Zaddiq oTzadik/Zadik/Sadiq (in ebraicoצדיק?, «giusto»; plur. in ebraicoצדיקים?,ṣaddīqīm) è un titolo onorifico usato nell'ebraismo, generalmente conferito a coloro che vengono consideratigiusti, come un personaggio biblico, un maestro spirituale o unrabbino. Laradice della parolaṣaddīq èṣ-ḏ-q (צדק,ṣeḏeq) che significa «giustizia» o «rettitudine», radice anche ditzedakah («carità», lett. «giustizia»); tale termine quindi si riferisce a colui che agiscegiustamente. Il terminefemminile della persona retta ètzadeikes/tzaddeket.[2]
Il terminezaddiq otzadik, cioè «giusto» (e i suoi significati correlati) si sviluppò nelpensiero ebraico come opposto dichassid (l'onorifico «pio»), ulteriormente esaminato e approfondito dallaletteratura etica e dalla spiritualizzazione esoterica dellaKabbalah. Nell'ebraismo chassidico, l'istituzione delloTzadik assunse importanza centrale, combinando per la prima volta il precorsomisticismo elitista con un movimento sociale.[2] Adattando la terminologia teosofica kabbalistica, ilpensiero chassidico internalizzò l'esperienza mistica, enfatizzando un attaccamento di fedeltà (Deveikuth) al proprioRebbe, che rappresenta e trasmette ilflusso divino dellabenedizione al mondo.[3]
Inarabo la parola/nomeṢādiq (صادق) e l'etiopeTsaddəq (ጻድቅ) sonoparole imparentate con significati simili.[4] Anche il titolo della novella satirica diVoltaire intitolataZadig proviene da questa radice.Ṣedeq («rettitudine» nellareligione cananea) potrebbe essere stato l'epiteto di un dio deiGebusei.[5] La parola ebraica appare nei nomi biblici diMelchizedek, Adonizedek[6] eZadok, ilsommo sacerdote diDavide.
Nelpensiero ebraico esistono varie definizioni diZaddiq. SecondoMaimonide (basato sulTrattato Yevamot delTalmud babilonese, 49b-50a): "Colui del quale i meriti sorpassano le sue iniquità è unozaddiq."[7] Secondo laTanya: Likkutei Amarim diShneur Zalman di Lyady (che si fonda su passaggi delTanakh e delTalmud, e sulla tradizione dellaKabbalah), il vero titolo diTzadik denota una descrizione spirituale dell'anima e può unicamente essere dato a colui che non solo non pecca mai, ma che ha anche eradicato qualsiasi inclinazione a farlo: uno che ha completamentesublimato le proprie inclinazioni "animali" naturali e vitali nella santità, cosicché possa provare soltanto amore e timore diDio, senza tentazioni materiali.[3] Pertanto, uno zaddiq serve da "veicolo" o "merkavah" (מרכבה)[8] a Dio e non haEgo o autocoscienza. Da notare che una persona non può ottenere tale livello, ma viene invece accordato dall'Alto.[9] Questo livello particolare eleva la persona "intermedia" ("beinoni") ad una che non pecca mai con pensieri, parole, o azioni. Costoro percepiscono solo unacomunione divina durante momenti di devozione o studio, mentre nella vita mondana possono essere tentati da inclinazioni naturali, ma scelgono sempre di rimanere connessi alla santità. NelTanya[10] si evidenzia la differenza tra i concettimaimonidei-talmudici e i susseguenti concetti cabalistici-chassidici. Poiché la "Torah ha 70 configurazioni" d'interpretazione, forse entrambi i concetti sono veri metafisicamente:
(Tanya, Cap. 1)
LoZaddiq Nistar (in ebraicoצַדִיק נִסתָר?, ancheTzadik Nistar) plur.Zaddiqim Nistarim (in ebraicoצַדִיקִים נִסתָּרים?, ancheTzadikim Nistarim - "i giusti nascosti") o Lamed Vav Tzadikim ("36 giusti") spesso abbreviatoLamed Vav(niks),[11] si riferisce a"36 Giusti", nozione radicata nelle dimensioni piùmistiche dell'ebraismo.
IlTalmud[12] e segmenti delmisticismo ebraico affermano che almeno 36Zaddiqim Nistarim (Zaddiqim nascosti o anonimi) vivono tra di noi in un dato momento e per ogni generazione dall'inizio alla fine del mondo, a giustificare il fine del genere umano agli occhi di Dio; sono segreti (per questo vengono chiamati anche solonistarìm), ma è grazie a loro che il mondo non viene distrutto. Ilchassidismo e laKabbalah presentano varie idee sulla natura e ruolo di questi 36Zaddiqim.
La fonte che proviene dalTalmud è spiegata come segue:
Come concetto mistico, il numero 36 è ancor più interessante. Si dice che in qualsiasi momento [della storia umana] esistano nel mondo 36 persone speciali, e se non fosse per queste persone, tutte queste persone, se anche una sola di esse mancasse, il mondo verrebbe a finire. Le duelettere ebraiche che formano il numero 36 sonolamed, che è 30, evav, che è 6. Di conseguenza queste 36 persono vengono citate comeLamed-Vav Tzadikim. Questa inusuale credenza ebraica, molto popolare, si basa su una dichiarazionetalmudica che afferma che in ogni generazione 36 giusti "accolgono laShekhinah" - la Presenza Divina (TrattatoSanhedrin 97b; TrattatoSukkah (Talmud) 45b).[13]
L'ebraismomistico chassidico, come anche altre correnti dell'ebraismo, crede che esistano 36 persone giuste il cui ruolo nella vita sia di giustificare il fine dell'umanità agli occhi di Dio. La tradizione ebraica ritiene che le loro identità siano sconosciute anche tra di loro stessi e che, se uno di loro giungesse a comprendere il vero scopo della propria esistenza, non lo ammetterebbe mai e potrebbe essere immediatamente sostituito da un altro giusto:
ILamed-Vav Tzaddikim sono anche noti comeNistarim ("nascosti"). Nei raccontifolkloristico-chassidici emergono dal loro occultamento volontario e, grazie ai poteri mistici che possiedono, riescono a scongiurare gli incombenti disastri di un popolo perseguitato dai nemici che li circondano. Tornano al loro anonimato non appena il loro compito è finito, 'nascondendosi' nuovamente nella comunità ebraica in cui vivono relativamente anonimi. Ilamed-vavnik olamed-vovnik (abbreviazione inyiddish), sparsi come sono in tutta ladiaspora, non si conoscono tra di loro. In occasioni molto rare, uno di loro viene 'scoperto' per caso, ma il segreto della sua identità non deve essere divulgato. Ilamed-vavnik stessi non sanno di far parte dei 36 giusti. Infatti, la tradizione vuole che se una persona asserisse di essere uno dei 36, questa sarebbe la prova che certamente non lo sia. Dal momento che ognuno dei 36 è modello dianavah ("umiltà"), tale virtù gli precluderebbe la propria autoproclamazione (di essere tra detti giusti). I 36 sono semplicemente troppo umili per credere di essere parte dei 36.[13]
GliTzadikim Nistarim esemplificano un tipo dileadership che differisce dalla nozione delleader pubblico lungimirante che gli studiosi affermano essere sopravvalutato nella cultura moderna,[14] ma è ben riassunto da un aforisma citato dai presidenti Truman e Reagan: "Non c'è limite a ciò che un uomo può fare o dove può arrivare se non gli importa di prendersene il merito."
Lamed-vavnik è il termine inyiddish per uno dei 36 giusti oTzadikim citati dallaKabbalah e dalmisticismo ebraico. Secondo questo insegnamento, in qualsiasi momento esistono almeno 36 persone sante e giuste al mondo che sonoTzadikim. Questisantoni sono nascosti, cioè nessuno sa dove siano. In base ad alcune versioni della relativa storia, loro stessi potrebbero non sapere chi sono o che lo sono. Per il bene di questi 36 santi nascosti, Dio conserva il mondo, anche se il resto dell'umanità è degenerata al livello di barbarie totale. Ciò è simile alla storia diSodoma e Gomorra nelBibbia ebraica (Tanakh), dove Dio disse adAbramo che avrebbe risparmiato la città di Sodoma, se ci fosse stato un quorum di almeno 10 uomini giusti. Dal momento che nessuno sa chi siano ilamedvavnik, nemmeno loro stessi, ogniebreo deve agirecome se lui o lei potesse essere uno di loro; cioè, deve condurre una vita santa e umile e pregare per il bene degli altri esseri umani. Si dice anche che uno di questi 36 possa potenzialmente essere ilMessia ebreo, se il mondo è pronto per tale rivelazione. In caso contrario, vivono e muoiono come persone comuni. Se la persona sappia o meno di essere il potenziale Messia è tuttora dibattuto.[13]
Il terminelamedvavnik deriva dallalettere ebraicheLamedh ("L") eVav ("V"), i cui valori numerici (cfr.Ghematria) assommano a 36. Il "nik" alla fine è unsuffissorusso oyiddish che indica "una persona che..." Il numero 36 è due volte 18. Nellaghematria (forma dinumerologia ebraica), il numero 18 sta per "vita", perché le lettere ebraiche che formanochai, che significa "vivente", assommano a 18. Poiché 36 = 2×18, la cifra rappresenta "due vite".[15]
In alcune storie chassidiche, i discepoli dei propriRebbe e di altre figure religiose li considerano essere tra ilamedvavnik. È anche possibile per unlamedvavnik rivelarsi agli altri come tale, sebbene accada raramente — la condizione dilamedvavnik lo precluderebbe per il fatto stesso di essere un campione di umiltà e modestia. Di solito sono appunto i discepoli che speculano. Tali credenze vengono comunque descritte nelle opere diMax Brod, e alcuni scrittori (come per esempioJorge Luis Borges) credono che il concetto si sia originato dalLibro della Genesi 18:26[16]:
Si dice che il fondatore delmovimento chassidico, Yisrā'ēl ben Ĕlī‛ezer, meglio noto come ilBa'al Shēm Ṭōv, studiasse insieme ad una società segreta di mistici ebrei, iNestarim oNistarim, e che infine fosse divenuto unrabbino riverito e rinomato.[17]
Sebbene la condizione diTzadik, secondo le succitate definizioni, non sia necessariamente collegata all'abilità di operaremiracoli, il terminezaddiq è spesso usato liberamente dalTalmud per indicare coloro che hanno raggiunto un grado speciale di santità. In tale contesto, le preghiere dello zaddiq sono considerate particolarmente potenti, come stabilisce ilTalmud: "Uno Zaddiq decreta e Dio ascolta." Ciò in conformità col detto talmudico: «Rabban Gamliel figlio di RabbiJudah haNasi soleva dire: "Fa della volontà di Dio la tua stessa volontà, cosicché Egli faccia della tua volontà la Sua."»[18]
In certi contesti, ci si riferisce alloTzadik come al mistico operatore di miracoli[19]. Secondo ilBa'al Shēm Ṭōv, tale abilità sarebbe alla portata di ogniebreo. Infatti egli disse che ogni ebreo ha il potere di attraversare un fiume sopra il proprio fazzoletto, tramite la connessione con la propriaanima (che è diorigine divina).[20] Nelchassidismo, la dottrina dello "tzaddiqismo pratico", sviluppato daElimelech di Lizhensk (1717–1787), presentava loTzadik che faceva miracoli per trasmettere la benedizione divinaAyin-Yesh. Nella sua versione più estrema, i "taumaturghi" chassidici, predominanti nellaPolonia delXIX secolo, enfatizzavano questo concetto, a volte criticato come superficiale da altri capi chassidici. SecondoMenachem Mendel di Kotzk e la sua reazione contro lo "tzaddiqismo popolare", il più grande miracolo era di esaminare se stessi senza farsi illusioni.[21]
Secondo la prima suddetta definizione, che unoTzadik è "colui i quali meriti sorpassano le sue iniquità", qualsiasi persona può raggiungere tale livello. In contrasto, secondo la definizione dellaTanya che lo zaddiq non ha inclinazioni maligne, solo un piccolo gruppo di predestinati può raggiungere tale livello.[22].
"... Poiché tutto quello che sta in cielo e sulla terra..."[23]
"– Poichétutto כל (Yessod) si unisce al Cielo e alla Terra"[24]
"Lo Tzadik è il fondamento (Yessod) del Mondo"[25]
Nel sistema delle 10Sefiroth, ovvero le emanazioni divine presenti nella Kabbalah, ognuna delle 7 espressioni emotive è correlata ad una figura archetipica dellaBibbia ebraica (Tanakh). Il primoreame emanato ad emergere della Volontà potenziale diDio nellaCreazione èAtziluth, il Mondo dell'"Emanazione". Poiché è ancora nullificato nella Divinità, e pertanto non considerata esistenza autocosciente, è il reame dove le 10 Sephirot, attributi di Dio, sono rivelate nella loro essenza. Le Sephirot splendono anche nei mondi spirituali inferiori, ma solo in gradi più bassi in sequenza, nascoste tramite contrazioni susseguenti e velature dellavitalità divina. Sette tzadikim biblici, figure di rettitudine, sono considerati personificazioni delle Sephirot emotive di Atzilut:Abramo-Benevolenza,Isacco-Rigore,Giacobbe-Compassione,Mosè-Persistenza,Aronne-Gloria,Giuseppe-Fondamento,Davide-Regno. Mentre tutte e sette le figure sono consideratei Tzadikim supremi, in contesti particolari, sia Giuseppe comeYessod, siaMosè come anima inclusiva della comunità, sono identificati specialmente come archetipi dello Tzadik in generale.[26]
Nelle Sefiroth, Chessed-Abramo, Gevurah-Isacco e Tiferet-Giacobbe sono potenze spirituali superiori rispetto a Yessod-Giuseppe, che trasmette le potenze superiori alla loro realizzazione nell'azione di Malkuth. Tuttavia, tradizionalmente nell'ebraismo Giuseppe viene nominato con la qualità di "Tzadik-Giusto". Mentre iPatriarchi vivevano rettamente come pastori, Giuseppe rimase santo inEgitto, circondato daimpurità, tentato dalla moglie diPotifar, prigioniero in carcere, e poi attivo come viceré delFaraone. Poiché la Sephirah celeste diYessod-"Fondamento" incanala spiritualità verso il reame fisico, così nella Kabbalah e nello sviluppo delpensiero chassidico la sua funzione si affianca al ruolo umano delloTzadik in questo mondo:[27]
ICinque mondi nellaCabala |
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"... Amare il Signore tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui..."[29]
"Tenersi uniti ad uno studioso della Torah è come tenersi uniti allaShekinah Divina "[30]
Le guide delle masse di Israele originano dall'intelletto dell'anima diAdamo.[31]
"In ogni generazione c'è un capo comeMosè"
L'anima delloTzadik è un'anima inclusiva e generale della comunità. NellaKabbalah, laghematria (valore numerico) ha importanza, perché la Creazione è formata dal "pronunciamento" divino come daGenesi 1[32]. La ghematria diYessod (יסוד) è 80, 8 volte 10, che forma il valore ridotto di 18 (חיVita), poiché loTzadik è chiamato veramente "vivo/vitale" spiritualmente. 80 è il valore diKlal (כלל), la "comunità", estensione diKol (כל), il termine kabbalistico che indica la Sefirah di Yessod. Lo "Tzadik della generazione" è un'"anima generale" (neshama klalit) della generazione, in cui è inclusa ogni anima individuale. Ilpensiero chassidico si concentra su questo parallelo e la rispettiva applicazione ad ogni persona. Attraverso la connessione personale di ogni anima con loTzadik, la relativa essenzaYechidah viene rivelata, tramite la rivelazione dellaYechidah delloTzadik.[27]
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