
Film 2023 |Biografico,Documentario,106 min.
| Titolo originale | Ricardo et la peinture |
| Anno | 2023 |
| Genere | Biografico,Documentario, |
| Produzione | Svizzera,Francia |
| Durata | 106 minuti |
| Regia di | Barbet Schroeder |
| Attori | Ricardo Cavallo . |
| Uscita | giovedì 27novembre 2025 |
| Tag | Da vedere 2023 |
| Distribuzione | Satine Film |
| MYmonetro | Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
Regia diBarbet Schroeder. Un filmDa vedere 2023 conRicardo Cavallo. Titolo originale:Ricardo et la peinture. GenereBiografico,Documentario, -Svizzera,Francia,2023,durata 106 minuti. Uscita cinemagiovedì 27novembre 2025 distribuito daSatine Film. Valutazione: 4 Stelle, sulla base di 2 recensioni.
Ultimo aggiornamento domenica 23 novembre 2025
Un tuffo nella vita del pittore Ricardo Cavallo che ha dedicato tutta la sua esistenza alla pittura.
![]() n.d. | MYMOVIES 4,00 |
CRITICA |
PUBBLICO |
ASSOLUTAMENTE SÌ |
Il regista Barbet Schroeder traccia il ritratto dell'amico Ricardo Cavallo, pittore argentino da decenni trapiantato in Francia, in un piccolo paesino di Finistère, in Bretagna. Dall'incontro tra i due amici nella casa del pittore, dalle loro conversazioni in una cucina o in uno studio, tra dipinti e libri di pittura, oppure all'aria aperta, nel cortile dove Cavallo allestisce le sue grandi composizioni o in riva al mare, dove il pittore dipinge dentro una grotta, nascono conversazioni sull'arte, l'ispirazione, il rapporto con la natura, il piacere di insegnare ai bambini. Un film semplice su un uomo umile e aperto, disposto a condividere con tutti la bellezza della sua opera.
Nella lunga carriera di Schroeder, autore poliedrico e cosmopolita, la ricerca d'autore, le produzioni hollywoodiane (suoIl mistero von Bulow, che diede un Oscar aJeremy Irons) e il documentario hanno convissuto regalando talvolta frammenti di cinema puro.
È il caso di questo film del 2023, presentato in anteprima a Locarno e in Italia visto al Torino Film Festival. Un film pensato come un incontro, un dialogo tra il regista e l'amico pittore al quale lo spettatore è invitato a prendere parte.
I due protagonisti, entrambi anziani ma non per questo reduci del passato, parlano di storia dell'arte, dell'amore di Cavallo per Velázquez, del rapporto dell'artista con il mare e con la gente del villaggio in cui ha scelto di vivere e dove ha aperto una scuola di pittura per bambini.
Dopo una serie di ritratti documentari di figure controverse e oscure (come l'avvocato Jacques Vergès protagonista diL'avvocato del terrore o il monaco buddista razzista diIl Venerabile W.), conRicardo e la pittura Schroeder si è votato al contrario alla luce, rifugiandosi nel mondo austero ma confortevole di un amico che al mondo non ha nulla da chiedere, ma solo da offrire. Nonostante le grandi composizioni che crea, Cavallo è un uomo minuto, con l'aria gentile e un po' svagata, immerso in una quotidianità disadorna e completamente votata al pensiero e alla creazione artistica. Vederlo scendere in riva al mare in cerca del punto ideale da fissare sulla tela ha qualcosa di rivelatore, come l'incontro tra il pensiero e la realtà.
Gli spettatori che avranno la pazienza e la gentilezza di abbandonarsi al film troveranno naturale essere catturati dalla sincerità del rapporto tra Barbet e Ricardo, due amici che dimenticano i ruoli imposti dalla macchina da presa (regista e soggetto, narratore e protagonista) e si aprono alla dimensione più bella del cinema documentario: l'incontro.
Schroeder usa una camera digitale leggera, non ricorre a luci artificiali, osserva Cavallo dipingere o assemblare grandi tele, talvolta rivolgendogli la parola, altre volte restando in silenzio. Cavallo parla della sua arte, dei suoi modelli e dei suoi maestri, e poi trasporta su tela il suo pensiero come se fosse parte di una storia ininterrotta, di un movimento continuo che nel suo caso sta tra il cubismo e l'impressionismo, come un pittore barbisonnier passato per l'esperienza delle avanguardie.
Il gesto del pittore, che non è solamente quello di disegnare, creare il colore e stenderlo sulla tela, ma è anche trascinare, disporre, organizzare, diventa fatica quotidiana, prima, durante e dopo il lavoro, in una colazione frugale, in una conversazione o in un momento di solitudine e lettura. Ricardo è artista sempre, anche quando non dipinge. Allo stesso modo, come dimostra questo piccolo grande film, il gesto del regista non si riduce alla sola ripresa ma sta in tutto ciò che la precede e la segue, nell'attesa, nell'ascolto, nell'interazione. Anche il cinema non finisce mai, e si fa arte nella misura in cui nasce da un'immediatezza senza filtri.
La lezione di Barbet Schroeder e Ricardo Cavallo consiste dunque nel recuperare la semplicità per giungere all'essenza della creazione. Il loro film è un invito alla fedeltà a sé stessi come unico dovere dell'artista. E non c'è molto altro da dire in proposito: c'è solo da vedere e ascoltare, ed è bellissimo così.



Un film sull'atto creativo e sulla sua divulgazione. Sulla sua scoperta. Sul suo rapporto con la vita. L'ottantaduenne Barbet Schroeder incontra in Bretagna, nella residenza di Saint Jean du Doight, il pittore francese di origine argentina Ricardo Cavallo. Lo segue nelle caverne rocciose che ritrae in mezzo all'oceano, prima dell'alta marea. Lo intervista in casa facendogli spiegare la sua opera e [...]Vai alla recensione »