Gliyōkai (妖怪?), da “yō”, “maleficio, stregoneria” e da “kai”, “manifestazione inquietante”, nome talvoltatraslitterato anche "youkai" o "yokai", traducibile con "apparizioni", "spettri", o "demoni", sono un tipo di creatura soprannaturale dellamitologia giapponese, le caratteristiche delloyōkai spaziano in modo diverso da entità malevole e maliziose che si ritiene causino sfortuna e danno, a coloro che sono considerati portatori di fortuna a quelli che li incontrano.
Ci sono molte tipologie di yōkai: si va dal malvagiooni (鬼?) alle ingannatricikitsune (狐?) e alla signora della neveyuki-onna (雪女?); alcuni posseggono parti animali e parti umane, ad esempio ilkappa (河童?), iltengu (天狗?) e lanure-onna (濡女?). Gli yōkai spesso hanno poteri soprannaturali; sono quasi sempre considerati pericolosi per gli esseri umani, e le loro azioni hanno ragioni oscure. Alcune storie moderne raccontano di yōkai che si mescolano agli esseri umani, generando glihan'yō (半妖? o "mezzi-yōkai"); nella tradizione solo lekitsune ne erano capaci.
Alcuni yōkai semplicemente evitano gli esseri umani, e abitano aree selvagge molto lontano dai centri abitati; altri invece scelgono di vivere vicino a essi, attratti dal calore delle case o dai fuoch.[1] Gli yōkai sono tradizionalmente associati al fuoco, alla direzione nord-est, e all'estate, stagione nella quale il mondo degli spiriti è vicino a quello umano. Gli Yōkai, come gli altriobake (お化け?), esseri in grado di cambiare forma anche dettibakemono (化け物?), sono spesso rappresentati con tratti tra il grottesco e il terrificante.
C'è un'ampia varietà di yōkai nella mitologia giapponese: yōkai è un termine vago che può arrivare a comprendere praticamente tutti i mostri e gli esseri sovrannaturali, perfino creature della mitologia occidentale.
In Giappone, di molti animali si pensa che posseggano poteri magici: molti di questi sonohenge (変化?),mutaforma, che spesso assumono sembianze umane, generalmente al fine di giocare brutti tiri agli esseri umani. In molti casi la trasformazione da animale a yōkai avviene quando raggiungono un'età veneranda, mentre a volte la figura mitologica si è discostata notevolmente dall'animale reale (è il caso del baku e del mujina), e in altri reca solo alcune caratteristiche residue dell'animale originario (è il caso del tengu).
Tra i più noti esempi di yōkai animali citiamo i seguenti, in ordine alfabetico:
Ilcane (犬?,inu), poteva invece diventare unkami, per la precisione unoshikigami (式神?) ed era chiamatoInugami (犬神?). Inoltre l'ormai estintolupo grigio del Giappone (狼?,Ōkami) era considerato un messaggero deikami della montagna.
Molti yōkai erano inizialmente esseri umani, trasformati in qualcosa di grottesco e orrendo spesso da qualche stato emotivo; lafutakuchi-onna (二口女?), "donna con due bocche", per esempio, ha una bocca in più dietro la testa causata dalla "possessione" di uno spirito che ha fermato la cicatrizzazione di una ferita, su cui i capelli fungono da tentacoli: questa trasformazione è generalmente causata dall'ossessione per il proprio aspetto fisico. Altri esempi di trasformazioni di umani o di yōkai umanoidi sono irokuro-kubi (ろくろ首?), umani il cui collo si allunga durante la notte, e iKawa Otoko (川男? letteralmente uomini del fiume), docili umanoidi particolarmente alti e di pelle scura, che vivono lungo i corsi d'acqua sulle montagne.[3]
Un'altra classe di yōkai sono glitsukumogami, oggetti di uso comune che prendono vita dopo cento anni; il più famoso, considerato un mostro non spaventoso, è ilkarakasa, generalmente rappresentato come un parasole con un occhio solo e un piede calzato in ungeta (sandalo tipico giapponese) al posto del manico. Altri esempi sono ibakezōri (sandali di paglia),kameosa (otri disakè),morinji-no-kama (teiere),chabukuro (sacchetto deltè).
Ci sono altri yōkai che non rientrano in nessuna delle precedenti categorie; ad esempio gliamikiri, creature che esistono al solo scopo di forare le zanzariere oppure creature scheletriche, come laBake-kujira o ilGashadokuro.
Per quanto concerne strettamente il folklore giapponese, esistono innumerevoli esempi diyōkai con fattezze femminili. Queste creature, benché diverse tra loro nell'aspetto, sono accomunate dal fatto di trasgredire le convenzioni sociali ed essere immorali e pericolose. Secondo Rossella Marangoni, le donne-mostro e, più in generale, le figure femminili che compiono gesti terribili, sono frutto delmaschilismo dominante nella tradizione giapponese. Secondo la scrittricefemminista Jude Doyle, «un mostro è un corpo che avrebbe dovuto essere sottomesso, ma che è diventato una smisurata minaccia: un mostro è una donna che si è sottratta al controllo (dell'uomo).»[4]
Molti yōkai sono presenti nella tradizione, nella letteratura e nelle rappresentazioni artistiche ispirate alla tradizione, in particolaremanga/anime e horror giapponesi; tali creature sono inoltre protagoniste della serie televisiva del 2020Yōkai Sharehouse.