../198../200IncludiIntestazione31 agosto 200975%Saggi
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<dc:title> Milione </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Marco Polo</dc:creator><dc:date>1298</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation></dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Milione/199&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20111207153444</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Milione/199&oldid=-20111207153444
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Argo, quando seppe che lo soldano era atendato presso di lui, si ebbe sua gente, e disse cosí: «Segnori e frategli ed amici miei, voi sapete bene che ’l mio padre, infino che e’ visse, vi tenne tutti per fratelli e per figliuoli; e sí sapete bene come voi e i vostri padri siete istati co lui in molte battaglie e (a) conquista[r]e molte terre; e sí sapete bene com’io sono suo figliuolo, e com’egli v’amò assai, ed io ancora sí v’amo tanto quanto il mio cuore. Dunque ben è ragione che voi sí m’aiutiate riconquistare quello che fue del mio padre e vostro, ch’è contra colui che viene contra ragione, e voleci diretare de le nostre terre e cacciare via tutte le nostre famiglie. Ed anche sapete bene ch’egli sí non è di nostra legge, ma è saracino e adora Malcometto; ancora vedete come sarebbe degna cosa che li saracini avessero segnoria sopra li cristiani! Da che voi vedete bene ch’è cosí, ben dovete essere prodi e valentri, sí come buoni fratelli, in aiutare e in difendere lo nostro, ed io abbo isperanza in Dio che noi lo metteremo a la morte, sí com’egli è degno. Perciò sí priego catuno che faccia piú che suo potere non porta, sí che noi vinciamo la battaglia».