
Il cinema del reale raccontato da chi lo fa. Dal 3 al 7 dicembre presso il cinema Tibur di Roma. La sezione Short-Doc sarà disponibile online dal’1 dicembre.
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di Paola Casella
Cinque giorni di proiezioni per raccontare il mondo: è questo l’ambizioso proposito delRome International Documentary Festival a cura dei direttori artistici Emma Rossi Landi e Christian Carmosino Mereu. Quest’anno il RIDF avrà luogodal 3 al 7 dicembre presso il cinema Tibur, nel cuore del quartiere San Lorenzo cui è dedicato il film di aperturaAnatomia di un grande sogno diFederico Braconi, seguito daMr. Nobody Against Putin diDavid Borenstein ePavel Talankin sulla propaganda militarista del presidente russo. “Abbiamo fondato il nostro festival nel 2022, perché, essendo tutti professionisti del mondo del documentario - registi, produttori, montatori - sentivamol’esigenza di creare uno spazio in cui il cinema del reale potesse essere visto ed apprezzato, dice Rossi Landi. “Il RIDF è diventato un punto di riferimento sia per gli ospiti internazionali e per i professionisti italiani, che per un pubblico curioso di nuove forme di cinema e stanco delle solite offerte mainstream".
Molti gli ospiti eccellenti di questa edizione, dalla regista e sceneggiatrice franceseClaire Simon, di cui il RIDF mostra l’ultimo documentarioWriting Life, al registaFrancesco Munzi, che presenterà invece il suoKripton, all’attrice e registaSabina Guzzanti. SiaSimon cheMunzi, il secondo insieme aValerio Azzali, terranno due attese masterclass e faranno parte della giuria del festival con il registaAlessandro Cassigoli.Sabina Guzzanti invece sarà giurata della sezione ITA-DOC insieme al regista Nicola Bellucci e alla produttrice e direttrice artistica di festival e rassegneValeria Adilardi.
MYmovies ospiterà in streaming - gratuito per il pubblico - i dieci titoli della sezione Short -Doc: storie di rivalsa contro circostanze avverse comeAgua fria, ambientato in un campo profughi cileno dove due bambini immaginano di pilotare un’astronave immaginaria alla ricerca di un’amica perduta, oBali, dove una ragazza indiana sfida la tradizione familiare partecipando a un torneo di kabaddi, o infine My Therapist Said, I Am Full of Sadness, che ripercorre il percorso terapeutico della regista Monica Vanesa Tedja fra le proprie radici indonesiane e la famiglia queer che si è creata a Berlino.
Quattro i corti di autori italiani in questa sezione:Devotee di Roberta Palmieri e Francesco Rubattu, dove una donna costretta sulla sedia a rotelle decide di incontrare l’uomo con cui chatta da sei anni;El pütì pèrs di Paolo Baiguera, protagonista un uomo del bresciano che sradica tronchi convinto che vi si nasconda dentro il proprio figlio perduto;Maestri di sci di Aureliana Bontempo, storia di due gemelli romani di origine cinese alla ricerca della propria identità; eWhen I Came To Your Door di Antonio Paoletti, ambientato ad Addis Abeba fra gli sgomberi forzati degli abitanti della città Etiope.
Il corto statunitenseI Wanted to Hear Your Voice di James Pellerito ripercorre il rapporto di un figlio che si è preso cura della madre affetta da demenza senile, mentre l’australianoMothers of Chooks racconta una donna soprannominata la Madre delle galline, e infineRose, della regista tedesca Annika Mayer, scopre il passato di violenza subìta dalla nonna che dà il nome al film.
Molto curate anche le altre sezioni di concorso:World Doc regala una panoramica internazionale sul documentario che racconta il presente attraverso nuovo linguaggi, fra cui l’ormai celebreCoexistence, My Ass diAmber Fares, protagonista la performer di stand up comedy Noam Shuster Eliassi volto del processo di pace israelo-palestinese, eOne More Show, al RIDF in anteprima internazionale, del regista di origine gazawi Ahmad Al Danaf, girato durante l’assedio israeliano in Palestina dove un circo ha continuato a esibirsi per riportare un sorriso ai bambini dei campi profughi.
Forte la presenza italiana al festival anche nelle altre sezioni:Ita Doc vede in gara dieci titoli, fra cuiWaking Hours diFederico Cammarata eFilippo Foscarini, già vincitore come miglior contributo tecnico alla Settimana della critica di Venezia,Il quieto vivere diGianluca Matarrese eIl figlio più bello diGiovanni Piperno eStefano Rulli. E delle quattro le proiezioni speciali del festival tre portano la firma di connazionali:Anatomia di un grande sogno diFederico Braconi,The Srebrenica Tape diChiara Sambuchi e il già citatoKripton diFrancesco Munzi. Tutte saranno in sala accompagnate dagli autori.



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