
Film 2024 |Drammatico,110 min.
| Titolo originale | El 47 |
| Anno | 2024 |
| Genere | Drammatico, |
| Produzione | Spagna |
| Durata | 110 minuti |
| Regia di | Marcel Barrena |
| Attori | Eduard Fernández,Clara Segura,Salva Reina,Óscar de la Fuente,Betsy TúrnezVicente Romero,Carlos Cuevas,Zoe Bonafonte. |
| Uscita | giovedì 4dicembre 2025 |
| Distribuzione | Movies Inspired |
| MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
Regia diMarcel Barrena. Un film conEduard Fernández,Clara Segura,Salva Reina,Óscar de la Fuente,Betsy Túrnez.Cast completo Titolo originale:El 47. GenereDrammatico, -Spagna,2024,durata 110 minuti. Uscita cinemagiovedì 4dicembre 2025 distribuito daMovies Inspired. Valutazione: 3 Stelle, sulla base di 1 recensione.
Ultimo aggiornamento martedì 25 novembre 2025
Il film ha ottenuto 13 candidature e vinto 4Goya,
![]() n.d. | MYMOVIES 3,00 |
CRITICA |
PUBBLICO |
CONSIGLIATO SÌ |
In fuga dai fascisti spagnoli, il giovane Manolo Vital si rifugia nei pressi di Barcellona, fondando e costruendo con gli altri membri di una stretta comunità il quartiere di Torre Baró. Vent'anni più tardi Manolo guida gli autobus giù in una città difficilmente raggiungibile per via delle ripide stradine montuose che la separano da Torre Baró, dove l'uomo continua a vivere assieme alla moglie Carmen e alla figlia Joana, ormai diventata grande. Mal visti dalla polizia locale e ignorati dalla burocrazia di Barcellona nelle loro richieste di trasporto pubblico che arrivi fino alla cittadina, gli abitanti covano un certo malcontento. Quando la situazione precipita, sarà Manolo a farsi carico di un gesto di protesta simbolico, sequestrando il "suo" autobus numero 47 e portandolo in cima alla montagna.
Grande successo di pubblico e di botteghino in Spagna, e celebrato con cinque premi Goya,Bus 47 è un'epopea popolare che reinterpreta fatti realmente accaduti, convogliando il suo animo di rivalsa sociale e civile in una forma cinematografica dall'emotività rotonda, calibrata alla perfezione per incontrare il gusto di un pubblico ampio.
"Succedono cose intorno a te, Manolo!" esclama un amico del protagonista, che in effetti sembra trovarsi al centro di svariate correnti della storia moderna spagnola. Nella rivisitazione di una figura autentica (a cui la città di Barcellona ha di recente intitolato la piazza dove fa capolinea l'autobus che conduce a Torre Baró) il regista Marcel Barrena infila l'eco della guerra civile e dei "falangisti" di Franco, fa riferimento al conseguente esilio di tante persone dalle regioni del sud-ovest verso la Catalogna, e si sofferma su come esse abbiano contribuito a costruire con le loro mani - tra mille difficoltà e discriminazioni - interi paesini poi inglobati dalle città come quartieri periferici.
Le cose "succedono intorno a Manolo" anche nel senso che il burbero autista interpretato da Eduard Fernández (in una performance ricca di sfumature e di colore folkloristico) è un rivoluzionario riluttante, che per larga parte del film cerca di non alterare lo status quo - che sia nelle lotte sindacali, nei piccoli e grandi soprusi di cui il sistema lo fa oggetto, o perfino nella dimensione personale e familiare del rapporto con moglie e figlia. Per far traboccare il suo personale vaso di sopportazione generazionale ce ne vorranno tante di gocce, e a suo merito il film riserva l'impresa del bus per le fasi finali, prendendosi il tempo di costruire una mappa dettagliata del microcosmo sociale lassù "dietro la montagna" a Torre Baró.
Girato principalmente in catalano,Bus 47 mette in mostra un certo orgoglio locale, includendo spezzoni di filmati d'archivio qua e là attraverso la storia, con momenti di vita dell'epoca sugli autobus che sottolineano il sentimento di coscienza di classe che anima il progetto. Di tematiche appassionanti - come si formano le città e a spese di chi, come si incorpora il cambiamento nello sviluppo collettivo - c'è però solo una traccia indiretta, poiché Barrena (dopoMediterráneo, ancora una volta in compagnia di Eduard Fernández) tiene la macchina da presa fissa sull'aspetto umano e drammatico, per meglio assicurarsi il coinvolgimento emotivo dello spettatore. Tra esplorazioni in senso lato di integrazione e discriminazione, l'impresa può dirsi riuscita, pur nei confini di un genere che (un po' comeC'è ancora domani in Italia) deve guardare alla storia attraverso la lente del nazional-popolare per raggiungere la massa critica di cui ha bisogno.


