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Vincenzo Gioberti (cacciatorpediniere)

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Vincenzo Gioberti
Descrizione generale
Tipocacciatorpediniere
ClasseOriani
In servizio con Regia Marina
IdentificazioneGB
CostruttoriOTO,Livorno
Impostazione1936
Varo19 settembre 1936
Entrata in servizio27 ottobre 1937
IntitolazioneVincenzo Gioberti, patriota italiano
Destino finalesilurato ed affondato dal sommergibile HMSSimoom il 9 agosto 1943
Caratteristiche generali
Dislocamentostandard 1750 t
pieno carico 2450 t
Lunghezza106,7 m
Larghezza10,25 m
Pescaggio4,3 m
Propulsione3 caldaie
2 gruppi turboriduttori su 2 assi
potenza 48.000hp
Velocità39 (in realtà 33-34) nodi
Autonomia2.190mn a 18 nodi
Equipaggio7 ufficiali, 176 sottufficiali e marinai
Armamento
Armamento
Note
dati riferiti al 1940
presi da[1] e[2]
voci di cacciatorpediniere presenti su Wikipedia

IlVincenzo Gioberti è stato uncacciatorpediniere dellaRegia Marina.

Storia

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Alla data dell'ingresso dell'Italia nellaseconda guerra mondiale apparteneva alla IX Squadriglia Cacciatorpediniere, unitamente ai gemelliAlfieri,Oriani eGiosuè Carducci.

Alle due dinotte del 12 giugno 1940 partì daTaranto insieme ai gemelli, alla I Divisione (incrociatori pesantiZara,Fiume eGorizia), alla VIII Divisione (incrociatori leggeriDuca degli Abruzzi eGaribaldi) ed alla XVI Squadriglia Cacciatorpediniere (da Recco,Pessagno,Usodimare) per pattugliare ilMar Ionio[1].

Il 2 luglio fu impiegato, insieme ai gemelli, alla I Divisione (Zara,Fiume,Gorizia), agliincrociatori leggeriBande Nere eColleoni ed alla X Squadriglia Cacciatorpediniere (Maestrale,Grecale,Libeccio,Scirocco) nella scorta indiretta ad un convoglio che stava tornando dallaLibia (trasporti truppeEsperia eVictoria, scortati dalletorpediniereProcione,Orsa,Orione ePegaso, sullarotta daTripoli-Napoli)[2].

Il 7 luglio, dipomeriggio, partì unitamente ai gemelli ed al resto della II Squadra Navale – incrociatore pesantePola, Divisioni incrociatori I, II, III e VII per 11 unità complessive e squadriglie cacciatorpediniere X, XI, XII e XIII – che poi si unì alla I Squadra e partecipò allabattaglia di Punta Stilo del 9 luglio: nel corso del ripiegamento dellaflotta italiana durante tale battaglia, la IX Squadriglia fu la prima formazione di cacciatorpediniere, tra quelle inviate alcontrattacco silurante, ad effettuare il lancio dei proprisiluri – cinque in tutto, da 13.500 metri –, senza però riuscire a centrare i bersagli[3][4].

Tra il 30 luglio ed il 1º agosto fornì scorta indiretta – insieme ai gemelli, agli incrociatoriPola,Zara,Fiume,Gorizia,Trento,Da Barbiano,Alberto di Giussano,Eugenio di Savoia,Duca degli Abruzzi,Attendolo,Montecuccoli ed alle Squadriglie Cacciatorpediniere XII, XIII e XV per un totale di 11 unità – a due convogli per la Libia, che videro in mare complessivamente 10 mercantili, 4 cacciatorpediniere e 12 torpediniere[5].

Versomezzogiorno del 27 novembre lasciòNapoli insieme alPola, alla I Divisione (Fiume eGorizia) ed agli altri caccia della IX Squadriglia, prendendo quindi parte all'inconclusivabattaglia di Capo Teulada[4][6].

Nel dicembre 1940 prese parte – insieme all’Alfieri ed alCarducci – albombardamento delle installazionicostiere dell'Albania e dellaGrecia in appoggio alle operazioni delRegio Esercito in quei territori[4].

Il 6 gennaio 1941 bombardò, unitamente all’Alfieri, alCarducci, al cacciatorpediniereFulmine (temporaneamente inquadrato nella IX Squadriglia) ed alla XIV Squadriglia torpediniere (Partenope,Pallade,Altair,Andromeda), le posizioni greche nei pressi di Porto Palermo, in Albania[4][7].

IlGioberti fotografato insieme ai gemelliOriani eCarducci

Alle undici del 26 marzo salpò daTaranto (al comando delcapitano di fregata Marco Aurelio Raggio) insieme ai gemelli ed alla I Divisione (Zara,Pola,Fiume), unendosi quindi alla squadra navale –corazzataVittorio Veneto, Divisioni incrociatori III (Trento,Trieste,Bolzano) e VIII (Garibaldi eDuca degli Abruzzi), Squadriglie cacciatorpediniere XIII (Granatiere,Bersagliere,Fuciliere,Alpino), XVI (Da Recco,Pessagno), XII (Corazziere,Carabiniere,Ascari) – incaricata dell'operazione «Gaudo», successivamente sfociata nellabattaglia di Capo Matapan[8].

Durante lo scontro ilPola, nella serata del 28 marzo, fu immobilizzato da unaerosilurante[8]. L'ammiraglioAngelo Iachino, comandante della squadra italiana, inviò tutta la I Divisione e la IX Squadriglia a soccorrere all'incrociatore immobilizzato, ma quando, alle 22.27, le navi arrivarono in prossimità delPola, furono sorprese dalle corazzate britannicheBarham,Valiant eWarspite, che le cannoneggiarono con le loroartiglierie: furono affondati loZara, ilFiume, l'Alfieri, ilCarducci ed, in un secondo, tempo, anche ilPola (silurato da cacciatorpediniere inglesi)[8][9]. All'inizio delcombattimento ilGioberti era la quarta unità della fila (la seconda considerando la sola fila dei cacciatorpediniere), preceduta dall'Alfieri e seguita dalCarducci; riuscì fortunosamente a ripiegare ed allontanarsi indenne assieme al danneggiatoOriani, grazie anche al sacrificio delCarducci, che si era diretto contro le navi inglesi coprendo la fuga delle unità sezionarie connebbia artificiale[8][9].

Il 30 aprile 1941 appartenne alla scorta indiretta (con gli incrociatori pesantiTrieste eBolzano, l'incrociatore leggeroEugenio di Savoia ed i cacciatorpediniereAscari eCarabiniere) di un convoglio formato dai trasportiBirmania,Marburg,Reichenfels,Rialto eKybfels in navigazione daAugusta eMessina per la Libia carichi di rifornimenti per l'Afrika Korps (la scorta diretta era costituita dai cacciatorpediniereEuro eFulmine e dalle torpediniereCastore,Procione edOrione); sebbene attaccato daaerei esommergibili il 1º maggio, il convoglio non subìdanni[10].

Il 3 giugno effettuò la posa di due campi minati a nordest di Tripoli, insieme ai cacciatorpedinierePigafetta,Da Mosto,Da Verrazzano,Da Recco,Scirocco edUsodimare ed alle Divisioni IV (incrociatori leggeriBande Nere edi Giussano) e VII (incrociatori leggeriEugenio di Savoia,Duca d’Aosta edAttendolo)[11].

Il 25 giugno salpò da Napoli di scorta (insieme ai cacciatorpediniereAviere,Geniere eda Noli) ai trasporti truppeEsperia,Marco Polo,Neptunia edOceania (scorta indiretta era fornita dagli incrociatoriTrieste eGorizia e dai cacciatorpediniereAscari,Corazziere eCarabiniere); dopo una sosta aTaranto il 27, le navi giunsero a Tripoli il 29 nonostante alcuni attacchi aerei (che procurarono lievi danni all’Esperia)[4][12].

Dal 16 al 18 luglio scortò (insieme ai cacciatorpediniereLanciere,Geniere,Oriani ed alla torpedinieraCentauro) un convoglio composto dai trasporti truppeMarco Polo,Neptunia edOceania sulla rotta Taranto-Tripoli (vi era anche una scorta indiretta assicurata dagli incrociatoriTrieste eBolzano e dai cacciatorpediniereCarabiniere,Ascari eCorazziere): tutte le navi giunsero a destinazione indenni, evitando anche unattacco del sommergibile HMSUnbeaten diretto contro l’Oceania[13].

Il 4 agosto salpò da Napoli, di scorta ad un convoglio composto daipiroscafiNita,Aquitania,Ernesto,Nirvo eCastelverde (il resto della scorta era costituito dai cacciatorpediniereAviere,Geniere,Oriani eCamicia Nera e dalla torpedinieraCalliope), cui poi si aggiunse lamotocisternaPozarica; il 6 agosto ilNita, colpito da aerei dell'830° Squadron britannico, affondò nel punto 35°15' N e 12°17' E, nonostante i tentativi delCamicia Nera e dellaCalliope per salvarlo, mentre le altre navi del convoglio giunsero a destinazione l'indomani[14].

Il 19 agosto fece parte, unitamente ai cacciatorpediniereVivaldi,Nicoloso da Recco,Oriani ed alla torpedinieraDezza, cui poi si aggiunse anche la X Squadriglia (Maestrale,Grecale,Libeccio,Scirocco), della scorta di un convoglio sulla rotta Napoli-Tripoli (trasporti truppeMarco Polo,Esperia,Neptunia edOceania); il 20 agosto, quando ormai i trasporti avevano imboccato larotta di sicurezza per Tripoli (avendo anche evitato un attacco da parte del sommergibile HMSUnbeaten, cui ilGioberti diede infruttuosamente la caccia insieme ad un altro cacciatorpediniere, ilDa Noli) il sommergibile britannicoUnique silurò l’Esperia, che s'inabissò nel punto 33°03' N e 13°03' E; fu possibile trarre in salvo ben 1139 uomini, mentre le vittime furono 31[15].

Tra il 31 agosto ed il 2 settembre scortò (insieme ai cacciatorpediniereAviere,Da Noli,Camicia Nera,Usodimare ePessagno) un convoglio composto dai trasporti truppeVictoria,Neptunia edOceania in rientro da Tripoli a Taranto; le navi giunsero indenni a destinazione, nonostante un attacco da parte del sommergibile britannicoUpholder[15].

Nelle prime ore della sera del 16 settembre partì da Taranto per scortare il convoglio «Vulcania», diretto a Tripoli: formavano il convoglio i trasporti truppeNeptunia edOceania, scortati, oltre che dalGioberti, dai cacciatorpediniereNicoloso Da Recco,Antonio Da Noli,Emanuele Pessagno edAntoniotto Usodimare[16][17]. Il convoglio incappò però in unosbarramento formato al largo dellecoste libiche dai sommergibili britanniciUpholder,Unbeaten,Upright edUrsula: alle 4.15 del 18 settembre, i siluri lanciati dall’Upholder centrarono ilNeptunia e l’Oceania, che s'immobilizzarono ed iniziarono ad imbarcareacqua[16][17]. Mentre ilVulcania, indenne, proseguiva con la scorta dell’Usodimare (entrambe le navi giunsero indenni a Tripoli nonostante un attacco dell’Ursula), gli altri cacciatorpediniere diedero infruttuosamente la caccia al sommergibile attaccante, fornirono assistenza all’Oceania e recuperarono inaufraghi dellaNeptunia, ormai in via di affondamento (la nave s'inabissò, dipoppa, alle 6.50)[16][17]. Alle 8.50 l’Oceania, che era in corso di evacuazione mentre se ne preparava il rimorchio da parte delPessagno, fu nuovamente silurata dall’Upholder ed affondò rapidamente; ai cacciatorpediniere non rimase che recuperare i naufraghi[16][17]. Dei 5818 uomini imbarcati sulle due navi fu possibile trarne in salvo 5434; ilGioberti contribuì all'operazione di soccorso recuperando 582 superstiti[4][16][17].

Il 24 settembre, inquadrato nella XIII Squadriglia Cacciatorpediniere (Granatiere,Fuciliere,Bersagliere) lasciòNapoli insieme al resto della XIII Squadriglia, alle corazzateVittorio Veneto eLittorio ed alla XIV Squadriglia Cacciatorpediniere (Folgore,Da Recco,Pessagno) per intercettare un convoglio britannico, ma non vi riuscì[18].

Il 2 ottobre salpò da Napoli per scortare – insieme ai cacciatorpediniereEuro,Antonio Da Noli edAntoniotto Usodimare, cui poi si aggiunsero le torpedinierePartenope eCalliope – un convoglio formato dai trasportiVettor Pisani,Fabio Filzi,Rialto eSebastiano Venier; quando – il 5 ottobre – laRialto, colpita da aerosiluranti britannici dell'830° Squadron, colò a picco in posizione 33°30' N e 15°53' E, ilGioberti trasse in salvo 145 uomini che erano a bordo della nave[19].

Dal 16 al 19 ottobre fece parte della scorta (cacciatorpediniereFolgore,Fulmine,Usodimare,Da Recco,Sebenico) di un convoglio innavigazione da Napoli a Tripoli (trasportiBeppe,Marin Sanudo,Probitas,Paolina eCaterina), cui si aggregarono poi il motopeschereccioAmba Aradam e la torpedinieraCascino; ilBeppe fu silurato il 18 dal sommergibile HMSUrsula, dovendo essere preso a rimorchio dalrimorchiatoreMax Barendt ed assistito dalDa Recco e dalla torpedinieraCalliope (giunse a Tripoli il 21), mentre ilCaterina affondò nel punto a 62 miglia per 350° da Tripoli in seguito ai danni riportati in un attacco aereo; il resto del convoglio giunse a Tripoli il 19[20].

Il 19 novembre scortò, insieme all’Oriani ed alMaestrale, il convoglio «Alpha» (Ankara eVenier) in rientro da Tripoli a Napoli (il convoglio fu poi dirottato su Taranto per via della presenza aeronavale britannica nelCanale di Sicilia)[4][21].

Ad inizio dicembre effettuò una missione ditrasporto dibenzina daPatrasso aDerna, assieme alMaestrale[4].

Alle 18.40 del 13 dicembre salpò da Taranto con un gruppo navale –corazzataDuilio, incrociatore pesanteGorizia, cacciatorpediniereOriani eMaestrale – in appoggio all'operazione «M. 41» (tre convogli diretti aBengasi con partenza da Taranto edArgostoli, con l'impiego in tutto dei mercantiliFabio Filzi,Carlo del Greco,Monginevro,Napoli,Ankara,Capo Orso, e come scorta dei cacciatorpediniereDa Recco,Usodimare,Pessagno,Saetta eMalocello e della torpedinieraPegaso, nonché di tre gruppi di appoggio); l'operazione fu però vittima degli attacchi deisommergibili inglesiUpright edUrge, che affondarono ilFilzi ed ilDel Greco e danneggiarono seriamente la corazzataLittorio, mentre l’Iseo ed ilCapo Orso si procurarono gravidanni per unacollisione[22][23].

Il 16 dicembre fece parte, insieme alle corazzateAndrea Doria,Giulio Cesare eLittorio, agli incrociatori pesantiTrento eGorizia ed ai cacciatorpediniereGranatiere,Bersagliere,Fuciliere,Alpino,Corazziere,Carabiniere,Oriani,Maestrale edUsodimare, della forza di appoggio all'operazione di convogliamento per la Libia «M 42» (due convogli composti in tutto dai mercantiliMonginevro,Napoli,Ankara eVettor Pisani scortati dai cacciatorpediniereSaetta,Da Recco,Vivaldi,Da Noli,Malocello,Pessagno eZeno, entrambi partiti da Taranto e diretti a Bengasi – l’Ankara ed ilSaetta – e Tripoli – le altre unità –); le navi giunsero indenni a destinazione il 18[24], mentre il gruppo d'appoggio prese parte ad un inconclusivo scontro con una formazione britannica che prese il nome diprima battaglia della Sirte, nella quale comunque ilGioberti non ebbe un particolare ruolo[4][25].

Alle 16 del 3 gennaio 1942 lasciò ilporto di Napoli – insieme allacorazzataDuilio, agli incrociatori leggeriGaribaldi,Montecuccoli edAttendolo ed ai cacciatorpediniereMaestrale,Scirocco,Oriani eMalocello – per fungere da scorta indiretta all'operazione «M. 43»: l'invio di tre convogli (con l'impiego in tutto dei mercantiliMonginevro,Nino Bixio,Lerici,Gino Allegri,Monviso eGiulio Giordani e di una scorta diretta assicurata dai cacciatorpediniereVivaldi,Da Recco,Usodimare,Bersagliere,Fuciliere,Freccia e dalle torpediniereProcione,Orsa,Castore,Aretusa edAntares) dai porti diMessina,Taranto eBrindisi, tutti con destinazione Tripoli; dopo l'arrivo dei trasporti a destinazione (avvenuto il 5) ilGioberti e le altre unità del gruppo rientrarono in porto alle 4.20 del 6 febbraio[4][26].

Da febbraio a maggio ilGioberti fu sottoposto a lavori di ammodernamento[27]. Furono imbarcati unecogoniometro tedesco e 3 complessi binati dimitragliere da 20/65 mm, l'unicatramoggia per bombe di profondità fu rimpiazzata da due nuove, vennero sbarcati i due pezzi illuminanti da 120 e le mitragliere binate della controplancia furono rimpiazzate con altre singole[27].

Alle 16.30 del 13 giugno salpò daCagliari aggregato alla X Squadriglia cacciatorpediniere (Ascari,Oriani,Premuda) per attaccare il convoglio britannico «Harpoon» nell'ambito dellaBattaglia di mezzo giugno; fu tuttavia obbligato a rientrare in porto da un'avaria all'apparato motore, non potendo nemmeno raggiungere i 22 nodi divelocità[28][29].

Il 15 agosto 1942, mentre stava scortando insieme alMaestrale lamotonaveRosolino Pilo, il convoglio fu assalito da 17 aerosiluranti: mentre laPilo veniva silurata a poppa (fu poi finita dal sommergibileP 44[30]), ilGioberti fu mitragliato con numerosi morti e feriti; rimasero uccisi quasi tutti gliufficiali (il comandante della nave, il capitano di fregataGianroberto Burgos di Pomaretto[31], fu gravemente ferito) e scoppiò unincendio[4][27][32]. Ad assumere il comando del cacciatorpediniere danneggiato, conducendolo aTrapani, fu ilsottotenente di vascello Giulio Ruschi, che ricevette per questo laCroce di Guerra[4][32].

Il 19 ottobre 1942 era impegnato nella scorta di un convoglio che cadde vittima degli attacchi dei sommergibili britanniciP 32,P 37 edUnbending, che silurarono ed affondarono il piroscafoBeppe[33] ed il cacciatorpediniereGiovanni da Verrazzano[34]; ilGioberti effettuò caccia antisommergibile e vide venire a galla chiazze dinafta[4], ma non risultano affondamenti di sommergibili britannici.

Il sommergibile HMSSimoom, affondatore delGioberti

Il 4 novembre partì da Napoli per fungere da scorta – insieme alMaestrale, alGrecale, all’Oriani, alle torpediniereClio eAnimoso e ad un altro moderno cacciatorpediniere, ilVelite – alle motonaviGiulia eChisone ed alpiroscafoVeloce, diretti a Tripoli: nonostante i diversi attacchi dal cielo, il convoglio fu uno degli ultimi a poter arrivare in Libia senza danni[35].

Il 10 gennaio 1943, durante un'altra missione di scorta, trasse in salvo l'equipaggio del trasporto truppeCalino, affondato dopo l'urto contro unamina al largo diCapri[4].

In seguito alla resa italiana inAfrica (maggio 1943) ed alla conseguente fine della guerra dei convogli, il cacciatorpediniere fu dislocato aLa Spezia[4].

Nei mesi successivi fu colpito e danneggiato nel corso deibombardamenti aerei sullabaseligure[4].

IlGioberti subito dopo il siluramento da parte delSimoom.

In un'altra missione, in navigazione versoLa Maddalena, fu attaccato da un sommergibile con il lancio di due siluri, che lo mancarono escoppiarono sulla riva; ilGioberti reagì con il lancio di cariche di profondità[36].

Il 9 agosto 1943 salpò da La Spezia, al comando del capitano di fregata Carlo Zampari (alla sua prima missione di guerra), con i cacciatorpediniereMitragliere eCarabiniere, di scorta alla VIII Divisione (incrociatori leggeriGaribaldi eDuca d'Aosta) diretta aGenova[4][27][37][38]. Alle 18.24 la formazione fu avvistata al largo di Punta Mesco dal sommergibile britannicoSimoom, che lanciò quattro siluri contro ilGaribaldi; questi riuscì di evitarli con lamanovra ma ilGioberti, che era dietro l'incrociatore, eseguì una manovra sbagliata (aumentò la velocità ma rimase sulla medesima rotta) e, centrato da due siluri, si spezzò in due: la poppa saltò in aria, laprua, spinta dall'abbrivio, proseguì per qualche decina di metri prima di sbandare sulladritta ed affondare a sua volta, a circa cinque miglia per 210° da Punta Mesco[4][37][38]. I 171 superstiti delGioberti furono recuperati da alcuniMAS e da altre unità partite da La Spezia[27][39][40].

IlGioberti aveva svolto in tutto 216 missioni di guerra (12 con le forze navali, una di posa mine, una di caccia antisommergibile, 3 dibombardamento controcosta, 31 ditrasporto, 60 di scorta convogli, 23addestrative ed 85 di altro tipo), percorrendo complessivamente 74.071 miglia e trascorrendo 197 giorni ai lavori[27].

Il ritrovamento del relitto

Il relitto del cacciatorpediniereVincenzo Gioberti è stato individuato dall'ingegner Guido Gay con la strumentazione imbarcata sul catamaranoDaedalus il 18 dicembre 2015: la nave giace coricata sul fianco destro alla profondità di 595 metri a sud di Punta Mesco. IlROVPluto Palla, lo stesso che ha identificato la corazzataRoma nel 2012 nel golfo dell'Asinara, ha ispezionato il troncone di prua del cacciatorpediniere.

La Marina Militare, unitamente all'ingegner Gay invitato a bordo diNaveGaeta, ha riconosciuto ufficialmente il relitto il 7 aprile 2016.

Il racconto della scoperta delGioberti è dello stesso ingegnerGuido Gay ed è contenuto nel libro di Ugo GeriniRegio Cacciatorpediniere Vincenzo Gioberti edito da Luglio Editore nel 2016.


Comandanti

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Capitano di fregata Marco Aurelio Raggio(nato a Palermo il 30 luglio 1899) (febbraio 1940 - 24 giugno 1941)

Capitano di fregata Vittorio Amedeo Prato(nato a Pallanza il 28 giugno 1902) (25 giugno 1941 - 14 agosto 1942)

Capitano di fregata Gian Roberto Burgos di Pomaretto(nato a Fossano il 9 novembre 1901) (15-18 agosto 1942)

Capitano di fregata Pietro Francesco Tona(nato a Maserà di Padova il 18 dicembre 1902) (ottobre 1942 - 9 luglio 1943)

Capitano di fregata Carlo Zampari(nato il 25 giugno 1902) (10 luglio - 9 agosto 1943)

Note

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  1. ^1 June, Saturday, sunaval-history.net.
  2. ^Naval Events, 1-14 July 1940, sunaval-history.net.
  3. ^Giorgerini, pp. 172-185.
  4. ^abcdefghijklmnopqrTrentoincina, sutrentoincina.it.
  5. ^Naval Events 15-31 July 1940, sunaval-history.net.
  6. ^Giorgerini, pp. 231-236.
  7. ^1941, sunaval-history.net.
  8. ^abcdGiorgerini, pp. 286-313.
  9. ^abGianni Rocca, pp. 126-137.
  10. ^1 April, Tuesday, sunaval-history.net.
  11. ^1 June, Sunday, sunaval-history.net.
  12. ^1 June, Sunday, sunaval-history.net.
  13. ^Battle of the Atlantic, July 1941, sunaval-history.net.
  14. ^Naval Events, 1-14 August 1941, sunaval-history.net.
  15. ^ab1 August, Friday, sunaval-history.net.
  16. ^abcdeGiorgerini, pp. 477-479.
  17. ^abcdeGianni Rocca, pp. 158-160.
  18. ^1 September, Monday, sunaval-history.net.
  19. ^1 October, Wednesday, sunaval-history.net.
  20. ^1 October, Wednesday, sunaval-history.net.
  21. ^KMS Kormoran and HMAS Sydney, KMS Atlantis and HMS Dunedin lost, November 1941, sunaval-history.net.
  22. ^1 December, Monday, sunaval-history.net.
  23. ^Giorgerini, p. 510 e ss.
  24. ^1 December, Monday, sunaval-history.net.
  25. ^Giorgerini, p. 342 e ss.
  26. ^Royal Navy Events January 1942, sunaval-history.net.
  27. ^abcdefCt classe Poeti, suregiamarinaitaliana.it(archiviato dall'url originale il 17 maggio 2008).
  28. ^Giorgerini, p. 371.
  29. ^Gianni Rocca, p. 248.
  30. ^Trentoincina, sutrentoincina.it.
  31. ^Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare - In Evidenzia - Curiosità - La breve storia del Marò Battiloro, suistitutonastroazzurro.it.URL consultato il 17 dicembre 2017.
  32. ^abIl naviglio sottile e i caccia - Primo Veronese sul Gioberti, sutrentoincina.it.
  33. ^Trentoincina, sutrentoincina.it.
  34. ^Trentoincina, sutrentoincina.it.
  35. ^Giorgerini, p. 532.
  36. ^Ricordi di guerra in mare - Navi sfortunate, sutrentoincina.it.
  37. ^abGianni Rocca, p. 292.
  38. ^abLe Operazioni Navali nel Mediterraneo, sudanieleranocchia.it(archiviato dall'url originale il 18 luglio 2003).
  39. ^La collezione fotografica del S.T.V. Prospero Solimano, suscmncamogli.org.
  40. ^Giorgerini, p. 407.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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V · D · M
CacciatorpediniereClasse Oriani
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