Negli anni 1981-82 scrive sul mensilePrima Comunicazione sotto lo pseudonimo Claudio Cavina[3]. Feltri è tra coloro che difendono pubblicamenteEnzo Tortora, il celebre conduttore televisivo accusato ingiustamente nel 1983 di associazione camorristica e spaccio di droga[6]. Nel1983 è nominato direttore diBergamo-oggi, ma l'anno successivo è richiamato al Corriere della Sera comeinviato speciale (1984-89, direttorePiero Ostellino). Fa un'intervista aIndro Montanelli, direttore deil Giornale, testata fondata dal giornalista toscano nel 1974 dopo aver lasciato il Corriere. Da allora Montanelli non aveva più avuto rapporti con via Solferino. Feltri e Montanelli, che si conoscono in quell'occasione, stabiliscono un rapporto personale[7]. Feltri difende Montanelli sulle colonne del Corriere quando, nel 1988, il giornalista toscano venne denunciato dal politicoDCCiriaco De Mita per diffamazione[7].
Nel1989 Vittorio Feltri assume la direzione del settimanaleL'Europeo, portandolo in due anni da78000 fino a 130000 copie[3][8]. Durante la sua direzione venne pubblicato un falso scoop da parte del giornalista pubblicista Antonio Motta. Motta sostenne di essersi infiltrato nelleBrigate Rosse come "agente diCarlo Alberto dalla Chiesa" e di aver scoperto particolari eclatanti e scabrosi sulrapimento di Aldo Moro. L'inchiesta, che fu pubblicata il 26 ottobre1990, si rivelò invece un falso.[3][9] Feltri si difese: «A questa storia – affermò – si aggiungono misteri su misteri, noi abbiamo cercato le conferme, e le abbiamo avute, poi chi ce le ha date ha cambiato idea».[10]
Nel1992 sostituisceRicardo Franco Levi alla direzione deL'Indipendente, in grave crisi di vendite. Feltri rilancia il giornale e ne fa un quotidiano di successo, cavalcando lo sdegno popolare a seguito dell'inchiestaMani pulite:
«Ammesso e non concesso che un magistrato abbia sbagliato, ecceduto, ciò non deve autorizzare i ladri e i tifosi dei ladri... gli avvoltoi del garantismo... a gettare anche la più piccola ombra sulla lodevole e mai sufficientemente applaudita attività deiBorrelli e deiDi Pietro.[11]»
concentrando più volte i suoi attacchi sulla figura dell'allora segretariosocialistaBettino Craxi:
«Mai provvedimento giudiziario fu più popolare, più atteso, quasi liberatorio di questo firmato contro Craxi (il primo avviso di garanzia, nda) ... Di Pietro non si è lasciato intimidire dalle critiche, dalle minacce di mezzo mondo politico (diciamo pure del regime putrido di cui l'appesantito Bettino è campione suonato)... Ha colpito senza fretta, nessuna impazienza di finire sui giornali per raccogliere altra gloria. Craxi ha commesso l'errore... di spacciare i compagni suicidi (per la vergogna di essere stati colti con le mani nel sacco) come vittime di complotti antisocialisti... È una menzogna, onorevole![12]»
Coniò per Craxi il soprannome "Cinghialone". Quasi un ventennio dopo corresse in parte le sue affermazioni:
«Nel 1992 stavo a fianco di Antonio Di Pietro e di altre toghe. A Bettino Craxi ho dedicato i titoli più carogna della mia vita professionale al tempo dell'Indipendente. Del resto Bettino non fece nulla per sottrarsi ai colpi. Incurante di essere considerato il simbolo della politica ladra e corrotta, circondato da ometti che non facevano nemmeno lo sforzo di togliersi la giacca da gangster, non smetteva di ergersi senza ripararsi. Non schivava i colpi, e io pensavo fosse alterigia: quindi via con le ironie, le indignazioni e i sarcasmi. Ho sbagliato. Non scriverei più festosamente davanti alla «rivolta popolare» che accolse Bettino la sera del 30 aprile del 1993 fuori dall'hotel Raphaël a un passo da piazza Navona.»
Nell'aprile 1993 Feltri viene invitato per la prima volta adArcore, residenza diSilvio Berlusconi. L'imprenditore gli propone la direzione delGiornale. Feltri risponde che sta benissimo aL'Indipendente e conclude che, fintanto che Indro Montanelli fosse rimasto alGiornale, lui non lo avrebbe scalzato dal suo posto.[7]
Nel gennaio1994 Feltri viene contattato daPaolo Berlusconi, editore delGiornale, che gli offre la direzione del quotidiano - direzione cheIndro Montanelli ha deciso di lasciare. Feltri accetta e rimane alGiornale per 4 anni, durante i quali riporta il quotidiano in auge, da130000 fino a 250000 copie (media annuale del 1996[3])[8]. Nello stesso periodo, Feltri cura una rubrica sul settimanalePanorama (scriverà anche alcunireportage dall'Umbria colpita dalterremoto del settembre 1997), collabora conIl Foglio diGiuliano Ferrara e con altre testate nazionali, tra cuiIl Messaggero eIl Gazzettino.
Durante la sua permanenza alla direzione delGiornale, Feltri accumula ben 35 querele da parte del magistratoAntonio Di Pietro. L'amministrazione del quotidiano decide di raggiungere un accordo con la controparte per la remissione delle querele. Feltri si uniforma alla decisione presa e il 7 novembre1997 scrive in prima pagina una diplomatica lettera al magistrato. Nello stesso numero è pubblicata una lunga ricostruzione (due pagine) in cui tutte le accuse a Di Pietro vengono smontate. Un mese dopo il clamoroso articolo, Feltri lasciail Giornale.[14][15]
Feltri spiega perché ha lasciato la direzione delGiornale:
«Pago del fatto di aver vinto la sfida conLa Voce e del successo delGiornale, mi prese il disgusto, la nausea di venir qui ogni mattina. Possedevo il 6 per cento del pacchetto azionario e non escludo che dentro di me abbia giocato l'inconscio desiderio – inconscio mica tanto – di andarmene per farmi dare quel mucchio di soldi.»
Poi prosegue:
«L'affaire Di Pietro mi sembrò l'occasione propizia per accomiatarmi. Fu un errore. […] Non dovevo andarmene. Dovevo lasciare un paio di anni dopo, in una situazione di relax.»
Complessivamente, sui quattro anni trascorsi in via G. Negri, ricorda:
«ConPaolo ci siamo lasciati male. MetàForza Italia mi detestava perché dirigevoil Giornale a modo mio: tra l'altro dicevano che gridavo. A Silvio Berlusconi sto sulle balle perché una volta lo difendo e una volta lo punzecchio. Se non gli stessi sulle balle mi chiederei dove ho sbagliato! Sono stato ben pagato e Paolo ha rispettato in pieno la mia autonomia. Ma seil Giornale non è morto una ragione ci sarà e ne ho tenuto conto nella parcella.[16]»
Il 1º settembre1998 assume la direzione deIl Borghese, il settimanale fondato daLeo Longanesi e che fu diretto per lunghi anni daMario Tedeschi (1957-1993). L'obiettivo è di rilanciare il periodico, trasformandolo nel settimanale dei lettori che fanno riferimento al centro-destra. Il progetto però non decolla.
Nel2000 Feltri fondaLibero, giornale quotidiano indipendente diorientamento liberale-conservatore[senza fonte]. Feltri ne è anche direttore ed editore per 9 anni, fino alle dimissioni del 30 luglio2009.
Sulla sua creatura ha dichiarato:
«Quando siamo partiti, il 18 luglio del 2000, dominava la noia [presso il pubblico dei lettori]. Qualcuno, confidando nel mio passato, si è deciso ad acquistarci proprio per superare la noia, forse sperando che inventassi chissà cosa. Abbiamo drizzato le antenne. Ora il nostro Paese è attraversato dal desiderio di identità e di sicurezza. Cerchiamo di dar voce a questo e di chiamare i politici a rispondere su questi temi assai più che sulle loro beghe di giustizia.[8]»
Libero, uscito per la prima volta in edicola il 18 luglio2000, è molto vicino alle opinioni politiche delcentro-destra, ma non lesina critiche contro di esso. Lo stile del giornale è sarcastico, pungente e «politicamente scorretto»: si utilizzano talvolta termini gergali per raccontare i fatti della politica e per descrivere i politici. Il giornale in pochi anni passa da una tiratura di70000 fino a 220000 copie.
Il 21 novembre2000[17] Feltri viene radiato dall'albo dei giornalisti con delibera del Consiglio dell'Ordine dei giornalisti dellaLombardia presa all'unanimità. Il fatto contestato è la «pubblicazione alla pagina 3 dell'edizione del 29 settembre 2000 del quotidiano di sette fotografie impressionanti e raccapriccianti di bambini ricavate da un sito pornografico reso disponibile dai pedofili russi e di una Deontologia - Minori e soggetti deboli 519 ottava fotografia a pagina 4 (raffigurante una scena di violenza tratta dai video di pedofilia sequestrati dalla magistratura), fotografie che appaiono tutte contrarie al buon costume e tali, illustrando particolari raccapriccianti e impressionanti, da poter turbare il comune sentimento della morale e l'ordine familiare».[18][19] Nel febbraio del 2003 l'Ordine nazionale dei giornalisti di Roma annulla il provvedimento di radiazione che era stato preso a Milano e lo converte in censura[20][21].
Nel 2001 si interrompono i rapporti personali tra Feltri ed Indro Montanelli. I due giornalisti avevano ripreso i contatti nel 1995, dopo la chiusura dellaVoce, l'ultima impresa editoriale del giornalista toscano (1994-95). La rottura avviene in marzo. Ospiti del programmaIl raggio verde diMichele Santoro, tra i due era scoppiata un'accesa discussione. La successiva morte di Montanelli, avvenuta nel luglio dello stesso anno, impedì una riconciliazione[7].
Nel 2003 il quotidianoLibero ha ricevuto dallo Stato5371000€ come finanziamento agli organi di partito[22].Libero era registrato all'epoca come organo delMovimento Monarchico Italiano, poi trasformato in cooperativa per ottenere i contributi per l'editoria elargiti alle testate edite da cooperative di giornalisti, a fine dicembre 2006 diventavasrl. In seguito è stata creata unafondazioneONLUS per controllare la s.r.l. e, di conseguenza, il quotidiano, in modo da continuare a percepire i contributi in quanto edito da fondazione[23].
Dal gennaio2007 al 15 luglio2008, direttore responsabile diLibero divieneAlessandro Sallusti, con Feltri direttore editoriale.Nel 2007 il vicedirettore diLiberoRenato Farina, con Feltri dalla fondazione del giornale, viene radiato dall'Ordine dei giornalisti per avere collaborato con i servizi segreti italiani fornendo informazioni e pubblicando suLibero notizie in cambio di denaro.[26] Feltri curava anche, assieme aRenato Brunetta, la collana di libri "manuali di conversazione politica", periodicamente allegati al quotidiano.
Il 21 agosto2009 ha assunto nuovamente la carica di direttore responsabile delGiornale, subentrando aMario Giordano. Ha firmato il numero in edicola il giorno successivo. Negli ultimi giorni di agosto 2009 ha intrapreso un duro attacco aDino Boffo, all'epoca direttore del quotidianoAvvenire, rivelando che Boffo aveva patteggiato (cosa che effettivamente risulta, osservando il casellario giudiziario) una pena per molestie comminatagli nel2004, motivato da una "informativa" che descriveva Boffo come omosessuale. LaConferenza Episcopale Italiana si schierò in difesa di Boffo[27], ma la polemica montò fino a provocare le sue dimissioni. L'informativa si rivelò poi essere un falso accostato negli articoli delGiornale alla condanna, vera, per molestie. Il 4 dicembre 2009 Feltri scrive sulGiornale che «La ricostruzione dei fatti descritti nella nota, oggi posso dire, non corrisponde al contenuto degli atti processuali».[28]
Il 25 marzo2010 il consiglio dell'Ordine dei giornalisti dellaLombardia ha sospeso Vittorio Feltri dall'albo professionale per sei mesi, quale sanzione per il caso Boffo e per gli articoli firmati daRenato Farina pubblicati successivamente alla sua radiazione dall'albo.[29][30][31] Feltri ha reagito alla notizia affermando «Mi dispiace di non essere un prete pedofilo o almeno un semiprete omosessuale o un conduttore di sinistra, ma di essere semplicemente un giornalista che non può godere, quindi, della protezione dei vescovi, né diventare un martire dell'informazione». Tali affermazioni sono state severamente criticate dal quotidiano cattolico Avvenire.[32] A seguito di tale vicenda, nel linguaggio giornalistico politico italiano, conmetodo Boffo si intende l'attività di denigrazione a mezzo stampa basandosi su documenti falsi costruiti appositamente. Feltri in seguito ha ribadito che le notizie da lui pubblicate su Boffo erano vere (riferendosi alla condanna e alla presunta omosessualità di Boffo), che intendeva fare informazione sull'ipocrisia di una parte del mondo cattolico e di sentirsi comunque "addolorato" per aver causato le dimissioni del direttore.[33]
In settembre ha attaccato direttamente il presidente della CameraGianfranco Fini per le sue aperture su voto amministrativo agli immigrati e testamento biologico, invitandolo a "rientrare nei ranghi", e provocando la seconda dissociazione da parte diBerlusconi[34]. Dopo un ulteriore attacco[35] il presidente Fini ha dato mandato al proprio avvocatoGiulia Bongiorno di presentare querela contro lo stesso Feltri[35][36][37].
Sempre a settembre2010, facendo un resoconto del suo anno come direttore, Feltri ha affermato di essere stato chiamato a ricoprire quell'incarico per risanare il deficit delGiornale, ammontante allora ad oltre 22 milioni di euro, di cui avrebbe contribuito a recuperare quasi 15 milioni. Ha continuato dicendo che per raggiungere simili risultati «è necessario fare un giornale di un certo tipo» e che ciò può anche non piacere; in quel caso era pronto a lasciare il suo posto di direttore senza problemi o polemiche.[38] Il 24 settembre2010 Feltri si è dimesso dalla carica di direttore del quotidianonoil Giornale per assumere quella didirettore editoriale. Al suo posto è andatoAlessandro Sallusti, fino a quel momento condirettore. L'11 novembre2010 l'Ordine nazionale dei giornalisti ha ridotto da 6 a 3 mesi la sospensione che gli era stata inflitta il 25 marzo dello stesso anno dal consiglio dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia.[39]
Il 21 dicembre2010 Feltri ha lasciato di nuovoil Giornale per assumere il ruolo di direttore editoriale diLibero al fianco del vecchio collegaMaurizio Belpietro, confermato direttore responsabile[40]. I due giornalisti hanno acquistato il 10% ciascuno della società editrice. Nonostante posseggano una quota di minoranza, la gestione del giornale è stata affidata a loro. Grazie a una serie dipatti parasociali, Feltri e Belpietro avranno anche la maggioranza nel consiglio di amministrazione[41].
La nuova collaborazione conil Giornale (2011-2016)
Il 3 giugno2011, Vittorio Feltri lasciaLibero[42] per la seconda volta e dopo pochi giorni approda alIl Giornale per la terza volta, in qualità dieditorialista. La decisione comporta una nuova polemica tra l'editore diLibero, il deputato PdLAntonio Angelucci, e il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (che è anche presidente dello stesso partito)[43]. Da gennaio 2012 tiene una rubrica su ilGiornale.it denominata "Il Bamba"[44], dove assegna un premio al personaggio che nel corso della settimana si è maggiormente distinto per ingenuità, gaffe o manifesta incapacità, ma talvolta interviene anche suLibero.
Il 3 maggio2016 ritorna al quotidiano che aveva fondato 16 anni prima, con un articolo dove invitaSilvio Berlusconi a fare un passo indietro in politica. Il 17 maggio Feltri ritorna direttore al posto diMaurizio Belpietro, licenziato per divergenze con l'editoreAntonio Angelucci.[45]
Da qualche anno Feltri collabora anche con il quotidiano sportivo torineseTuttosport. Per questo quotidiano ogni venerdì cura anche la rubricaI ritratti di Feltri.
Il 25 giugno 2020, giorno del suo 77º compleanno, Feltri rassegna le dimissioni dall'Ordine dei giornalisti, in polemica ai vari provvedimenti disciplinari presi nei suoi confronti a causa delle sue prese di posizione e dei titoli asseritamente offensivi diLibero[46]. La notizia viene data daAlessandro Sallusti, in uneditoriale sulGiornale[47]. In particolare, il giornalista dichiara che «da anni l’Ordine mi rompe, soprattutto per i titoli diLibero, nonostante ci sia un direttore responsabile, non ne posso più. Me ne vado da un ente inutile, che esercita azioni nei miei confronti con un chiarofumus persecutionis. Mi hanno spesso censurato, mi hanno sospeso, ora ho addirittura tre procedimenti, ma se ne occupa il mio avvocato, e gli farò anche causa per danni morali»[48].
La candidatura a Milano e l'iscrizione a Fratelli d'Italia
Dopo molte ipotesi riguardo ad una possibile candidatura a sindaco di Milano nelle elezioni del 2021, il 5 luglioGiorgia Meloni, leader diFratelli d'Italia, annuncia l'iscrizione di Feltri al partito e la sua candidatura al consiglio comunale come capolista[49]. In occasione delle votazioni del 3 e 4 ottobre, il giornalista ottiene 2.268 preferenze, venendo eletto consigliere,[50] incarico che lascia dopo soli 7 mesi per motivi di salute.[1][2]
Nel 2023 viene poi candidato alleelezioni regionali in Lombardia come capolista di Fratelli d'Italia a sostegno della candidatura del presidente uscenteAttilio Fontana, risultando eletto con oltre6000 preferenze.[51]
Il 7 settembre 2023 Feltri lascia nuovamenteLibero e viene nominato nuovo direttore editoriale delGiornale, affiancato daAlessandro Sallusti come direttore responsabile.[52] SulGiornale tiene inoltre una rubrica chiamataLa Stanza di Feltri.[53]
Originario diBergamo, ultimo di tre fratelli, è figlio di Angelo Feltri (1906-1949) e Adele Sangalli (1911-2001), svizzera, originaria delCanton San Gallo.[4] Il padre morì a 43 anni a causa dellamalattia di Addison[4]. Diplomato vetrinista e laureato inscienze politiche[54], è stato iscritto all'Ordine dei giornalisti dal1971 al 25 giugno2020.[55][56] Si è sposato in giovane età con Maria Luisa (1944-1967), da cui ha avuto due figlie gemelle, Saba Laura e Laura Adele (1967).[4] Rimasto vedovo a 24 anni, con la moglie morta a causa delle complicazioni del parto, si è risposato nel 1968 con Enoe Bonfanti (1938), dalla quale ha avuto i figliMattia (anch'egli giornalista e direttore diHuffPost Italia ed editorialista deLa Stampa) e Fiorenza (1972).[4][57] È stato anche legato sentimentalmente conBice Biagi.[58]
Nonostante la parziale omonimia, non ha alcuna parentela con il giornalistaStefano Feltri.[59]
Da oltre trent'anni è un popolareopinionista televisivo intalk show e programmi di approfondimento politico, distinguendosi per le posizioni controcorrente e per i toni polemici con cui affronta le discussioni. Una delle sue prime collaborazioni durature in televisione fu nel1988, quando partecipò come ospite fisso alla trasmissioneForza Italia diOdeon TV, condotta daFabio Fazio,Roberta Termali eWalter Zenga[60]. Nell'aprile1993Silvio Berlusconi gli propose di lavorare come giornalista televisivo a Canale 5, ma Feltri rifiutò[3].
Viene anche invitato come ospite ricorrente nel celebre programma radiofonicoLa Zanzara.
È anche apparso in numerosi programmi come opinionista sportivo, tra cuiControcampo, di cui è stato ospite ricorrente nella prima edizione. PerSportitalia in questa veste per alcune edizioni ha partecipato alla trasmissione sportivaIl processo di Biscardi, insieme al fratelloAriel Feltri.
Oltre al caso Boffo e quello della radiazione temporanea dall'ordine dei giornalisti si è reso protagonista di diverse controversie e vicende giudiziarie.
Dalla fine deglianni novanta, il giornalista si è spesso espresso in sensogarantista contro l'operato della magistratura neiprocedimenti giudiziari a carico di Silvio Berlusconi ed in numerosi casi dicronaca nera, dove ha difeso gli imputati anche dopo la condanna, tra cui l'omicidio di Marta Russo[62], ildelitto di Garlasco[63], ildelitto di Cogne[64] e l'omicidio di Yara Gambirasio[65], scrivendo molti articoli in difesa di Massimo Bossetti, il muratore bergamasco condannato all'ergastolo per il delitto. Nel2014 alcune affermazioni di Feltri, pronunciate in diretta nel programma televisivoLinea gialla suLA7, in difesa diRaffaele Sollecito, uno degli accusati dell'omicidio di Meredith Kercher in seguito assolto, fanno assai discutere poiché offensive nei confronti della vittima: «Raffaele non aveva interesse ad uccidere questa ragazza. Dal punto di vista sessuale, Meredith non era certo una meta inarrivabile. ( [...] ) Stava per laurearsi, aveva una fidanzata bellissima, mentre Meredith non era una meta inarrivabile (...) La volevi scopare? Non era neanche una ragazza eccezionale. (...) Perché sei tornato qui a farti condannare? Tanto si sa che qui se ti vogliono fottere, ti fottono. Io nel dubbio di essere condannato mi tolgo dalle palle».[66]
In un'intervista televisiva al programmaLe Iene suItalia 1, definìAdolf Hitler "severo ma giusto"[67], mentre in un'altra, commentando la proposta del deputatoPDEmanuele Fiano di vietare l'oggettistica fascista, disse di tenere un busto diBenito Mussolini sulla libreria del proprio studio.[68]
«Ma che te frega. Perché voiebrei non bevete lo champagne? [...] Ma bevetelo lo champagne che sareste un po' più allegri e non mi rompereste più i coglioni con laShoah! [...] Sono decenni che rompono i coglioni con la Shoah, basta per l'amor di Dio.»
Ha suscitato numerose polemiche una sua affermazione pronunciata durante la puntata del programmaFuori dal coro del 21 aprile2020, quando Feltri ha affermato: "Il fatto che la Lombardia sia andata in disgrazia per via del coronavirus ha eccitato gli animi di molta gente che è nutrita di invidia e di rabbia nei nostri confronti perché subisce una sorta di complesso d'inferiorità. Io non credo ai complessi d'inferiorità, io credo che i meridionali in molti casi siano inferiori"[70]. Il 26 aprile seguente, in un'intervista rilasciata aNon è l'Arena suLA7, il giornalista ha ribadito la sua posizione, ma ha spiegato di riferirsi esclusivamente alla situazione economica del sud Italia, senza voler offendere i meridionali[71][72][73].
Nel febbraio 2021, ospite del programmaStasera Italia, alla domanda della giornalistaBarbara Palombelli: "persone importanti che vorrebbe al governo?", ha risposto: "Hitler".[74]
Il 15 ottobre 2021 sul sitoTwitter ha suscitato scalpore, in un tweet successivamente rimosso dalla piattaforma, una sua frase di ammirazione nei confronti di Alberto Genovese, imprenditore accusato di sequestro di persona e di essere uno stupratore seriale: «Siamo d'accordo, bisogna condannare Genovese se ha stuprato. Però un pizzico di ammirazione egli lo merita: ha scopato una ragazza per 20 ore. Il mio record è 6 minuti lordi.»[75]
Il 2 marzo 2023, in merito ad un naufragio di migranti avvenuto in Calabria, scrive su Twitter: «Agli extracomunitari ricordo un vecchio detto italiano: partire è un po' morire. State a casa vostra.». Il tweet ha ingenerato una serie di polemiche.[76][77]
Nel settembre 2024, nel corso di una conferenza organizzata dail Giornale, ha manifestato il suo fastidio per le piste ciclabili di Milano e ha aggiunto: "i ciclisti mi piacciono solo quando vengono investiti". Il commento ha generato le reazioni negative di PD e M5S.[78]
Il 28 novembre di quello stesso anno, mentre era ospite nuovamente aLa Zanzara chiamato a parlare delle periferie milanesi, Feltri ha definito i musulmani come «razze inferiori» aggiungendo: «Gli sparerei in bocca». Le esternazioni hanno suscitato reazioni da parte del Partito Democratico e da Fratelli d'Italia di cui Feltri è segretario regionale.Pierfrancesco Majorino, capogruppo PD in Consiglio regionale, ha definito le dichiarazioni «abominevoli» e ha richiesto le dimissioni immediate di Feltri, invitando leader comeGiorgia Meloni a prendere le distanze[79]. Nell'aprile del 2025 ilConsiglio dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha sanzionato per 150.000 euro la trasmissione radiofonica in quanto i conduttoriGiuseppe Cruciani eDavid Parenzo non hanno impedito efficacemente tali affermazioni e ha affermato che l'Ordine dei giornalisti avrebbe preso nuovi provvedimenti[80].
Nel maggio del 2025, chiamato dal conduttorePiero Chiambretti a commentare una controversa dichiarazione del ministro della GiustiziaCarlo Nordio sull'utilizzo del braccialetto elettronico nel programma RaiDonne sull'orlo di una crisi di nervi, alla domanda su dove possano rifugiarsi le donne vittime di violenza se chiese e farmacie sono chiuse, Feltri ha risposto: '"Le donne vittime di violenza possono venire a casa mia. Se sono bone". La battuta ha suscitato controversie in quanto considerata ridicolizzante verso le vittime e normalizzante verso la violenza patriarcale, soprattutto tra le associazioni che si occupano di vittime di violenza e ha portato il conduttore Chiambretti a scusarsi pubblicamente[81].
Nel1996 Feltri, direttore all'epoca delGiornale, e il cronista Giancarlo Perna sono stati condannati dal tribunale diMonza perdiffamazione a mezzo stampa ai danni del giudice antimafiaAntonino Caponnetto. Il procedimento riguardava un articolo del 20 marzo 1994 nel quale si mettevano in discussione, fra gli altri elementi, i rapporti traGiovanni Falcone e lo stesso Caponnetto.[82][83]
Nel giugno1997 Feltri è stato condannato in primo grado dal tribunale di Monza conGianluigi Nuzzi, per diffamazione a mezzo stampa nei confronti diAntonio Di Pietro, per un articolo comparso sulGiornale il 30 gennaio1996, in cui si sosteneva che negli anni di Mani Pulite "i verbali finivano direttamente in edicola e soprattutto aL'Espresso"[84].
Nel gennaio2003 è stato condannato dal tribunale di Roma, insieme aPaolo Giordano, a seguito di querela presentata daFrancesco De Gregori, per avere travisato il pensiero del cantautore suTogliatti e sulPCI in un'intervista del 1997 dal titoloDe Gregori su Porzus accusa Togliatti e il partito comunista, pubblicata sulGiornale, di cui Feltri era direttore[85].
Il 14 febbraio2006 è condannato dal giudice monocratico diBologna, Letizio Magliaro, a un anno e sei mesi di carcere per diffamazione nei confronti del senatore del PDSGerardo Chiaromonte. La condanna si riferisce a un articolo comparso sulQuotidiano Nazionale alla fine deglianni novanta, secondo il quale il nome del senatore compariva neldossier Mitrochin.[86]
Il 2 luglio2007 è assolto dalla quinta sezione penale dellaCorte di cassazione dall'accusa di diffamazione nei confronti dell'exPMGherardo Colombo per un editoriale pubblicato suIl Giorno nel 1999, nel quale, in contraddizione con quanto affermato dallo stesso Feltri sulGiornale del 25 novembre 1994 (non ho mai scritto che Di Pietro e colleghi hanno graziato ilPDS: che prove avrei per affermare una cosa simile?), si accusava il pool diMani pulite di aver svolto indagini esclusivamente suSilvio Berlusconi e non più sugli ex comunisti. La sentenza di assoluzione si riferisce al diritto di critica garantito dall'articolo 21 dellaCostituzione della Repubblica Italiana.[87]
Il 7 agosto2007 è condannato assieme a Francobaldo Chiocci e alla società Europea di Edizioni SPA dallaCorte di cassazione a versare un risarcimento di45000 € in favore diRosario Bentivegna, uno degli autori dell'attentato di via Rasella, per il reato di diffamazione. Il quotidianoil Giornale aveva pubblicato alcuni articoli, tra i quali un editoriale di Feltri, nei quali Bentivegna era stato paragonato aErich Priebke (per cui Feltri aveva chiesto la grazia).[88]
Nel dicembre2011, il tribunale di Milano condanna Feltri a risarcireGianpaolo Silvestri, ex senatore deiVerdi e fondatore diArcigay, con50000 €, per un insulto a sfondoomofobo pronunciato dal giornalista e rivolto al senatore nel2007 durante il programmaPensieri&Bamba suOdeon TV[89][90].
Nell'ottobre2021 il tribunale diCatania lo condanna a pagare11000 € di multa perdiffamazione nei confronti diVirginia Raggi[91]. Il 10 febbraio2017Libero aveva infatti dedicato la prima pagina all'allorasindaca di Roma presentando un articolo su alcune sue vicende istituzionali e personali col titoloPatata bollente[92], causando lo sdegno di varie personalità della politica anche esterne alMovimento 5 Stelle[93] e spingendo la stessa Raggi a sporgerequerela[94].
Insieme aFurio Colombo, Vittorio Feltri è autore diFascismo e antifascismo, un libro uscito nel novembre 1994 per l'editoreRizzoli in cui ha esposto le proprie considerazioni sulfascismo e sullaLiberazione. È intervenuto allaGiornata per la Coscienza degli Animali del 13 maggio 2010, esprimendo posizionianimaliste, in particolare contro lapesca sportiva ed in favore delvegetarismo[95], anche se ha detto di non essere completamente vegetariano.[96]
Vittorio Feltri èateo.[33] Nonostante la condanna per insulto omofobo avuta nel 2011, a cui seguirà un titolo fortemente critico nei confronti della comunità gay suLibero nel 2019, nel giugno 2014 Feltri si è tesserato pressoArcigay, affermando dalle pagine deil Giornale: "Noi siamo per la libertà, senza discriminazioni, convinti che sia necessario superare i pregiudizi che generano equivoci, banalità, insulti noiosi e stupidi."[97][98]
Vittorio Feltri sostiene di essere di orientamentoliberal-conservatore[100],euroscettico, e, sebbene spesso le sue esternazioni confliggano con queste posizioni,liberista elibertario. Egli si dichiara da sempreindipendente a livello politico, sostenendo "il meno peggio".[101] Si è tuttavia dichiarato fortemente avverso allasinistra di stampocomunista[101] e ha quasi sempre sostenuto prima ilPLI, poiForza Italia eil Popolo della Libertà, nonostante alcune critiche nei confronti del centro-destra e anche dello stessoSilvio Berlusconi[101][102], per il quale però ha spesso espresso anche apprezzamenti.[103] Seguendo inoltre l'esempio della sua amica e collegaOriana Fallaci, ha sempre sottolineato l'importanza dellalotta all'islam politico, come testimoniato dal suo manoscrittoNon abbiamo abbastanza paura, pubblicato nel 2015.
Il 5 luglio 2021 si iscrive aFratelli d'Italia, partito che nel successivo autunno lo candida a consigliere comunale a Milano, riuscendo ad eleggerlo.[116]
Ha inoltre ripetutamente avversato le politiche delMovimento 5 Stelle, partito da lui più volte bollato comemeridionalista,assistenzialista eincapace di governare.
Il 26 giugno2020, con un annuncio pubblicato suil Giornale rende note le sue dimissioni dall'Ordine dei giornalisti.[117][118] La scelta del ritiro è dovuta anche ad alcune affermazioni e alle controversie sorte durante lapandemia di COVID-19 sui meridionali, oltre che ai vari procedimenti disciplinari a cui è stato sottoposto dall'Ordine.[119] Dopo l'uscita dall'Ordine professionale continua a firmare frequentemente articoli sul quotidianoLibero, del quale conserva la carica di direttore editoriale.
Cento anni della nostra vita visti da Vittorio Feltri 1905-2004, conRenato Farina, Novara, De Agostini, 2004.
Tutte le balle su Berlusconi: Manuale di conversazione politica elettorale, conRenato Brunetta, Libero, 2006.
Le mani rosse sull'Italia, con Renato Brunetta, Libero, 2006.
I presidenti d'Italia, Novara, De Agostini, 2006.
Sfacciati. Le caricature e gli sberleffi di Libero, con Benny, Milano, Libero, 2007.
Il berlusconismo: l'identità e il futuro, con Renato Brunetta, Libero, 2007.
Sesso, potere e intercettazioni ai tempi del Cav, conDaniela Santanchè, Milano, Libero, 2008.
Sfacciati 2. Le caricature e gli sberleffi di Libero, con Benny, Milano, Libero, 2008.
Il Vittorioso, con Stefano Lorenzetto, Venezia, Marsilio Editori, 2010.ISBN 978-88-317-0797-8.
Il Quarto Reich. Come la Germania ha sottomesso l'Europa, conGennaro Sangiuliano, Mondadori, 2014.
Buoni e cattivi con Stefano Lorenzetto, Venezia, Marsilio Editori, 2014.
Non abbiamo abbastanza paura. Noi e l'islam, Mondadori, 2015.
Il vero cafone. Ciò che non dovremmo fare e facciamo tutti, conMassimiliano Parente, Mondadori, 2016.
Chiamiamoli ladri. L'esercito dei corrotti, Mondadori, 2017.
Il Borghese. La mia vita e i miei incontri da cronista spettinato, Mondadori, 2018.
L'Irriverente. Memorie di un cronista, Mondadori, 2019.
Ritratti di campioni. Cronache di un giornalista tifoso, Mondadori, 2020.
Atalanta: la dea che mi fa godere , conversazione conCristiano Gatti, Milano, Rizzoli, 2021.
Com'era bello l'inizio della fine. I grandi incontri della mia vita, Milano, Mondadori, 2022.
Fascisti della parola. Da negro a vecchio, da frocio a zingaro, tutte le parole che il politically correct ci ha tolto di bocca, Milano, Rizzoli, 2023.
Chi non legge è perduto. Cosa insegnano i grandi capolavori della letteratura, Milano, Mondadori, 2025.
Il Corano letto da Vittorio Feltri, introduzione, traduzione e commento di Cherubino Mario Guzzetti, a cura di Vittorio Feltri eRenato Farina, Elle Di Ci, 1993.
Prefazione a Massimo Greco, Alberto Bollis,Carroccio a Nord-Est. Storia, programma e uomini dellaLega Nord del Friuli-Venezia Giulia, MGS Press Editrice, 1993.
Prefazione aGiacomina Lapenna,Come te non c'è nessuno. Comunicazione d'amore o quasi, Lupetti, 1998.
Prefazione a Giampiero Cannella, Aldo Di Lello,Rivoluzione blu. La sfida di destra alla terza via, Koiné, 1999.
Prefazione aSalvatore Ferraro,Il dito contro. Memoriale del processo per l'assassinio diMarta Russo, Avagliano, 2001.
Prefazione a Mariella Alberini, Carlo Brera,La signora delle lucciole, Mursia, 2003.
Prefazione a Franco Mauri,Corsivi di un ragazzo di paese, introduzione diFrancesco Cossiga, Rubettino, 2003.
Prefazione a Andrea Morigi,Multinazionali del terrore, Piemme, 2004.
Prefazione e cura di AA.VV.,Veltroni Walter: vita, miracoli & canzonette di un perdente di successo, Milano,Libero / Free Foundation, 2007,SBNUBO3287548.
Prefazione aDaniela Santanchè,Le donne violate: la donna negata e oltre, Marsilio, 2008.
Prefazione a Annalisa Chirico,Condannati preventivi, Rubbettino Editore, 2012.
Prefazione a Laura Gaetini,Desiderare la donna d'altri, ArabaFenice, 2015.
Prefazione a Domenico Ferrara, Francesco del Vigo,Il metodoSalvini: Contro l'euro che affama, contro l'invasione, contro le balle del renzismo, Sperling & Kupfer, 2015.
Prefazione a Claudio Maggi,Trump: uno di noi, Libero, 2016.