IlKilimangiaro, la vetta più alta del continente africano
Il termineAfrica, o ancheAffrica, nella tradizione letteraria toscana e italiana,[2] significherebbe "terra degliAfri", il nome latino dato ad alcune genti che abitavano nelNord Africa. A sua volta, questa radice potrebbe trarre origine, secondo gli scrittiSuida delX secolo, dalpunicoAfrigah, altro nome diCartagine (dopoPuni), intesa comecolonia,distretto, dalsemiticofaraqa, "dividere"[3]. Tuttavia, è stato teorizzato anche che il termine potrebbe derivare:
visti i rapporti commerciali con le sue spezie, dalla radice latinaafer-asper, ovvero sapori e odoripiccanti,acri[4];
Il continente africano ha una forma quasi triangolare, allargata nella parte settentrionale, che si assottiglia in corrispondenza della zona a sud dell'equatore. Il continente è completamente circondato dal mare ad eccezione di una piccola zona in corrispondenza dell'istmo di Suez, a nord è bagnato dalMar Mediterraneo, a est dalmar Rosso e dall'Oceano Indiano, a ovest dall'Oceano Atlantico. L'unico collegamento con un altro continente è rappresentato dall'Istmo di Suez, che lo lega all'Asia. Lo stretto diGibilterra lo separa dall'Europa.
Immagine dei rilievi (in marrone le parti a quota inferiore, in verde e bianco le parti a quote superiori)
La distanza dal punto più settentrionale (Ras ben Sakka, immediatamente a ovest diCap Blanc, inTunisia, a 37°21' N) al punto più meridionale (Capo Agulhas inSudafrica, a 34°51'15" S) è pari a circa8000 km mentre dal punto più occidentale (Capo Verde, a 17°31′48″ O) a quello più orientale (Ras Hafun inSomalia, 51°27'52" E) è pari a circa7400 km. Il territorio complessivo del continente misura circa30221000 km².
Lo Stato più grande del continente è l'Algeria, mentre quello più piccolo sono leSeychelles, unarcipelago al largo della costa orientale. Lo Stato più piccolo sulla terraferma è invece ilGambia.
L'altitudine media del continente è pari a circa340 m s.l.m.; le aree situate a quote inferiori ai180 m s.l.m. sono relativamente poche, così come poche sono le zone che superano i3000 m. Le maggiori altitudini dell'Africa si trovano in prossimità dellaRift Valley: si tratta delKilimangiaro (5895 m di altitudine) inTanzania, delKirinyaga o Monte Kenya (5199 m di altitudine) nellostato omonimo e delle cime più alte dellaCatena del Ruwenzori (5110 m di altitudine), tra l'Uganda e laRepubblica Democratica del Congo. Kilimangiaro e Kirinyaga sonovulcani spenti, ma sulle loro cime si trovanoghiacci perenni. A ovest c'è un altro vulcano, ilCamerun (4071 m di altitudine) e si trova anche la catena dell'Atlante.
Nella parte settentrionale del continente, dall'Oceano Atlantico fino al Mar Rosso, si estende ilSahara, il più vasto deserto del mondo (9000000 km²); la sua superficie è principalmente pianeggiante, ma vi si trovano anche rilievi che raggiungono i2400 m s.l.m. A nord-ovest il deserto è delimitato dalla catena dell'Atlante e a nord-est lo separa dal Mar Rosso un altopiano roccioso che digrada fino aldelta del Nilo. A meridione il Sahara sfuma in un'area pianeggiante semi-arida chiamataSahel. Il clima è tipicamente mediterraneo al nord, con estati calde e secche e inverni miti e umidi.
Lo sviluppo costiero del continente ha una lunghezza complessiva relativamente modesta, di circa26000 km (l'Europa, con una superficie tre volte inferiore, ha circa32000 km di coste). La costa occidentale prospiciente l'Oceano Atlantico si presenta priva dipenisole e insenature di dimensioni rilevanti, con l'unica eccezione del vastissimogolfo di Guinea. La costa settentrionale che dà sulMar Mediterraneo invece ha due importantigolfi: ilgolfo della Sirte davanti allaLibia e ilgolfo di Gabès davanti alla catena dell'Atlante. La costa orientale, bagnata dalmar Rosso e dall'Oceano Indiano, presenta l'unica penisola delCorno d'Africa.
Lecoste sono spesso scoscese e rocciose, con rilievi che arrivano fino al mare. Coste pianeggianti, basse e sabbiose e spesso desertiche, si trovano inLibia edEgitto, così come inMauritania,Somalia eNamibia. Lungo le coste del Golfo di Guinea e delMozambico si sviluppanopaludi e acquitrini, e banchi sabbiosi rendono difficoltosa lanavigazione. L'unicaisola di grandi dimensioni è ilMadagascar, la quarta più grande del mondo; oltre ad essa si trovano arcipelaghi di piccole isole sia nell'oceano Atlantico (Madeira,Canarie,Capo Verde,São Tomé e Príncipe,Sant'Elena) sia nell'oceano Indiano (leSeychelles, leComore e leIsole Mascarene). Presso la costa dellaTanzania si trova l'isola diZanzibar, la maggiore del versante orientale dopo il Madagascar.
In Africa vi sono vaste zoneareiche, prive di corsi d'acqua (per esempio il deserto del Sahara) e regioniendoreiche, ovvero con corsi d'acqua che si perdono nel deserto o in paludi o sfociano in laghi chiusi (per esempio i deserti delNamib e delKalahari). La fascia centrale del continente, dove le piogge sono regolari, forma invece una zonaesoreica, ovvero con corsi d'acqua che sfociano nel mare, principalmente nell'Oceano Atlantico, come ilfiume Niger e ilfiume Congo. IlNiger (4160 km di lunghezza) nasce dal rilievo delFouta Djalon e sfocia con un grande delta nelgolfo di Guinea. Il fiume Congo, di4200 km di lunghezza, sfocia nell'Oceano Atlantico e dà nome alle duerepubbliche che si affacciano sulle sue rive (laRepubblica del Congo e laRepubblica Democratica del Congo). I numerosi affluenti del Congo (il più importante è ilKasai) formano un enormebacino fluviale. Nella parte più meridionale scorrono l'Orange, che sfocia nell'Oceano Atlantico, ilLimpopo e loZambesi, tributari dell'Oceano Indiano. Lo Zambesi è celebre anche per leCascate Vittoria, fra le più spettacolari del mondo.
Il principale fiume africano è ilNilo che, con il suo affluenteKagera, è tradizionalmente considerato il fiume più lungo del mondo (6671 km) davanti al Rio delle Amazzoni. Le sue sorgenti sono nell'Africa equatoriale, da cui provengono i due rami principali: ilNilo Azzurro, che nasce dall'Acrocoro Etiopico, e ilNilo Bianco,emissario delLago Vittoria il cui tributario, il Kagera, si origina daglialtopiani delBurundi. Il Nilo attraversa l'Africa nord-orientale e quando raggiunge il Mediterraneo sfocia con un'ampiafoce a delta. Il fiume è conosciuto per illimo, terra che rendeva fertile la distesa sahariana e che consentì lo sviluppo della civiltàegizia; per questo motivo l'Egitto veniva anticamente chiamato "dono del Nilo". La costruzione delladiga di Assuan ha permesso la creazione di un ampio bacino artificiale, illago Nasser; la terra fertile si deposita sul fondo del lago ed è necessario usare fertilizzanti per migliorare la resa dei terreni. Una lunga catena di laghi corre lungo la frattura tettonica dellaRift Valley, ai confini tra laRepubblica Democratica del Congo, l'Uganda, laTanzania, ilBurundi e ilRuanda: i più importanti sono ilLago Vittoria e ilLago Tanganica.
Ilclima delcontinente africano è generalmente caldo, anche se ci sono variazioni notevoli a seconda delle zone. L'estrema porzionesettentrionale del continente ha un clima mediterraneo, con estati secche e inverni umidi. Questo tipo di clima si trova anche nella parte più meridionale dell'Africa, pressoCittà del Capo. Il resto delNord Africa presenta un clima desertico o semidesertico, mentre avvicinandosi all'Equatore il clima si fa tropicale, molto umido; è qui che si registra il massimo di precipitazioni annuali. Il clima ritorna desertico o semidesertico nelle zone delCorno d'Africa e delKalahari, mentre è prevalentemente tropicale nelMadagascar. Climi di altamontagna si trovano nella zona dell'Acrocoro Etiopico e sulle vette più alte come ilKilimangiaro e ilRuwenzori. Le temperature sono generalmente piuttosto elevate. In Africa spesso si registranocambiamenti climatici importanti specie nella zona sub-sahariana: uno di questi è stata lasiccità del Sahel neglianni 70 e80 che ha fatto registrare oltre un milione di morti.
Durante il 2020, gli indicatori climatici in Africa sono stati caratterizzati da un continuo riscaldamento delle temperature, accelerazione dell'innalzamento del livello del mare, eventi meteorologici e climatici estremi (come inondazioni e siccità) e relativi impatti ambientali; il rapido restringimento dei ghiacciai nell'Africa orientale, che rischiano lo scioglimento, è un segnale importante dei cambiamenti climatici in atto.[8]
Nei primi giorni diaprile2024 durante un'ondata di caldo nella zona Sud-Occidentale del Sahara si sono superate di oltre +7°C le medie termiche mensili raggiungendo in aree estese temperature tra 45°C e 47°C specialmente in Senegal e Mali con la punta di 48,5°C della città diKayes, diventando la nuova temperatura record mensile del continente[9].
L'Africa presenta una grande varietà di ambienti ed ecosistemi, molti dei quali sono unici al mondo. La parte settentrionale del continente è occupata in gran parte dal gigantescodeserto del Sahara, mentre a sud di questo, l'ambiente predominante è la grandesavana, l'immensa distesa erbacea teatro dei grandisafari per turisti. Nella zona equatoriale, in particolare nelbacino del Congo, vi sono invece le grandiforeste tropicali, estese anche su buona parte della zona delgolfo di Guinea. Altre aree desertiche si trovano nella zona delCorno d'Africa e nella zona sud-ovest del continente, dove si trova il grande deserto delKalahari. Un'estesaforesta pluviale occupa anche la parte orientale delMadagascar, per il resto ricoperto da savane. Paesaggi tipicamente di alta montagna si trovano nell'Acrocoro Etiopico. L'estrema parte nord-ovest del continente, la zona settentrionale diAlgeria,Tunisia eMarocco, e la punta meridionale, presentano ambienti tipicamente mediterranei.
Lesavane sono percorse inoltre daglistruzzi e sorvolate da varie specie diavvoltoi. Oltre a questi in Africa vi sono numerosissime specie diuccelli. In particolare, inMadagascar vi è un vastissimoecosistema unico al mondo con un numero impressionante di volatili. Questa straordinariafauna è entrata nella leggenda ed ha ispirato, insieme agli spettacolari paesaggi naturali del continente, varie opere letterarie e cinematografiche. Questafauna ha inoltre attirato nella storia migliaia di cacciatori - specialmente occidentali - che hanno preso parte a innumerevoli battute della cosiddettacaccia grossa. Fra i personaggi più famosi sedotti dal fascino selvaggio della caccia grossa in Africa si possono ricordareTheodore Roosevelt eErnest Hemingway.
Soprattutto dopo l'avvento degli Europei, la caccia è stata un'importante concausa del progressivo depauperamento dellabiodiversità africana. In Africa esistono ora grandi parchi naturali e moltearee protette per preservare le numerose specie a rischio, ma anche queste riserve hanno grandi difficoltà a opporsi albracconaggio. Fra i parchi più famosi si ricordano ilSerengeti eNgorongoro (Tanzania), loTsavo e ilMasai Mara (Kenya), ilKruger (Sudafrica) e ilChobe e la riserva delDelta dell'Okavango (Botswana).
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Motivo:è solo la storia dell'esplorazione e della colonizzazione da parte degli europei (soprattutto portoghesi). Manca ogni riferimento alla storia vera e propria dei vari territori africani
L'Africa viene generalmente considerata laculla dell'umanità; i più antichi reperti umani sono infatti stati ritrovati nell'Africa subsahariana. IlSahara ha costituito un elemento importantissimo nell'evoluzione storica del continente. Mentre la storia dei popoli delNordafrica si intreccia con quella dell'Europa e delMedio Oriente, gran parte dell'Africa subsahariana ebbe con il resto del mondo contatti molto ridotti, spesso limitati al fenomeno dellatratta degli schiavi neri da parte dei mercantiarabi che agivano nell'Oceano Indiano. L'influsso arabo ebbe anche un rilievo nello sviluppo di alcune aree isolate delle coste orientali dell'Africa (per esempioZanzibar e ilMadagascar).
La prima circumnavigazione dell'Africa potrebbe essere stata compiuta daiFenici intorno al600 a.C.Erodoto narra che il re egizioNecao (o Neco) inviò, in quell'epoca, una spedizione fenicia in esplorazione lungo la costa africana. La nave fenicia si allontanò verso sud e fece ritorno, tre anni dopo, da ovest, rientrando quindi dalloStretto di Gibilterra. Erodoto così narra:
«Il re d'Egitto Neco (…) inviò dei Fenici su delle navi con l'incarico di attraversare le Colonne d'Eracle sulla via del ritorno, fino a giungere nel mare settentrionale e così in Egitto. I Fenici, pertanto, partiti dal Mare Eritreo, navigavano nel mare meridionale; (…) cosicché al terzo anno dopo due trascorsi in viaggio doppiarono le Colonne d'Eracle e giunsero in Egitto»
(Erodoto,Storie - Libro quarto 42, 2-4)
Lo storico greco è tuttavia scettico riguardo al fatto che l'impresa sia stata veramente compiuta. I Fenici, infatti, riferirono di essere certi che, quando ebbero doppiato l'estremità meridionale del continente, il sole, a mezzogiorno, indicava il nord anziché il sud. Per Erodoto questo aneddoto rendeva poco credibile l'intero resoconto della spedizione fenicia:
«E raccontarono anche particolari attendibili per qualcun altro ma non per me, per esempio che nel circumnavigare la Libia si erano trovati il sole sulla destra[10]»
(Erodoto,ibidem)
Donna in un tipico abito di foggia africana
Tuttavia oggi si sa che, nell'emisfero australe, il sole, nel punto più alto del suo percorso nel cielo, indica effettivamente il nord (tanto è vero che lemeridiane boreali hanno lognomone orientato in direzione opposta rispetto a quelle australi). Questa nozione era sconosciuta allo storico greco che aveva esperienza soltanto della Zona temperata settentrionale del globo. Di conseguenza la notazione fenicia, così contrastante con le conoscenze del tempo, potrebbe costituire effettivamente una prova che quella antica spedizione avvenne realmente e realizzò la prima circumnavigazione del continente africano.[11]
Nel 1291 i genovesiUgolino e Vadino Vivaldi ebbero l'idea di circumnavigarla per raggiungere le Indie; con due galee oltrepassarono leColonne d'Ercole, fecero tappa alle Canarie e giunsero per primi in Marocco;tracce del loro passaggio vennero poi trovate da vicino alfiume Senegal e, secondo quanto documentato daFranco Prosperi negli anni '50, persino nelle piane delloZambesi.[senza fonte]
I primi contatti tra Africa subsahariana edEuropa risalgono alXIV secolo con l'arrivo dei primi esploratori europei, che si trovarono di fronte principalmente regni di tipo tribale. I rapporti fra gli Europei e i popoli subsahariani furono certamente molto complessi e difficili da riassumere, talvolta pacifici e talvolta sanguinosi; in generale, tuttavia, la superiorità tecnologica degli Europei pose i popoli africani in una posizione nettamente subordinata rispetto ai nuovi arrivati di pelle bianca.
La nazione europea che prima delle altre comprese il valore della navigazione intorno al continente africano fu ilPortogallo. NelXV secolo il Portogallo era un Paese in cerca di nuovi territori; il principe Enrico, figlio del reGiovanni I del Portogallo, nel1414 convinse il padre a intraprendere una campagna nell'Africa settentrionale. Nel1415 espugnò la città diCeuta, nelMarocco settentrionale, aprendo così la via a nuove possibilità di sviluppo commerciale.
Essendo la più occidentale delle potenze europee, il Portogallo era, di conseguenza, la più svantaggiata nell'acquisto delle preziose spezie e merci provenienti dall'Estremo Oriente. Il percorso che le mercanzie dovevano compiere lungo lavia della seta era più lungo, e di conseguenza soggetto ad un maggior numero di intermediari, ognuno dei quali voleva naturalmente trovare il proprio tornaconto. Inoltre, un percorso tortuoso e prolungato era esposto a maggiori probabilità di attacco da parte di predoni e maggiormente penalizzato da difficoltà doganali, causate anche dalle barriere che gliOttomani, che si stavano rafforzando sempre di più sulle coste delMediterraneo, opponevano ai traffici delle nazioni cristiane.
Tutti questi motivi spinsero il principe Enrico ad inviare diverse spedizioni lungo la costa africana, nel tentativo di trovare un passaggio a sud est che consentisse al piccolo regno di aprirsi una nuova, esclusiva via verso l'Oriente. Ciò gli valse l'appellativo di Navigatore, e l'infante di Portogallo, pur non avendo mai preso parte direttamente alle esplorazioni da lui disposte, passò alla storia con il nome diEnrico il Navigatore (1394-1460).
Secondo la storiografia tradizionale, la forte volontà di Enrico nei confronti delle nuove esplorazioni si concretizzò nell'istituzione di un vero e proprio centro marittimo per la navigazione, aSagres, nel sud del Paese (Scuola di Sagres). Qui venivano addestrati gli equipaggi, sperimentate nuove tecniche di navigazione, elaborati nuovi tipi di imbarcazioni. Molteplici spedizioni si addentrarono sempre più lungo la costa occidentale dell'Africa, spingendosi, prima che Enrico morisse nel1460, fino alla foce delfiume Gambia, dopo aver percorso ben tremila chilometri intorno alla curvatura occidentale della costa africana in direzione sud ovest. In realtà, questa non era che una piccola frazione della costa dell'Africa occidentale.
Un pezzo di artigianato costituito da un canapo che raffigura tre figure femminili stilizzate insilhouette con canestro sul capo.
La politica espansionistica di Enrico fu mantenuta dal reGiovanni II del Portogallo (1455 -1495), che salì al trono nel1481. Già nel1470 le navi portoghesi avevano rilevato che, dopo aver proceduto a lungo verso sud ovest fino alla foce del fiume Gambia (in corrispondenza dell'attualeSenegal), la costa africana piegava dapprima a sud est e poi decisamente ad est; questo fatto induceva a sperare che l'estremità meridionale della terraferma fosse stata ormai raggiunta e che, di lì a poco, sarebbe stato possibile risalire lungo la costa orientale, verso ilCorno d'Africa.
Ma, nel1472, con grande disappunto, i navigatori scoprirono che il profilo continentale, dopo essersi spinto per altri tremila chilometri verso est, oltre la foce delfiume Niger, ripiegava nuovamente a sud: il continente nero sembrava non avere fine. Allo scopo di stabilire quale fosse la vera forma dell'Africa, in modo da capire quanto ancora fosse necessario spingersi a sud prima di raggiungerne l'estremità meridionale, Giovanni II inviò allora, nel1487, una spedizione sulla costa orientale, quindi attraverso ilmar Rosso. Al comando diPedro del Corvilâo, gli esploratori si spinsero fino alla foce delloZambesi, inMozambico. Dai calcoli che effettuò, la spedizione di Corvilâo scoprì che il continente africano doveva essere largo circa 6400 chilometri nella parte settentrionale e solo 2400 chilometri nelle zone meridionali fino ad allora raggiunte dalle navi portoghesi; perciò poteva darsi che l'Africa si assottigliasse sempre di più e che, prima o poi, sarebbe terminata a punta.
Nello stesso anno in cui Corvilâo faceva i suoi rilievi,Bartolomeu Dias guidava una nuova spedizione dal lato ovest, spingendosi più a sud di tutti i suoi predecessori, e venendo trascinato ancora più a sud da una tempesta. Quando il tempo si rasserenò, gli uomini scoprirono di trovarsi in mare aperto: la costa dell'Africa non era più in vista. Così puntarono prima verso est, dove però non avvistarono la terra; quindi decisero di ritornare a nord; e qui, il 3 febbraio1488, scoprirono che l'andamento della costa era cambiato. Così, dopo altri 4090 chilometri, il profilo del continente si sviluppò chiaramente verso nord est, e Dias capì di aver superato il punto più meridionale dell'Africa, e tornò indietro. Ripassando per il punto che, nella tempesta gli era sfuggito, Dias lo chiamò "Capo delle Tempeste", per ricordare le circostanze della scoperta; ma, quando la flotta fece ritorno, Giovanni II ribattezzò il promontorioCapo di Buona Speranza (Cabo da Boa Esperança), nome con cui è ancora oggi ricordato questo punto geografico del continente Africano.
Guadagnato il Capo di Buona Speranza, la corona portoghese era riuscita per metà nel suo intento di aprire l'agognataRotta delle spezie; adesso era necessario compiere la seconda parte del percorso, cioè raggiungere le Indie. Tuttavia Giovanni II non visse abbastanza a lungo per vedere completata quest'opera. Gli successe il cugino,Manuele I (1469 -1521), che inviò nel1497Vasco da Gama; la sua spedizione, dopo varie peripezie, raggiunse infinel'India il 19 maggio1498. Era la prima volta che gli europei giungevano in India via mare; la spedizione stipulò accordi con i notabili indiani per le concessioni marittime e dette l'avvio allo stabilimento di insediamenti commerciali.
Grazie alla caparbia volontà di aprire una nuova via commerciale verso oriente, mantenutasi intatta attraverso i vari avvicendamenti sul trono reale, la corona portoghese assunse un ruolo di prim'ordine nello scenario delle potenze europee, potendo esercitare il monopolio della tratta marittima fino all'India, attraverso l'Oceano Atlantico e l'Oceano Indiano. Tramite la creazione di stazioni commerciali site in punti chiave per la navigazione, pochi uomini e navi potevano controllare enormi tratti di costa.
A partire dal XV secolo, gli europei approdarono per la prima volta nell'Africa sub-sahariana. Per i tre secoli successivi, tuttavia, la presenza europea si limitò alla regione costiera del Golfo di Guinea, in cui venne scritta una delle pagine più tristi della storia dell'Africa e del mondo: la tratta degli schiavi.Dai porti dell'Africa Occidentale per diversi secoli salparono infatti le navi che, con il loro carico umano, si dirigevano verso le Americhe, dove in una vita durissima spesa nelle piantagioni si consumò l'esistenza di milioni di Africani.La fase di colonizzazione più intensa si ebbe però nell'Ottocento: a partire da questo periodo e fino agli anni della seconda guerra mondiale, portoghesi, francesi, inglesi e poi ancora belgi, tedeschi e italiani, si lanciarono in una sorta di sfrenata gara di conquista che li vide spesso contrapporsi in scontri durissimi.
L'epoca coloniale ha lasciato tracce profonde nel continente.Il colonialismo ha inoltre profondamente influito sull'economia del continente. Lo sfruttamento delle ricchezze minerarie e forestali ha provocato l'alterazione degli equilibri ambientali e delle tradizioni.La fragilità politica dell'Africa è dimostrata anche dagli avvenimenti più recenti. Negli ultimi vent'anni, infatti, regimi dittatoriali e guerre civili hanno spesso concorso ad insanguinare il continente: dall'Angola al Mozambico, dall'Etiopia al Sudan, dalla Liberia alla Sierra Leone, fino al terribilegenocidio del '94 in Ruanda e ai conflitti ancora in corso, l'Africa continua ad essere martoriata da esplosioni di odio e di violenza.
La popolazione del continente è più che quadruplicata nell'ultimo mezzo secolo, passando dai 285 milioni di abitanti nel 1960 agli 1 460 000 000 del 2023[12]; il tasso di crescita medio si è stabilizzato, dal 2005 ad oggi, attorno al 2,4% mentre il tasso medio di fertilità è del 4,4%[13].
La posizione dell'Africa nell'ecumene ha grande importanza nello studio delle lingue, delle culture e delle società africane. L'impenetrabilità del Sahara la divide naturalmente e culturalmente in due entità assai diverse: Africa bianca e Africa nera. Più recentemente l'invasione araba e europea ha mutato molte cose: si tratta però prevalentemente di mutazioni culturali.Tra i gruppi etnici indigeni delNord Africa non mancano elementi europoidi come iBerberi, cui si sono aggiunti nel tempo un certo numero di Arabi.
Nell'Africa subsahariana la maggior parte degli abitanti ha la pelle scura. Nell'Africa centro-orientale vivono i gruppi etnici degli etiopi e dei somali. Gli Stati delloZimbabwe e delSudafrica hanno una piccola, ma significativa, presenza di gruppi bianchi ed asiatici: i primi sono i cosiddetti afrikaner, i secondi immigrarono in epoca coloniale per contribuire ai lavori pubblici effettuati in quei paesi. In particolare l'Africa nera presenta invece vari gruppi etnici, classificati generalmente in questo modo:
Questi ultimi due gruppi vengono spesso designati con il nome di Bantu.Un posto a sé hanno iPigmei che si trovano specialmente nell'Africa centrale, e iBoscimani che occupano il deserto delKalahari. Abbiamo inoltre gliOttentotti. IlMadagascar ospita l'etnia dei malgasci.[14]Al 2021 l'Africa conta circa 1,4 miliardi di abitanti[1] con una densità di33 ab./km². Il tasso di crescita annua è oltre il 2,3% ed è il più alto nel mondo, anche se il tasso di mortalità infantile resta ancora molto alto.
Nell'intero continente africano, all'anno 2013, venivano parlate più di 2 000 lingue diverse,[15] pur considerando le difficoltà che insorgono all'atto della definizione di lingua soprattutto nel caso non ne esistano (come è il caso di gran parte dell'Africa) forme standardizzate. La stragrande maggioranza di queste sono lingue indigene africane, mentre una minor parte (di origineeuropea omediorientale) sono state portate in Africa durante le varie fasicoloniali.
Le lingue parlate in Africa precedentemente alla colonizzazione europea possono essere classificate in cinquefamiglie linguistiche:
lingue niger-kordofaniane (oNiger-Congo): estesissima famiglia, comprendente più di 1 500 lingue[16] in un'area che include l'intera Africa centro-meridionale (con lasottofamiglia bantu), laregione guineana e una vasta parte delle regionisaheliane occidentali. Questa famiglia comprende le maggiori lingue africane native, parecchie delle quali hannostatus ufficiale nei rispettivi Stati;
lingue afro-asiatiche: parlate in tutto il Nordafrica e, ad est, fino al Sudan, all'Etiopia e alla Somalia, oltre che in una vasta area del Sahel centrale. Questa famiglia comprende, fra le altre, l'arabo, lingua egemone in tutta l'Africa del nord (seppur divisa in diversi dialetti talvolta non intelligibili fra loro), portatavi dallapenisola arabica dai conquistatori musulmani e usata ancora oggi spesso in tutte le aree a prevalenzaislamica;
lingue nilo-sahariane: circa 200 lingue,[17] parlate nella parte sahariana e saheliana centrale e su una vasta sezione degli altopiani orientali;
lingue khoisan: sono diffuse in un'area dell'Africa sudoccidentale, oltre che in due "isole" sparse in Tanzania. Questa famiglia è costituita da alcune decine di lingue parlate da piccoli gruppi disan (precedentemente conosciuti comeboscimani), ancora al giorno d'oggi cacciatori-raccoglitori, ekhoi (giàottentotti), popolazioni a loro affini diallevatori. Si tratta, con pochissime eccezioni, di lingue assolutamente minoritarie, la gran parte delle quali in pericolo di estinzione;
lingue austronesiane: l'unica lingua di questa famiglia parlata in Africa è ilmalgascio del Madagascar, come risultato di una sorprendente colonizzazione dell'isola da parte di navigatori di probabile origineindonesiana,arcipelago situato svariate migliaia di chilometri di oceano ad est.
A queste lingue si devono aggiungere quelle appartenenti alla famiglia dellelingue indoeuropee (prevalentementeinglese,francese eportoghese), portate nel corso degli ultimi 500 anni dai colonizzatori europei. In seguito al processo di decolonizzazione e alla creazione degli Stati africani sono state quasi sempre adottate comelingua ufficiale, spesso sovrapponendosi e imponendosi alle lingue indigene. Una parziale eccezione è rappresentata dall'afrikaans, portato dai colonizzatori olandesi nell'allora disabitata regione delCapo di Buona Speranza e adottato anche da alcune popolazioni locali meticciatesi con i bianchi (colored del capo).
L'estrema frammentazione linguistica, associata alla necessità di comunicazione fra centinaia digruppi etnici differenti, ha portato spesso, fin dai tempi più antichi, all'adozione di una o piùlingue franche utilizzate in caso di contatti fra popolazioni diverse (ad esempio contatti commerciali). Ilplurilinguismo è la regola, ancora al giorno d'oggi, soprattutto nell'Africa subsahariana, dove il parlante medio ha generalmente la conoscenza del suo idioma regionale, di una lingua franca (o più di una) tradizionalmente usata nella zona (non sempre identificata ufficialmente) e della lingua ufficiale del suo Stato di residenza (generalmente una lingua di origine europea).
Il processo dicolonizzazione edecolonizzazione dell'Africa da parte delle potenze europee ha lasciato in eredità una situazione linguistica in alcuni casi problematica, che è stata affrontata seguendo diverse modalità operative. Nella quasi totalità degli Stati africani a sud del Sahara lalingua ufficiale è un idioma di origine europea (tipicamente l'inglese, ilfrancese o ilportoghese, a seconda delle rispettive zone di colonizzazione). In molti casi, tuttavia, i cittadini di uno Stato hanno un livello di conoscenza troppo basso della lingua ufficiale e restano perciò tagliati fuori da numerosi ambiti della vita civile in cui questa conoscenza è obbligatoria. In numerosi Stati l'insegnamento scolastico (ad eccezione di quello di base) è ancora adesso impartito nella lingua ufficiale e non nelle lingue parlate dalla popolazione, creando delle notevoli resistenze nelle comunità.
Altri Stati hanno cercato di percorrere altre strade, elevando a lingua ufficiale una lingua locale in un'ottica di "liberazione" anche linguistica dal giogo coloniale: è il caso, ad esempio, dellaTanzania e delKenya (paesi in cui si parlano parecchie decine di lingue diverse), che negli anni immediatamente successivi all'indipendenza decisero di adottare loswahili (lingua bantu, anche se essa stessa connessa con una forma di colonizzazione, visti i numerosiprestiti linguistici dall'arabo) al posto dell'inglese, lingua dei precedenti dominatori. In altri casi, alcuni Stati (generalmente di piccole dimensioni) caratterizzati da notevole omogeneità etnica hanno adottato la lingua indigena del gruppo maggioritario come lingua ufficiale, in associazione con la lingua di colonizzazione: è il caso ad esempio delLesotho (lingua sotho), delloSwaziland (swazi), delRuanda (kinyarwanda), delBurundi (kirundi) e delMadagascar (malgascio).
Un'eccezione nel panorama africano, al giorno d'oggi, è rappresentata dalSudafrica; in seguito alla sua travagliata storia di segregazione razziale (apartheid) cessata definitivamente solo neglianni novanta del secolo scorso, la nuova Costituzione garantiscestatus di ufficialità, oltre che alle lingue europee dei colonizzatori (afrikaans e inglese), anche a9 lingue africane.[18] Diversa ancora è la situazione dell'Africa del nord, dove fin dal tempo della conquista araba (VII-VIII secolo) è assolutamente preponderante l'utilizzo dellalingua araba nelle sue numerose varianti dialettali regionali, a cui si associano le varianti delberbero (otamazight) nelle regioni delMaghreb e nelSahara occidentale.
La conquista araba avvenne dal 632 al 770; da allora l'islam (nella confessione sunnita) e l'arabo sono la religione e la lingua più diffuse nell'Africa settentrionale e in parte di quella orientale (Somalia, dove tuttavia l'islamizzazione non è avvenuta per conquista militare e la lingua araba non ha avuto una penetrazione così capillare). All'interno del mondo islamico africano sono oggi attivi movimenti fondamentalisti che hanno suscitato profondi e sanguinosi conflitti, specialmente in Algeria e in Egitto. Cospicue minoranze cristiane sono presenti soprattutto in Egitto (ortodossi copti), in Ciad (cattolici e protestanti) e in Sudan (cattolici). In Etiopia la maggiore religione è storicamente una religione cristiana autoctona, rientrante nella famiglia dellechiese ortodosse, mentre in Eritrea le varie religioni cristiane (copti, ortodossi, cattolici di vari riti) equivalgono le confessioni islamiche. Nella fascia del Sahel sopravvivono culti tradizionali di tipo animista, che a volte accolgono elementi dell'islam e del cristianesimo. Nell'Africa centrale e meridionale sono diffuse le religioni cattolica e protestante, accanto ai culti animisti, pur con presenze di significative minoranze islamiche in Nigeria e Costa d'Avorio.
Dall'indipendenza, molti Stati africani hanno conosciuto forti instabilità, spesso sfociate in violente lotte per il potere e guerre civili, sia all'interno di ciascuno Stato, sia tra Stati confinanti. Parte di questi problemi possono essere considerati come eredità del periodo coloniale, con il suo lascito di governi e confini nazionali non rappresentativi delle realtà locali. I confini coloniali, infatti, hanno spesso separato artificialmente popolazioni omogenee o, peggio, hanno costretto alla coabitazione etnie tradizionalmente rivali.
La situazione economico-sociale, specie nell'Africa subsahariana, è una delle più disagiate del Pianeta. Se alcuni Stati, come il Sudafrica e il Botswana, si affermano come dinamiche realtà economiche, seppure segnate da forti disuguaglianze sociali, altri Stati hanno addirittura visto diminuire il PIL pro capite negli ultimi anni. L'aumento massiccio della popolazione e il diffondersi dell'AIDS, oltre alle frequenti siccità e all'instabilità politica, sono alcune delle cause di questo impoverimento.
Sebbene disponga di abbondantirisorse naturali, l'Africa rimane il continente più povero emeno sviluppato del mondo. Questo è il risultato di una serie di cause che possono riguardaregoverni corrotti che hanno spesso commesso graviviolazioni dei diritti umani, alti livelli dianalfabetismo, mancanza di accesso al capitale straniero e frequenti conflitti tribali e militari (che vanno dallaguerriglia algenocidio).[21] Il suo PIL nominale totale rimane inferiore a quello di Stati Uniti, Cina, Giappone, Germania, Regno Unito, Italia, India e Francia. Secondo il Rapporto sullo sviluppo umanodelle Nazioni Unite del 2003, le 24 nazioni classificate in basso (dal 151º al 175º posto) sono tutte africane.[22]
Lapovertà, l'analfabetismo, lamalnutrizione, l'approvvigionamento idrico inadeguato e le strutture igienico-sanitarie, nonché la cattiva salute, colpiscono gran parte delle persone che risiedono nel continente africano. Nell'agosto 2008, laBanca mondiale[23] ha annunciato una revisione delle stime sulla povertà globale basata su una nuova linea internazionale di povertà di1,25 $ al giorno (rispetto alla precedente misura di1,00 $). Nel 2005 l'81% della popolazionedell'Africa sub-sahariana viveva con meno di2,50 $ (PPP) al giorno, rispetto all'86% dell'India.[24]
L'Africa sub-sahariana è la regione di minor successo nel mondo per quanto riguarda la riduzione della povertà (1,25 $ al giorno); circa il 50% dellapopolazione viveva in condizioni di povertà nel 1981 (200 milioni di persone), cifra che è salita al 58% nel 1996 prima di scendere al 50% nel 2005 (380 milioni di persone). Si stima che la persona povera in media nell'Africa sub-sahariana viva solo con 70 centesimi al giorno e risultava più povera nel 2003 rispetto al 1973,[25] indicando una crescente povertà in alcune aree. Alcune delle cause sono da attribuire a programmi di liberalizzazione economica infruttuosi guidati da società e governi stranieri, ma altri studi hanno citato cattive politiche del governo nazionale piuttosto che fattori esterni.[26][27][28]
L'Africa è ora a rischio di indebitarsi ancora una volta, in particolare nei paesi dell'Africa subsahariana. L'ultima crisi del debito nel 2005 è stata risolta con l'aiuto del regime dei paesi poveri fortemente indebitati (HIPC). L'HIPC ha prodotto alcuni effetti positivi e negativi sull'economia in Africa. Circa dieci anni dopo che la crisi del debito del 2005 nell'Africa subsahariana è stata risolta, nello Zambia è ritornato il problema. Un motivo marginale fu dovuto al calo dei prezzi del rame nel 2011, ma il motivo principale riguarda una grande quantità di denaro preso in prestito dallo Zambia sprecata o intascata dall'élite.[29] Dal 1995 al 2005, il tasso di crescita economica dell'Africa è aumentato, con una media del 5% nel 2005. Alcuni paesi hanno registrato tassi di crescita ancora più elevati, in particolare l'Angola, ilSudan e laGuinea equatoriale, che avevano appena iniziato a estrarre le loro riserve dipetrolio o avevano ampliato la loro capacità diestrazione del petrolio. In un'analisi recentemente pubblicata basata sui dati delWorld Values Survey, lo scienziato politico austriacoArno Tausch ha sostenuto che diversi paesi africani, in particolare ilGhana, si comportano abbastanza bene per quanto riguarda lademocrazia e l'economia di mercato.[30]
Si ritiene che il continente detenga il 90% delcobalto mondiale, il 90% delplatino, il 50%dell'oro, il 98% delcromo, il 70% della sua tantalite,[31] 64% del suomanganese e un terzo del suouranio.[32] LaRepubblica Democratica del Congo (RDC) detiene il 70% delcoltan mondiale, un minerale utilizzato nella produzione di condensatori al tantalio per dispositivi elettronici come i telefoni cellulari. La RDC detiene inoltre oltre il 30% delle riserve mondiali didiamanti.[33] LaGuinea è il maggiore esportatore mondiale dibauxite.[34]Poiché la crescita in Africa è stata trainata principalmente dai servizi e non dall'industria o dall'agricoltura, è stata una crescita senza posti di lavoro e senza riduzione dei livelli dipovertà[anzi, nei servizi normalmente si creano posti di lavoro che non generano povertà]. In effetti, la crisi della sicurezza alimentare del 2008, avvenuta a seguito della crisi finanziaria globale, ha spinto 100 milioni di persone nell'insicurezza alimentare.[35]
Negli ultimi anni, laRepubblica popolare cinese ha stretto legami sempre più forti con le nazioni africane ed è il principale partner commerciale dell'Africa. Nel 2007, le società cinesi hanno investito in totale 1 miliardo di dollari in Africa.[36] Uno studio dell'Università di Harvard condotto dal professor Calestous Juma ha mostrato che l'Africa potrebbe nutrirsi passando dall'importazione all'autosufficienza. "L'agricoltura africana è al crocevia; siamo giunti alla fine di un secolo di politiche che hanno favorito l'esportazione di materie prime e l'importazione di cibo in Africa. L'Africa sta iniziando a concentrarsi sull'innovazione agricola come nuovo motore per il commercio e le prosperità regionali".[37]
Dollari al giorno a persona per Stato africano nel 2017
Sport più seguito in tutti i paesi africani è il calcio, sia a livello di club che di nazionale. La massima competizione continentale per club è laCAF Champions League che si gioca dal 1964. Per le nazionali esistono due competizioni, entrambe a cadenza biennale: ilCampionato delle nazioni africane, riservato a squadre nazionali formate solo da calciatori che giocano nel campionato del paese (i calciatori che giocano all'estero non possono essere convocati), e laCoppa delle nazioni africane, aperta a tutti i giocatori.
Il cricket è popolare in alcune nazioni africane. IlSudafrica e loZimbabwe hanno lo status ditest cioè membri effettivi dell'ICC, mentre ilKenya è la principale squadra non di test e in precedenza aveva lo status diOne Day International (ODI) (dal 10 ottobre 1997 al 30 gennaio 2014). I tre paesi hanno ospitato congiuntamente laCoppa del Mondo di cricket 2003. LaNamibia è l'altro paese africano ad aver giocato una Coppa del Mondo.
Il rugby è popolare in diverse nazioni dell'Africa meridionale. LaNamibia e loZimbabwe sono entrambe apparse in più occasioni allaCoppa del Mondo di rugby, mentre ilSudafrica (noti comeSpringboks) è la squadra nazionale di maggior successo (insieme alla Nuova Zelanda) al Mondiale di rugby, avendo vinto il torneo in quattro occasioni, nel1995,2007,2019 e2023. Il Sudafrica ha ospitato l'edizione del 1995.