
Vincenzo Ottorino Gentiloni (Filottrano,13 ottobre1865 –Roma,2 agosto1916) è stato unpoliticoitaliano,eponimo delPatto Gentiloni con iliberali diGiovanni Giolitti che segna l'ingresso ufficiale deicattolici nell'attività politica delRegno d'Italia.
Ilconte del Sacro Romano Impero Vincenzo Ottorino Gentiloni fu dirigente dell'Azione Cattolica, presidente dell'Unione cattolica romana e del Comitato regionale marchigiano. Nel luglio del1909 ebbe dapapa Pio X la direzione dell'Unione Elettorale Cattolica Italiana, della quale mantenne la guida fino a poco prima della scomparsa.
L'Unione Elettorale era succeduta all'Opera dei Congressi, sciolta da Pio X il 28 luglio1904[1] a causa dei perduranti contrasti tra "intransigenti" (contrari a qualsiasi accordo con lo Stato unitario - ilRegno d'Italia - che aveva occupato ed estromesso loStato Pontificio) e "transigenti" (ovvero i fautori di un accordo con i liberali risorgimentali). Il conte Gentiloni era schierato con i transigenti: egli, infatti, sosteneva lamonarchia ed ilgoverno contro l'avanzata socialista,marxista eanarchica volta non solo verso di essi, ma anche verso tutta o buona parte del patrimonio di valori tradizionali del mondo cattolico.
La nomina di Gentiloni alla direzione dell'Unione Elettorale nel1909 giungeva poco dopo la condanna da parte del papa delle sessantacinque proposizionimoderniste contenuta nel decretoLamentabili sane exitu del 3 luglio1907, e dopo lascomunica del modernismo stesso, additato a sintesi di tutte leeresie, contenuta nell'enciclicaPascendi Dominici gregis dell'8 settembre successivo.
Nel1912, nonostante non fosse ancora stato revocato ilnon expedit decretato dalpapa Pio IX, Gentiloni, nella sua funzione di massimo responsabile dell'UECI, concluse conGiovanni Giolitti l'accordo che andrà sotto il nome, appunto, di Patto Gentiloni, basato su tre direttrici fondamentali:
Nello spirito del Patto, Gentiloni e Giolitti diedero vita all'Unione Liberale del periodo immediatamente precedente allaprima guerra mondiale, al quale s'ispireranno, dopo laseconda guerra mondiale, i fondatori delPartito Liberale Italiano.
Nel Partito Liberale, fondato nel 1912, venivano perciò a confluire il filonerisorgimentale più istituzionale, legato alla tradizione delladestra storica, e il filone cattolico largamente maggioritario nel Paese, anche se fino ad allora sostanzialmente escluso dalla partecipazione ufficiale allalegislazione e all'amministrazione delloStato. Tale partito nell'epoca prefascista ebbe quindi un orientamento monarchico, cattolico e tradizionalista.NelleElezioni politiche italiane del 1913 - le prime della storia italiana asuffragio universale maschile - il PL ottenne uno schiacciante successo. Favorendo l'elezione di quei candidati che si fossero impegnati a rispettare i tre punti del Patto Gentiloni, l'azione del conte ribaltò di colpo la sudditanza politica del cattolicesimo in Italia prodottasi dopo l'unificazione nazionale.
Fu uno dei cinquecamerieri d'onore di spada e cappa di numero, apparteneva alla Congregazione dei Sacconi ed era governatore del Sacramento e di Maria Santissima del Carmine in Trastevere[2].
Allo scoppio dellaprima guerra mondiale, il conte Gentiloni si arruolò nell'esercito come ufficiale di artiglieria. Tornato a casa per un congedo, si ammalò di febbre infettiva (probabilmente tifo) e, dopo 15 giorni, morì a Roma, appena cinquantenne[2].
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