Unavocale nasale è unavocale prodotta con ilvelo palatino abbassato, che permette il passaggio dell'aria nellefosse nasali, creando così una risonanza caratteristica.
In linea di principio, tutte le vocali possono essere realizzate sia col velo palatino alzato (vocali orali) sia col velo palatino abbassato (vocali nasali). Nella trascrizione dell'IPA le vocali nasali si scrivono col segno dellatilde sopra la relativa vocale orale (ad esempio[ã] e[õ]).
Non tutte le lingue possiedono vocali nasalifonologicamente rilevanti, cioè portatrici di un significato che le differenzi da quelle orali: tra le lingue che le possiedono, si segnalano ad esempio ilfrancese e ilportoghese, ilpolacco, l'irlandese, un buon numero di varietà dell'Italia settentrionale, il caltagironese (undialetto siciliano orientale con influenza ligure) e ilsardo campidanese occidentale ed oristanese.
I suoni nasali possono dar luogo a diversi fenomeni fonetici, il più caratteristico dei quali è lanasalizzazione delle vocali davanti aconsonanti nasali, che possono anche sparire. Ad esempio, dallatinobonum > milanese [bũː] (grafia <bon>).
Viceversa, una vocale nasale può perdere questo tratto (si parla allora di denasalizzazione). Si veda ad esempio ilbergamasco [bu] "buono", che discende probabilmente da forme con vocale nasale, come il milanese [bũː].
La nasalizzazione può anche essere spontanea, senza la presenza di una nasale precedente. La si rileva spesso, per esempio, nelberbero dellaCabilia per le vocali in fine di parola, ad esempiotira (pronuncia [θirã]) "scrittura". Fenomeni di questo tipo sono relativamente frequenti nellelingue semitiche, dove sono noti col nome di mimazione e dinunazione.