GIAMPIERO DALLA ZUANNA (a cura di) Numeri e potere. Statistica e demografia nella cultura italiana fra le due guerre L'Ancora del Mediterraneo, Napoli, 2004 Il volume curato da Giampiero Dalla Zuanna raccoglie gli atti di un seminario...
moreGIAMPIERO DALLA ZUANNA (a cura di) Numeri e potere. Statistica e demografia nella cultura italiana fra le due guerre L'Ancora del Mediterraneo, Napoli, 2004 Il volume curato da Giampiero Dalla Zuanna raccoglie gli atti di un seminario tenuto presso il dipartimento di Scienze Statistiche dell'Università di Padova nel maggio 2002, con l'intento di promuovere una riflessione sul rapporto fra lo sviluppo delle discipline statistiche e demografiche e il regime fascista. Lo stimolo principale alla discussione è stato costituito dalle tesi sostenute da Anna Treves circa la stretta dipendenza degli studi sulla natalità, e complessivamente del corpo degli studi accademici del settore statistico e demografico, dall'indirizzo politico natalista del regime, ma anche sulla loro continuità ben oltre la fine del fascismo (Le nascite e la politica nell'Italia del Novecento, Edizioni Universitarie di Lettere, Economia e Diritto, Milano 2002). La nettezza della posizione assunta da Treves ha suscitato l'interesse, fra i cultori delle discipline, non solo a «fare i conti» con la propria storia, ma anche a misurarsi con temi -seppure in parte rimasti sullo sfondo -di ampio respiro e di stretto rapporto con il presente, quali le implicazioni ideologiche dell'attenzione all'«equilibrio naturale» delle popolazioni, fra bassa fecondità e apporti delle migrazioni; o la tendenza a porre l'accento sugli equilibri di aggregazioni collettive e impersonali, a scapito della tutela delle individualità e della loro libertà di scelta; o ancora, la continuità degli indirizzi disciplinari all'interno degli ordinamenti universitari anche attraverso fasi storiche differenti. Il primo motivo di interesse degli interventi raccolti in questo volume è che l'impulso a confrontarsi con la propria storia -e con un momento particolarmente rilevante di essa, quale è venuto a determinarsi durante il fascismo -nasce dall'interno delle discipline oggetto di riflessione, con un esplicito intento di de-ideologizzazione. L'incontro, che così si è realizzato, fra l'approccio proprio di uno storico delle culture, Roberto Maiocchi, e le analisi di due specialisti, Paolo De Sandre per la demografia e Ugo Trivellato per la statistica economica, ha potuto giovarsi di uno sforzo di confronto effettivamente interdisciplinare che ha consentito da un lato la convergenza, a più voci, su un terreno comune, dall'altro l'indicazione di linee di approfondimento, capaci di arricchire il quadro e complicare i fattori di una lettura che potesse mostrare caratteri di unilateralità. Il più ampio terreno di convergenza è stato offerto da Maiocchi, che rielaborando quanto è stato oggetto dei suoi lavori (Scienza italiana e razzismo fascista, La Nuova Italia, Firenze 1999; Gli scienziati del duce, Carocci, Roma 2003), ha focalizzato l'attenzione su tre dei maggiori studiosi del tempo -Corrado Gini, Livio Livi, Marcello Boldrini -e ha sostenuto che «sulle linee fondamentali della politica demografica del fascismo vi fu accordo pieno, generalizzato, convinto» all'interno della disciplina, e che «la politica demografica del regime poté presentarsi come progetto pienamente razionale in quanto ebbe il sostegno più aperto dei maggiori accademici dei fenomeni sociali» (p. 16); e inoltre, pur nelle marcate diversità fra le figure degli studiosi, «gli studi sullo sviluppo demografico fecero circolare temi che confluirono nell'alveo nebuloso del razzismo italico», offrendo «pieno sostegno alla guerra di conquista coloniale del fascismo» (p. 17). Su queste premesse si sono