
Film 2023 |Drammatico,115 min.
| Anno | 2023 |
| Genere | Drammatico, |
| Produzione | Gran Bretagna |
| Durata | 115 minuti |
| Regia di | Farah Nabulsi |
| Attori | Saleh Bakri,Imogen Poots,Muhammad Abed Elrahman,Stanley Townsend,Paul HerzbergAndrea Irvine,Nabil Al Raee,Ruba Blal,Einat Weitzman. |
| Uscita | giovedì 11dicembre 2025 |
| Distribuzione | Eagle Pictures |
| MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
Regia diFarah Nabulsi. Un film conSaleh Bakri,Imogen Poots,Muhammad Abed Elrahman,Stanley Townsend,Paul Herzberg.Cast completo GenereDrammatico, -Gran Bretagna,2023,durata 115 minuti. Uscita cinemagiovedì 11dicembre 2025 distribuito daEagle Pictures. Valutazione: 3 Stelle, sulla base di 1 recensione.
Ultimo aggiornamento lunedì 24 novembre 2025
In Cisgiordania, l'insegnante Basem è diviso tra la resistenza, il legame con l'allievo Adam e una relazione con una militante.
![]() n.d. | MYMOVIES 3,00 |
CRITICA |
PUBBLICO |
CONSIGLIATO SÌ |

Sulle montagne della Palestina coperte di ulivi, l'esercito israeliano abbatte le case e arresta chiunque resista. L'ultimo baluardo, prima della rabbia e della rassegnazione, è Basem El-Saleh, professore di lingue che ha collezionato qualche anno in prigione per insubordinazione. All'ombra di un divorzio e di un lutto impossibile, la morte del figlio, educa i suoi studenti come un padre. Insieme a Lisa, una volontaria inglese che si occupa del reinserimento dei minori incarcerati, fa quello che può contro una violenza secolare. Poi un giorno uno dei suoi ragazzi finisce assassinato da un colono. Basem posa i libri e riprende la pistola.
È la ricerca di giustizia (in piena colonizzazione) a guidare il film di Farah Nabulsi, regista e attivista britannica di origine palestinese.
Convinta sostenitrice dei diritti umani, nel 2015 rivolge la sua attenzione all'industria cinematografica, adottando il linguaggio del cinema per difendere il suo popolo oppresso. È attraverso la sua casa di produzione (Native Liberty) che la regista scrive, produce e dirige film che testimoniano la dolorosa vita dei palestinesi. Muovendosi su due fronti (e due dolori), un soldato israeliano rapito per ottenere la liberazione di prigionieri palestinesi e un ragazzo palestinese ucciso impunemente da un colono illegale,The Teacher, ispirato a fatti reali, si fa il terreno di una testimonianza unica: mostrare come il mancato rispetto di un confine diventi un veleno letale, un male incurabile.The Teacher non ha la forza impressionante diNo Other Land ma si impone come un altrettanto film di lotta. Contro l'invisibilità e con una fede disperata nel potere delle immagini, Nabulsi scrive e dirige un dramma che è il riflesso di tutte le problematiche che affliggono i palestinesi. In un clima di "criminalità legalizzata", come la definisce Basem, i coloni distruggono case senza motivo, minacciano e ostacolano i palestinesi in tutta impunità.Al cuore del suo film c'è un professore diviso tra impegno politico e insegnamento, tra azione e processi per ottenere giustizia. Un uomo, un padre di vita e di cultura, che si dà il permesso di costruire dentro un processo di distruzione sistematica delle abitazioni e degli uomini che le abitano. Ma tutto sembra inutile contro i coloni e i temibili soldati israeliani, ciechi, accecati e impermeabili a qualsiasi supplica o preghiera.
Così quando avanzano illegalmente tra gli ulivi o condannano un altro resistente, esplode un odio sincero che rende la questione cruciale del territorio concreta. Nabulsi cede a uno sguardo esterno e un po' naif col personaggio 'straniero' di Imogen Poots e unaliaison che alleggerisce i toni ma risulta un po' stonata.Nello sviluppo centrale, il racconto smarrisce Adam (Muhammad Abed Elrahman), allievo prediletto del professore del titolo e porta di ingresso sull'urgenza dell'azione politica. L'urlo desolato di Adam sotto gli ulivi e la pioggia battente vale più di mille discorsi. La sequenza grida la logica di annientamento di una cultura e un interrogativo politico essenziale: come può il cinema mettersi al servizio della sollevazione di un popolo?Farah Nabulsi sceglie la fiction, terreno impervio e scivoloso, che si concede qualche passaggio retorico e trova nell'incontro tra due padri lo stesso desiderio di felicità e di giustizia. Ma non hanno gli stessi diritti, né la stessa libertà di movimento, né le stesse prospettive. In piedi nel corridoio di una scuola, Saleh Bakri (l'insegnante) e Stanley Townsend (il padre del soldato israeliano rapito) si prestano al ritratto, due esempi per descrivere meglio, in modo eloquente e immediato una differenza di condizione sotto il regime di apartheid che il film denuncia.Il cinema, con il suo formato e la sua inclinazione, offre questa possibilità. Due padri ordinari diventano, grazie alla forza del mezzo, personaggi politici. Già candidata agli Oscar perThe Present, un cortometraggio che in ventiquattro minuti racconta un popolo a cui ogni giorno vengono negate la dignità e la libertà di movimento, la regista firma un altro atto di opposizione e perseveranza. La tenacia del protagonista è il soggetto centrale del film, è la lotta tra costruzione e distruzione, un conflitto materiale, ma anche giuridico e politico, una questione di permessi, di divieti e anche di immagine.


