
Film 2025 |Drammatico,125 min.
| Anno | 2025 |
| Genere | Drammatico, |
| Produzione | Italia |
| Durata | 125 minuti |
| Al cinema | 283 sale cinematografiche |
| Regia di | Andrea Di Stefano |
| Attori | Pierfrancesco Favino,Tiziano Menichelli,Giovanni Ludeno,Dora RomanoValentina Bellè,Astrid Meloni,Chiara Bassermann,Paolo Briguglia,Roberto Zibetti,Edwige Fenech,Donatella Bartoli,Carlo Gallo,Fabrizio Careddu,Matilde Piana. |
| Uscita | giovedì 13novembre 2025 |
| Tag | Da vedere 2025 |
| Distribuzione | Vision Distribution |
| MYmonetro | 3,25 su 27 recensioni tracritica,pubblico e dizionari. |
Regia diAndrea Di Stefano. Un filmDa vedere 2025 conPierfrancesco Favino,Tiziano Menichelli,Giovanni Ludeno,Dora Romano.Cast completo GenereDrammatico, -Italia,2025,durata 125 minuti. Uscita cinemagiovedì 13novembre 2025 distribuito daVision Distribution. Oggi tra ifilm al cinema in283 sale cinematografiche -MYmonetro 3,25 su 27 recensioni tracritica,pubblico e dizionari.
Ultimo aggiornamento martedì 28 ottobre 2025
Fine anni '80: il giovane tennista Felice viaggia con l'ex campione Raul tra tornei, sconfitte e bugie, scoprendo libertà e un legame inatteso. Il maestro è6° in classifica al Box Office, ieri ha incassato€ 26.864,00 e registrato 213.001 presenze.
![]() 3,25/5 | MYMOVIES 3,00 |
CRITICA 3,24 |
PUBBLICO 3,51 |
CONSIGLIATO SÌ |
Felice Milella ha 13 anni, un talento per il tennis e un padre pronto a sacrificare ogni cosa per fare di lui un campione - che il ragazzo voglia o no. Raul Gatti è un ex tennista un tempo arrivato agli ottavi di finale al Foro Italico, ma al momento in cura presso un centro di salute mentale. Raul pubblica un annuncio offrendosi come insegnante privato e il padre di Felice, ingegnere gestionale della SIP privo di grandi disponibilità economiche ma non di sogni di gloria, vede in lui l'uomo ideale per aiutare suo figlio a passare dai tornei regionali a quelli del circuito nazionale, facendogli da maestro accompagnatore. Felice però si rende presto conto che Raul potrebbe non avere nulla da insegnargli su un campo da tennis, ma forse qualcosa su come liberarsi dell'ingerenza paterna.
ConIl maestro Andrea Di Stefano torna alla regia dopo il debutto inL'ultima notte di Amore e affida di nuovo a Pierfrancesco Favino il ruolo centrale del titolo.
Questa volta la sceneggiatura è scritta insieme a Ludovica Rampoldi, e si avverte in positivo la presenza di una mano più esperta e sicura nella cura dei dialoghi e delle svolte narrative, anche se l'impianto essenziale rimane quello deIl sorpasso: un tipo carismatico e seducente ma anche cialtrone e irrisolto porta sulla strada del divertimento e dell'inconcludenza un maschio più giovane e represso. Ma le svolte della trama riguardano anche altri aspetti del rapporto padre-figlio, inespresso nel caso di Raul, castrante in quello di Felice.Di Stefano può contare non solo sull'istrionismo interpretativo di Favino, che sa passare dall'euforia alla depressione rimanendo in qualche modo credibile, ma anche sulla gravitas del giovanissimo Tiziano Menichelli, già apparso inDenti da squalo e una vera rivelazione attoriale.Le riprese dei match di tennis risentono di quelle adrenaliniche diChallengers, accentuate dal montaggio secco di Giogiò Franchini, ma il mondo raccontato è quello di match meno sponsorizzati e più alla buona, disputati sullo sfondo di alberghi vecchio stile e località turistiche per famiglie.
La vicenda si complica quando Raul comincia a mostrare le proprie fragilità mentali e rispolvera i suoi errori passati, che comportano anche il ritrovamento di un'antica insegnante di tennis (la sempre eccezionale Dora Romano) e di una altrettanto antica fiamma.Il compito di Raul è quello di insegnare a Felice a non giocare solo in difesa, mantenendosi sempre a fondo campo, per cominciare a passare all'attacco, nello sport come nella vita. Quello di Felice sarà di allontanare Raul dalla sua irresponsabilità di eterno adolescente.Niente di nuovo sotto il sole, ma la vicenda è raccontata in modo scorrevole, almeno fino a quando la deriva psicotica di Raul comincia a prendere il sopravvento e Favino deve bilanciare troppo repentini sbalzi d'umore. Di Stefano sceglie una strada più commerciale che autoriale nel costruire una commedia agrodolce che sembra voler sedurre gli spettatori a tutti i costi, alla Raul Gatti. In buona parte ci riesce, ma a scapito di una maggiore profondità tematica:Il maestro divertirà il pubblico, ma forse non lascerà tracce profonde.



IL MAESTRO.Dopo L?Ultima notte di Amore tornano Andrea di Stefano alla regia e Pierfrancesco Favino come attore co-protagonista. Stavolta in una commedia drammatica con molte sfumature ironiche.Anno 1989, il giovane Felice Minella gioca a tennis, seguito dal padre Pietro che lo tiene costantemente concentrato a livello tecnico, fisico e quotidiano fino addirittura a fare lavori extra pur di mantenere [...]Vai alla recensione »
“Il maestro” di Andrea Di Stefano è un film forzatamente drammatico che parte certamente da uno spunto interessante, per essere però strutturato e sviluppato in modo scarsamente appagante per un pubblico esigente, specie se un attore del livello di Pierfrancesco Favino - che ricopre le vesti della figura cardine della storia, Raul Gatti - non riesce [...]Vai alla recensione »
Ulteriore film deludente di un favino poco credibile. Il cinema italiano rimane asfittico con brutti e goffi attori.
Sweet story of personal growth, dealing with the fragility of the human psyche, and the adult and child coming of age and facing the expectations of parents and society and also celebrating the Italian 80s summer lifestyle all so distant and vintage to us now.
Film "il maestro". Anni 80, Felice, 13 anni, è una promessa del tennis o almeno secondo il papà. Da talento a livello regionale, per affrontare i tornei nazionali viene affidato all'ex tennista Raul Gatti (Pierfrancesco Favino). Raul era un buon tennista ..ma adesso la vita l'ha sciupato e ridotto ad un instabile e stagionato farfallone da tennis club.
Cast stellare, attori strepitosi Favino (ovviamente) in testa, la trama invece rimane debole, stantia, bloccata in uno stato di desolazione che non evolve mai. Lo spettatore resta in attesa di un salto, di un'evoluzione della storia e dei personaggi che però non arriva, a parte qualche flebile segnale di speranza che emerge nel rapporto umano tra maestro e allievo.
? un film che ricorder?. Offre innumerevoli spunti di riflessione. Grazie
Poteva essere una commedia felice e invece si è scelta la strada del psicodramma. Favino formidabile, ma il film è l'elogio della mediocrità. Perché sbattersi se sei una pippa!? Goditi la vita che é meglio!.. E invece no, non è così. Messaggio scadente.
Dolce amaro, pura poesia.. l'allenamento con le padelle indimenticabile.Favino ed il giovane Menichelli funzionano a meraviglia nel bene e nel male.
Il 13enne Felice, papà è sicuro che diventerà un grande tennista. A giocare, stile pallettaro, gli ha insegnato lui, per il salto di qualità lo affida a Raul Gatti, che raggiunse gli Ottavi al Foro Italico e al momento non se la passa niente bene. II ragazzino troppo serio, sottoposto a troppe pressioni (Menichelli è una rivelazione), e il maestro Favino, cialtrone la sua parte e nella vita le ha sbagliate [...]Vai alla recensione »
Ha 13 anni, si chiama Felice ma ha lo sguardo malinconico e teso di chi sente di dover soddisfare le aspettative paterne e sa di avere davanti una strada strettissima: più che aspettative, infatti, sono pretese asfissianti, deve diventare un campione di tennis. Il padre, ingegnere della Sip, ha fatto quanto poteva per dargli le basi e Felice sin qui ha risposto: è un "pallettaro" che aspetta l'errore [...]Vai alla recensione »
Ora che abbiamo in Jannik Sinner un campione nel quale possiamo riconoscerci checché ne dicano i rosiconi Schützen e Novak Djokovic, tutti abbiamo anche un figlio o un nipote che vorremmo proiettare ai vertici delle classifiche mondiali. Grazie alle soddisfazioni che regala, il tennis inizia a competere con il calcio come nuovo sport nazionale (giovedì su Rai 1 la nazionale di Rino Gattuso ha totalizzato [...]Vai alla recensione »
In una tavola disegnata da Giuseppe Novello, grande interprete della perfidia e delle scontentezze provinciali, vediamo un giovanotto che alla luce di una lampada a petrolio sta chino sulle scartoffie. Didascalia: "Il fanciullo, avviato dal padre professore agli studi classici, si alza di notte per dedicarsi ai prediletti studi di ragioneria". In perfetta sintesi, una delle fonti principali di infelicità [...]Vai alla recensione »
In pieno trend tennistico sotto la Mole, non poteva mancare all'appello il titolo che meglio incarna lo Zeitgeist del momento. Con un accorgimento: Il maestro, passato in première mondiale alla Mostra veneziana fuori concorso e ora nelle sale, non è solo "il nuovo film con Pierfrancesco Favino" nei panni di un ex professionista della racchetta, ma è soprattutto una solida, profonda ed entusiasmante [...]Vai alla recensione »
Raul Gatti non è mai stato un «pallettaro». Ha sempre sperperato talento, occasioni, affetti, giocando a rete, in campo come nella vita. Capello lungo ma non troppo, Ray Ban a goccia d'ordinanza, accento da gagà napoletano Raul Gatti nella sua personale partita con la vita è sotto due set a zero. E nel terzo vede la sconfitta che si avvicina inesorabile.
Gettò alle ortiche una promettente carriera. L'ex tennista Raul Gatti cerca ora di rientrare nel giro come maestro, portando il tredicenne Felice nei tornei giovanili in giro per l'Italia. Il marchio da perdente però non lo abbandona; gli snodi successivi si incaricano di ricordargli quanto ha smarrito. Dopo il fortunato "L'ultima notte di Amore", Andrea Di Stefano si affida ancora a Pierfrancesco [...]Vai alla recensione »
Raul è un ex tennista professionista che ha quasi raggiunto il vero successo e ora si aggira nei circuiti minori in cerca di opportunità. Con il suo sorriso da lupo e l'aria da monellaccio, gli occhi da sbornia nascosti dagli occhiali da sole, Favino interpreta questo personaggio come se l'avesse inventato lui. Raul è abbastanza celebre da sembrare una buona scelta a Pietro (Giovanni Ludeno) per far [...]Vai alla recensione »
Da superare l'agevole promozione sul tapis roulant del tennismo internazionale e sinneriano del nostro tempo per accomodarsi in una discreta e in fondo veritiera storia di formazione dello spirito critico e autocritico di un adolescente manipolato tra i sogni e i fallimenti degli adulti. Favino è Favino, bene. Di Stefano resta fedele al suo cinema di precisione e azione, con almeno una caduta di sceneggiatu [...]Vai alla recensione »
"Il maestro" inizia molto bene scorrendo sui binari dei classici sportivi sugli ex campioni trasformatosi in perdenti e confermando la buona mano del regista Di Stefano, l'autore di "L'ultima notte di Amore", uno dei pochissimi film polizieschi italiani convincenti.Ed ecco Favino, ottimo attore fisicamente e verbalmente (in questo caso un po' troppo) virtuosistico, incarnato in Raul Gatti tennista [...]Vai alla recensione »
Presentato Fuori Concorso all'ultima Mostra veneziana, "Il maestro" conferma la qualità di regista di Andrea Di Stefano, già attore apprezzato, sganciato dal vezzo di autorialità obbligatoria, semmai capace di muoversi attraverso i generi con rispetto e intelligenza, a cominciare dal suo film precedente, "L'ultima notte di Amore", che rileggeva il noir in un tessuto metropolitano con geometrica abilità. [...]Vai alla recensione »
Pierfrancesco Favino è Raul Gatti, un ex tennista sull'orlo di una crisi di nervi che, dopo un ottavo al Foro Italico, è evaporato. All'epoca divorava la vita e il campo come faceva l'argentino Guillermo Villas con quella sua personalità brillante, la palla liftata, la spudoratezza di giocare anche dopo aver fatto l'alba in discoteca, profumando di femmine e champagne.
Bagliori di contemporaneità attraversano «Il maestro», nonostante l'ambientazione a cavallo tra anni Ottanta e Novanta, perché la popolarità raggiunta dal tennis italiano nella nostra epoca regala al film un alone di magia senza tempo. Anche se non vanno in scena trionfi eclatanti, quanto scivoloni sistematici, in campo e nella vita. Autore nel 2023 del sorprendente «L'ultima notte di Amore», Andrea [...]Vai alla recensione »
«Ex tennista professionista che vanta un ottavo di finale al Foro Italico, disponibile per lezioni private. Prezzi contenuti, accorrete numerosi». Con questa inserzione, Raul Gatti decide di tornare alla sua antica passione, il tennis. Questa volta, però, da insegnante, perché ormai la vita da atleta è alle spalle e, intanto, altro tipo di dolorose sconfitte ha dovuto affrontare.
Il tennis è uno sport spietato: non ammette distrazioni, non tollera alibi. In Il Maestro, Andrea Di Stefano usa questa solitudine come lente per raccontare una storia di cadute e ripartenze. Pierfrancesco Favino diventa Raul Gatti, ex promessa della racchetta, stropicciato e tenero, che vive di ricordi e rimpianti. Ha conosciuto la gloria effimera di un ottavo al Foro Italico e il baratro delle sconfitte. [...]Vai alla recensione »
"Ex tennista professionista che vanta un ottavo di finale al Foro Italico, disponibile per lezioni. Prezzi contenuti". Con questo annuncio Raul "el gato" Gatti ("come se la gode la vita Raul Gatti non se la gode nessuno!") si presenta e viene ingaggiato dall'ossessivo e ossessionato padre di Felice Milella, un ragazzino anche dotato, che vorrebbe fare di lui il campione che sogna e intravede nella [...]Vai alla recensione »
Il maestro non è un film sull'ultima passione di tutti gli italiani (dopo essere stati CT della Nazionale, direttori artistici di Sanremo, divorzisti di Ferragni e Fedez, e ora esegeti di Rosalía), vale a dire il tennis. Ma se il tennis porterà in sala tanta gente a vedere questa commedia che commedia non è, questo dramma che dramma non è, questo film sportivo che film sportivo non è, questo road movie [...]Vai alla recensione »
Raul Gatti, ex tennista professionista reduce dalla clinica psichiatrica, diventa l'allenatore di Felice, presunto campioncino, che il padre vuole a tutti i costi star di Wimbledon. Inizia così un road movie tra i tornei nazionali juniores, in cui Raul e Felice sperimenteranno di tutto, tranne la vittoria in partita. Come già in Le città di pianura, il cinema italiano si aggrappa alle proprie tradizioni, [...]Vai alla recensione »
Il paragone tecnico che sta alla base della vicenda raccontata da "Il maestro" è utile per entrare nelle emozioni suscitate dal nuovo film di Andrea Di Stefano. Sebbene si tratti di una questione di campo, quello da tennis in cui si allena e gioca il tredicenne protagonista della storia, a fare la differenza è la soluzione a cui viene delegato il compito di preparare il ragazzino ad affrontare i tornei [...]Vai alla recensione »
Ecco il tipo di film che all'industria italiana manca terribilmente. Ancorato alla tradizione del nostro cinema (in questo caso Risi con un tocco di Comencini), Il maestro racconta l'educazione alla sconfitta come strada per trovare se stessi in forme che il cinema statunitense non oserebbe mai affrontare (anche se le carte per un impossibile remake ci sono tutte.
Tennis come metafora della vita e viceversa. In questi tempi in cui tanti italiani stanno riscoprendo il piacere di seguire questo sport, incuriositi in un primo momento dal fatto che il numero uno al mondo sia un italiano, Jannik Sinner, per poi essere calamitati dall'osservare un gioco elegante, in cui si avverte sportività tra gli avversari e nelle manifestazioni dei tifosi (salvo le dovute eccezioni). [...]Vai alla recensione »
È invece fiammeggiante come la terra rossa inquadrata con ardore dal direttore della fotografia Matteo Cocco Il maestro di Andrea Di Stefano, con Pierfrancesco Favino. Una commedia di viaggio fuori concorso tra ragazzino aspirante campioncino di tennis "pallettaro" affidato da papà apprensivo a guru della racchetta in passato latin lover tendente alla depressione.
Camillo Cecchetti in gioventù si allenava come Raul Gatti sotto lo sguardo severo - e qualche ceffone - di Wilma, la maestra di tennis che i ragazzini ribattezzavano "maostra" per la sua apparente crudeltà; ora lui gestisce le giovani leve del Tennis Club Parioli, insegnando ai figli dei ricchi come salire a rete, utilizzare il rovescio, credere nel lungolinea.
"Ex tennista professionista che vanta un ottavo di finale al Foro Italico, disponibile per lezioni. Prezzi contenuti". Con questo annuncio Raul "el gato" Gatti ("come se la gode la vita Raul Gatti non se la gode nessuno!") si presenta e viene ingaggiato dall'ossessivo e ossessionato padre di Felice Milella, un ragazzino anche dotato, che vorrebbe fare di lui il campione che sogna e intravede nella [...]Vai alla recensione »
Come da insegnamento del "maestro accompagnatore" Raul Gatti, Andrea Di Stefano non ha paura di azzardare, di sbilanciarsi in avanti, di superare la linea in questo suo quarto film da regista, sicuramente quello in cui il l'autore si prende i rischi maggiori (e Pierfrancesco Favino con lui), con il risultato di costruire un'opera personale, pulsante, in alcuni momenti eccessiva, ma anche per questo [...]Vai alla recensione »
"L'attacco migliore è quello che non fa capire dove difendersi. La difesa migliore è quella che non fa capire dove attaccare".Parafrasando (e un poco travisando) una delle massime di Sun Tzu (nel celeberrimo e antichissimo L'arte della guerra), il papà del tredicenne Felice, oltre a infiniti schemi di gioco e tattiche raccolte in un sacro quadernino, ricorda sempre la stessa cosa al figlio tennista: [...]Vai alla recensione »