Primitivo | |
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Dettagli | |
Sinonimi | Zinfandel |
Paese di origine | ![]() |
Colore | bacca nera |
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Regioni di coltivazione | Puglia Sardegna Lazio Abruzzo Basilicata Umbria Campania Molise |
DOCG | Primitivo di Manduria Dolce Naturale |
DOC | Cilento Colline Joniche Tarantine Falerno del Massico Gioia del Colle Gravina Matera Primitivo di Manduria Terra d'Otranto |
Ampelografia | |
Degustazione | |
http://catalogoviti.politicheagricole.it/result.php?codice=199 |
IlPrimitivo è unvitigno a bacca nera italiano. Collegandoci alla origine, il suo DNA è condiviso con il vitigno Zinfandel (californiano) e con il vitigno croatoPlavac Mali; quest'ultimo è l'incrocio fra Zinfandel e il vitignocroatoDobričić.
La storia del primitivo si perde nella notte dei tempi. Giunto in Puglia con ogni probabilità dall'altra sponda dell'Adriatico per mano degliIlliri, popolo dellaregione balcanica dedito alla coltivazione della vite, iniziò ad essere commercializzato in tutto ilMediterraneo daifenici, antichi frequentatori delle nostre coste. E quando igreci iniziarono a colonizzare ilsud Italia (VII sec. a.C.) diffondendo soprattutto in Campania e Lucania i loro vitigni a bacca nera, il vino ellenico (precursore dell'Aglianico), per quanto pregiato, non penetrò in Puglia. Ne è prova il fatto che inepoca romana accanto alla parola "vinum" si utilizzava "merum" vinum, ilvino aromatizzato con il miele, acqua, e resine varie; invece merum significava vino puro, sincero. Ebbene la parola "vinum" è entrata in tutte lelingue indoeuropee, mentre la parola merum è rimasta nellevarianti romanze della Puglia, soprattutto salentine, ove ancora oggi il vino si chiama "mière" (/miεrə/, in pugliese), e "mieru" (/miεru/, in salentino).
I primi documenti relativi a questo vitigno risalgono alla seconda metà del1700, quando un uomo di chiesa, don Francesco Filippo Indellicati,primicerio della chiesa di Gioia del Colle, notò che tra tanti vitigni che si usava coltivare nelle sue vigne, ve n'era uno che giungeva a maturazione prima degli altri e dava un'uva particolarmente nera, dolce e gustosa che si potevavendemmiare adagosto. L'Indellicati selezionò il vitigno che in quel tempo era chiamato zagarese, per poi denominarlo "primitivo", termine derivante dal latinoprimativus[1].
Da alcune citazioni si può dedurre con certezza che agli inizi delXIX secolo il primicerio don Francesco Filippo Indellicati e gli altri viticoltori, diffusero il primitivo di Gioia del Colle interra di Bari e Brindisi e interra d'Otranto (le odierneprovince di Taranto eLecce). Intorno al1820, il primitivo venne introdotto anche aTuri,Cassano,Sammichele,Noci,Castellana Grotte. Per evidenziare quale fosse la complessità della situazione vitivinicola barese, insieme al primitivo vitigno fondamentale si coltivavanouva di Troia,Bombino nero, Notardomenico,Aleatico, Amanera. I vitigni bianchi erano invece baresana, verdeca efiano.
Se il primitivo iniziò la sua storia nelleMurge, sarà poi nelle soleggiate terre salentine (ed in particolare in quelle circostanti, quali gli agri diManduria,Sava,Lizzano eMaruggio, favorevoli al miglioramento delle sue qualità) che raggiungerà la sua massima diffusione. Quest'ultimo viaggio del primitivo si dovette alle nozze della contessina Sabini di Altamura e Don Tommaso Schiavoni-Tafuri diManduria. La nobildonna, infatti, portò dalla sua città natale alcune barbatelle scelte dalla preziosa pianta, una specie di dote che il marito manduriano seppe sfruttare egregiamente.
Questoquadro ampelografico rimase invariato fino agli albori delXX secolo, quando si ebbe la distruzione della vite ad opera dellafillossera. La fillossera, originaria dell'est degliStati Uniti d'America, ha provocato una grave crisi della viticultura europea a partire dal1863. Sono stati necessari trent'anni per debellarla, ricorrendo all'innesto della vite europea su quella americana. Nel 1869 inFrancia,Victor Pulliat creò la società regionale di viticultura diLione e organizzò delle conferenze e dei corsi di istruzione sulle radici resistenti per rigenerare i vitigni francesi attaccati dalla fillossera.
La situazione ampelografica nel1908 nellaprovincia di Bari andava verso un graduale miglioramento: vennero coltivate le prime barbatelle con piede americano e nel1912 iniziò ad intensificarsi per merito di agricoltori con mentalità più avanzata fra quali l'on.Vito Luciani (sottosegretario di stato di Gioia del Colle (1910-11) e poi dopo laguerra mondialeMinistro delle terre liberate), il quale ricostruì i vigneti su piede americano scoprendo la resistenza alla fillossera diffondendo così la cultura monovarietale o quasi. Visto che ilprimitivo di Manduria era più alcolico, corposo e di colore vellutato con riflessi violacei, i francesi scelsero proprio questo vino. Nacque così la vocazione al taglio del primitivo di Manduria, sebbene più che una vocazione bisognerebbe definirla un matrimonio d'interesse.
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