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Incorrupta monumenta Ecclesiam defendunt. Studi offerti a mons. Sergio Pagano prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano, Città del Vaticano, Archivio Segreto Vaticano, 2018,, 2018
AION 2010, 2010
Qualità e volume di lavoro svolti dagli studiosi sulle lingue dell'Africa vanno valutati in relazione alla qualità e alla tipologia della documentazione in nostro possesso e non è fuori luogo riconoscere che anche molte delle metodologie impiegate sono condizionate dai medesimi fattori: in altre parole, in quali condizioni l'africanista ricostruisce storia, identità, culture? In primo luogo il semplice inventario delle lingue è lacunoso: ci sono infatti aree e phyla conosciuti piuttosto bene (la famiglia bantu), altri discretamente (le lingue dell'altopiano etiopico), altri ancora molto poco noti (le lingue khoisan). In secondo luogo per molte lingue dobbiamo basarci su descrizioni ormai largamente insoddisfacenti e su raccolte lessicali occasionali o peggio, tutto materiale largamente disperso in pubblicazioni talora pressoché irraggiungibili o reperibili solo a fatica. 3 Purtroppo la situazione non riguarda solo lingue minori, ma realtà importanti come ad esempio la lingua Dan (mande sud, quasi un milione di parlanti in Côte d'Ivoire e Liberia), la lingua della cultura che ha espresso forse le più celebri maschere africane, ed aree riconosciute di importanza fondamentale come il Kordofan. Alla disomogeneità della documentazione si aggiunge infine la mancanza di una dimensione diacronica, eccezion fatta per il -peraltro povero -materiale linguistico reperibile da fonti europee o arabe 4 . Materiali per alcune lingue, soprattutto dell'Africa occidentale, potranno venire dallo 2. L'Africa è il continente che presenta la maggiore varietà linguistica -le lingue possono essere stimate sull'ordine delle 2000, 8 ossia un terzo del patrimonio linguistico del pianeta Terra -per cui la metodologia descrittiva ha raggiunto livelli altissimi: per tutti si possono citare la Grammaire fondamentale du Bambara di G. Dumestre (Karthala, Paris 2003) e The Dhaasanac Language (Köppe Vlg., Köln 2001) di M. Tosco. Per fortuna la stragrande maggioranza dei lavori è stata condotta senza condizionamenti teorici a priori che viziano, e talora distorcono, i risultati: è dunque possibile prevedere nel breve periodo un notevole contributo dell'africanistica alla tipologia linguistica in generale ed in effetti le lingue africane spesso mostrano fatti di notevole interesse. Per ora il lavoro tipologico è stato contenuto all'interno delle lingue africane e si rinvia a B.
Centro Studi Camito-Semitici di Milano - 14.10.2004 - Seduta pubblica (Università degli Studi - Sala di Rappresentanza del Rettorato) Franco Piotti: Comunicazione scientifica
Negli studi più recenti la FR ha perso i connotati di argomento strettamente sintattico per essere coinvolta pienamente nella diScussione sulla tipologia linguistica2 .
Migrazioni della lingua. Nuovi studi sull’italiano fuori d’Italia, a cura di Francesca Malagnini (Firenze, Cesati Editore), 2018
APPUNTI PER LO STUDIO DELLA DIFFUSIONE DELL'ITALIANO NELLE COMUNITÀ EBRAICHE DEL MEDITERRANEO ORIENTALE
The relative verb form in Ancient Egyptian has no counterpart in any other Semitic or Afro-Asiatic language, and it is attested only sporadically in other languages. In the African Bantu languages, a similar construction exists. This article presents the case of Kiswahili, a language used widely in East Africa, in which there is a relative form that agrees with the antecedent. This characteristic renders this form very similar to the Egyptian one. At the end we propose a possible areal diffusion.
«Utriculus», Bollettino trimestrale dell’Associazione Culturale “Circolo della Zampogna” di Scapoli, n. 18, aprile/giugno 1996, 1996
Raccolta di oltre 150 modi di dire e locuzioni ancora vivi nel dialetto di Toro, in provincia di Campobasso, ispirati a spunti liturgici e religiosi, latini e no. La raccolta trae origine da un saggio di Gian Luigi Beccaria, per il quale fu concepita. Una circostanza fa di Toro un osservatorio interessante: l’appartenenza dell'abitato, praticamente dalle origini intorno all’anno 1000 e fino all’eversione della feudalità nel 1806, a un padrone feudale ecclesiale: l’abbazia benedettina di Santa Sofia in Benevento. Gli abati, lungi dal vessare la popolazione, si adoperarono nei secoli perché i propri sudditi fossero esentati da contribuzioni fiscali di qualsivoglia genere. E i toresi, dal canto loro, hanno sempre nutrito sentimenti di gratitudine nei confronti degli abati e della chiesa in genere. INDICE p. 3 Premessa e note fonetiche p. 9 Liturgia – Testi sacri (nn. 1-63), p. 27 Dio, Cristo e Santi (nn. 64-115), p. 53 Clero – Luoghi di culto (nn. 116-134), p. 60 Calendario (nn. 135-152)
The Greek text of the Christian holy books circulating in Alexandria in Late Antiquity was translated into Old Ethiopic (namely Gǝ‘ǝz) between 4th and 7th century, after the conversion of the leadership of the Aksumite Kingdom to Christianity. Through several stages of revision and on the basis of the comparison with contemporary Arabic versions, between 13th and 16th century the Ethiopic text was carefully corrected and integrated before the text stabilised in the form of the modern textus receptus
The article describes the rich intellectual production of the Jewish community of the island of Corfu, at the crossroad of Italian and Balkan worlds, throughout the centuries.

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Giuseppe De Gregorio, Marta Luigina Mangini, Maddalena Modesti, eds, ‘Documenti scartati, documenti reimpiegati. Forme, linguaggi, metodi per nuove prospettive di ricerca’, 2023
The «Donation of Ṭanṭawǝdǝm» is the oldest Ethiopian documentary text (twelfth century) and has a linguistic feature (type ʾǝmfalaga falagu, lit. «from the river of his river», certainly meaning «along the river» as recently proposed by Nafisa Valieva) that is not found in later texts. Constructions with lexeme repetition in boundary clauses closely resemble the reduplication type found in documentary texts from the Norman and Swabian periods, attested from the end of the eleventh century in southern Italy and particularly in Sicily, in an identical documentary context. For the latter, it has been suggested that the construction, originally from the Greek area, converged into a Byzantine notarial lingua franca, used by Greek-speaking scribes and expressed in Arabic, Greek and Latin documents. The formal and functional correspondence of the linguistic construction justifies the working hypothesis of a direct relationship between Ethiopian chancery and Mediterranean diplomatic practices of the twelfth century.
Bandhu: scritti in onore di Carlo della Casa, 1997
An account of the literary tradition(s) of the language(s) of the ancient Egyptians, compared to other high cultures
HISTORIA RELIGIONUM n. 6, 2014
Studi Medievali, 2015
2015
1. Introduzione Tra i piu antichi insediamenti della diaspora europea occidentale, le comunita ebraiche sono attestate in Terra d’Otranto fin dall’epoca imperiale romana. La presenza di nuclei ebraici nella Puglia meridionale e in larga parte da associare all’importanza del porto di Brindisi per le comunicazioni con il Mediterraneo orientale. In eta medievale il rilievo dei porti pugliesi per il transito di merci e viaggiatori verso la penisola balcanica e l’Oriente (in particolare all’epoca delle Crociate) fu parimenti responsabile della fioritura di numerosi centri di cultura ebraica nella regione adriatica. Il ruolo di spicco che gli ebrei pugliesi ebbero nell’intrattenere relazioni commerciali con altre aree della diaspora dipese dalla varieta delle loro provenienze (perlopiu dal vicino Oriente, dall’Africa settentrionale, dalla penisola balcanica, dall’Italia settentrionale, dalla Spagna e dal Portogallo, dalla Provenza, dalla Sicilia), che certamente arricchi il loro bagaglio ...
2019
La lingua dei Sumeri is the first grammar of Sumerian written in Italian. It is designed as a companion both for the classroom and for self-tuition. The grammatical reconstruction is mostly based on documents from the Second Dynasty of Lagash and the Third Dynasty of Ur (ca. 2140 – 2000 BCE) and is preceded by a thorough description of the historical context, cuneiform script, and phonology. The description of morphology and syntax is followed by an extensive chrestomathy of 31 texts, giving the reader copies, transliterations, translations, and commentary of historical and royal inscriptions, legal texts, and administrative documents. The grammar is enriched by a syllabary and a sign list offering the readings and the Neo-Sumerian sign forms of the 243 signs attested in the chrestomathy and 30 noteworthy variants. An excursus on how Babylonians learnt Sumerian and a glossary conclude the volume.
Кирило-Методиевски студии, 26, 2018
Gli Etruschi fuori dell'Etruria" (Verona 2001) è il titolo di uno dei tanti libri che dobbiamo al presidente, collega ed amico Giovannangelo Camporeale che viene festeggiato con questa Miscellanea. Questo modesto contributo sugli "Etruschi in Giappone" dedicato con i migliori auguri a lui rappresenta in un certo senso una ulteriore estensione di questa tematica in età moderna.
D. Nadali - F. Pinnock (eds.), Archeologia della Siria antica, Carocci, Roma, 2021
The article, published in am archaeological textbook on ancient Syria, presents an overview of the writings and languages of ancient Syria in their historical and socio- cultural context.
A Survey about the religious literature of Christian Nubia