Il territorio comunale ha forma allungata e confina ad ovest e a sud-ovest conCorbetta, a sud conCisliano, a est ed a nord-est conSedriano e infine a nord conArluno.
Vittuone dista circa 20 chilometri ad ovest dal capoluogo lombardo.
Morfologicamente, il territorio di Vittuone è caratterizzato dall'ambiente pianeggiante tipico dellapianura padana, prevalentemente adatto a boschi o coltivazioni. L'altitudine è compresa tra i 135 e i 151ms.l.m. Generalmente i terreni del comune presentano caratteristiche omogenee nelle loro componenti.
Uno degli aspetti più significativi dell'idrografia di Vittuone come delle zone limitrofe all'abitato sono lerisorgive, che un tempo avevano ampia rilevanza economica per l'agricoltura e oggi costituiscono una delle attrazioni principali delParco Agricolo Sud Milano. Tra i fontanili più rilevanti ricordiamo il fontanile Saretta (luogo presso il quale è stata rinvenuta la salma diMike Bongiorno dopo il suo trafugamento) a cui la leggenda popolare ha attribuito acque miracolose[7] ed il Tre Teste.
Dal punto di vistasismico Vittuone presenta unrischio molto basso ed è stata classificata come il comune zona 4[8] (bassa sismicità) dallaprotezione civile nazionale. Nella sua storia l'abitato ha risentito di tre terremoti di entità superiore a 5,5 ML: quello del1117 (6,5 ML), quello del1222 (6 ML) e quello del1887 (6,3 ML)[9]
Il clima di Vittuone è quellocontinentale, tipico delle pianure settentrionali italiane con inverni freddi e abbastanza rigidi con diverse giornate di gelo[10], col fenomeno dellanebbia; le estati, che risentono di elevatetemperature che possono superare i 30 °C, presentano una umidità che può raggiungere l'80% causando quel fenomeno di caldo umido comunemente chiamato "afa"[10]. L'umidità non è comunque presente solo d'estate, ma è molto elevata tutto l'anno[10]. I dati provenienti dalla vicinastazione meteorologica di Milano Malpensa, ad ogni modo, indicano, in base alla media trentennale di riferimento (1961-1990) per l'Organizzazione Mondiale della Meteorologia, che la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno a -4 °C; quella del mese più caldo, luglio, è appena sopra i +28 °C.
Il comune appartiene allazona climatica E, 2599 GR/G[11]. Vittuone, come del resto gran parte dei comuni della Pianura Padana, soffre di scarsa ventilazione[12].
La piovosità si concentra principalmente in autunno e in primavera con un minimo relativo invernale e con una media annua superiore ai 1000 mm, con un minimo relativo invernale[13][14][15].
Il toponimoVittuone sembrerebbe derivare dalle parole latineVicus eTodone, ossia "villaggio di Todone" con chiaro riferimento a un importante personaggio locale del periodo longobardo, ricordato in un documento del793 d.C. ("Codex Diplomaticus Longobardiae"). In un diploma diEnrico III, re di Germania del 1045 si trova la forma ormai mutata diVicotodone.[16][17]
Tra le tombe romane ritrovate a Vittuone dal nobile Giovanni Venini e risalenti al I secolo, alcune contenevano monete riconducibili al regno diNerone.
Vittuone era un villaggio già esistente in epoca romana e forse di probabili origini gallico - celtiche. Le prime scoperte testimonianti un primordiale insediamento romano risalgono al1868 quando il nobile Giovanni Venini ritrovò, nel parco della sua villa di campagna sita in centro al paese, alcune ceneri ed ossa provenienti da urne cinerarie, accompagnate da alcuni cimeli in bronzo che vennero studiati poi dall'archeologoBernardino Biondelli, il quale pure sottopose le ceramiche ad alcuni esperimenti chimici per spiegare le differenze di tinta.[18]
Nel1902, presso la cascina Resta a sud dell'abitato, vennero ritrovate monete che riportavano effigi del I e del II secolo d.C. e un vaso antropomorfo (1907). Per tale motivo questi ritrovamenti possono far supporre che Vittuone fu uncastrum di rinforzo alle legioni del Ticino o più facilmente unvicus (villaggio minore) delpagus della vicinaCorbetta.[19]
Per quanto riguarda il primo periodo medioevale, l'inesistenza di una ricca documentazione ufficiale non permette ad oggi di tracciare un quadro storico sintetico ben preciso della storia di Vittuone. Di certo si sa che il borgo già nelmedioevo doveva godere di una qualche rilevanza locale seGoffredo da Bussero, già sul finire delXIII secolo, cita la presenza nel paese della chiesa di San Martino aVituono,[20][21] e dall'archivio dellaVeneranda Fabbrica del Duomo diMilano si apprende che questa stessa istituzione possedette dei beni nel comune, nel periodo compreso tra il1347 e il1486 comeprebenda (beneficio parrocchiale) nellaPieve di Corbetta.
Dati storici più precisi si hanno nel1311 quando un vittuonese fu rettore a Milano e partecipò conMarco Visconti, altri rettori e trecento uomini a cavallo all'attacco della casa dell'arcivescovoCassono della Torre per intimargli l'esilio. Da una cronaca del procuratore milanese Giacomo Filippo Besta intitolataFior dei Fiori, apprendiamo che tra i capitani delle porte della città di Milano vi erano alcuni uomini d'arme scelti tra la nobiltà del contado: per laporta Ticinese vi fu tra gli altri Giovanni da Vittuone.[22] Fu probabilmente in quest'epoca che iniziò a farsi strada nei possedimenti terrieri di Vittuone la famiglia De Capitani che nella prima metà del XV secolo ebbe come proprio rappresentante tale Matteo De Capitani che fu protomedico del ducaFilippo Maria Visconti dal 1412 sino al 1430.[22]
Nel 1346, Vittuone è indicata tra quelle città incaricate di provvedere la cura della Strada Consolare Vercellina nel proprio tratto di competenza comunale.[23]
San Carlo Borromeo che comunica gli appestati, affresco presente sulla facciata del Lazzaretto di Vittuone, ridipinto daRodolfo Gambini nel 1891
NelXVI secolo il nucleo di Vittuone era particolarmente compatto ed articolato essenzialmente attorno a poche corti, gravitanti a loro volta attorno alle principali ville signorili. Al posto dell'attuale chiesa si trovava l'oratorio intitolato ai santiNazario e Celso con retrostante giardino, risalente all'epoca rinascimentale e regolarmente officiato, mentre la chiesa parrocchiale sorgeva insolitamente fuori dal paese e legata al complesso della Cascina Parrocchiale (chiamata popolarmenteGaràscia, oggi demolita), motivazione spiegabile con la presenza in loco del passaggio della Strada Consolare Vercellina che già dall'epoca romana collegavaMilano conVercelli, passando perNovara. Nei pressi di questa chiesa si trovava inoltre un cimitero, segnalato anche da sanCarlo Borromeo in occasione della sua visita pastorale al paese l'8 aprile del1570.
Durante tutto ilSettecento, Vittuone si arricchì come buona parte del contado milanese di edifici di villeggiatura come ville aristocratiche con relative strutture adibite ad uso agricolo.
Nel 1751, il comune risultava amministrato da tre sindaci (di cui due "aristocratici" e uno rurale eletto all'asta[24]). Il cancelliere risiedeva a Milano e l'esattore delle tasse locale era scelto sempre tramite asta pubblica. All'epoca il comune risultava sottoposto alla giurisdizione del vicariato del Seprio, con sede pressoGallarate.
Nel 1786 il comune di Vittuone fu inserito nellaprovincia di Pavia, per poi essere riportato nella provincia di Milano dal 1791. Da segnalare a livello storico la visita, il 24 aprile 1789, dell'arciducaFerdinando d'Asburgo-Este, governatore delducato di Milano, che soggiornò nella locale Villa Resta con la moglie, l'arciduchessaMaria Beatrice d'Este, e la figliaMaria Teresa, ed il resto della corte mentre il gruppo era in viaggio versoNovara ove il giorno successivo la giovane arciduchessa sarebbe andata in sposa al ducaVittorio Emanuele di Savoia, futuro re di Sardegna.[25]
Il 20 marzo 1798, dopo la calata diNapoleone in Italia, il comune di Vittuone venne compreso nel distretto di Corbetta, nel dipartimento del Ticino, sotto il quale rimase sino al 15 fruttidoro dell'anno VI (26 settembre successivo) quando venne compreso nel dipartimento dell'Olona, distretto di Sedriano, col quale rimase anche dopo la ripartizione dellaRepubblica cisalpina voluta dalla legge del 13 maggio 1801.
Bassorilievo raffigurante l'architetto milaneseGiacomo Moraglia che ricostruì la chiesa parrocchiale vittuonese nel 1848
L'8 giugno 1805, Vittuone, pur compreso nel dipartimento dell'Olona, venne inserito nel distretto II di Pavia, cantone III di Abbiategrasso e venne indicato come comune di III classe, avente 880 abitanti in tutto.
Durante l'epoca napoleonica venne realizzato l'impianto strutturale dell'attuale cimitero, costruito sulla base dell'Editto di Saint-Cloud fuori dai confini cittadini, e allorquando il comune di Vittuone temporaneamente fuso con quello vicino diSedriano. Alla Restaurazione austriaca si deve invece la costruzione di nuove strade di collegamento con il Piemonte e la realizzazione da parte dellaImperial-regia società privilegiata delle strade ferrate lombardo-venete e dell'Italia Centrale della nuova tratta ferroviaria tra Milano e Magenta, inaugurata nel 1858, che segnerà profondamente la futura economia del paese.[26]
Durante l'Ottocento il paese non progredì in grandezza rispetto al passato, ad eccezione di due importanti realizzazioni: la costruzione della cascina appartenuta ai Resta (principale centro agricolo dell'area) e la costruzione nel1848 dell'attuale chiesa parrocchiale su progetto dell'architetto Giacomo Moraglia al posto del vecchio oratorio rinascimentale. Il precedente luogo di culto cittadino, infatti, si trovava in prossimità del cimitero, presso la Cascina Parrocchiale cioè in una zona piuttosto periferica del paese e per questo motivo si decise di edificare la nuova costruzione più in centro.
Dai rilievi catastali comprendiamo inoltre come si sia mantenuta particolarmente attiva anche l'agricoltura, mantenendo una sostanziale eterogeneità dei coltivati a dispetto di quanto andava diffondendosi nell'area, ovvero della monocoltura specializzata delgranoturco. Nel corso del XIX secolo ebbe larga importanza nell'economia locale anche la filanda istituita dalla famiglia Venini presso la propria abitazione che fornì diversi posti di lavoro alla popolazione vittuonese.
L'inaugurazione dell'ultimo tratto della ferroviaMilano-Novara completato nel maggio del1859, permise dalla seconda metà dell'Ottocento un incremento delle comunicazioni con i principali centri produttivi dell'area della provincia di Milano, oltre al fatto che questa presenza rivalutò notevolmente il ruolo del paese. Con l'unità d'Italia il comune di Vittuone passò dallaprovincia di Pavia a quella diMilano.
Ritratto del primo sindaco del C.L.N., Ferruccio Pozzi, caduto dopo il 25 aprile e commemorato in unaformella del bassorilievo di Giuseppe Deodato dedicato agli eroi vittuonesi della LiberazionePiazza Italia a Vittuone col moderno palazzo comunale e una scultura del vittuoneseCarlo Chiodini
IlNovecento segna la rinascita economica di Vittuone con l'apertura delle prime grandi industrie, nate dalla presenza in paese di numerosi lavoratori, favoriti dalla vicinanza della trattaferroviariaMilano-Torino. Tra le rappresentanze di maggior rilievo ricordiamo in questo periodo la fondazione degli stabilimenti locali dellaTecnomasio Italiano Brown Boveri e dellaManifattura Tosi.[27]
Nel1900 venne costruito il primo asilo infantile del borgo ancora oggi esistente, intitolato al nobile Giovanni Venini, suo fondatore grazie ad un lascito testamentario alla comunità di Vittuone.
Durante la Grande Guerra, Vittuone ebbe in tutto 60 caduti[28], commemorati da un monumento posto al termine del viale delle rimembranze davanti al cimitero locale e dalla cappella dei caduti del medesimo luogo.
Al 1937 risale la costruzione della scuola elementare del paese, ancora oggi attiva[29]. Durante gli anni dellaseconda guerra mondiale, il paese fu oggetto di interessi militari locali per la presenza della stazione ferroviaria e di numerosi agglomerati industriali favorirono alcune operazioni militari[30], oltre che per via dell'intensa attività partigiana delC.L.N. in tutta l'area delmagentino. Fu in questo periodo che ebbe luogo la fucilazione del sindaco dell'epoca, Ferruccio Pozzi, che venne ucciso da un commando fascista il 20 giugno 1945 aBaggio perché accusato di connivenza col gruppo di azione partigiana del figlio Giampiero, già ucciso l'anno precedente.[31][32] Vittuone vanta anche dueInternati Militari Italiani durante il secondo conflitto, nelle persone di Carlo Carnaghi[30] e Pasquale Riva[33] Negli anni della guerra, Vittuone fu uno dei paesi del magentino che risentì maggiormente del fenomeno deglisfollati di guerra provenienti in gran parte da Milano e dalle aree circonvicine; tra gli sfollati più illustri che soggiornarono in paese si ricorda il professorGiulio Natta, futuro premio Nobel, che qui trasferì parte del proprio laboratorio scientifico dopo la chiusura delPolitecnico di Milano.[34]
Alcuni interventiurbanistici iniziati nel secondo dopoguerra e negli anni delboom economico, hanno cancellato alcuni retaggi urbanistici del centro storico del paese, come ad esempio un complesso di abitazioni ottocentesche affacciate su Piazza Italia, la principale della cittadina, sostituite negli anni '80 dal moderno palazzo comunale e dal vicino teatro comunale "Tresartes". Negli anni tra il 2000 ed il 2010 il territorio comunale si è espanso notevolmente nel suo costruito, raggiungendo l'urbanizzazione di circa l'80% delle aree non coperte da vincoli e con un significativo aumento della popolazione. Parallelamente è stata avviata la costituzione del cosiddetto "Bosco del Bacìn", un'area boschiva di 220.000 metri quadrati posta nella parte nord orientale del paese che funge da polmone verde per la città.
La descrizione araldica dello stemma è la seguente:[35]
«Troncato: sopra d'oro, a quattro bande di rosso, alcastello di rosso, torricellato di due, merlato alla guelfa, aperto e finestrato del campo, fondato sulla partizione, attraversante, sormontato da unacolomba d'argento; sotto d'azzurro, alcavallo d'argento, impennato, accostato a destra da unaruota d'oro. Ornamenti esteriori da Comune.»
Lo stemma di Vittuone è la risultante di quelli delle singole casate che in Vittuone hanno lasciato la loro impronta. Nel 1920 il comune realizzò il suo emblema che venne concesso conregio decreto l'8 aprile 1939[36] e trascritto nei registri della Consulta Araldica il 7 marzo1940. In esso comparivano i simboli di quelle che furono considerate le principali famiglie; la ruota venne ripresa dallo stemma dei conti Resta[37], il castello sormontato dalla colomba venne desunto da quello della famiglia Annoni[38], le fasce trasversali oro e rosso dallo stemma dei Venini[39], mentre il cavallo èarma parlante della famiglia Destrieri.[40] Quest'ultima famiglia, di certo, non fu una famiglia nobile o degna di rilievo in paese tanto da meritarsi una posizione nell'emblema di Vittuone, avendo contribuito al benessere cittadino unicamente con lasciti di poco conto alla parrocchia. Nello stemma comunale non ritroviamo invece accenno alcuno alla famigliaSalazar, di origine spagnola, che grande importanza ha invece rivestito nei secoli passati nella vita del paese, né della famigliaArrigoni che pure possedette beni in Vittuone. Un tempo era presente ilCapo del Littorio (decadutoope legis) che ricordava la concessione dello stemma comunale avvenuta durante il periodo fascista.
Gonfalone
La descrizione araldica del gonfalone è la seguente:
«Drappo bandato di rosso, d'azzurro e d'oro, riccamente ornato di ricami d'argento, caricato dello stemma con la iscrizionecentrata in argento, recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo ed i cordoni sono argentati. L'asta verticale è ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento.»
La chiesa parrocchiale, intitolata all'Annunciazione di Maria Vergine, venne costruita nel1848, su progetto dell'architettoGiacomo Moraglia, in sostituzione della vecchia chiesa di Santa Maria che sorgeva fuori dal paese accanto alla cascina parrocchiale e che era troppo piccola per le esigenze dei fedeli.
Il luogo prescelto per la nuova struttura si trovava invece in pieno centro cittadino, sull'area dell'antico oratorio dei Santi Nazaro e Celso, benedetto il 7 novembre1490. Il patronato dello stabile era della famiglia De Capitani, per poi passare ai Cantoni ed infine nel1732 al conte Giuseppe Resta. L'oratorio, secondo quanto riportato dalle cronache, appariva all'epoca molto decadente e si decise pertanto di demolire tale struttura e di costruirvi appunto sopra il nuovo tempio, avendo il Resta ceduto il patronato dello stabile alla parrocchia, a condizione però che nella nuova chiesa da costruirsi vi fosse una cappella dedicata ai due santi (clausola che poi non venne rispettata).[41] I lavori iniziarono nel1847 e la nuova chiesa venne benedetta già nell'autunno del1848. Nello stesso anni fu avviata l'edificazione del campanile, alto 38 metri, completato nel1860 con l'arrivo delle campane, sostituite nel1949 con sei nuove tonalità in Si2 calante; nel1891 vennero effettuate la tinteggiatura, gli abbellimenti e le decorazioni interne alla chiesa.
La chiesa della Sacra Famiglia venne costruita a Vittuone tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento come cappella dell'omonimo oratorio, in stileneoromanico.
La struttura, di ridotte dimensioni, è contraddistinta da unafacciata a capanna mista in mattoni a vista e pietre calcaree a creare un gioco di toni chiaroscuri che accompagnano le due alte monofore laterali ed il rosone centrale.
Il portone è sovrastato da una lunetta porticata. La chiesa ha la particolarità di essere compresa all'interno del complesso dell'oratorio stesso, ma di avere il retro gittante su via Cesare Battisti, da dove l'accesso è consentito al complesso attraverso un piccolo cancello (oggi perlopiù chiuso). Internamente la chiesa ha una struttura ad un'unica navata con tetto a capriate lignee, sovrastato da un piccolo campanile in mattoni a vista terminante a cuspide e dotato del concerto di una sola campana.
Alla chiesa è associata come protettrice anche laMadonna di Lourdes alla quale, di fianco alla chiesa, è stata dedicato un piccolo giardino sacro costituito da una grotta e da un laghetto artificiale sottostante con pesci rossi, realizzato nella prima metà del Novecento grazie al contributo del parroco don Giovanni Sironi e recentemente restaurato.
Eretta per commemorare un'epidemia dicolera abbattutasi sul paese nel XV secolo, venne quasi completamente riedificata alla fine delXVII secolo.
La struttura, attualmente, si presenta molto semplice, con facciata e tetto a capanna rifinita con lesenature che evidenziano i tratti portanti e decorano al tempo stesso il frontale della cappelletta.Il portale è in legno, completato da una pesante grata di ferro di protezione, ai lati della quale si trovano due piccole finestrelle che, secondo la tradizione post-conciliare voluta daSan Carlo Borromeo, dovevano consentire anche ai fedeli non comunicati di assistere ai divini offici.Sui fianchi della chiesa, si trovano due piccole finestrelle, poste in corrispondenza dell'altare, che consentono di dare luce all'interno della chiesa.Rilevante è l'abside della cappella, che è visibile dall'esterno in una struttura semicirolare decorata con lesene ad arco che ne evidenziano le linee aggraziate.All'interno si trovano alcune tracce di affreschi risalenti al XVI secolo.[42]
Un tempo la chiesa era posta fuori dal centro abitato, lontano anche dalle ultime case del paese, mentre oggi, con l'espansione del comune, la chiesa si trova non solo inglobata nel complesso cittadino, ma può essere ammirata dalla vicina ex Strada Statale 11 e dal trafficatissimo svincolo che conduce adArluno ed all'Autostrada A4.
La Cappella di Santa Maria del Lazzaretto a VittuoneL'interno della cappella del Lazzaretto
Eretta nel XVII secolo ed utilizzata durante la peste del1630 come ricovero fuori paese dei malati contagiosi e ancora oggi si trova in un'area periferica del paese, immersa nel verde del Parco Agricolo Sud di Milano.[43]
La cappella ad aula unica, esternamente è contraddistinta da una tipica struttura a capanna, con portale in legno e grata di ferro, completato sui fianchi da due finestrelle quadrangolari poste quasi a terra.
Sulla facciata si trova un affresco raffiguranteSan Carlo Borromeo che comunica un appestato prima che questi salga in cielo al cospetto di Dio, assistito in questo da altri santi tra cui si può riconoscere, sulla destra,San Rocco (patrono degli appestati) sulla sinistra molto deteriorato, il martirio diSan Sebastiano. L'opera risalirebbe al XVII secolo, ma data la sua posizione esposta agli agenti atmosferici conobbe diversi rifacimenti, tra cui uno consistente datato al1891 ed eseguito ad opera diRodolfo Gambini (maestro di Paolo Bellegotti, famoso pittore arlunese che ne curò in seguito i restauri e realizzò alcuni decori nellaCollegiata di San Vittore a Corbetta, oltre a dipingere nuovamente a Vittuone presso la cascina Marzorata[44]). Malgrado questi accorgimenti, oggi si è persa buona parte degli affreschi presenti esternamente alla struttura. Internamente la chiesa si presenta con un arredamento essenziale ed un quadro votivo raffigurante il salvataggio delle anime della peste.
La cappella è divenuta recentemente un forte luogo di devozione popolare ed è giunta addirittura alla curiosità dei media nazionali nel2011 grazie al ritrovamento in loco della salma diMike Bongiorno, trafugata dalla precedente sepoltura presso il cimitero diDagnente (NO).[45]
La Cappella dei Caduti presso il cimitero vittuonese, parata a festa per le annuali celebrazioni del4 novembre.
La cappella commemorativa dei caduti delle guerre mondiali, si trova nei pressi del cimitero di Vittuone, a ridosso della cinta, gittante sul viale alberato che conduce all'ingresso principale del camposanto.La struttura, costruita originariamente come cappella per la nobile famiglia dei conti Resta, venne in seguito donata alla parrocchia, che nel1928 l'adibì alla commemorazione dei defunti caduti in guerra, venendo completata dopo il1945 con l'aggiunta delle lapidi in commemorazione dei soldati dellaSeconda guerra mondiale e con le due bombe ed i cannoni decorativi che ancora oggi si trovano a fianco dell'ingresso.
La struttura si presenta di piccole dimensioni, con portale ad arco, decorato con due colonne a lesena, architravate e decorate in stile neoclassico. Eclettico è il frontone, che riecheggia di stile greco con l'aggiunta di conchiglie e valve agli estremi del timpano.La cappella è, come si è detto, accessibile dalla strada, senza dover entrare nel camposanto, ma è per la maggior parte dell'anno chiusa al pubblico. La struttura è posta lungo il viale delle rimembranze dove sono presenti delle croci metalliche in ricordo dei caduti delle due guerre, strada che culmina nel monumento ai caduti posto all'estremità opposta del camposanto, a destra dell'ingresso.
La cappella (o come viene definita più propriamenteeremo) diSan Luigi Gonzaga è il luogo di raccoglimento e preghiera dell'oratorio omonimo nel complesso del quale si trova inserita. La struttura è accessibile dal cortile interno di Villa Annoni-Cicogna-Rossi e sorge probabilmente dove un tempo si trovava l'area rurale e delle scuderie dell'abitazione.La struttura interna è semplice, ad un'unica navata, sovrastata da un bellissimo soffitto cassettonato seicentesco originale. Costituita negli anni '70, la cappella è stata recentemente restaurata con l'aggiunta di un affresco all'altare.
Anticamente esisteva a Vittuone anche un oratorio privato dedicato a San Francesco d'Assisi ed inserito all'interno del complesso di Villa Resta. Esso risaliva nelle sue forme al Settecento come il contesto architettonico in cui era inserito e sorgeva nell'ala laterale destra della villa e, per la sua posizione, era utilizzato prevalentemente come cappella privata dalla famiglia Resta, anche se godeva di un accesso pubblico che poteva essere utilizzato dai massari alle dipendenze degli aristocratici.
Quando la famiglia Moroni subentrò alla famiglia Resta, diede l'oratorio in uso alla parrocchia ma ne mantenne difatti la proprietà e la libertà di deciderne le sorti. La cappella venne sconsacrata definitivamente negli anni '50 del Novecento in quanto la struttura era ormai cadente ed insicura anche per l'officiatura della messa e quando le ali laterali esterne della villa erano state privatizzate. Da questo oratorio vennero però recuperate le due acquasantiere che oggi si trovano all'ingresso della chiesa parrocchiale di Vittuone, oltre alle due campane che si trovavano sul piccolo campanile della cappella che sono andate ad aggiungersi al complesso campanario della parrocchia.
Villa Resta venne eretta alla fine delXVII secolo da un architetto rimasto ignoto che si avvalse di un progetto redatto probabilmente daFrancesco Maria Richini. Il committente dell'opera fu il conte Carlo Resta, feudatario diVialba eVillapizzone che, una volta completata la struttura, la utilizzò come casa di villeggiatura per sé e per la propria famiglia. Vittuone ospitava la famiglia Resta già dal1643.[46] La villa ospitò l'arciducaFerdinando d'Asburgo-Este, governatore delducato di Milano, con la moglie l'arciduchessaMaria Beatrice d'Este, la figliaMaria Teresa ed il resto della corte mentre il gruppo era in viaggio aNovara ove il giorno successivo la giovane arciduchessa sarebbe andata in sposa al ducaVittorio Emanuele di Savoia, futuro re di Sardegna. Tra i presenti si trovava anche l'arciducaPietro Leopoldo che l'anno successivo, alla morte del fratello maggioreGiuseppe II, divenne imperatore col nome di Leopoldo II.[47][25][48]
Villa Resta dal fronte verso il giardino
Ai beni dei Resta, per matrimonio all'inizio dell'Ottocento, si aggiunsero anche quelli dei marchesi Olevano Confalonieri che ingrandirono il potenziale di ricchezza della famiglia che andò a sua volta a rispecchiarsi in una nuova fase di evoluzione della villa. Morto senza eredi il conte Giuseppe Resta, figlio di Carlo, nel1872, questi nominò sue eredi le sorelle Camilla e Giulia. A quest'ultima, maritata Moroni, spettarono le proprietà di Vittuone con l'annessa villa. I Moroni non risiedettero alla villa che purtroppo attraversò in quest'epoca un periodo di trascuratezza. Il figlio di Giulia decise di vendere la proprietà all'industriale Carlo Sormani che però acquistò solo l'ala padronale, frazionando così il complesso e lasciando ai Resta-Moroni le due ali laterali d'ingresso e l'oratorio della villa che venne dato in uso alla parrocchia. Dai Sormani, la villa passò alla famiglia industriale vittuonese dei Bodini che successivamente la vendette nel1973 alla famiglia Mari.
La villa comprende un portico a colonne binate e uno scalone di rappresentanza che conduce ai piani superiori dove alcune stanze sono affrescate con dipinti discuola tiepolesca. La facciata è caratterizzata da un corpo centrale che si snoda in due ali laterali molto lunghe che formano la vicina piazza Resta. Sul retro si trova un parco.[46]
L'edificio comprendeva una serie di complessi rurali e l'abitazione del massaro presso via Cavour, ove era presente un piccolo giardino.[25]
Uno scorcio di Villa Venini dal cortile d'onore. Si noti la caratteristica torretta piccionaia
Denominata per esteso Villa Resta Venini Salazar, la struttura risale al tardo Seicento e si qualifica come la residenza nobiliare più antica di Vittuone. Essa ha infatti addirittura una presumibile origine conventuale (pare essere stata sede dell'ordine dei Benedettini). A conferma di ciò la splendida ringhiera in ferro battuto dello scalone di rappresentanza con elementi dell'araldica ecclesiastica: una spada, un cappello pretalizio ed una mazza priorale. L'aspetto attuale, seppur degradato, è frutto dei rifacimenti ottocenteschi, periodo in cui fu costruita la filanda in prolungamento dell'ala est dell'edificio.
La casa venne costruita appunto alla fine del XVII secolo dalla famiglia Resta che successivamente la passò in eredità aiSalazar, casata trasferitasi dellaSpagna aMilano al seguito delle armate spagnole diFilippo II. Il complesso venne venduto nel1827 dal conte Lorenzo Salazar ad Antonio Venini, unitamente a tutti i terreni e le case coloniche proprietà dei Salazar.[46]
Uno degli affreschi delle stanze interne di Villa Venini
La villa consta di 124 ambienti, fra abitazioni e rustici, fra i quali una grande corte rustica laterale al complesso, chiusa da un grande portone prospiciente la piazza antistante la villa, un arsenale ed una scuderia capace di dodici posti per cavalli. Tra gli ambienti più caratteristici si distingue una ghiacciaia rivestita di cotto, una lavanderia, dei granai e una classica serra per gli agrumi stagionali.Come azienda agricola, il complesso possedeva anche due grandi torchi da vino, l'uno posto nella cantina e l'altro in un locale al piano terreno, ed unafilanda, il tutto ad uso esclusivo dei proprietari che in questo modo avviarono una fiorente attività.
Entrando nel cortile d'onore si passa all'edificio padronale dove si possono ammirare splendide sale come una adibita al gioco del biliardo. Un grande atrio fungeva da tramite tra la corte ed il giardino e la lastricatura era realizzata in cotto, con una volta sostenuta da colonne di granito con capitelli.
Qui si trova ancora oggi uno scalone affrescato che conduce al piano nobile, il quale terminava con una scaletta in legno che consentiva di raggiungere una torretta belvedere che aveva un tempo la funzione di piccionaia.Dall'atrio si accede quindi al giardino grande, cinto da muri, il quale ha sempre mantenuto la medesima dimensione ma senza presentare questo impianto romantico che risale all'Ottocento, terminante in un cancello di ferro battuto.La villa dispone anche di un piccolo oratorio realizzato, nei particolari della pavimentazione, della volta e dell'altare, interamente in cotto e legno.[46]Il complesso conserva lo splendido parco ancora caratterizzato da numerose varietà arboree secolari e una discreta presenza faunistica comepicchi,cardellini epavoni.
Costruita nel XVIII secolo, la villa Annoni Cicogna Rossi occupa ancora oggi l'ala occidentale di una corte che si affaccia sulla strada conducente adArluno. Essa venne fatta costruire dalla famiglia Annoni che ne rimase proprietaria sino all'anno1900 quando, per legato testamentario, il conteAldo, non avendo avuto eredi, nominò suo erede universale il cugino conte Gian Piero Cicogna. Questi, dopo la sua morte, lasciò erede delle sue proprietà in Vittuone la moglie, la quale procedette a vendere lo stabile a Vittorio Rossi, commerciante nato a Vittuone ma residente aMilano che sfruttò per breve tempo l'abitazione come propria residenza di villeggiatura. Alla morte del Rossi, la figlia Ada decise di frazionare il complesso della villa e l'ala padronale della residenza venne acquistata negli anni '50 del Novecento dall'allora parroco don Carlo Biaggi, che vi istituì l'oratorio maschile che ancora oggi vi ha sede.
Il complesso, di modeste dimensioni, è ispirato nelle sue forme a Villa Resta di Vittuone, con la facciata verso il parco che ricalca fedelmente il progetto delRichini, al contrario di quella principale sulla via, uniformata alle case coloniche dell'area e di scarso stile. All'interno, interessante è il portico trabeato con soffitti a cassettoni ben conservati ed ancora decorati con motivi ornamentali e floreali risalenti al XVIII secolo che si affaccia sulla corte nobile, caratterizzata quest'ultima da un grazioso pozzo e da un'ammirevole balaustra in ferro battuto. La villa era un tempo dotata di un ampio giardino con statue andato perduto nel corso del Novecento; rimane a testimonianza della sua grandiosità il bellissimo cancello che delimitava la proprietà verso ovest.
Detta popolarmenteCrusèta, essa consiste in un monumento eretto con tutta probabilità nella prima metà del XVII secolo per commemorare la fine dellapeste manzoniana, in un'area un tempo periferica al paese e oggi molto centrale.La struttura si presenta come una colonna digranito di circa cinque metri di altezza, sormontata da una croce in ferro battuto, il tutto poggiante sopra un basamento (anch'esso di granito) di forma quadrangolare decorato con croci lobate scolpite sui quattro lati.
Si ha ragione di credere che in questo luogo (o meglio nella vicina via XXIV Maggio) si trovasse un tempo anche una piccola chiesa, dedicata a San Pietro e citata dal cronista medievaleGoffredo da Bussero, dal momento che la colonna stessa viene anche indicata in alcune cronache antiche come "di San Pietro".[21] Di questa chiesa ad ogni modo non si sono trovate tracce archeologiche consistenti, dal momento che essa risulta abbattuta già in epoche remote, forse anche prima della costruzione della Crocetta stessa.
Il cimitero di Vittuone venne eretto nella posizione attuale nel XIX secolo in adempimento all'Editto di Saint Cloud diNapoleone che volle che i cimiteri venissero costruiti al di fuori dei centri abitati per evitare l'insorgere di epidemie.
L'antico cimitero di Vittuone si trovava comunque posto già all'esterno del paese, nei pressi dell'antica chiesa parrocchiale presso la Cascina Garascia (oggi demolita), ma quando anche la parrocchia venne spostata al centro del paese nel1848 con la costruzione del nuovo tempio sacro, il sito perse definitivamente di importanza e anche le ultime tombe rimaste vennero trasferite a breve distanza nel nuovo cimitero.
La popolazione di Vittuone nei secoli precedenti all'unità d'Italia, ha presentato valori in crescita: al 1720 gli abitanti erano 640, perlopiù concentrati presso il centro cittadino ed in alcune sparute cascine nelle campagne circostanti. Nel 1755 la popolazione risulta però salita a 992 abitanti, scesi a 892 nel censimento del 1771. In epoca napoleonica, nel 1805, gli abitanti risultano essere 880 in totale, passati poi a 1047 nel 1820 e 1425 nel 1853.[49]
Al 1º gennaio 2022 risiedevano a Vittuone 1 158 cittadini stranieri, ovvero il 12,5% della popolazione totale, il dato più alto nel rapporto residenti / popolazione straniera tra i comuni delmagentino. Le nazionalità più rappresentate erano:[51]
Nei dati ufficiali non sono considerati gli stranieri irregolari. Secondo i dati dell'ultimo censimento (2011) la popolazione straniera di Vittuone è aumentata dell'1,1% rispetto al censimento precedente.
Nel Comune è relativamente diffuso ildialetto milanese, mentre è molto presente il dialetto vittuonese che differisce dal primo in più punti. Come tutti idialetti lombardi occidentali, anche il vittuonese è assimilabile al vicino dialetto corbettese ed è sostanzialmente unalingua romanza derivata dallatino.[52]
Il cardinalTettamanzi, a Vittuone nel maggio 2012 durante le celebrazioni per la festa patronale della Santa Croce.
La maggioranza della popolazione ècattolica. L'immigrazione di cittadini comunitari ed extra-comunitari, ha portato all'insediamento di minoranze dimusulmani eortodossi.
Prima o seconda domenica di maggio (se cade dopo il terzo giorno del mese): Festa della Santa Croce - fiera popolare e consegna dell'"Ordine della Santa Croce" ai benemeriti della parrocchia.
Il comune conta un asilo nido privato, tre scuole materne di cui una privata, due scuole elementari, una scuola media. Vi ha sede inoltre l'Istituto di Istruzione Superiore Statale "E. Alessandrini", comprendente il Liceo Scientifico-Tecnologico e l'Istituto Tecnico Industriale.
Piazza Italia col moderno palazzo comunale (a destra) ed il teatro comunale Tresartes
Vittuone dispone di una struttura teatrale costituita dal teatro "Tresartes", costruito sulla piazza principale negli anni '80. A livello di compagnie teatrali, a Vittuone ha sede la Compagnia Teatrale Vittuonese, fondata nel 1973, e costituita da attori dilettanti che ha al proprio attivo oltre 20 spettacoli e 140 repliche.[53] Col tempo la compagnia si è impegnata nella conservazione del patrimonio dialettale locale attraverso la traduzione invittuonese di opere note e commedie come ad esempio alcuni spettacoli delteatro goldoniano.
A Vittuone nel 2021 risultava occupato il 92,1% dei residenti in età lavorativa.[54]
Sul territorio del comune di Vittuone sono presenti 147 attività industriali e agricole con 1.637 addetti pari al 53,35 % della forza lavoro occupata, 195 attività di servizio con 963 addetti pari al 31,38 % della forza lavoro occupata, 158 attività commerciali con 468 addetti pari al 15,25 % della forza lavoro occupata. Complessivamente risultano occupate 3.068 persone, pari al 40,76 % del numero complessivo di abitanti del comune.
Nel comune è ancora abbastanza presente l'agricoltura con coltivazioni di cereali (in particolare frumento e riso) e foraggi per il bestiame, favorite in particolare dalla presenza delle risorgive che consentono di irrigare adeguatamente il terreno e di molte cascine sparse sul territorio. Una parte della popolazione è occupata nel settore dellazootecnia, soprattutto bovina.
La principale risorsa economica rimane ad ogni modo l'industria con la presenza di numerose officine metalmeccaniche, fabbriche di motori, di giocattoli e per la lavorazione delle materie plastiche, oltre a imprese edili e per la costruzione di mobili. Attiva è anche l'industria dei trasporti. Tra le industrie di maggior peso sul territorio comunale ricordiamo laTecnomasio Italiano Brown Boveri (oggiABB) che ha una sede a Vittuone e laTessitura Tosi che ha posseduto a Vittuone uno stabilimento oggi chiuso. Tra le aziende storiche di produzione citiamo la tessitura nastri Bodini, Officine Patria (pezzi metallici per biciclette), il salumificio Majerna, la Veto (componenti di elettronica) e la Cogne (acciaieria).
Impieghi e distribuzione della popolazione lavorativa al2001 (i lavoratori sono 3.068 individui, pari al 40,76% della popolazione residente)[27]
Nel comune sono presenti numerose società sportive, tra cui la società di calcio A.C. Vittuone (1946) che ha disputato campionati dilettantistici regionali e la Polisportiva Oratoriana Vittuonese (1964). Nel territorio comunale di Vittuone è presente un campo sportivo con gradinate per gli spettatori dedicato a "Sandro Pertini"; attrezzato per il calcio e l'atletica, è il luogo dove è solito allenarsiAlessio Rimoldi.
Il comune di Vittuone dispone inoltre di una piscina, inaugurata nel 2011 e attualmente chiusa, dedicata aMike Bongiorno in ricordo dell'amore per lo sport del noto conduttore la cui salma è stata trafugata e ritrovata nel territorio comunale di Vittuone.
^In varianti locali è noto anche comeVitìòn oVütìòn (cfr. Antonio Corno e Elvio Carnaghi,"Gh'ea una 'oeulta" - glossario illustrato vittuonese, Centro Culturale Cardinal Ferrari, Vittuone 2015)
^ Renzo Ambrogio,Nomi d'Italia: origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni, Istituto geografico De Agostini, 2004.
^ Università degli Studi di Genova - Dipartimento di Fisica,Atlante Eolico dell'Italia (PDF), inRicerca di sistema per il settore elettrico - Progetto ENERIN, novembre 2002.URL consultato il 9 maggio 2014(archiviato dall'url originale il 15 marzo 2008).
^Notizie sul museo patrio archeologico in Milano, Milano 1881, p.29
^Massimo Salamone e Denise Villa,All'ombra del gelso, Comune di Vittuone, Vittuone, 2001, p.11
^Sulla posizione di questa chiesa tanto si è discusso anche perché non vi sono fonti certe della sua esistenza. Essa era probabilmente collocata nella posizione della vecchia parrocchiale, o presso la Cascina Garascia (oggi demolita) o ancora presso l'area denominata popolarmente "Crocetta".
^abGoffredo da Bussero,Liber Notitiæ Sanctorum Mediolani, a cura di M. Magistretti e Ugo Monneret de Villard, Tipografia: U. Allegretti, 1917, Milano.
^abR. Maiocchi,Codice diplomatico dell'Università di Pavia, vol. I, Pavia 1905
^Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346, 'Compartizione delle fagie, 1346
^La legge prevedeva che la carica fosse attribuita a chi si impegnava a svolgere il servizio richiesto al minor costo per la comunità
^abcAndrea Balzarotti,Studi sul complesso rurale di Villa Resta, Corbetta, 2007
^Ambrogio Viviani,4 giugno 1859 - Dalle ricerche la prima storia vera, Zeisciu Editore, 1997 rist. 2009
^abTeresio Fraviga e Antonio Corno,Fabbriche vittuonesi XX secolo, Centro Culturale Cardinal Ferrari, Vittuone 2012
^Alberto Magnani,Partigiani tra le cascine. La divisione Garibaldi Magenta e la Resistenza nel sud-ovest milanese, Storia in Lombardia. Fascicolo 3, 2003, Milano: Franco Angeli, 2003.
^Vedi qui, suprimamilanoovest.it.URL consultato il 1º febbraio 2023.
^Antonia Porta,Libera come una piuma al vento, ed. Zeisciu, Magenta, 2019,ISBN 9788887405538, p.20 e seguenti
^Vittuone, suaraldicacivica.it.URL consultato il 18 settembre 2023.
^Stemma della famiglia Resta di Milano:d'argento, alla fascia di rosso, caricata di una resta d'aglio al naturale, accompagnata in capo da due ferri di badile al naturale, addossati, e in punta da una ruota di sei raggi del secondo. Cfr G.B. di Crollalanza,Dizionario storico-blasonico, vol. 2, Bologna, Arnaldo Forni, 1886, p. 412.
^Stemma della famiglia Annoni di Milano:d'oro, al castello di rosso, cimato nei fianchi da due torri dello stesso, e nel mezzo da una colomba d'argento, aperto del campo; col capo d'oro, caricato dell'aquila di nero, coronata del campo. Cfr G.B. di Crollalanza,Dizionario storico-blasonico, vol. 1, Bologna, Arnaldo Forni, 1886, p. 48.
^In realtà le fasce non sono presenti nell'arma della famiglia che ebbe beni in Vittuone, ma vennero presi dall'arma di una omonima famiglia con la quale i Venini condividevano l'origine.
^Stemma del famiglia Destrieri di Cannobio:d'argento, al destriero corrente di … movente da pianura erbosa, gualdrappato di rosso, cavalcato da un cavaliere armato di tutto punto, avente una corona in capo e per cimiero la testa e collo di cavallo d'oro, e tenente colla destra una spada nuda. Cfr G.B. di Crollalanza,Dizionario storico-blasonico, vol. 1, Bologna, Arnaldo Forni, 1886, pp. 358-359.
^Solo in tempi più recenti ai santi Nazaro e Celso è stata dedicata la via di fianco alla chiesa parrocchiale
^AA.VV.,L'oratorio di San Salvatore a Vittuone, Tipolitografia Crespi, Corbetta, 2003