Continuiamo a marciare nella pace, per i compiti che ci aspettano domani e che fronteggeremo con il nostro coraggio, con la nostra fede, con la nostra volontà.[38]
È un grande ramo d'ulivo che io innalzo. Questo ulivo spunta da un'immensa foresta di otto milioni di baionette.[53]
Eja, Eja, Alalà![54][55] (Gabriele D'Annunzio, Impresa di Fiume)
È l'aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende. E il vomere e la lama sono entrambi di acciaio temprato come la fede dei nostri cuori.[56]
Il nuovo Impero è stato fatto dal popolo, è impresa di popolo.[91]
Il partito è la riserva politica e spirituale del Regime.[92]
Il Partito Nazionale Fascista è un esercito sempre pronto al combattimento.[93]
Il passato è già dietro le nostre spalle. L'avvenire è nostro.[94]
Il passato mi esalta con la ricchezza della sua gloria. L'avvenire mi seduce con il fiore delle sue promesse. La mia legge è di andare sempre più oltre, perché la vittoria più bella è sempre quella per cui si deve ancora combattere.[95]
Il popolo è il corpo dello Stato e lo Stato è lo spirito del popolo.[96]
Il popolo italiano ascolta le parole, ma giudica dai fatti.[97]
Trento, galleria dei legionari trentini
Il popolo italiano ha creato col suo sangue l'Impero. Lo feconderà col suo lavoro e lo difenderà contro chiunque con le sue armi.[98]
Salutiamo l'Impero che risorge sui colli fatali di Roma.[99]
Il popolo italiano marcerà sulla strada della sua grandezza e rovescerà tutti gli ostacoli che gli sbarrassero il cammino.[100]
Il regime fascista trae dal passato e dal presente le energie per balzare incontro al futuro.[101]
Il ricordo delle antiche prove freme nei nostri cuori così come l'impeto verso il futuro.[102]
L'Italia desidera la pace, ma non teme la guerra.[117]
L'Italia è un esercito che ha conquistato molte vittorie e molte ne conquisterà nel futuro.[118]
L'Italia è un'isola che si immerge nel Mediterraneo. Se per gli altri il Mediterraneo è una strada, per noi italiani è la vita.[119]
Se per gli altri il Mediterraneo è una strada, per noi italiani è la vita.[120]
L'Italia fascista è un'immensa legione che marcia sotto i simboli del Littorio verso un più grande domani – nessuno può fermarla, nessuno la fermerà.[121]
L'Italia fascista può, se sarà necessario, portare oltre il suo tricolore. Abbassarlo mai.[122]
L'Italia ha finalmente il suo impero. Impero fascista, perché porta i segni indistruttibili della volontà e della potenza del littorio romano.[123]
L'Italia in camicia nera è e sarà invincibile.[124]
L'Italia oggi serve la causa della civiltà umana.[125]
L'obbedienza dev'essere pronta, rispettosa e leale.[126]
L'unità religiosa è una delle grandi forze di un popolo.[127]
Labandiera si onora degnamente in un modo solo. Compiendo sempre e comunque il proprio dovere.[128]
La classe lavoratrice è la potenza, la speranza, la certezza dell'avvenire d'Italia.[129]
La garanzia della pace riposa sulle nostre forze armate.[130]
La giustizia senza la forza sarebbe una parola priva di significato.[131]
La libertà senza ordine e disciplina significa dissoluzione e catastrofe.[132]
La marcia continua perché altre mete attendono il segno romano della nostra conquista.[133]
La mia ambizione è questa: rendere forte, prosperoso, grande, libero il popolo italiano.[134]
La mia formula è semplice: niente per niente. Chi vuole da noi prove concrete di amicizia, tali prove concrete di amicizia ci dia.[135]
Noi eravamo già grandi quando in molte parti del mondo i popoli non erano ancora nati.[182]
Noi esaltiamo il lavoro come segno della nobiltà dell'uomo.[183]
Noi non siamo gli imbalsamatori di un passato, siamo gli anticipatori di un avvenire.[184]
Noi potremo allora, domani, quando tra il 1935 e il 1940 saremo a un punto direi cruciale della storia europea, potremo far intendere la nostra voce e vedere finalmente riconosciuti i nostri diritti.[185]
Noi rappresentiamo un principio nuovo nel mondo.[186]
Ogni casa nuova che sorge nelle campagne ad ospitare, in ampie e solide stanze, una delle nostre prolifiche famiglie di contadini, rappresenta un elemento di garanzia per il futuro del popolo italiano.[201]
Oltre alla potenza delle armi, noi possediamo la potenza dello spirito, cioè la compattissima unità morale del popolo italiano.[202]
Onorate il pane, gloria dei campi, fragranza della terra, festa della vita.[203]
Quando si è forti si è cari agli amici e si è temuti dai nemici.[213]
Quello che abbiamo fatto è importante, ma per noi è più importante quello che faremo.[214]
Quello che dobbiamo conquistare ci interessa di più del già conquistato.[215]
Questa è l'epoca nella quale bisogna sentire l'orgoglio di vivere e di combattere. Questa è l'epoca in cui un popolo misura al metro delle forze ostili la sua capacità di resistenza e di vittoria.[216]
Questo regime politico parte da un presupposto indiscutibile ed intangibile: la monarchia e la dinastia.[217]
Raccogliendo tutte le energie, perfezionando incessantemente il metodo di combattimento e portando nella lotta molto entusiasmo, fervore, spirito di decisione, noi siamo sicuri di vincere la tubercolosi, perché il popolo italiano vuole essere sano, perché vuole andare alla potenza e alla gloria.[218]
Raccogliete lo spirito dei nostri indimenticabili morti e fatene lo spirito ardente della Patria immortale.[219]
Ricordate che oggi non vi sarebbe la marcia su Mosca, marcia che sarà infallibilmente vittoriosa, se venti anni prima non ci fosse stata la marcia su Roma.[224]
Rimanendo rurali sarete più vicini al mio cuore.[225]
Soldato d'Italia, ricordati che dietro di te con occhi fidenti ti guardano la Patria e la famiglia.[238]
Solo Iddio può piegare la volontà fascista. Gli uomini e le cose mai.[239]
Sopratutto amiamo risentire, stando in mezzo a voi, l'anima eroica del vostro fascismo rurale, che qui nella vostra terra ha impiegato e vinto la più gloriosa battaglia.[240]
Sostare è retrocedere. La marcia continua, altre mète attendono il segno romano della nostra conquista.[241]
State sicuri che condurrò la rivoluzione fascista sino alla sua meta finale.[242]
State tranquilli che io vi porterò sempre più in alto, sempre più avanti.[243]
Sui rurali d'Italia la rivoluzione delle camicie nere ha contato ieri e conterà domani.[244]
Su la terra, sui mari, nei cieli sono ovunque i segni della nostra potenza, della nostra volontà.[245]
Tanto maggiori sono gli ostacoli e tanto più precisa e diritta deve essere la nostra volontà di superarli.[246]
Trenta secoli di storia ci permettono di guardare con sovrana pietà talune dottrine d'oltralpe.[247]
Tu regere imperio populos, Romane, memento: hae tibi erunt artes, pacisque imponere morem, parcere subiectis et debellare superbos.[248]
Tu di reggere col tuo impero i popoli, o Romano, ricorda: queste saranno le tue arti, e alla pace d'imporre una regola, risparmiare gli arresi e sgominare i superbi.[249]
Tutto il popolo italiano lo sente e tutto il popolo è pronto a scattare come un solo uomo, quando si tratta della potenza e della gloria della Patria.[251]
Tutte le frontiere sono sacre: non si discutono, si difendono.[252]
Tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato.[253]
↑Citatosu un'abitazione di Drizzona, Cremona. Tratto dal discorso pronunciato da Benito Mussolini a Cagliari l'8 giugno 1935 in occasione del saluto alla divisione "Sabauda".
↑Citatosu un'abitazione di Orbetello, Grosseto (vedi anchequi). Tratto dal discorso fatto a Palazzo Venezia, Roma, il 30 ottobre 1937 al Consiglio del Consorzio nazionale tra gli Istituti fascisti autonomi per le case popolari.
↑abDalla rivistaUn decennio d'opere in provincia di Varese, a cura dell'Ufficio Stampa e Propaganda della Federazione dei Fasci di Combattimento della provincia di Varese, marzo 1934 – p. 30
↑Citatosu un'abitazione a Coggiola, Biella (vedi anchequi). Anche presente in forma più estesa come "Bisogna essere forti nel coraggio, mai voltarsi indietro quando una decisione si è presa, ma andare sempre avanti", vedile pareti di una abitazione di Grosio, Sondrio. Tratto dal discorso a Cuneo, in P.zza Vittorio Emanuele, del 24 agosto 1933.
↑Citatosu un'abitazione di Bugnara, L'Aquila. Tratta dal discorso di Mussolini del 18 gennaio 1923, visitando la sede della "Società trasporti automobilistici" di Milano.
↑Citatosu un ex edificio amministrativo ad Augusta, Siracusa. Tratto dal discorso pronunciato a Torino il 23 ottobre 1932 in occasione del decennale della Marcia su Roma. Lo stesso motto fu poi ripetuto dal Duce il 14 maggio 1939, sempre a Torino.
↑Dalla rivistaUn decennio d'opere in provincia di Varese, a cura dell'Ufficio Stampa e Propaganda della Federazione dei Fasci di Combattimento della provincia di Varese, marzo 1934 – p. 111-112.
↑La frase venne scritta su un muro di una casa di Fagarè della battaglia, frazione di San Biagio di Callalta, Treviso, il 14 giugno 1918 da Bernardo Vicario, per ordine del maggiore Carlo Rivoli: confrontaqui equi. La porzione di muro contenente la scritta è ancora conservataa Fagarè della Battaglia, San Biagio di Callalta, Treviso. La frase venne ricitata da Mussolini nel discorso del 23 maggio 1932 pronunciato a Palazzo Venezia di fronte al Direttorio dell'Associazione Nazionale Combattenti. Citatosu una "foglia" di rame del 1935, conservata nel Wolfsonian-FIU col numero "84.1.51" e su una moneta del 1928, definita "20 lire elmetto", codice "W-VE3/41-0" (vedi anchequi).
↑È un grido di guerra coniato daGabriele D'Annunzio e concepito come alternativo all'esterofilo "hip, hip, hurra!". Scritto su una bandierina tricolore donata agli aviatori, si diffuse soprattutto tra gli Arditi in seguito all'Impresa di Fiume; successivamente fu adottato dai fascisti.
↑Lo slogan è composto di parole d'origine classiche: "eja" è una parola adoperata da Eschilo e Platone, utilizzata come grido di guerra dagli eserciti greci; particolarmente è riportato come l'urlo con il quale Alessandro Magno era solito incitare Bucefalo. "Alalà", diffusa nel Medioevo tra i Crociati, è un altro grido di guerra greco che compare in Pindaro e in Euripide.
↑Citato inSlogan fascista a Rimasco. Tratto da un discorso di Mussolini prounciato per l'inaugurazione della Provincia di Latina il 18 dicembre 1934.
↑Citatosu un'abitazione di Trivero, Biella (vedi anchequi). Tratto dal discorso pronunciato da Benito Mussolini dalla balconata della Casa del Fascio di Reggio Calabria il 31 marzo 1939.
↑Citato sui muri di un'abitazione di via Andrea Cirrincione, angolo con via Sampolo, a Palermo, in occasione della visita del Duce dell'estate 1937: vedi Claudio Mancuso,Palermo in camicia nera. Le trasformazioni dell'identità urbana (1922-1943) inMediterranea. Ricerche storiche, anno V, n. 14, dicembre 2008, pag. 647. Tratto dal discorso del 14 aprile 1928 per la Giornata del pane.
↑Citatosu un'abitazione di Bosconero, Torino. La frase fu coniata (nella forma "Benito Mussolini ha sempre ragione") daLeo Longanesi nel 1926 ed inclusa nelVademecum del perfetto fascista, seguito da dieci assiomi per il milite. Nel 1928 fu ripresa dalDecalogo del milite fascista in questa forma.
↑Citatosu un'abitazione di Ofena, L'Aquila. Tratto dal discorso pronunciato da Mussolini il 18 Marzo 1934 per il quindicesimo anno dalla fondazione dei fasci di combattimento.
↑Citatosu un'abitazione di Corigliano d'Otranto, Lecce. Tratto dal discorso pronunciato davanti all'Assemblea quinquennale del regime per la convocazione di nuovi comizi elettoriali, a Roma, il 10 marzo 1923.
↑Citatosu un'abitazione di Premeno, Verbania. Tratto dal discorso del 18 marzo 1934 per la quindicesima annuale della fondazione dei fasci di combattimento e ripreso da Mussolini nel suo discorso al Direttorio del 10 marzo 1943.
↑Citatosu un'abitazione di Trivero, Biella. Tratto dal discorso pronunciato il 26 aprile 1924 al Politeama Fiorentino (Firenze) durante un'adunata di grandi invalidi e mutilati di guerra.
↑Dal programma televisivoIl tempo e la storia, stagione 2, episodio 130, 23 aprile 2015. Video disponibile suRai.it:L'Italia fra due fuochi, min. 34:40.
↑Citatosu un'abitazione di Villafalletto, Cuneo. Tratto dal discorso di Benito Mussolini pronunciato a Roma al Consiglio Nazionale delle Corporazioni il 14 novembre 1933.
↑Citatosu un'abitazione di Acireale, Catania. Tratto dal discorso tenuto il 5 dicembre 1925 a Roma, per l'inaugurazione del Congresso della Corporazione della Scuola.
↑Citatosu un'abitazione di via Oreto, Palermo. Tratto dal discorso pronunciato il 9 maggio 1936 dal balcone di Palazzo Venezia a Roma in occasione della proclamazione dell'Impero in Africa Orientale.
↑Citatosu un'abitazione di Acireale, Catania. Tratto dal discorso del 18 marzo 1934 per la quindicesima annuale della fondazione dei fasci di combattimento.
↑Citatosu un'abitazione di Rancio Valcuvia, Varese. Tratta, ma modificata (l'originale era "ponga i termini dell'Impero all'Oceano ma la sua fama si elevi alle stelle"), dal discorso pronunciato nel Politeama Rossetti di Trieste il 6 febbraio 1921. La citazione è virgiliana: «Imperioum oceano, famam qui terminet astris.» (Eneide, I, 287)
↑Citatosulla cascina Ranza a Vercelli (vedi anchequi). Tratto dal discorso per la premiazione dei "Fedeli della Terra" pronunciato da Benito Mussolini a Palazzo Venezia, Roma, il 3 maggio 1936.
↑Citatosu un'abitazione di Lucignano d'Asso, Siena. Tratto dal discorso di Mussolini a Roma, al teatro Argentina, il 7 dicembre 1930, per la premiazione degli agricoltori vincitori della battaglia del grano.
↑Citatosu un'abitazione di Candia Lomellina, Pavia. Tratto dal discorso pronunciato da Benito Mussolini dal balcone di Palazzo Venezia, Roma, il 9 maggio 1936 in occasione della proclamazione dell'Impero in Africa Orientale.
↑Citatasu un'abitazione di Cremona. Tratto dal discorso del 15 dicembre del 1926, parlando agli agricoltori polesani.
↑Citatosu un'abitazione di Colognola ai Colli, Verona. Tratto dal discorso pronunciato da Benito Mussolini il 9 maggio 1936 dal balcone di Palazzo Venezia a Roma in occasione della proclamazione dell'Impero in Africa Orientale.
↑Citatosu un'abitazione di Silvi Marina, Teramo. Tratto dal discorso del 23 marzo 1936 all'Assemblea Nazionale delle Corporazioni al Campidoglio sulle sanzioni e sull'autarchia.
↑Slogan fascista, indicante la necessità dell'azione, coniato forse daFilippo Tommaso Marinetti immediatamente prima o durante la prima guerra mondiale; in seguito ripreso dagli Arditi e poi dai Fasci di combattimento.
↑Benché attribuito a Gabriele D'Annunzio, lo slogan si è probabilmente diffuso tra gli Arditi durante la prima guerra mondiale e la successiva Impresa di Fiume. Trae origine dalla scritta che un soldato ferito si fece apporre sulle bende, come segno di abnegazione totale alla Patria.
↑Citatosu un'abitazione di Feltre, Belluno. Tratto dal discorso pronunciato l'11 agosto 1938 dall'osservatorio nella Piana del Cavaliere a Roma alla conclusione delle manovre del Corpo d'Armata di Roma.
↑Citatosu un'abitazione di La Vecchia, Biella. Tratto da un discorso pronunciato a Casola Valserio il 27 aprile 1924 in occasione della visita all'abitazione del poeta Alfredo Oriani.
↑Citatosu un'abitazione di Fossa, L'Aquila. Tratto dal discorso del 7 aprile 1926, all'insediamento del nuovo Direttorio fascista.discorso il 7 aprile 1926, all'insediamento del nuovo Direttorio fascista.
↑Citatosu un'abitazione di Refrancore, Asti. Tratto dal discorso del 18 settembre 1933, la cui frase però era "Non si dovrà aver paura di aver coraggio".
↑Citatosu un'abitazione di Campertogno, Vercelli (vedi anchequi). Tratto dal discorso pronunciato da Benito Mussolini alla Camera dei Deputati il 7 dicembre 1935 contro la politica sanzionista.
↑Citatosu un'abitazione di Colognola ai Colli, Verona. Tratto dal discorso pronunciato da Benito Mussolini a Roma il 18 marzo 1934 in occasione della Seconda Assemblea Quinquennale del Regime.
↑Citatosu un'abitazione di Crevacuore, Biella (vedi anchequi). Tratto dal discorso pronunciato il 26 ottobre 1935 nella Sala Regia di Palazzo Venezia durante una premiazione di 500 capifamiglia rurali.
↑Citatosu un'abitazione di Fossa, L'Aquila. Tratto dal discorso rivolto ai Direttorii federali dei Partito Nazionale Fascista convocati in Roma il 27 ottobre 1930.
↑Citatosu un'abitazione di Gagliano Aterno, L'Aquila. Tratto dal discorso di Mussolini del 12 marzo 1932 a Palazzo Venezia, in un incontro con i direttori dei Consorzi Provinciali Antitubercolari e con il Consiglio direttivo della Federazione Italiana Fascista contro la tubercolosi: vediOpera omnia, vol. 44, La Fenice, 1980, pag. 29 eIl Francobollo antitubercolare. Giornale di trincea, 15 aprile 1932, n. 1,pag. 2.
↑Citato sui muri dell'ospedale pediatrico 'Casa del Sole' di Palermo, in occasione della visita del Duce dell'estate 1937: vedi Claudio Mancuso,Palermo in camicia nera. Le trasformazioni dell'identità urbana (1922-1943) inMediterranea. Ricerche storiche, anno V, n. 14, dicembre 2008, pag. 646. Tratto dal discorso del 14 aprile 1928 per la Giornata del pane.
↑[Citazione errata] Questa frase è comunemente attribuita a Mussolini. Benito pronunciò realmente la citazione al termine di un discorso il 7 aprile 1926, all'insediamento del nuovo Direttorio fascista, citando «il vecchio combattitore». In realtà, la frase appartiene aHenri de la Rochejaquelein ed è stata pronunciata dopo la vittoria nella battaglia di Les Aubiers, il 25 aprile 1793. Cfr. Antonello Capurso, Le frasi celebri nella storia d'Italia, Edizioni Mondadori, 2012,p. 258.ISBN 885203126X. La frase fu comunque usata come slogan, tanto da essere raffiguratasu un'abitazione di Fossa, L'Aquila eduna di Premeno, Verbania. Venne anche usata solamente la prima frase "se avanzo seguitemi", comesu un'abitazione sulla strada da Vacil a Breda di Piave.
↑Citatosu un'abitazione di Piverone, Torino. Tratto dal discorso pronunciato da Benito Mussolini presso il Colosseo il 7 aprile 1929 in occasione di un'adunata indetta dall'Associazione Nazionale degli Alpini.
↑Citatosu un'abitazione di Occimiano, Alessandria. Tratto dal discorso pronunciato il 26 ottobre 1935 nella Sala Regia di Palazzo Venezia durante una premiazione di 500 capifamiglia rurali.
↑È una locuzione in lingua latina; il suo significato è"dove c'è l'ordine, lì c'è pace e decoro. Dove c'è pace e decoro, lì c'è la letizia."
↑Citatosu un'abitazione di Sozzago, Novara. Tratto dal discorso pronunciato a Roma il 10 marzo 1929 all'assemblea quinquennale del Regime per la convocazione dei nuovi comizi elettorali.
↑Citatosu una cascina di Motta Baluffi, Cremona. Tratto dal discorso pronunciato da Benito Mussolini alla presenza del Re il 19 aprile 1926 per l'inaugurazione dell'ottava assemblea dell'Istituto Internazionale di Agricoltura.
↑Citatosu un'abitazione di Fiano Romano, Roma. Tratto da un discorso di Mussolini al Gran Consiglio del Fascismo il 2 agosto 1924 e citato anche in degli appunti coevi del Duce come "vivi pericolosamente": vedi Renzo De Felice,Mussolini il fascista. La conquista del potere, 1921-1925, Einaudi, Torino, 1995, pag. 787. Fu dal Duce più volte ripresa, come nel discorso del 7 aprile 1926, all'insediamento del nuovo Direttorio fascista. La frase è di ispirazione nietzschiana: vediLa gaia scienza, af. 283 (Gefährlich leben).
↑Citatosu un'abitazione di Momo, Novara (vedi anchequi). Tratto dal discorso pronunciato durante il passaggio in rivista della Seconda Divisione Camicie Nere "28 ottobre" il 18 agosto 1935.