Venne al mondo nel più folto del bosco, in una di quelle camerette nascoste tra il verde che sembrano aperte da ogni parte, mentre da ogni parte sono riparate. Lo spazio era pochissimo, appena sufficiente per lui e per la madre. Si reggeva vacillando sulle esili gambe e guardava fisso davanti a sé con occhi velati che non vedevano niente, reclinava la testa, tremava, ancora tutto intontito. (p. 5)
Bambi era un cucciolo. Fosse stato un figlio di uomini, avrebbe gettato grida di giubilo. Ma era un giovanecapriolo, e i caprioli non possono manifestare la loro gioia in tale modo. Perciò esultava a modo suo: con le gambe, con tutto il corpo che scagliava in aria. (pp. 16-17)
Ad un tratto Bambi disse piano a Gobo: «Tu sai che cosa sia... ilpericolo?». Subito anche i due fratelli si fecero seri, e tutti e tre si strinsero l'uno contro l'altro. Gobo rifletté. Si sforzò sinceramente per trovare una risposta perché vedeva la viva curiosità di Bambi. «Il pericolo...», bisbigliò, «il pericolo... è qualcosa di molto cattivo...». «Sì...», insistette Bambi eccitato, «qualcosa di molto cattivo... ma che cosa?». Tutti e tre tremavano di orrore. Ad un tratto Faline gridò lieta: «Il pericolo è... quando bisogna fuggire...». E partì come una freccia; non le piaceva star là ad aver paura. (pp. 34-35)
No, iparenti servono a ben poco. Se sono più grandi di noi, non possiamo soffrirli, perché sono superbi; se sono più piccoli, sono loro a non poter soffrire noi, perché per loro siamo noi i superbi. No, io non voglio più saperne di tutta quella genìa. (p. 59)
Bisogna udire, fiutare, vedere dasoli. Bisogna imparare da soli. (p. 67)
Bisogna staresoli, gli aveva insegnato il vecchio, sin dai primi tempi. Poi gli aveva spiegato molte cose, gli aveva dischiuso tanti misteri, ma di tutti gli insegnamenti il più importante era quello: bisogna stare soli. Se uno vuole preservarsi, capire la vita, giungere alla saggezza, deve stare solo! (p. 169)
Si dice: puttane da giovani, bigotte da vecchie. Non è il mio caso. Sono diventata una puttana in giovanissima età, ho conosciuto tutto quello che una donna può conoscere solo a letto, sopra tavoli, sedie, panche, contro muri spogli, nell'erba, in androni bui, inchambres séparées, in treno, in caserma, al bordello e in prigione, ma non mi pento di nulla.[1]