
Film 2025 |Drammatico,131 min.
| Anno | 2025 |
| Genere | Drammatico, |
| Produzione | Italia |
| Durata | 131 minuti |
| Regia di | Paolo Sorrentino |
| Attori | Toni Servillo,Anna Ferzetti,Orlando Cinque,Massimo Venturiello,Milvia MariglianoGiuseppe Gaiani,Giovanna Guida. |
| Uscita | giovedì 15gennaio 2026 |
| Tag | Da vedere 2025 |
| Distribuzione | PiperFilm |
| MYmonetro | 4,40 su 17 recensioni tracritica,pubblico e dizionari. |
Regia diPaolo Sorrentino. Un filmDa vedere 2025 conToni Servillo,Anna Ferzetti,Orlando Cinque,Massimo Venturiello,Milvia Marigliano.Cast completo GenereDrammatico, -Italia,2025,durata 131 minuti. Uscita cinemagiovedì 15gennaio 2026 distribuito daPiperFilm. -MYmonetro 4,40 su 17 recensioni tracritica,pubblico e dizionari.
Ultimo aggiornamento mercoledì 27 agosto 2025
Ritratto immaginario di Mariano De Santis, Presidente della Repubblica alla fine del mandato. Tra dilemmi morali sulle grazie e vita privata, dovrà scegliere. Il film è stato premiato aVenezia, ha ottenuto 2 candidature agliEuropean Film Awards,
![]() 2026 |
![]() 4,40/5 | MYMOVIES 5,00 |
CRITICA 3,79 |
PUBBLICO |
ASSOLUTAMENTE SÌ |
Mariano De Santis, il Presidente della Repubblica, è a fine mandato; è infatti entrato nel semestre bianco. Vedovo da otto anni della moglie Aurora che gli manca sempre tantissimo, cattolico e autore di un manuale di diritto penale definito come l'Himalaya K3, ha due figli: Dorotea, giurista come lui, è sempre al suo fianco e gli controlla sempre i pasti per un'alimentazione sana; Riccardo, musicista (ma non di musica classica come lui aveva sperato) vive a Montréal. In questi ultimi mesi del suo incarico, scopre anche il suo soprannome, "Cemento armato".
Ma soprattutto si trova davanti a due dilemmi morali. Il primo riguarda la richiesta di grazia per Isa Rocca che ha fatto fuori il marito nel sonno dopo essere stata a lungo maltrattata e per Cristiano Arpa, che ha ucciso la moglie malata di Alzheimer. Il secondo: non sa se firmare o no la legge sul diritto all'eutanasia. Sono dubbi che lo tormentano, assieme a un passato che più volta riaffiora e di cui cerca di scoprire delle verità nascoste.
"Que reste-t-il de non amours?" InLa grazia, l'undicesimo lungometraggio di Paolo Sorrentino e il settimo assieme a Toni Servillo, non c'è tanto lo slancio allaTruffaut che aveva utilizzato il brano diCharles Trenet inBaci rubati. Ma il titolo di quella canzone sembra quasi uno sfondo ricorrente per un film che potrebbe comporre l'ideale trilogia sul tempo perduto dopoÈ stata la mano di Dio eParthenope.
InLa grazia ci sono dei legami indissolubili che durano da anni (l'amica Coco Valori), la presenza di fotografie, ricordi del passato, ma soprattutto l'immagine della moglie del Presidente che cammina nei boschi. Forse un flashback, forse una visione, forse un sogno, forse tutte e tre le cose. Nei primi piani su Servillo il passato scorre continuamente sui suoi occhi accanto alle questioni scottanti (grazia, eutanasia) che deve cercare di risolvere prima della fine del suo mandato. Nel suo volto si avverte il senso opprimente dell'attesa simile a quella di Titta Di Girolamo inLe conseguenze dell'amore. In più il suo ruolo istituzionale alternato, anzi sovrapposto con la sua dimensione privata, richiama le figure diGiulio Andreotti inIl divo eSilvio Berlusconi inLoro. Le parole del Papa, di colore, che si muove in scooter in uno dei movimenti riconoscibilissimi del cinema del regista, lo mettono davanti a un bivio: "Il passato è un peso, il futuro un vuoto".
La grazia non è però un film sulla nostalgia ma sulla memoria che riaffiora nelle parole, nei pensieri, nelle cose che non si sono fatte, nel rapporto con i figli, in particolare Dorotea, dove risalta l'ottima prova di Anna Ferzetti. Nei primi piani, negli sguardi (o nell'illusione degli sguardi) in macchina ci può essere sempre il rischio, la tentazione di una caricatura grottesca che diventa ancora uno dei tanti, possibili modi, per comporre una galleria umana. Ma, nel corso degli anni, il cinema di Sorrentino si è sciolto, non si nasconde quando parla d'amore in tutte le sue forme (desiderio, possesso, ricordo) incrociandosi più volte con la morte: Isa Rocca, la donna che ha richiesto la grazia, che ha ucciso il marito forse perché l'amava troppo; il legame di Mariano con Aurora che li tiene legati per sempre anche dopo la scomparsa della donna.
La grazia è infatti un film pieno di lacrime. Si comincia con il dettaglio sul volto di Isa e poi ci sono quelle di Coco in macchina, di alcuni dei componenti del suo staff che lo salutano a fine mandato, di Dorotea e Riccardo in videochiamata e soprattutto dell'astronauta, proprio con il dettaglio della lacrima in evidenza. In più ha alcuni momenti emotivamente contagiosi, come quello bellissimo del canto degli alpini, esempio questo di nuove direzioni che esplora il cinema di Sorrentino.
Il titolo però incarna contemporaneamente anche la bellezza del dubbio. L'agonia del cavallo Elvis non è solo simbolica ma fa quasi sentire i pensieri di Mariano, un po' come poteva accadere con i protagonisti del cinema diKieslowski. E in particolar modo inDecalogo. In questa bellezza (non più grande come il titolo delfilm del 2013) ci sono anche le scatenate tentazioni musical nella ricerca di un ritmo nel vuoto, come nella scena in cui a Mariano scorre il sangue rapper quanto canta "Le bimbe piangono" di Guè che è al centro anche di una breve apparizione/citazione. Poi è pieno di momenti trascinanti e battute divertentissime a cominciare da quella di Coco: "Questa non era una cena ma un'ipotesi".
InLa grazia si incrociano le pause del cinema di Sorrentino ma in realtà non c'è un attimo di tregua. La forma, che segna sempre l'identità della sua opera, accompagna il piacere autentico del racconto. Per questo, oltre ad essere sorretto da Toni Servillo che giganteggia, è un dramma privato, una commedia dell'assurdo, un film sentimentale con il personaggio del corazziere che potrebbe arrivare quasi da una commedia statunitense Vecchia Hollywood. Un'ode sulla condizione umana. Allegra e triste. Comica e malinconica. Un film toccato dalla grazia.



Paolo Sorrentino ha riscoperto la sua voce, il suo umorismo disincantato, il suo talento per le scene surreali e sensazionali. La grazia è una commedia che indossa la malinconia come un abito ben confezionato e che riporta il regista ai misteriosi tableaux del potere del Divo e della Grande bellezza. Servillo interpreta Mariano De Santis, presidente della repubblica italiana, prossimo alla fine del [...]Vai alla recensione »
Un uomo e la sua stanza (o meglio: le sue stanze). A Paolo Sorrentino basta poco per dare corpo a un ritratto dell'artista confinato nel perimetro del proprio notevolissimo talento che tenta in tutti i modi di entrare in contatto con il mondo, evitando, però, di affrontarlo direttamente. Kafka sosteneva che il mondo risponde solo alle domande che gli vengono poste direttamente.
La materia è più o meno sempre quella: la codificazione del cinema di Paolo Sorrentino non ammette deroghe, si lavora comunque sulle coordinate del potere e La grazia (con cui si apre Venezia82) non fa eccezione. Siamo sempre immersi in uno dei mondi sorrentiniani, in cui la contrapposizione di forze equilibra le dinamiche nelle quali galleggiano le esistenze di figure languidamente dominanti, disperse [...]Vai alla recensione »
Ancora politica democristiana o forse no? Con il suo ultimo film che apre oggi la Mostra di Venezia del 2025, Paolo Sorrentino torna a disquisire sulla situazione di casa nostra, come dai tempi lontani del Divo (2008) ma in una chiave completamente diversa, meno diretta e più "moral-filosofica". Lasciamo parlare l'autore che a proposito de La Grazia ha affermato: "è un film d'amore.
In La grazia, il bel film in concorso di Paolo Sorrentino che la Mostra, il Papa può anche essere di colore e girare per i giardini del Vaticano in scooter, ma il presidente della Repubblica non può che essere democristiano, anche se la Dc, come partito, magari non esiste più. Non per nulla quest'ultimo sta al Quirinale per un settennato, i tempi lunghi sopravvissuti di un'epoca della politica in cui [...]Vai alla recensione »
Di chi sono i nostri giorni? È la domanda che Dorotea, figlia accudente pone al padre, il presidente della Repubblica italiana, di fronte alla sua perenne indecisione, quel «prendere» tempo racchiuso nella tipica risposta «devo pensarci ancora un momento» che ha finito per esasperarla. Eppure fra i presidenti che si sono alternati al Quirinale è stato stimatissimo, amato, rispettato, capace con quella [...]Vai alla recensione »
Compatto, sommesso, allarmante e scandito dalla percezione di una fine che non riguarda solo i personaggi della finzione, bensì chiunque guardi il film. È «La grazia», il thriller psicologico che ha inaugurato la Mostra concentrando in un involucro ridotto e leggero eppure inscalfibile lo straordinario cinema-mondo di Paolo Sorrentino: meno ambizioso e smisurato di «La grande bellezza» e «Parthenope», [...]Vai alla recensione »
Ci si divertirà a indovinare se Mariano De Santis, l'immaginario Presidente della Repubblica protagonista di La grazia, assomigli più a Scalfaro o a Mattarella (presidenti vedovi con figlie adulte) o magari a Cossiga, visto che nel film il suo soprannome è "cemento armato" e per il compleanno la figlia pensa di regalargli un piccone. Sembrerà di essere tornati al magico '89, quando qui a Venezia lo [...]Vai alla recensione »
Quanto mistero può davvero scatenare un nuovo film di Paolo Sorrentino? Lo si dice perché nei mesi di avvicinamento alla Mostra di "La grazia" non si poteva sapere niente: trama fumosa, poche notizie, perfino nessuna anteprima stampa, prima di arrivare tutti al Lido, come si usa spesso fare per i film italiani. Invece su "La grazia" c'è stato un silenzio praticamente totale.
Fino alla proiezione durante Venezia82 dell'ultimo lavoro di Paolo Sorrentino era trapelato poco e nulla, se non che nel cast ci fossero Toni Servillo e Anna Ferzetti e che si trattasse di una storia d'amore. Questo 'mistero' ha alimentato l'immaginazione rispetto a cosa ci si sarebbe potuti trovare davanti. La Grazia è un'opera densa d'amore, citando il cineasta «questo motore inesauribile che determina [...]Vai alla recensione »
Facciamo un piccolo passo indietro e torniamo per pochi frame a È stata la mano di Dio. La commovente sequenza di Fabietto Schisa/Filippo Scotti che cammina lentamente in un campo da calcio, poco prima di fermarsi e piangere mentre il mondo gli scorre freneticamente accanto, segna una faglia decisiva nel cinema di Paolo Sorrentino. Perché in quel momento di sincera astrazione non si avverte più l'esigenza [...]Vai alla recensione »
"Di chi sono i nostri giorni?".È come sempre un cinema di domande, il cinema di Paolo Sorrentino. Che questa volta, dopo È stata la mano di Dio e Parthenope ("A cosa stai pensando?"...) si porta dentro le stanze del Quirinale per raccontare il semestre bianco di Mariano De Santis (Toni Servillo), Presidente della Repubblica che sta per terminare il suo mandato.
Paolo Sorrentino apre il Festival di Venezia 2025 parlando di eutanasia, ma non solo. "La grazia", questo il titolo del suo ultimo film in concorso a Venezia 82, è una complessa, intensa, sensibile riflessione sulla vita, sul tempo che passa, sul ricordo, sull'amore, sul tradimento, sull'integrità morale. Non si smentisce, in quanto a bravura, il regista partenopeo con questo film che vede protagonista, [...]Vai alla recensione »
Quando il Presidente della Repubblica Mariano De Santis deve tornare a casa dopo aver vissuto il suo settennato in Quirinale, come vuole la prassi, sceglie di non farsi accompagnare in automobile fino al suo domicilio a pochi metri da piazza di Spagna ma di concedersi una passeggiata di circa un chilometro, per riprendere abitudini oramai atrofizzate.
Scelto per aprire la 82. Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia, in Concorso - e tra i favoriti - per il Leone d'Oro 2025, La grazia è probabilmente uno dei migliori titoli di questa edizione e di Paolo Sorrentino. Scritto e diretto dal regista Premio Oscar napoletano, e interpretato da Toni Servillo e Anna Ferzetti - che spiccano in un affresco di personaggi incredibili (completato da Orlando Cinque, [...]Vai alla recensione »
Perchè La Grazia di Paolo Sorrentino si chiama così? Per due motivi (e una constatazione che aggiungiamo noi). La Grazia è quella di scarcerazione di due detenuti assassini che il Presidente della Repubblica Mariano De Sanctis, insigne docente di diritto penale tra l'altro, deve decidere se concedere proprio mentre inizia il periodo delicato del semestre bianco, alla vigilia cioè del suo fine mandato. [...]Vai alla recensione »