La città sorge a 326 metri sul livello del mare, con una superficie di406,23 km², che la pone al secondo posto tra i comuni del Lazio, all'interno di un ampio falsopiano, situato sulle prime pendici settentrionali delMonte Palanzana (che i viterbesi chiamano semplicementeLa Palanzana), appartenente al gruppo deiMonti Cimini, rilievi di origine vulcanica che fanno parte, a loro volta, dell'Antiappennino laziale. Il falsopiano sul quale si trova il centro cittadino si distende ad ovest verso la pianuramaremmana. La città è attraversata per tutta la sua lunghezza, con decorso est-ovest, dalFosso Urcionio, che oggi scorre quasi completamente nel sottosuolo, mentre scorreva in superficie fino ai primi decenni delNovecento. La città ha un'isola amministrativa collocata fra i comuni diVetralla eRonciglione, dal nome "La Scorticata"[7].
Sono state rinvenute poche presenzeetrusche, specie nel sottosuolo, ma probabilmente in questo periodo l'insediamento sul colle del Duomo, da identificare conSurina oSurna, non raggiungeva lo stato divicus ed era un avamposto dellalucumonia diTarquinia[11]. Nelle vicinanze sorgevano gli altri centri etruschi diMusarna eAcquarossa (poi distrutta, e ricostruita a poca distanza comeFerento).
Dopo la conquista romana vi fu costituito, con ogni probabilità, un insediamento militare, chiamatoCastrum Herculis per la presenza nella zona di un tempio che si riteneva dedicato all'eroe mitologico, da cui deriva illeone simbolo di Viterbo. Nei pressi passava lavia Cassia, che aveva unamansio adAquae Passaris, nell'areatermale a occidente rispetto all'attuale Viterbo[13], mentre solo nel medioevo, con la sua ascesa politica, la strada passerà dentro la città.
La "Sala del conclave" del palazzo dei Papi di Viterbo
Nell'XI secolo l'incremento demografico contribuì alla nascita di nuclei abitativi fuori dalcastrum, e, attorno al1090, a un primo tratto di mura; nel1099 la scelta dei primi consoli sancì il passaggio a istituzioni comunali. È ilXII secolo il periodo in cui Viterbo, libero comune, si assicurò il possesso di numerosi castelli: in tal senso la protezione diFederico I Barbarossa (presente nella città nel1162), e il suo riconoscimento del comune viterbese, conferì legittimità alla sua politica di espansione. Nel1172 venne distrutta la città diFerento il cui simbolo (una palma) fu aggiunto al leone, simbolo di Viterbo (l'emblema vigente è costituito appunto da un leoneaccollato ad una palma); attorno al1190 venne assediata Corneto (odiernaTarquinia), mentre l'imperatore attaccòRoma con l'esercito viterbese.
Ildistrictus del comune aumentò considerevolmente in quegli anni. Ulteriore elemento che accrebbe il prestigio e l'importanza politica di Viterbo, fu la sua elevazione a cattedra vescovile nel1192 ai danni diTuscania, la cui precedente predominanza nella Tuscia romana venne così meno.
All'inizio delXIII secolo la città fu finalmente inserita nell'orbita papale ed iniziò in tal modo un periodo di grande splendore, soprattutto con il disegno dipapa Innocenzo III, che tentò di costituire uno stato territoriale: Viterbo nel1207 ospitò il Parlamento degli stati della Chiesa. Tuttavia, per la presenza nella città di importanti famiglie insofferenti del predominio papale, venne invocata la protezione diFederico II: si aprì così, fino al1250 circa, un periodo di lotte interne traguelfi (la famiglia dei Gatti), eghibellini (i Tignosi, poi Tignosini), con un'iniziale prevalenza di questi ultimi. Si inserì in questo contesto di aspre lotte civili e religiose la vita della più illustre figlia della città,Santa Rosa da Viterbo, che visse tra il 1233 e il 1251. Si ricordano non solo suoi miracoli in vita epost mortem, ma anche, benché fosse giovanissima morendo ad appena 18 anni, la sua coraggiosa predicazione contro gli eretici e i ghibellini, che animò i viterbesi a resistere contro l'assalto dell'esercito di Federico II. Negli stessi anni la città vide le iniziative politiche e militari del cardinale viterbeseRaniero Capocci, storico ed acerrimo nemico dell'imperatore[14].
Il fallito assedio di Federico II nel1243 con la grande vittoria dei viterbesi, guidati proprio daRaniero Capocci, sull'esercito imperiale e il conseguente successo deiguelfi, sancì, per la seconda metà delXIII secolo ed anche per i secoli futuri, la definitiva politica filo-papale: la ricca famiglia dei Gatti monopolizzò le cariche municipali e i pontefici scelsero Viterbo come sede papale. L'episodio discriminante, che attirò addirittura l'attenzione mondiale su Viterbo, fu l'elezione papale del 1268-1271, che portòGregorio X al soglio pontificio: i cardinali che dovevano eleggere il successore diClemente IV si riunivano inutilmente da quasi 20 mesi, quando il popolo viterbese sdegnato da tanto indugio, sotto la guida delCapitano del popolo Raniero Gatti, giunse alla drastica decisione di chiudere a chiave i cardinali nella sala dell'elezione (clausi cum clave), nutrirli a pane e acqua, e scoperchiare il tetto lasciandoli esposti alle intemperie, finché non avessero eletto il nuovo Papa; alla fine i cardinali - pressati anche dalle continue rampogne diBonaventura da Bagnoregio - scelsero il piacentino Tedaldo Visconti,arcidiacono diLiegi, che aveva ricevuto solo gliordini minori e in quei giorni si trovava inTerra santa per lanona crociata.
Il Leone, emblema di Viterbo
Il nuovo papa prese il nome diGregorio X, (1272), e, vista la bontà della "clausura", stabilì con lacostituzione apostolicaUbi Periculum che anche le future elezioni papali avvenissero in una sede chiusa a chiave: era nato ilConclave. Dal1261 al1281 in Viterbo si tennero ben cinque conclavi. Nell'ultimo di questi il popolo, artatamente sobillato daCarlo I d'Angiò, irruppe nella sala del Conclave e mise al carcere duro il cardinaleMatteo Rubeo Orsini,protodiacono. Il pontefice che uscì eletto da questo conclave, funestato dall'invasione del popolo viterbese, fu un francese, il cardinaleSimon de Brion, proprio come voleva Carlo d'Angiò. Peraltro il nuovo papa, che scelse ilnome pontificale diMartino IV, appena eletto, anziché ringraziare i viterbesi che, mettendo in difficoltà i cardinali dellafamiglia Orsini, avevano favorito la sua elezione, lanciò sulla città di Viterbo un pesanteinterdetto e l'abbandonò in fretta e furia con tutta la corte pontificia, senza tornare aRoma, come molti auspicavano, ma recandosi aOrvieto. Si chiuse con questo spiacevole episodio il periodo aureo di Viterbo.
La loggia del palazzo dei Papi
I papi non verranno più a risiedere in città, anche se diversi pontefici vi soggiorneranno talora per periodi piuttosto lunghi; ne sono esempipapa Urbano V, che si fermò a Viterbo alcuni mesi tra il1367 e il1370[15] durante l'infruttuoso tentativo di riportare a Roma lasede papale, epapa Niccolò V, che nel1454 fece addirittura costruire dal Rossellino in zonaBullicame un belPalazzo termale (andato quasi completamente perduto) per venire in città a curare le sue gravi malattie, nonchéGiulio II, che fu spesso ospite, nel primo decennio delCinquecento, degliagostiniani viterbesi, vista l'amicizia che lo legava adEgidio da Viterbo, eLeone X, che veniva a caccia nei dintorni[16]. Durante la stabile presenza della curia papale a Viterbo, la città aveva raggiunto il suo massimo splendore, sia economico, quale centro posto lungo vie di comunicazione importanti, come laVia Cassia e laFrancigena, che architettonico, con l'edificazione di edifici pubblici municipali, torri, chiese, nel fiorire sia dellostile romanico che dello stilegotico, che icistercensi avevano inaugurato nel luogo con l'abbazia di San Martino al Cimino.
L'esilio avignonese dei papi contribuì alla decadenza della città e al riaprirsi delle lotte interne. L'effimera ricostituzione delPatrimonio di San Pietro del cardinaleEgidio Albornoz, non impedì ai nobili Gatti e ai prefettidi Vico di imporsi, con istituzioni ormai di tipo signorile, a Viterbo.Nei primi decenni delXVI secolo Viterbo ospitò nuovamente, e spesso, papi, daGiulio II aLeone X, grazie - come sopra accennato - all'opera straordinaria del cardinale agostiniano Egidio da Viterbo.A metà delCinquecento la città conobbe un nuovo, ancorché breve, periodo di fervore culturale e spirituale per la presenza del cardinaleReginald Pole, che riuniva a Viterbo il suo celebre circolo, di cui faceva parte, tra gli altri, la marchesaVittoria Colonna ed alle cui riunioni intervenne spessoMichelangelo.Dal XIII al XVI secolo, Viterbo è stata sede di unacomunità ebraica, fino al decreto di espulsione del1569[17].
Per Viterbo è un periodo di scarsa vitalità, economica e culturale: dalla fine delXVI secolo la città segue le sorti dello Stato della Chiesa e vede tramontare del tutto la vocazione internazionale che aveva assunto nei secoli del basso medioevo.
Occupata nel1798 dalle truppe francesi del generaleChampionnet, intervenuto a difesa dellaRepubblica romana, si ribellò, imprigionando la guarnigione lasciatavi dai francesi, quando nel mese di novembre le truppe del generale austriacoMack e delre di NapoliFerdinando IV di Borbone entrarono in Roma. Cacciate tuttavia queste poco dopo dallo Championnet, Viterbo fu attaccata dalle truppe del generale franceseFrançois Étienne Kellermann, al quale dovette arrendersi dopo che il medesimo aveva sconfitto nelle vicinanze i 6 000 uomini dell'émigré francese,Roger de Damas[18].
Nel1867, con la colonna garibaldinaAcerbi, fu testimone della sfortunatacampagna dell'Agro romano per la liberazione di Roma, conclusasi aMentana il 3 novembre con la sconfitta diGaribaldi da parte delle truppe pontificie e francesi. La città dovette attendere il 12 settembre1870 per essere di nuovo liberata dalle truppe italiane, questa volta quelle dell'esercito regolare in marcia versoRoma.
In questa occasione però, aspirava al rango di provincia ancheCivitavecchia ma Viterbo riuscì ad avere la meglio, incrementando il proprio territorio e numero di abitanti, sopprimendo e inglobando come frazioni, con assenso governativo, i comuni diBagnaia,San Martino al Cimino,Grotte Santo Stefano, ed altri piccoli centri limitrofi. (vedicomuni italiani soppressi).
Durante laseconda guerra mondiale la città venne rapidamente occupata dopo l'8 settembre 1943 dalle truppe tedesche della3. Panzergrenadier-Division che erano in movimento verso Roma. Durante l'occupazione fu sede di un comando tedesco e fu quindi sottoposta dall'aviazione alleata a ripetuti bombardamenti, di cui particolarmente pesante fu quello del 17 gennaio1944, che portò alla morte di centinaia di civili ed alla distruzione di vaste zone del centro storico e di altri territori vicini.
Lo stemma civico, riconosciuto con decreto del 19 luglio1929, ha la seguenteblasonatura:
«d'azzurro, al leone leopardito coronato d'oro sopra pianura di verde, accollato ad una palma fruttata di rosso, al naturale, tenente con la branca anteriore destra una bandiera bifida rossa, alla croce d'argento, cantonata di quattro chiavi di argento, poste in palo, con l'ingegno all'insù ed astato di verde»
Nel 1962 Viterbo è stata insignita della Medaglia d'argento al Valor Civile per gli innumerevoli caduti ed i gravissimi danni riportati in seguito ai bombardamenti alleati del 1943-44.
Cattedrale di San Lorenzo, accanto alpalazzo dei Papi. Il duomo fu eretto in stile romanico nel corso delXII secolo, sul terreno dove era situata una piccola chiesa dell'VIII secolo dedicata appunto aSan Lorenzo, a sua volta edificata sulle rovine di un tempio pagano dedicato adErcole, ma la sua facciata risale al1570, quando fu rifatta in stilerinascimentale su disposizione del vescovoGiovanni Francesco Gambara. Il duomo ha subito notevoli danni durante un bombardamento della città da parte degli alleati nel1944. Il restauro successivo ha restituito parte della struttura romanica preesistente ai rimaneggiamenti eseguiti durante il periodobarocco. Il campanile trecentesco è formato nella parte alta da strati segnati da doppie bifore e da fasce policrome orizzontali. Lo spazio interno è articolato in tre navate separate da due file di colonne culminanti in eleganti capitelli. Il pavimento è instile cosmatesco. Nella zona absidale della navata sinistra vi è il sepolcro dipapa Giovanni XXI (†1277) e poco distante è sita una pregevole tavola delXII secolo raffigurante laMadonna della carbonara distile bizantino.[19] Nella chiesa fu certamente sepolto anche papa Alessandro IV (†1261), ma la sua tomba è andata perduta.[20]
Il trittico posto nell'abside della navata sinistra della chiesa di Santa Maria Nuova.
Il quartiere medievale di San Pellegrino durante il periodo natalizioChiesa di Santa Maria Nuova, una delle più antiche di Viterbo. Risale al1080 e fu edificata sui resti di un tempio dedicato aGiove Cimino, la cui testa scolpita (che molti credettero in passato raffigurasseGesù) si sporge sopra il portale. In un angolo esterno dell'edificio, figura un piccolopulpito in pietra cui si accedeva tramite una scala di legno, da cui, secondo la leggenda, avrebbe predicato nel1266San Tommaso d'Aquino. In realtà le ridottissime dimensioni del pulpito non risultano compatibili con la ben nota mole del grande santo domenicano, il cui ciclo di prediche voluto dapapa Clemente IV si tenne con ogni probabilità dentro la chiesa. All'interno è conservata una collezione dipittura viterbese del periodo che va dalXIV alXVI secolo. Nella navata di sinistra, in fondo, si trova un pregevoletritticobizantino del1180 dicuoio che raffigura il Cristo. Le navate laterali presentano un soffitto retto dacapriate lignee e decorato da formelle inceramica. Nel Battistero da notare l'affresco con iSanti Giovanni Battista, Girolamo e Lorenzo, diAntonio del Massaro da Viterbo, detto il Pastura, affine per alcuni aspetti adAntoniazzo Romano e per altri alPerugino. A un lato dell'altare maggiore, è posto un ingresso all'anticacriptapaleocristiana. Una scala posta all'esterno dell'abside conduce ad un chiostro, erroneamente definito "longobardo". Il chiostro è rimasto sepolto e sconosciuto fino aglianni ottanta (non esistevano riferimenti o testimonianze che ne suggerissero l'esistenza), finché il crollo di un'ala del refettorio non ha condotto alla sua scoperta.
Palazzo dei Papi, costruito fra il1255 e il1266 sul colle di San Lorenzo per ospitare e proteggere i pontefici durante il loro soggiorno a Viterbo, con la celebreloggia formata in un solo lato da sette archi sorretti da esili colonnine binate che si intrecciano formando una elegante trabeazione. Dalla loggia si entra nella grande Sala delConclave, teatro della famosa elezione dipapa Gregorio X.
Palazzo dei Papi (XIII secolo).
Quartiere medievale di San Pellegrino, nel centro storico, sul percorso dellavia Francigena. L'asse principale inizia da piazza San Carluccio e continua lungo via San Pellegrino fino alla piazza su cui confluiscono vicoli laterali e su cui si affacciano l'omonima piccola chiesa e il palazzo degliAlessandri. Numerose case sono dotate diprofferlo, la scala a vista tipica dell'architettura viterbese medievale.
Fontane medievali dette “a fuso” o a "coppe sovrapposte" per la caratteristica forma del fusto centrale, in piazza della Rocca, piazza Fontana Grande, piazza delle Erbe, piazza della Morte, piazza di San Faustino, piazza Fontana di Piano[23].
La fontana in Piazza della Morte.Fontana di Piazza della Rocca.Piazza del Plebiscito.Prefettura (a sinistra) e Palazzo dei Priori (a destra) in Piazza del Plebiscito.Fontana Grande.Piazza delle Erbe.Porta Romana.
Mura medievali, estese per circa quattro chilometri, il cui tratto più antico risale al 1095 e il cui tracciato è conservato quasi perfettamente integro, con le due porte principali (porta Romana eporta Fiorentina) e le altre minori (San Pietro, Fiorita, del Carmine, San Lorenzo, di Valle, Faul, Bove, Murata, San Marco, della Verità, San Leonardo)[25]; vicino alla porta Faul sorge la torre del Branca, dettadella Bella Galliana.
Ferento, sito archeologico sulla strada Teverina, con interessanti vestigia di epoca etrusca, romana e medievale, e un belteatro romano in buono stato di conservazione nel quale si svolgono spettacoli teatrali e musicali estivi. Notevole impulso ai ritrovamenti in questo sito e nella vicinaAcquarossa venne dalle varie campagne di scavi condotte personalmente tra il1960 e il1973 dalRe archeologoGustavo VI Adolfo di Svezia.
Necropoli di Castel d'Asso, la prima a essere scoperta e probabilmente la più vasta della zona[26].
Necropoli diNorchia, sito archeologico preistorico, etrusco, romano e medievale nei pressi diVetralla, ma nel territorio comunale di Viterbo.
Bullicame, sorgente di acqua sulfurea calda dalle importanti proprietà terapeutiche, che alimenta - anche se la sua portata mostra significative riduzioni - unastazione termale e variepozze libere, citato daDante nell'Inferno[28].
Riserva Naturale Regionale Valle dell'Arcionello, di particolare interesse ambientale, geologico ed archeologico[29] con una superficie di 438 ettari si estende dalle propaggini delle mura civiche medievali fino almonte Palanzana (802 m) comprendendo lagola del fosso Urcionio. Presenta il fenomeno dell'inversione vegetazionale con piante dei climi freddi e umidi come ilfaggio alle quote più basse, mentre piante come illeccio, tipiche di climi caldi e quote basse, crescono a quote più alte in cima alle pareti, ben esposte al sole.
Le numerose gallerie sotterranee scavate neltufo, che mettono in comunicazione gran parte degli edifici del centro storico, creano una vasta rete di cunicoli e camminamenti, talvolta parzialmente sommersi, dove sono stati trovati reperti storico-archeologici. Sono utilizzate prevalentemente come cantine, ma nellaseconda guerra mondiale funsero da rifugio della popolazione durante i bombardamenti aerei che colpirono duramente la città nel1943-44.
Al 31 dicembre 2023 gli stranieri residenti nel comune erano 7 042, ovvero il 10,64% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti:[34]
La principale struttura ospedaliera della città è l'ospedale Santa Rosa[38], situato nella zona sud-est in località Belcolle, sulla Strada provinciale Sammartinese.
Viterbo è punto di riferimento per buona parte della provincia per quanto riguarda l'istruzione superiore e città universitaria con discreta presenza di studenti fuori sede. Molto noti erano i festival della musica che venivano organizzati a Viterbo negli anni settanta: nel 1973 è stato organizzato ilFestival Pop dove hanno partecipato artisti comeAlan Sorrenti e iGarybaldi, i quattro anni successivi fino al 1977 è stato organizzato il Festival dei Cantautori dove hanno partecipato artisti comeMauro Pelosi,Riccardo Cocciante,Renato Zero,Rino Gaetano,Angelo Branduardi,Lando Fiorini,Gianni Davoli,Ivan Graziani e molti altri. Nel 2005 a Viterbo si è svolta una tappa delFestivalbar condotto daVanessa Incontrada eFabio De Luigi. Negli ultimi anni sono nate e cresciute numerose manifestazioni culturali e di svago, tra cui alcuni festival che hanno ottenuto risonanza nazionale e internazionale, quali ilPremio Fausto Ricci, Caffeina, Tuscia Film Fest, Tuscia in Jazz, JazzUp Festival, Tuscia Operafestival, Festival Barocco, Quartieri dell'Arte, Medioera, Ludika 1243, Ombre Festival. Viterbo presenta al visitatore la sua eredità culturale attraverso gli allestimenti di 5 musei e svariati luoghi di interesse aperti al pubblico, come Viterbo Sotterranea, Palazzo dei Priori, il Polo Monumentale del Colle del Duomo, numerose chiese di epoche diverse.
A Viterbo sono presenti tutti i principali istituti di istruzione secondaria superiore statali, ed i seguenti istituti di istruzione superiori: Liceo Ginnasio Statale "Mariano Buratti" (Classico e Linguistico),Liceo Scientifico "Paolo Ruffini", Liceo delle Scienze Umane e Musicale "Santa Rosa da Viterbo", Istituto Tecnico Economico "Paolo Savi", Istituto Tecnico Tecnologico "Leonardo Da Vinci", IPSIA "Guglielmo Marconi", IISS "Francesco Orioli".
Dal 1975 ha sede a Viterbo l'Accademia di Belle Arti "Lorenzo da Viterbo" (ABAV), parte di un network europeo di istituzioni artistiche. Presso i locali della AUSL ha sede il distaccamento di Didattica delle Professioni Sanitarie dell'Università La Sapienza di Roma. Dal 2001 Viterbo ospita anche gli studenti americani del progetto School Year Abroad per la scuola superiore e del progetto Usac per l'università.
Museo Nazionale Etrusco, già Museo Nazionale Archeologico, ospitato dal 1986 nella Rocca Albornoz in piazza della Rocca.
Museo Civico, ospitato dal 1955 nell'ex convento di Santa Maria della Verità in piazza Crispi, riaperto nel 1994 e nel 2014, intitolato aLuigi Rossi Danielli, archeologo viterbese. Tra le principali opere del museo vi sono il grandioso ed artisticamente rilevantePresepe, pala d'altare di notevoli dimensioni opera del pittore viterbese del XV secoloAntonio del Massaro, dettoil Pastura, che fu allievo prediletto delPinturicchio, e laPietà di Sebastiano del Piombo, grande tavola che il maestro veneziano realizzò tra il1516 e il1517[39].
Cinema Teatro Genio, presso piazza delle Erbe, ricostruito nel 1948 sul luogo di un antico teatro settecentesco. È proprietà del comune di Viterbo e da alcuni anni è chiuso e in stato di abbandono.
Teatro San Leonardo, in via Cavour; originariamente intitolato alla chiesa omonima (oggi non più esistente), è stato denominato Teatro Caffeina per alcuni anni, prima di tornare nel 2020 alla sua denominazione originaria.
Sala Gatti, presso piazza delle Erbe, ex cinema successivamente diventata struttura polivalente per teatro e proiezioni.
Auditorium di Santa Maria in Gradi, all'interno dell'ex convento omonimo, un tempo penitenziario e sede dell'Università degli Studi della Tuscia.
Teatro di Ferento, teatro romano di epoca augustea raggiungibile dalla strada provinciale Teverina, all'interno dell'area archeologica diFerento, che ospita un'affermata stagione estiva di spettacoli.
Tre sono i quotidiani cartacei con pagine di cronaca locale:Il Messaggero, storico quotidiano romano la cui redazione di Viterbo fino alla chiusura nel 2025 era situata in Via Marconi; ilCorriere di Viterbo, con sede in Piazza dei Caduti, oggi parte del gruppo editoriale Il Tempo e in precedenza del gruppo Corriere dell'Umbria;La Provincia, quotidiano di Civitavecchia che nel 2022 ha aggiunto l'edizione viterbese. Non esistono più la redazione locale deIl Tempo, che ha chiuso i battenti nel 2010, e i quotidianiNuovo Corriere Viterbese del gruppo Angelucci eNuovo Oggi Viterbodel gruppo Diaconale, attivi nel primo decennio degli anni Duemila.
In passato sono state attive alcune testate free press con tiratura e periodicità varie:Melting Pot, Etrurialand, Totem Informacittà, La Città, Sottovoce, Move Magazine, Decarta.
La principale emittente radiofonica è stata a lungoRadio Verde, nata nel 1976 e chiusa nel 2018. Oggi è attiva la web radioRadio Svolta. In passato sono esistiteRadio Gluc, Radio Sole, Radiondazzurra, Radio Mediterraneo.
In qualità di emittenti televisive locali negli ultimi anni sono state attiveTele Lazio Nord (canale 629 del digitale terrestre) nata nel 2018 eTele Tuscia Sabina 2000 (canale 172 del digitale terrestre), nata a Rieti nel 1989 e a Viterbo dal 1999. Dal 1976 al 1999 ha trasmessoTeleViterbo (TVT), che si è a lungo distinta per le dirette della Macchina di Santa Rosa e per la grande attenzione dedicata allo sport, soprattutto calcio e basket. Dal 2008 al 2011 è stata attiva una redazione viterbese della romanaIesTv.
A Viterbo è tipica una zuppa chiamataAcqua cotta, nata si stima più di un secolo fa dalle famiglie più povere, ottenuta aggiungendo ad un tegame di acqua delle erbe di campo, aglio, patate e cipolle, per poi essere condita alla fine con un filo di olio di oliva e dei pezzi di pane raffermo per riempire la pancia; in base alla stagione si mettevano poi erbe aromatiche come mentuccia, maggiorana, cicoria o borragine. Alcune versioni più o meno recenti introducono anche l'uso delle uova e/o di guanciale.[senza fonte]
Altro piatto tipico della zona è ilFieno canepinese dall'omonimo paese di appena 3 000 abitanti. Consiste in una semplice pasta all'uovo (un uovo ogni 100g di farina), simile alle fettuccine, se non per la particolarità di essere fino appena qualche millimetro. Questa pasta fatta chiaramente a mano, viene poi servita con un sugo a base di salsa di pomodoro, con l'aggiunta di salciccia, cipolla ed odori che variano da famiglia in famiglia.[senza fonte]
All'interno del centro storico sono individuabili i quartieri Pianoscarano,San Pellegrino, San Faustino, Cunicchio. Tutto il resto della città compresa all'interno della cinta muraria medioevale è noto semplicemente come Centro Storico.
Al di fuori delle mura sorgono numerosi quartieri di espansione moderna.
A sud Carmine, Pietrare, Grotticella, Ponte dell'Elce.
A est Cappuccini, Murialdo (che comprende anche le zone di Pila e Barco).
A nord Paradiso, Ellera, Santa Lucia,Santa Barbara, Villanova, Palazzina, Riello, Poggino (zona industriale).
A ovest Pilastro e Terme.
Il quartiere Cappuccini è stato il primo a sorgere al di fuori delle mura, negli anni Venti e Trenta del XX secolo, con abitazioni basse con giardino destinate a ferrovieri e impiegati statali. Il secondo, dagli anni Quaranta, è stato il Pilastro. Nel dopoguerra entrambi hanno conosciuto una forte espansione e sono progressivamente nati tutti gli altri. I più recenti sono Santa Barbara e Riello, a connotazione soprattutto commerciale e direzionale, sviluppatisi dalla seconda metà degli anni Novanta.
Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a temaUnità locali, intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero addetti delle unità locali delle imprese attive (valori medi annui).[49]
2015
2014
2013
Numero imprese attive
% Provinciale Imprese attive
% Regionale Imprese attive
Numero addetti
% Provinciale Addetti
% Regionale Addetti
Numero imprese attive
Numero addetti
Numero imprese attive
Numero addetti
Viterbo (città)
6 592
28,21%
1,45%
18 655
31,41%
1,21%
6 660
18 603
6 798
19 286
Viterbo (provincia)
23 371
5,13%
59 399
3,86%
23 658
59 741
24 131
61 493
Lazio
455 591
1 539 359
457 686
1 510 459
464 094
1 525 471
Nel 2015 le 6 592 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano il 28,21% del totale provinciale (23 371 imprese attive), hanno occupato 18 655 addetti, il 31,41% del dato provinciale (59 399 addetti); in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato poco meno di tre persone (2,83).
Le principali direttrici stradali di Viterbo sono:
SS 2 Cassia, nel tratto urbano assume le denominazioni di Strada Cassia Sud, Viale Armando Diaz, Viale Raniero Capocci, Piazzale Antonio Gramsci, Via della Palazzina, Piazza Caduti Aviazione dell'Esercito, Strada Cassia Nord.
SS 675 Umbro-Laziale, conosciuta anche come Raccordo A1 Viterbo-Orte, trasversale Civitavecchia-Orte o "Superstrada", strada a scorrimento veloce che collega Viterbo allo snodo stradale e ferroviario di Orte e da lì con Terni, Rieti e Perugia.
SP1 Cimina: inizia da Porta Romana per raggiungere i centri dei Monti Cimini (Caprarola, Ronciglione), congiungendosi con la SS 2 Cassia in prossimità di Monterosi. Nel tratto urbano assume le denominazioni di Via Santa Maria in Gradi e Strada Cimina.
SP 2 Tuscanese: inizia dalla SS 2 Cassia presso il Cimitero San Lazzaro e per arrivare a Tuscania.
SP 5 Teverina: inizia dal passaggio a livello alla confluenza di Viale Trieste e Piazzale Antonio Gramsci e arriva a Celleno, Civitella d'Agliano e Castiglione in Teverina. Nel tratto urbano assume le denominazioni di Viale Francesco Baracca e Strada Teverina;
SP 151 Ortana: inizia da Viale Trieste e raggiunge Orte. Nel tratto urbano assume le denominazioni di Viale Trieste, Via del Santuario, Viale Fiume, Piazza XX Settembre, Strada Ortana;
Circonvallazione Giorgio Almirante, nota come Tangenziale Est o Semianello: è una strada urbana a scorrimento veloce composta da due carreggiate separate da guardrail con due corsie per senso di marcia, che collega la SP 2 Tuscanese nella zona ovest di Viterbo con il quartiere Cappuccini. È dotata di svincoli per raggiungere i quartieri Riello, Santa Lucia, Santa Barbara, Villanova, Ellera e Cappuccini.
Tangenziale Ovest: strada urbana con carreggiata singola e una corsia per senso di marcia che collega Piazza Caduti Aviazione dell'Esercito (lungo la Cassia) a Piazza Martiri delle Foibe Istriane (Porta Faul), costeggiando i quartieri Riello e Pilastro e le mura del centro storico. La sua prosecuzione verso sud è costituita da Via San Paolo che raggiunge il quartiere Carmine da cui attraverso altre strade urbane ci si ricongiunge con la SS 2 Cassia.
L'Aeroporto di Viterbo (sigla ICAO: LIRV) è un aeroporto militare che si trova a nord-ovest dalla città ed è sede del Centro di Addestramento dell'Aviazione dell'Esercito (Aves) e della Scuola Marescialli dell'Aeronautica Militare[50]. È intitolato al tenente pilota Tommaso Fabbri (1908-1936).
I trasporti pubblici urbani sono gestiti dalla società Francigena, i trasporti interurbani vengono svolti con servizi regolari di autobus gestiti daCOTRAL.
^L'importante azione del Capocci in quei decenni è ampiamente descritta sia da C. Pinzi,Storia della Città di Viterbo, op. cit. , sia dal grande storicoNorbert Kamp,Viterbo, inDizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
^Urbano V alternò il soggiorno a Viterbo con quello nella vicinaMontefiascone.
^Queste ultime due presenze papali sono ben descritte dal Signorelli nel suo libro suEgidio: Giuseppe Signorelli,Il cardinale Egidio da Viterbo agostiniano, umanista e riformatore, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze, 1929, capo V, pag.58.
^I giorni dell'insurrezione viterbese e dell'assedio di Kellermann sono documentati dalle Memorie diAlexandre Edme, barone di Méchin, funzionario del governo francese rimasto prigioniero a Viterbo nel novembre 1798. Fernando Funari (a cura di), Alexandre-Edme Mèchin. Memorie: il romanzo della resistenza viterbese nel biennio giacobino 1798-1799, Terni-Viterbo, Edizioni Archeoares, 2011ISBN 978-88-96889-32-9.
^In realtà nella chiesa cattedrale è esposta una copia della tavola, mentre l'originale è custodito nell'adiacente Museo del Colle
^Alessandro Nesi,Ridolfo del Ghirlandaio, Michele Tosini e i loro allievi, tra committenze medicee e Riforma Savonaroliana, in "Medicea", Rivista interdisciplinare di studi medicei, n. 10, ottobre 2011, pag. 19.
^CioèUno dei posti più belli del mondo, cfr. Sacheverell Sitwell,Great Houses of Europe, George Weidenfeld and Nicolson Ltd., Londra,ISBN 0-600-33843-6
«Tacendo divenimmo la 've spiccia fuor della selva un picciol fiumicello, lo cui rossore ancor mi raccapriccia. Quale del Bullicame esce ruscello che parton poi tra lor le peccatrici, tal per la rena giù sen giva quello. Lo fondo suo ed ambo le pendici fatt'era 'n pietra, e margini dallato»
Stephan Steingräber,Le tombe rupestri dell’Etruria meridionale (PDF), inCittà e necropoli dell'Etruria, collanaQuest’Italia. Storia e archeologia, 1ª ed., Roma, Newton Compton Editori, 1983, pp. 333-343,OCLC490872138,SBNRMR0006027.URL consultato il 9 gennaio 2020. Ospitato su Academia.
Giovanni Faperdue,1258-1271 Viterbo Caput Mundi, Viterbo, Tipografia Agnesotti, 2013,SBNRMS2609624.
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Giovanni Faperdue,Racconti viterbesi. Storie della terra di Tuscia con ricordi, leggende, amori, tradizioni, fenomeni esoterici, sogni e realta, in compagnia di femmine belle e uomini veri, Grotte di Castro, 2004,SBNRMS1429257.
Giovanni Faperdue,La Santa dei Viterbesi, Grotte di Castro, Ceccarelli, 2002,SBNRMS0165045.
Giovanni Faperdue,I conclavi viterbesi: fatti e misfatti, Grotte di Castro, Ceccarelli, 2004,SBNRMS1155785.
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Cesare Pinzi,Il palazzo papale di Viterbo nell'arte e nella storia, Viterbo, Agnesotti, 1910,OCLC77831980,SBNRML0075461.
In neretto icapoluoghi di regione, in corsivo lecittà metropolitane. (1): lo statuto dell'Emilia-Romagna indica lacittà metropolitana di Bologna come capoluogo della regione.