| imperior max | martedì 25 novembre 2025 | non un grande film, ma ? una bella esperienza di vita tra battute divertenti e battute amare, oltre che sul campo. | | | | IL MAESTRO.
Dopo L?Ultima notte di Amore tornano Andrea di Stefano alla regia e Pierfrancesco Favino come attore co-protagonista. Stavolta in una commedia drammatica con molte sfumature ironiche.
Anno 1989, il giovane Felice Minella gioca a tennis, seguito dal padre Pietro che lo tiene costantemente concentrato a livello tecnico, fisico e quotidiano fino addirittura a fare lavori extra pur di mantenere i suoi risultati alti. Dopo aver vinto il torneo regionale decide subito di farlo competere a livello nazionale e di allenarlo sotto la tutela di Raul Gatti, un ex campione di tennis che per? ? mezzo sbandato e sotto terapia dopo una vita di eccessi che l?hanno portato a ritirarsi.[+] IL MAESTRO.
Dopo L?Ultima notte di Amore tornano Andrea di Stefano alla regia e Pierfrancesco Favino come attore co-protagonista. Stavolta in una commedia drammatica con molte sfumature ironiche.
Anno 1989, il giovane Felice Minella gioca a tennis, seguito dal padre Pietro che lo tiene costantemente concentrato a livello tecnico, fisico e quotidiano fino addirittura a fare lavori extra pur di mantenere i suoi risultati alti. Dopo aver vinto il torneo regionale decide subito di farlo competere a livello nazionale e di allenarlo sotto la tutela di Raul Gatti, un ex campione di tennis che per? ? mezzo sbandato e sotto terapia dopo una vita di eccessi che l?hanno portato a ritirarsi. I due intraprenderanno un viaggio per l?Italia da una partita e l?altra tra piccole gioie, grandi delusioni e formazioni personali.
La regia del nostro ? bella azzeccata in molti punti. Dall?uso della macchina a mano che seguono gli attori, dai movimenti coi dolly e carrelli e dai campi e controcampi decisamente corretti nei dialoghi, nelle panoramiche e nelle sequenze di allenamento e le partite dove quest?ultime sono forse meno spettacolari, ma perch? si ? pi? concentrati nelle reazioni dei personaggi. Un?ottima ambientazione scenica del tempo, una fotografia pi? mirata e un ottimo uso del sonoro e delle musiche sia diegetiche che extra. La recitazione dei nostri ? pi? che egregia con un ottimo Pierfrancesco Favino che passa dalla macchietta al sopra le righe e al devastato depresso, un buon Tiziano Menichelli come protagonista, Giovanni Ludeno nel ruolo del padre decisamente perfetto, una divertente Dora Romano, una splendida ed austera Valentina Bell? e una bella entrata in scena di Edwige Fenech.
Tutto sommato la storia, da come suggerisce il titolo, mette il focus sul personaggio di Raul Gatti in quanto parte come individuo in via di disintossicazione dopo un passato di droghe, alcol e donne, con una ben celata depressione tenuta a bada con delle pillole e il senso dell?umorismo, ma che alla prima occasione e nel momento propizio lo spingerebbe al suicidio e finisce col trovare quel che ha perso e la voglia di vivere grazie al suo allievo Felice. Al contempo neanche Felice ? ?felice? dato che ? s? bravo a tennis, ma ? vittima del classico padre che vive di luce riflessa, lo tiene sotto osservazione per renderlo un campione in maniera fredda, schematica e calcolatoria con un quadernino tattico e sembrerebbe non ascoltarlo appieno, la madre asservita al padre e la sorella fa? la bulla spaccona e dal momento che inizier? il viaggio con Raul capir? in un certo senso cosa vuole veramente e vedendo in lui una figura fraterna particolare. Neanche il viaggio sar? del tutto roseo dal momento che i due vedranno l?apice della loro infelicit? tra sconfitte, profonde delusioni, occasioni mancate ed elaborazioni di se stessi. Il tutto per? con dei momenti di simpatica ironia, battute pungenti, battibecchi, scorribande ed alchimie quasi inaspettate. Senza inutili retoriche, ma con immagini ed azioni si arriva ad una catarsi formativa di entrambi.
Certo ? che, a parte un padre apprensivo ben costruito, la madre e la sorella meritavano pi? spessore, ogni tanto l?essere sopra le righe di Favino fa? pi? passare alla pancia che alla sostanza, il fatto che il padre precisino e informato ingaggi proprio Raul non ? che torni pi? di tanto, ma comunque il finale ben tagliato e apparentemente sospeso regala un buona interpretazione del pubblico su come potrebbe andare ai posteri.[-] | | [+] lascia un commento a imperior max »[ - ] lascia un commento a imperior max » | | d'accordo? | |
| stefano73 | lunedì 24 novembre 2025 | raul, vecchio campione instabile e farfallone | | | | Film "il maestro". Anni 80, Felice, 13 anni, è una promessa del tennis o almeno secondo il papà. Da talento a livello regionale, per affrontare i tornei nazionali viene affidato all'ex tennista Raul Gatti (Pierfrancesco Favino). Raul era un buon tennista ..ma adesso la vita l'ha sciupato e ridotto ad un instabile e stagionato farfallone da tennis club. Favino interpreta benissimo ogni personaggio. Molto bravo anche il ragazzo protagonista per un film on the road dell' Italia anni 80. Voto:6 | | [+] lascia un commento a stefano73 »[ - ] lascia un commento a stefano73 » | | d'accordo? | |
| grazia | lunedì 24 novembre 2025 | capolavoro di favino | | | | Sweet story of personal growth, dealing with the fragility of the human psyche, and the adult and child coming of age and facing the expectations of parents and society and also celebrating the Italian 80s summer lifestyle all so distant and vintage to us now. | | [+] lascia un commento a grazia »[ - ] lascia un commento a grazia » | | d'accordo? | |
| giulia di martino | giovedì 20 novembre 2025 | un capolavoro | | | | Dolce amaro, pura poesia.. l'allenamento con le padelle indimenticabile. Favino ed il giovane Menichelli funzionano a meraviglia nel bene e nel male. | | [+] lascia un commento a giulia di martino »[ - ] lascia un commento a giulia di martino » | | d'accordo? | |
| carlotta | martedì 18 novembre 2025 | manca qualcosa | | | | Cast stellare, attori strepitosi Favino (ovviamente) in testa, la trama invece rimane debole, stantia, bloccata in uno stato di desolazione che non evolve mai. Lo spettatore resta in attesa di un salto, di un'evoluzione della storia e dei personaggi che però non arriva, a parte qualche flebile segnale di speranza che emerge nel rapporto umano tra maestro e allievo. In definitiva la storia resta ancorata al lato pessimista del suo messaggio: il fallimento è parte della vita. Messaggio certamente onesto e realista, ma che avrebbe richiesto uno sviluppo in una chiave ottimista e speranzosa. | | [+] lascia un commento a carlotta »[ - ] lascia un commento a carlotta » | | d'accordo? | |
| fabriziog | martedì 18 novembre 2025 | buona idea realizzazione meno | | | | “Il maestro” di Andrea Di Stefano è un film forzatamente drammatico che parte certamente da uno spunto interessante, per essere però strutturato e sviluppato in modo scarsamente appagante per un pubblico esigente, specie se un attore del livello di Pierfrancesco Favino - che ricopre le vesti della figura cardine della storia, Raul Gatti - non riesce a dare un valore aggiunto alla pellicola.[+] “Il maestro” di Andrea Di Stefano è un film forzatamente drammatico che parte certamente da uno spunto interessante, per essere però strutturato e sviluppato in modo scarsamente appagante per un pubblico esigente, specie se un attore del livello di Pierfrancesco Favino - che ricopre le vesti della figura cardine della storia, Raul Gatti - non riesce a dare un valore aggiunto alla pellicola. Raul Gatti è una vecchia gloria del tennis caduto in disgrazia dopo l’abuso di droghe, alcol e donne. Felice Milella è un tredicenne (Tiziano Menichelli) a cui il padre Pietro (Giovanni Ludeno) ha fatto credere di essere un potenziale campione del tennis, imponendo alla moglie e all’altra figlia sacrifici immotivati. Raul diviene il maestro di Felice, due mondi inconciliabili per età, origini familiari e modo di concepire la vita. Il racconto rotea intorno all’idea che il fallimento faccia parte della vita e vada accettato, comprendendo i propri limiti e l’inutilità del perseguimento di sogni che non hanno alcun aggancio con la realtà. Ribadisco: l’idea è senza dubbio buona ma il Regista avrebbe dovuto costruirla in maniera diversa, anche perché lo stesso Favino ne esce svilito nella propria indubbia bravura. Fabrizio Giulimondi [-] | | [+] lascia un commento a fabriziog »[ - ] lascia un commento a fabriziog » | | d'accordo? | |
| stefano colli | domenica 16 novembre 2025 | avrei preferito un messaggio pi? costruttivo. | | | | Poteva essere una commedia felice e invece si è scelta la strada del psicodramma. Favino formidabile, ma il film è l'elogio della mediocrità. Perché sbattersi se sei una pippa!? Goditi la vita che é meglio!.. E invece no, non è così. Messaggio scadente. | | [+] lascia un commento a stefano colli »[ - ] lascia un commento a stefano colli » | | d'accordo? | |
| giovanni | lunedì 10 novembre 2025 | deludente | | | | Ulteriore film deludente di un favino poco credibile. Il cinema italiano rimane asfittico con brutti e goffi attori. | | [+] lascia un commento a giovanni »[ - ] lascia un commento a giovanni » | | d'accordo? | |
| lunedì 1 settembre 2025 | | ha visto solo i trailers dei precedenti lavori | | | | "Questa volta la sceneggiatura ? scritta insieme a Ludovica Rampoldi, e si avverte in positivo la presenza di una mano pi? esperta e sicura nella cura dei dialoghi e delle svolte narrative"
Un'affermazione tanto infelice si giustifica solo ipotizzando che Paola Casella abbia visto soltanto i trailers di "L'ultima notte di amore" e "Paradise Lost". | | [+] lascia un commento a »[ - ] lascia un commento a » | | d'accordo? | |
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