L'articolo si sofferma sullo studio delle alterazioni formali e sulle configurazioni del corpo umano nei bozzetti dei costumi di scena e nei manifesti pubblicitari della prima metà del Novecento. La letteratura offre un ampio panorama...
moreL'articolo si sofferma sullo studio delle alterazioni formali e sulle configurazioni del corpo umano nei bozzetti dei costumi di scena e nei manifesti pubblicitari della prima metà del Novecento. La letteratura offre un ampio panorama sulle produzioni grafiche realizzate per la divulgazione delle innovazioni teatrali nell'ambito delle tecniche e dei materiali pensati per sorprendere una società ormai ingerita dai suoni stridenti della velocità; rimane tuttavia aperta la questione relativa alla lettura compositivo-segnica dei valori cinetici e spaziali. Questo studio offrirebbe un approfondimento sulle connessioni tra il corpo nello spazio teatrale e la sua rappresentazione nell'esecuzione del movimento, per osservare il processo di trasfigurazione del corpo nel luogo del disegno. La lettura delle immagini prese in esame guarda alle possibilità dispiegate dalle rappresentazioni del corpo che si muove dentro la 'maschera scenica' con l'obiettivo di riconoscere nelle strategie compositive adottate un vocabolario di segni atti a descrivere gli stati di moto del danzatore. La disposizione degli elementi, la struttura geometrica, gli effetti cromatici, la collocazione dei testi, le metafore grafiche sono alcuni dei valori sui quali il saggio si concentra, ricostruendo un periodo della storia dell'immagine fortemente legato alla trasformazione del corpo nello spazio, attraverso il progetto del costume di scena, nella qualità di simulacro del ballerino e di suo doppio. Parole chiave danza, bozzetto di scena, manifesto pubblicitario, movimento, disegno. Manifesti e bozzetti di scena: la danza come metafora del corpo Starlight Vattano 42° Convegno Internazionale dei Docenti delle Discipline della Rappresentazione Congresso della Unione Italiana per il Disegno "Dalle tenebre si vede nascere con stupore una forma bluastra da uccello notturno […] poco a poco si precisa e si impone la grande creatura di nuvola lunare […] e a un tratto si colora, risplende con esplosione fulminea […] quindi rivolgendosi brucia, interamente divenuta vortice, ellisse, fiore, calice eccezionale, farfalla, uccello colossale, traccia rapida e multipla di tutte le forme dalla fauna alla flora […] Ella figura il ritorno tramite il fuoco alle forme primordiali dell'infinito al di sopra delle passioni e del grido" [Carandini 1996, p 6]. Le parole del poeta simbolista Camille Mauclair, tessere di un linguaggio metaforico carico di significati allegorici, si trasformano in immagini fantastiche per rievocare uno dei famosi spettacoli che la ballerina americana Loïe Fuller tenne al Thèâtre-Musée Loïe Fuller esibendosi nelle sue danses lumineuses in un momento in cui alla grande celebrazione industriale Parigi rispondeva con l'Exposition Universelle del 1900. Nel buio totale di un piccolo teatro si poteva assistere all'incandescenza di un corpo che si espandeva nello spazio attraverso grandi e leggerissimi tessuti bianchi di seta sostenuti da lunghe pertiche, mossi al ritmo della luce, pròtesi di quelle gradazioni luminose ottenute dalle recenti tecnologie del gas illuminante. Il movimento rotatorio e sinuoso del bianco materico nascondeva completamente il corpo della danzatrice restituendo agli occhi degli spettatori un'eterea visione, una parvenza effimera dello spazio-luce nel linguaggio sonoro wagneriano, alla ricerca di un codice comunicativo in assenza di parole. Come reazione alla tradizione ballettistica del secolo precedente, Loïe Fuller incarnò la voce della trasformazione del corpo in movimento sotto la luce, una visione della forma foriera di quelle riflessioni che, di lì a breve, avrebbero sviluppato molti degli artisti dell'avanguardia italiana e della scena internazionale. La definizione grafica del costume di scena indossato rivela il carattere del personaggio rappresentato, la linea che avvolge il corpo nei bozzetti o nei manifesti assume la funzione di moltiplicatore delle possibilità di spostamento: la struttura del movimento viene letta in relazione al potere simbolico evocato dagli effetti dinamici della composizione. Nel 1889 Walter Crane attribuirà alla linea intesa come μἰμησις (mìmesis) la forza del gesto: "la linea è di importanza assoluta: nella realizzazione dell'opera d'arte il disegnatore […] deve servirsi di linee di ogni tipo: linea determinante, linea enfatica, linea delicata, linea aggressiva, linea che controlla e unisce" [Vinca Masini 2000, p. 46]. Nei disegni di Henri de Toulouse-Lautrec e di Koloman Moser questa linea 'controlla e unisce' le movenze serpentine della danzatrice che si trasforma nel suo stesso movimento, modella a spirale lo spazio e d'improvviso viene inghiottita dal sipario (fig. ). Ed è questa forma di abbandono del corpo al movimento nella luce, sotto l'estenuante peso della forza di gravità, che viene catturata nelle rappresentazioni della Fuller: il suo costume le nasconde il viso, confonde i lineamenti corporei, ma ne intercetta la mutazione nel tempo. Jules Chéret, per uno degli spettacoli alle Folie-Bergère, ne traccia delicatamente il corpo Copyright © 2020 by FrancoAngeli s.r.l. Milano, Italy Isbn 9788835104490 To cite this chapter : Vattano Starlight (2020). Manifesti e bozzetti di scena: la danza come metafora del corpo/Posters and stage sketches: dance as a metaphor for the body.