimo adattamento di The Ax di Donald E. Westlake, già portato al cinema in Cacciatore di teste di Costa-Gavras, il 12° lungometraggio del regista della Trilogia della vendetta racconta la parabola di un ingegnere che, dopo 25 anni nell'industria della carta (e sapete quanto stia a cuore a noi, la carta), viene lasciato a casa a causa di un passaggio di proprietà agli americani.
Grottesco. Sagace, tagliente e spietato. Divertente, anche drammatico, soprattutto guardando fuori dallo schermo, verso una realtà che ci sta dissanguando. Si parte da una villa, idealmente non troppo distante da quella di Parasite, ridisegnando ancora una volta la stratificazione cristallizzata delle classi sociali, in una sorta di declinazione persino potenziata del sogno americano: lavoro, guadagno, [...]Vai alla recensione »
A distanza di vent'anni esatti dall'adattamento di Costa-Gavras, Park Chan-wook riporta sul grande schermo il romanzo di D.E. Westlake con Eojjeol suga eopda - titolo internazionale No Other Choice - provvedendone una rivisitazione che segna al contempo un ritorno e un inedito all'interno della sua filmografia, per quanto configurandosi come opera minore.
Il nuovo fantastico film di Park Chan-wook, No Other choice, è dedicato a Costa Gavras. Non è un vezzo da cinefilo, perché questo film è il remake coreano e contemporaneo di Cacciatore di teste, il film realizzato da Gavras venti anni fa ispirandosi a sua volta al romanzo di Donald E.Westlake, The Ax, l'ascia.In uscita a gennaio con Lucky Red, il racconto segue la vicenda di Man-su, un uomo felice. [...]Vai alla recensione »
Park Chan-wook va molto più sul pesante. Il suo eroe lavora in una cartiera e guadagna benissimo, ma quando l'azienda è rilevata dagli americani la sua testa viene "tagliata". Facendo colloqui per un altro lavoro scopre, casualmente e truffaldinamente, che tre concorrenti vengono prima di lui in graduatoria: e pensa bene di ammazzarli tutti e tre. A differenza di Donzelli, che chiude la sua piccola [...]Vai alla recensione »
Altro stile quello del coreano Park Chan-wook, celebre per l'indimenticabile "trilogia della vendetta", che torna alla regia tre anni dopo l'ottimo "Decision to leave". Con "No other choice" segue un padre di famiglia che lavora in una cartiera, con una buona posizione sociale (ha una bella casa, una famiglia con due figli e due cani), che viene brutalmente licenziato dopo anni di stimato impiego.Vai alla recensione »
In origine fu il romanzo di Donald E.Westlake, The Ax, trasposto nel 2005 da Costa Gavras in Cacciatore di teste. Nei vent'anni successivi è diventato il progetto-ossessione di Park Chan-wook, ansioso di girarne una propria versione, che infine è diventata realtà (approdando anche in concorso a Venezia82) dopo un tentativo di ambientazione negli States.
Il limite del cinema di Park Chan-wook è il suo eccesso - di scrittura, messinscena, incastri, sovrapposizioni, opposizioni - e di conseguenza la sua meccanicità, il passo rigoroso e insieme caotico con cui le trame dei suoi film, più che svolgersi, procedono per accumulo, incastro dopo incastro, mattone su mattone.In No Other Choice, storia del padre di famiglia Mi-sun, operaio specializzato nella [...]Vai alla recensione »
Un barbecue in famiglia, una villa nella natura, una moglie amata che lo ama, un figlio adolescente, la secondogenita violoncellista, due golden retriever con rispettiva cuccia personalizzata, due suv eleganti.You Man-su (Lee Byung Hun), uno specialista nella produzione di carta con 25 anni di esperienza, è talmente soddisfatto della propria vita da potersi dire con onestà: "Ho tutto quello che desidero". [...]Vai alla recensione »
Nell'incipit di No Other Choice, Park Chan-wook cristallizza tutti i discorsi che attraverseranno trasversalmente le varie sezioni del racconto. Il ritratto di una famiglia dai legami indiscutibilmente inossidabili qui proposto dal cineasta sudcoreano, seguito da un'immediata lacerazione di questo (fragile) idillio familiare, fungono non solo da istantanee-apripista di una storia che arriverà a demolire [...]Vai alla recensione »
L'ultima volta era stato per il Decision to Leave del 2022 (presentato però al Festival di Cannes), ma finalmente l'attesa del nuovo film di Park Chan-wook è terminata e il suo ultimo No Other Choice - Non c'è altra scelta è stato presentato al pubblico di Venezia 82. Tra i titoli più interessanti in concorso per il Leone d'Oro, c'è sicuramente quello scritto dal regista di Old Boy e della Trilogia [...]Vai alla recensione »