Unwat (in thailandeseวัด), nell'accezione comune del termine, è untempio buddhista inCambogia, inThailandia ed inLaos (benché in quest'ultimo paese la trascrizione venga spesso resa con il termine "vat"). La parola "wat" deriva dalPālivatthu-ārāma (वय्य्हु आराम), che significa"il luogo dove è costruito il tempio".[1]
Più precisamente unwat è un'area delimitata al cui interno sorgono edifici sacri delbuddhismo Theravāda comprendente un tempio principale, l'alloggio per imonaci e una scuola, inoltre ci possono essere altre costruzioni annesse. In teoria un sito buddhista in cui vivano meno di tre monaci non ha le credenziali per essere definito un wat, ma in pratica vengono definiti tali anche i siti archeologici degli antichi templi, come ad esempio quello in Cambogia diAngkor Wat, che significa"la città dei templi".
In Thailandia ed in Laos i templicinesi, sia quelli buddhisti che quellitaoisti, vengono chiamatiwat ciin (tempio cinese), quelliinduistiwat khèek (tempio degli ospiti, così vengono chiamati gliindiani) e le chiesecristianewat kris owat krit (tempio cristiano) owat farang (tempio dei forestieri occidentali).
Nelwat la zona sacra è separata da quella riservata agli alloggi dei monaci e alla scuola. La zona sacra è composta dai seguenti elementi:
IlPhra Ubosot, detto ancheBot, è il tempio principale del complesso, viene chiamato anchesala dell'ordinazione perché è qui che si svolge ilrito dell'ordinazione monastica. Al suo interno è conservata la statua più importante diBuddha. L'accesso è solitamente riservato solo ai monaci.[2]
Ilvihan è un tempio assimilabile alPhra Ubosot, ma meno sontuoso e meno importante, e svolge le funzioni di sala per la preghiera e per le assemblee secondarie. Il termine viene dalsanscritovihara (विहार), che in India rappresenta l'edificio principale del complesso templare.
Lechofah sono decorazioni poste alle estremità dellalinea di colmo e dellelinee di gronda nei tetti degli edifici sacri, hanno la forma di sinuosi uccelli con becco lungo e rappresentano ilgaruḍa, un essere metà aquila e metà uomo delle mitologie induista e buddhista, che è l'emblema della Thailandia. Si possono trovare anche nel cortile delwat, in questo caso hanno delle campanelle attaccate che suonano quando si alza il vento[2]
Chedi è la parola thailandese perstupa, che in Laos prende il nomethat, mentre nell'architettura birmana prende sia il nome dichedi che quello dipagoda, ha funzione direliquiario e contiene resti o oggetti sacri diBuddha. Ha la forma di una campana allungata nell'estremità superiore con una guglia e la superficie liscia. Questa forma è stata importata dall'architettuta classica delloSri Lanka. In Cambogia prende il nomechedey ed ha spesso la forma di snella piramide con la superficie istoriata, che l'architettura khmer ha mutuato da quella classica induista all'epoca dei primi regni cambogiani nelI millennio a.C., quando l'induismo era la religione di Stato. Lo stile khmer è stato spesso usato per la costruzione dei templi in Thailandia ai tempi diAyutthaya e diRattanakosin, e nel sud del Laos tra il XII ed il XV secolo, quando questa parte del paese era soggetta alla dominazione khmer.
Iprang sono torri istoriate che nella tradizione induista cambogiana servivano per ospitare statue delle divinità nella cella inferiore, a cui di solito aveva accesso solo il sovrano. Col sopravvento del buddhismo sono diventati reliquiari con la stessa funzione dello stupa e sono stati adottati anche dall'architettura sacra siamese e lao nel periodo di Ayutthaya ed agli inizi del periodo Rattanakosin. Nei maggiori templi è possibile trovare affiancati i chedi ed i prang, come nelWat Arun e nelWat Phra Kaew di Bangkok.[3]
Ilmondop è un edificio a pianta quadrata aperto sui lati che di solito ha il tetto a forma piramidale, al suo interno vengono custoditi testi od oggetti sacri, ma può essere usato anche per svolgere determinati riti
Lahor trai è la biblioteca delwat. Per evitare il danneggiamento delle termiti ai testi, sia ilmondop che lahor trai sono spesso circondati da uno stagno[2]
Lesalawat sono piccoli padiglioni aperti sui lati e sono disseminati nei cortili, vengono usati per la meditazione e per rilassarsi e proteggersi dal sole e dalla pioggia; in alcuniwat esistono delle versioni più grandi, dove i monaci apprendono i sacri insegnamenti, che prendono il nomesala kan parian, che significa "sala per l'apprendimento della teologia buddhista",[4] che viene insegnata inpali, l'anticalingua indo-ariana usata nella liturgia delBuddhismo Theravada.[2]
L'ho rakang' è il campanile.
Nāga è un terminesanscrito (नाग) che significa serpente, neiwat vi sono spesso rappresentazioni diMucalinda, il sacro serpente che secondo la tradizione buddhista protesse Buddha nel periodo in cui ricevette l'Illuminazione, spesso poste sui parapetti delle scalinate che accedono aiPhra Ubosot e aivihan o in altre parti delwat.[2] Nella tradizione cambogiana pre-buddhista inaga assumevano anche un significato regale, e nell'architettura khmer sono spesso stati rappresentati con grande sfarzo
Ilcrematorio è la cella funeraria in cui avviene lacremazione dei morti, presente solo neiwat maggiori
Vi sono diverse regole da osservare quando si entra in un wat:[5]
Alcuni famosi wat sono: