Il territorio del comune è diviso su un gruppo di colline che si trovano fra leLanghe e ilMonferrato, alla convergenza di tre strade romane (Ramaudio, Luparia e Fonsmagna). Insieme aVaglio Serra eIncisa Scapaccino, fa parte di quei comuni a ridosso dellaRiserva naturale speciale della Val Sarmassa, famosi per una pregevole coltivazione divite, da cui si ottengono uve bianche e rosse.
Fra i vini tipici prodotti della zona spicca ilBarbera, coltivato soprattutto nelle zone di frazioneSan Pancrazio e, in particolare,Bric Tre Vescovi, dove il vino prende il nome della frazione omonima a 255 metri s.l.m., poiché storicamente intersezione dei territori dellaDiocesi di Alessandria, dellaDiocesi di Acqui e dellaDiocesi di Asti. Anche lo stesso centro storico, che nel medioevo era sovrastato dal castello deimarchesiScarampi del Carretto, è circondato dai colli coltivati avigneto.L'abitato si sviluppa lungo un crinale sulla sponda destra del torrenteTiglione[4].
È probabile che il toponimo derivi da alcuni documenti dell'XI secolo che attestano la località comeViginti, a indicare, probabilmente, "venti" miglia romane, di un antico percorso articolato che, probabilmente partiva daAlessandria o daAcqui Terme[5]; il termine tuttavia, secondo altri, potrebbe essersi fuso con la radice celtoligurevi-nt, quest'ultima col significato dialtura.
Di proprietà del Marchese diSavonaBonifacio del Vasto, il borgo medioevale passò quindi sotto il potere vescovile, conteso tra il Capitolo diAcqui eAlessandria, per finire sotto le Signorie diAsti a partire dalXIV secolo. Passò quindi ai nobiliSolaro diAsti, poi al Conte Antonio Scarampi, in seguito, per molti anni, aiVisconti diPavia, fino almeno all'Impero diCarlo V d'Asburgo. Fu in questo periodo, nelXVI secolo, che fu eretta la chiesa della Confraternita della Santissima Trinità, più nota come chiesa dei Battuti, anche se il campanile èottocentesco. Dal1735 il feudo passò aiSavoia, che lo annetterono alRegno di Sardegna. NelXVIII secolo fu ampliata la chiesa parrocchiale dei Santi Marco e Vincenzo.
NelXX secolo Vinchio si distinse altresì come luogo di rifugio di sfollati e antifascisti dellaseconda guerra mondiale, luogo di rastrellamenti ed esecuzioni sommarie nel giugno e luglio1944, tanto da istituire unaCasa della Memoria della Resistenza e della Deportazione di Vinchio[6].
Negli anni più recenti il paese ha riqualificato il borgo e le sue offerte turistiche ed enogastronomiche, a cominciare dal suo tradizionaleasparago.[7]
Lo stemma del comune di Vinchio è stato concesso, insieme al gonfalone municipale, con decreto del presidente della Repubblica del 17 settembre 1993.[8]
«Stemmasemipartito troncato: nel primo, di verde, algrappolo d'uva d'oro, unito al tralcio, posto in fascia, pampinoso di due, dello stesso; nel secondo, di azzurro, ai quattrobisanti d'oro, posti uno, due, uno; nel terzo, d'oro, ai cinquepali di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»
Vinchio è uno dei 222 comuni italiani aderenti al progettoRifiuti Zero. Esso si pone l'obbiettivo di riciclare più materiali possibili riutilizzando quelli che, con la tipologia di gestione di altre città, verrebbero considerati inutilizzabili. È l'unico dellaprovincia di Asti a vantarsi di questa organizzazione dei rifiuti.