Colui che dona la sapienza a quelli che lo amano, rivelò a questo giusto[Pasquale Baylón] i tesori ascosi ai dotti del mondo. Perciò, quest'uomo, senza frequentare umano magistero, meritò luce di così alta sapienza, da trattare con chiarità di cielo, di altissimi misteri della fede, trinità, incanazione, predestinazione, gloria celeste, sacramento della ss. eucarestia e simili; e, ancora, discutere dei più riposti sensi della scrittura, e sulle ardue questioni propostegli da insigni teologi, i quali, di fronte al prodigio, erano ben persuasi che tutta quella luce era dono del Cielo. (dalla bolla per la canonizzazioneRationi congruit del 15 luglio 1691 diPasquale Baylón; citato inInnocenzo Alfredo Russo,San Pasquale Baylón, Edizioni Apostolato Francescano, Napoli 1968)
Ancorché da' Sacri Canoni, e diverse Ordinationi Apostoliche, e particolarmente di quelle della sa. me. d'Alessandro VII. sotto li 23. di Aprile 1657. che incominciaPiæ sollicitudinis Studio nel Bollario tom. 6. constitutione 36. E dall'Editti della Sacra Visita, e particolarmente da quello emanato sotto li 30. Luglio 1667. & altri nostri Editti precisamente quello publicato d'Ordine espresso della Santità di Nostro Signore à 3. Settembre 1678. si prescriva il modo da tenersi nelle Musiche, che si fanno in tutte le Chiese di quest'alma Città di Roma, in ogni modo con sommo nostro dispiacere ci è stato riferito, che poco, ò niente s'osserva di quanto è stato sù questo altre volte come di sopra giustamente disposto.
Avvicinandosi il 1693, Innocenzo XII cominciò a manifestare le sue intenzioni poco benevole verso i teatri con imporre per il Tordinona e il Capranica la tassa di «un giulio per bullettino per li poveri andati ad abitare al palazzo di S. Giovanni Laterano.» Fu dunque lui l'inventore della tassa dei poveri, flagello di tanti teatri. (Alessandro Ademollo)