Ininformatica ilWeb 2.0 è una fase dellastoria del World Wide Web caratterizzata dall'esistenza diapplicazioni web che interagiscono attivamente con l'utente, modificando le informazioni mostrate in base alle informazioni generate da quest'ultimo e ricevute dall'application server (user generated content). Essa seguì la cosiddetta fase delWeb 1.0, caratterizzata invece dall'uso dipagine web statiche e da una interazione sostanzialmente unilaterale tra utente e fornitore di contenuti.
Il termine Web 2.0 è stato strettamente associato aTim O'Reilly grazie alla Web 2.0 conference diO'Reilly Media alla fine del 2004.[1][2] Il termine 2.0 è mutuato direttamente dallosviluppo software nel quale la notazione puntata indica l'indice di sviluppo e successiva distribuzione (release) di un particolaresoftware. In questo caso la locuzione pone l'accento sulle differenze rispetto al cosiddetto Web 1.0, diffuso fino aglianni novanta, e composto prevalentemente dasiti web statici, senza alcuna possibilità di interazione con l'utente eccetto la normale navigazioneipertestuale tra le pagine, l'uso dellee-mail e deimotori di ricerca.
In tale ambito per realizzare tale scenario interattivo e dinamico si fa frequentemente uso diapplicazioni web qualiapplet,servlet,CMS, ecc., tramite opportuniprogrammi dettiscript, scritti in vari possibililinguaggi di scripting qualiPHP,ASP,.NET, inseriti tipicamente all'interno della pagina webHTML e che, su particolare richiesta dell'utente, vengono attivati ed elaboratilato client tramitebrowser olato server restituendo il contenuto dinamico sotto forma di codice HTML interpretato poi dalbrowser e visualizzato all'utente. Tuttavia per ottimizzare le performance delle varie piattaforme, si ricorre ad una certa staticità dei contenuti dinamici.
La pagina d'inizio del sito web di Wikipedia nel 2006. Wikipedia è infatti un esempio di sito web dinamico.
Esempi tipici di applicazioni webdinamiche sono i siti die-commerce che ovviamente devono interagire con l'utente ed adeguarsi alle sue scelte. Moltisiti web sono considerati "dinamici" dato che consentono all'utente di personalizzare l'impaginazione o le informazioni mostrate o aggiornare in maniera efficiente (dinamica appunto) i contenuti in modo da renderli più vicine alle richieste dell'utente o del programmatore web.
Un ulteriore esempio potrebbe essere ilsocial commerce, l'evoluzione dell'E-Commerce in senso interattivo, che consente una maggiore partecipazione dei clienti, attraversoblog,forum, sistemi difeedback ecc. Per le applicazioni Web 2.0, spesso vengono usate tecnologie di programmazione particolari, comeAJAX (Gmail usa largamente questa tecnica) o, in passato,Adobe Flex. Il tutto è stato favorito da una maggioreconnettività in termini dibanda trasmissiva (dai 2 Mbit/s inADSL anziché i 56 Kbit/s delle connessioni conmodemdial-up).
Negli ultimi anni hanno avuto un'elevata diffusione i siti di tipowiki. In questi siti l'utente non solo interagisce con il sito per decidere quali informazioni visualizzare, ma a sua volta l'utente può fornire informazioni e contenuti se lo desidera. La stessaWikipedia infatti è un sito web dinamico implementato attraverso unCMS scritto inPHP.
Gli scettici replicano che il termineWeb 2.0 non ha un vero e proprio significato e dipenderebbe principalmente dal tentativo di convincere media e investitori sulle opportunità legate ad alcune piattaforme e tecnologie.
Alcuni come Seth Godin hanno iniziato,[3] ad utilizzare il termine "New Web" (Nuovo Web) in quanto si rimane molto scettici sull'utilizzo dell'etichetta "web 2.0" (o anche 3.0 e successive) quando utilizzata al fine di definire univocamente e generalmente una complessa e continua innovazione dei paradigmi di comunicazione digitale sul web. Se pure il termine "Nuovo Web" non diventasse velocemente di uso comune anche tra iNetizen, questo probabilmente non diverrebbe obsoleto come sta accadendo per l'etichetta "web 2.0" a favore ad esempio di "3.0", "3.5", "4.0" e così via. Questo tipo di etichette hanno la funzione di "fotografare" in maniera non univoca un certo momento.
Originariamente il web è stato concepito come modo per visualizzare documentiipertestualistatici (creati con l'uso del linguaggioHTML). Questa fase fu in seguito nota comeWeb 1.0.
In seguito, grazie all'integrazione condatabase e all'utilizzo di sistemi digestione dei contenuti (CMS), esso è stato da alcuni definitoWeb 1.5.
Attraverso l'utilizzo dilinguaggi di scripting comeJavaScript, degli elementi dinamici e dei fogli di stile (CSS) per gli aspetti grafici, si possono creare delle vere e proprieapplicazioni web che si discostano dal vecchio concetto di sempliceipertesto e che puntano a somigliare ad applicazioni tradizionali per computer.
Da un punto di vista strettamente di tecnologia di rete, ilWeb 2.0 è del tutto equivalente alWeb 1.0, in quanto l'infrastruttura alivello di rete continua ad essere costituita daTCP/IP eHTTP e l'ipertesto è ancora il concetto base delle relazioni tra i contenuti. La differenza, più che altro, sta nell'approccio con il quale gli utenti si rivolgono al Web, che passa fondamentalmente dalla semplice consultazione (seppure supportata da efficienti strumenti di ricerca, selezione e aggregazione) alla possibilità di contribuire popolando e alimentando il Web con propri contenuti.
I primi siti web popolari di tipo partecipativo includevano Craiglist, un sito di annunci pubblicitari divisi per categorie che nacque nel 1995 evolvendosi da un notiziario che Craig Newmark faceva circolare regolarmente per posta elettronica con informazioni sugli eventi in calendario a San Francisco. Su Craiglist chiunque poteva pubblicare notizie d'interesse come avvenimenti imminenti, annunci personali oppure oggetti in vendita[5].
Il Web 2.0 costituisce anzitutto un approccio filosofico alla rete che ne connota la dimensione sociale, della condivisione, dell'autorialità rispetto alla mera fruizione: sebbene dal punto di vista tecnologico molti strumenti della rete possano apparire invariati (come forum,chat e blog, che "preesistevano" già nel web 1.0) è proprio la modalità di utilizzo della rete ad aprire nuovi scenari fondati sulla compresenza nell'utente della possibilità di fruire e di creare/modificare i contenutimultimediali.
Sebbene potenzialmentein nuce nello stesso paradigma di rete, che si nutre del concetto di condivisione delle risorse, rappresenta la concretizzazione delle aspettative dei creatori del Web, che solo grazie all'evoluzione tecnologica oggi costituiscono una realtà accessibile. La possibilità di accedere a servizi a basso costo in grado di consentire l'editing anche per l'utente poco evoluto, rappresenta un importante passo verso un'autentica interazione e condivisione in cui il ruolo dell'utente è centrale.
Nel descrivere le caratteristiche del Web 2.0 si procede spesso per confronto con il Web 1.0, indicando come nel passaggio di versione gli elementi fondamentali si siano evoluti o siano stati sostituiti da nuovi. Si tratta dunque di un modo di rappresentare il Web 2.0 divulgativo e non prettamente tecnico, ma piuttosto efficace per riconoscere l'evoluzione dei sistemi su Internet.
Se prima la costruzione di unsito web personale richiedeva la padronanza di elementi diHTML e di programmazione, oggi con iblog chiunque è in grado di pubblicare i propri contenuti, dotandoli anche di veste grafica accattivante, senza possedere alcuna particolare preparazione tecnica. Se prima le comunità web erano in stragrande maggioranza costituite da esperti informatici, oggi la situazione è completamente ribaltata. I principali produttori di blog sono scrittori, giornalisti, artisti le cui attività non presuppongono una conoscenza informatica approfondita[6].
La tecnologiaWiki (Wikipedia ne è la più celebre applicazione) è il punto di arrivo delcontent management, in quanto ne implementa tutti i paradigmi. Se prima erano necessarie più applicazioni informatiche per la gestione del ciclo di vita dell'informazione (dall'intuizione alla fruizione), oggi una stessa tecnologia supporta al meglio tutto il processo. Si fruisce dell'informazione nell'ambiente stesso in cui essa è nata[7].
Le tecniche utilizzate in precedenza per tenere per più tempo i visitatori su un sito web (stickiness, letteralmente l'"appiccicosità" di un sito, cioè la capacità di tenere "incollati" gli utenti ad esso) stanno lasciando il posto ad altre concezioni di contatto con il fruitore. Attraverso le tecnologie disyndication (RSS,Atom,tagging) chi realizza contenuti fa in modo che questi possano essere fruiti non solo sul sito, ma anche attraverso canali diversi[8][9].
Un esempio di questi nuovi canali sono ifeed, cioè delle liste di elementi con un titolo (es. notizie di un giornale,thread di unnewsgroup), che permettono il successivo collegamento ai contenuti informativi. Questi ultimi possono essere aggiornati e consultati di frequente con programmi appositi o anche attraverso ibrowser e quindi consentono di essere sempre a conoscenza dei nuovi contenuti inseriti su più siti senza doverli visitare direttamente[10][11].
Tale possibilità di creazione e condivisione di contenuti su Web, tipica delWeb 2.0, è data da una serie di strumenti (tool ininglese)on-line che permettono di utilizzare il web come se si trattasse di una normale applicazione. In pratica il Web di seconda generazione è un Web dove poter trovare quei servizi che finora erano offerti da pacchetti da installare sui singoli computer.
Oltre alla creazione condivisa di contenutoon-line, ilWeb 2.0 è caratterizzato dalla pubblicazione immediata del contenuto e alla sua classificazione e indicizzazione nei motori di ricerca, in modo che l'informazione sia subito disponibile a beneficio dalla comunità, realizzando in maniera veloce il ciclo di vita delcontent management. Per la pubblicazione dei contenuti fanno da padrone sul Web (di oggi) i provider diblog comeBlogger,WordPress eSplinder, ma anche piattaforme commerciali comeMicrosoft Sharepoint Services che nella versione 3.0 accentua le sue caratteristiche di collaborazione diventando la parteserver diOffice 12[13].
Possibilità di creareecommerce,blog,forum e siti web dove l'utente può commentare, registrarsi, interagire con gli altri utenti del sito, chattare, modificare il sito stesso tramite lewiki.
IlContent Management System (CMS) consente ad un utente che non conosce linguaggi come HTML, CSS, PHP, ASP, JavaScript,MySQL, SQL eccetera può creare un sito statico da zero senza programmare. Per i soggetti che fanno sviluppare il sito istituzionale/aziendale alleweb agency (tipico caso delle imprese, enti pubblici, associazioni, lavoratori autonomi), il CMS permette di aggiornare i contenuti con estrema facilità (è solo in caso in modifiche strutturali che occorre nuovamente rivolgersi alla web agency).
Può generare HTML diverso per ciascuna richiesta. Tramite database si possono richiedere informazioni in modo organizzato e strutturato per creare e visualizzare contenuti a seconda di come l'utente vuole visualizzarli.