
Film 2025 |Drammatico,Thriller,91 min.
| Anno | 2025 |
| Genere | Drammatico,Thriller, |
| Produzione | Italia |
| Durata | 91 minuti |
| Al cinema | 12 sale cinematografiche |
| Regia di | Giulio Ancora |
| Attori | Federica Pagliaroli,Marco Cocci,Simona Cavallari,Massimo Bonetti,Romina MondelloErnesto Mahieux,Serra Yilmaz,Paola Barale,Martina Chiappetta,Caterina Misasi,Costantino Comito. |
| Uscita | lunedì 24novembre 2025 |
| Distribuzione | Unicorn,102 Distribution |
| MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
Regia diGiulio Ancora. Un film conFederica Pagliaroli,Marco Cocci,Simona Cavallari,Massimo Bonetti,Romina Mondello.Cast completo GenereDrammatico,Thriller, -Italia,2025,durata 91 minuti. Uscita cinemalunedì 24novembre 2025 distribuito daUnicorn,102 Distribution. Oggi tra ifilm al cinema in12 sale cinematografiche Valutazione: 2,5 Stelle, sulla base di 2 recensioni.
Ultimo aggiornamento domenica 23 novembre 2025
Una violenza del passato influenza la vita di una giovane ragazza ribelle. Even è26° in classifica al Box Office, ieri ha incassato€ 4.192,00 e registrato 1.341 presenze.
![]() n.d. | MYMOVIES 2,50 |
CRITICA |
PUBBLICO |
CONSIGLIATO NÌ |
Giulia suona in una band ed ha un rapporto non propriamente disteso con la madre. Una notte, all'uscita da un locale viene aggredita e violentata. Da quel momento il suo servizio, presso un istituto che offre sostegno a donne vittime di molestie sessuali o di violenza domestica, assume un nuovo significato. L'esperienza vissuta finirà con il legarla a un caso accaduto in passato in cui la vittima non era sopravvissuta.
Alla sua opera prima Giulio Ancora mostra buoni doti come regista.
Even parte bene con una sequenza che rimanda al meglio del cinema di indagine su un omicidio con una figura di commissario arrogante e puntiglioso che lascia ben sperare. Il suddetto ricomparirà solo molto più avanti e per un tempo breve. Ci si concentra invece sulla vita di Giulia, una ragazza che ha una sua trasmissione in una radio, suona in una band e non va molto d'accordo con la madre.
Il fatto che quanto le accade sia oggetto in parte di un tentativo di rimozione e in parte di una vicinanza a quanto successo a una ragazza la cui morte ha dato origine a un istituto diretto dai genitori, è interessante.
Ogni volta che si pone all'attenzione di chi guarda il tema dei femminicidi o delle violenze sulle donne si compie un'operazione degna di rispetto e Ancora se lo merita. Quello che manca è una reale costruzione di tensione e connessione tra i due eventi lontani nel tempo che viene suggerita da sogni di Giulia e da un sopralluogo nonché dall'incontro con una stravagante 'maga', interpretata, con la verve che le è tipica, da Serra Yilmaz. A proposito del cast va rilevato come il nome di Paola Barale sia utilizzato per attirare l'interesse di chi ne conosce l'attività di attrice e showman offrendole però una presenza decisamente esigua rispetto alla durata del film. Ci si trova di fronte a una narrazione divisa in tre parti: un prologo, una parte dedicata alla Giulia di prima della violenza e un'ultima legata alla connessione con l'evento di cui alla premessa.
Manca quel taglio di firma di autore che il film inizialmente promette ma poi non mantiene preferendo percorrere la più confortevole strada di una regia professionalmente di routine in cui l'elemento di novità viene lasciato al cambiamento di formato tra presente e passato.



“Attenti ai lupi”, recita un cartello all’ingresso del bosco in cui viene trovato il corpo di una ragazza, proprio all’inizio di Even, il film con cuiGiulio Ancora esordisce al lungometraggio. E sono molti i lupi che compaiono nel cinema, così come sono molti i film in cui la violenza maschile contro le donne ha un ruolo determinante, da Sotto accusa aThelma e Louise, daA letto con il nemico aIrreversible, daWomen Talking fino al recenteIt Ends With Us – Siamo noi a dire basta, e in Italia daLa ciociara aLa sconosciuta, daUn giorno perfetto aLa vita possibile fino aC’è ancora domani. Uno dei film più riusciti in questo filone restaLa moglie del poliziotto diPhilip Gröning, per il modo realista e crudele in cui racconta la progressione geometrica della prevaricazione maschile. E per uscire dalla sfera occidentale, guardando ad esempio all’Iran in tempi recenti tornano in menteShayda eHoly Spider .
La percezione, come raccontaEven, è che ci sia intorno alle donne un clima di allerta continua, perché anche uomini apparentemente amorevoli possono trasformarsi in violentatori e killer, e questo purtroppo rispecchia quanto si legge sulle pagine dei giornali, che raccontano casi di femminicidio con una cadenza quasi quotidiana. Lo stesso termine femminicidio, che indica un omicidio commesso su una donna “in quanto donna”, sembra implicare anche che chi ha commesso quegli omicidi abbia agito “in quanto uomo”. Manon è “nella natura” maschile che si annida il pericolo, bensì in una cultura che legittima mentalità arcaiche e comportamenti inaccettabili che non dovrebbero appartenere agli esseri umani “in quanto tali”.
Ricordiamo come esempio cinematografico contrarioChocolat, in cui il marito violento viene a poco a poco isolato dalla sua stessa comunità, che è composta di uomini e donne intenti a rifiutare quel comportamento come antisociale.
La violenza contro le donne ha creato anche un sottogenere cinematografico, il “rape and revenge” movie, che vede la protagonista vendicarsi da una violenza maschile subìta, o vendicare la morte per femminicidio o il suicidio in conseguenza di uno stupro di un’altra donna: in tempi recenti, oltre aEven, abbiamo visto ad esempio titoli comeRevenge eUna donna promettente, ma già nel 1981 conMs. 45 - Angelo della vendetta Abel Ferrara raccontava la rivalsa di una ragazza violentata (due volte nello stesso girono) e armata della pistola dal calibro del titolo.
Un’alternativa possibile, e certamente meno discutibile della filosofia “occhio per occhio dente per dente” indirizzata ai perpetratori della violenza sulle donne, è stata il bel documentarioUn altro me diClaudio Casazza, ambientato fra i colpevoli di reati sessuali nel carcere di Bollate protagonisti di un corso di rieducazione da parte dell’Unità di Trattamento per autori di reati sessuali del CIPM (Centro Italiano per la Promozione della Mediazione). Perché non dovrebbero essere le donne a doversi difendersi dai lupi, ma i lupi a ricordarsi che essere uomo, nel senso più altro del termine, vuol dire fra le altre cose avere rispetto delle donne, della loro autodeterminazione e libertà, e della loro incolumità fisica e mentale.