Gian Carlo Caselli il.Costituzione,Diritti,Giustizia,Istituzioni,L'analisi,Politica
Molti ricordano Oronzo Canà, il mitico “Allenatore nel pallone” interpretato da Lino Banfi in un film di anni fa.
Canà aveva inventato la Bi-zona e il 5-5-5 (invece del solito 3-4-3), per confondere gli avversari con un continuo rimescolamento dei propri giocatori che li facesse sembrare più di quanti in realtà non fossero.
Mi sembra che nel nostro Paese stia accadendo qualcosa di simile in tema di riforma della giustizia. Ma senza nulla di divertente.
A Palermo, al Congresso della Associazione nazionale magistrati, il ministro della Giustizia Nordio ha svolto un intervento in modalità “porte girevoli”. È entrato con un ramoscello d’ulivo, ma è subito uscito dal clima di non belligeranza annunziando come decise e di imminente realizzazione misure che per l’indipendenza della magistratura sono nefaste (separazione delle carriere e discrezionalità dell’azione penale).
Per rassicurare la platea ha poi gigioneggiato sul suo passato di Pm garantendo di persona, espediente peraltro già usato a proposito deitest attitudinali del Minnesota, come se l’idoneità delle toghe potesse davvero dipendere dalla temperatura dei piedi.
La premier Meloni (“solo Giorgia”) sembrava volesse ritardare i tempi prefigurati dal suo ministro.
Ma ecco che tiscoppia il caso Genova con tanto di misure cautelari di forte impatto, che innescano un sabba furibondo contro la magistratura che osa così tanto: in testa – a sparare raffiche – due ministri, Crosetto e Salvini. Nel contempo gli epigoni di Berlusconi (guidati dal ministro Tajani) spingono perché il volere del loro mentore, fatto proprio da Nordio, sia da tutti rispettato. A questo punto la premier alla festa di un giornale cambia rotta e dichiara che entro pochi giorni un apposito Cdm varerà la riforma.
Come si vede, grande è la confusione e al ragionamento si preferisce la propaganda elettorale. Peggio di Oronzo Canà.
Fonte:Il Fatto Quotidiano
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