L'anticocastello di Malnido, presidio sullaVia Francigena del ramoghibellino deiMalaspina, risultava pressoché integro prima dei bombardamenti alleati della seconda guerra mondiale: oggi restano rovine fascinose che si spera ancora di poter recuperare.
Al tempo della venuta di Dante il feudo era retto da Franceschino Malaspina di Mulazzo, poiché Moroello e Corradino, figli di quelCorrado II, detto il Giovane (onde distinguerlo dal capostipite dello Spino Secco), sulla cui nobile figuraDante Alighieri elaborò l'elogio assoluto dei Malaspina imperiali alCanto VIII delPurgatorio[5], erano ancora in minore età.
Nonostante gli ultimi studi abbiano fatto emergere dalla sequenza Antico-Giovane (in realtà semplicemente una discendenza nonno-nipote) un chiaro passaggio di testimone dalla corte storica diMulazzo a quella ormai più viva di Villafranca, nessun ruolo politico particolare va ascritto a questo feudo nel dopo-Corrado, non a caso rappresentato proprio daFranceschino Malaspina, marchese di Mulazzo, nel lodo con il vescovo-conte di Luni risolto da Dante stesso con laPace di Castelnuovo il 6 di ottobre del 1306.
In ogni caso, è assai significativo che al fascino e alla storia della corte di Villafranca non fu immune neppure ilBoccaccio, il quale, da grande cercatore qual era di memorie per il suoTrattatello in laude di Dante, volle rendere anch'egli onore a Corrado il Giovane, facendo di lui e della figlia Spina i protagonisti di una novella tra le più lunghe delDecamerone, la VI della II giornata[6].
Nell'antica chiesina diSan Nicolò di Malnido, nel 1285 la sorella di Moroello II diGiovagallo (ilvapor di Val di Magra del Canto XXIV dell'Inferno) andò in sposa per procura ad un figlio del conteUgolino della Gherardesca, colui che «la bocca sollevò dal fiero pasto» in Inferno XXXIII. L'evento, di cui esiste il documento storico, testimonia i legami strategici che i Malaspina seppero tessere anche con la famiglia dei Conti della Gherardesca[7].
È proprio nel sagrato di questo antico tempio cristiano che è stata recentemente trovata la cripta ove sono state custodite per secoli le spoglie dei principi di casa Malaspina, di cui non è rimasto nulla. Tra quelli era Corrado il Giovane, uno dei soli sei personaggi dellaDivina Commedia cui Dante si è rivolto con la somma deferenza del "voi"[8].
Villafranca fece quindi parte deifeudi imperiali deiMalaspina dello Spino secco,marchesi della Virgoletta. Marchesato sovrano con investitura imperiale immediata, si estendeva anche suBeverone,Garbugliaga,Rocchetta di Vara eVilla nella valle dell'Aulella pressoAulla. Nel 1547 i fratelli Bartolomeo e Giovanna Battista Malaspina si suddividono il marchesato, generando le due linee della Virgoletta e di Castevoli, mantenendo il feudo di Villafranca indiviso, governandolo ad anni alterni. Dal 1567 è posta sotto l'accomandigia toscana, mentre dal XVIII secolo si pone sotto la protezione dei duchi diModena, che nel 1720 concedono ai marchesi di aggiungere al cognome Malaspina quello di Estense. Nel 1559 Villafranca contava circa 460 famiglie.È ricordata dalle cronache storiche per la grave rivolta che scoppiò nel 1705 contro il marchese Giovanni che chiese soccorso alle truppe medicee. Il feudo rimase sovrano fino alla sua soppressione nel 1797.
«Piccolo centro della Lunigiana subì rastrellamenti e violenti bombardamenti che provocarono numerose vittime civili e la distruzione di buona parte del patrimonio abitativo. La popolazione contribuì generosamente alla lotta di liberazione e seppe reagire, con dignità e coraggio, agli orrori della guerra, affrontando, col ritorno alla pace, la difficile opera di ricostruzione.» — Villafranca in Lunigiana (MS), 1944-1945
La sera del 5 dicembre, vigilia di San Nicolò, si tiene la processione nel centro storico alla luce delle candele; tale processione è accompagnata dalla sfilata di gruppi storici e culmina con l'accensione di un grande fuoco nel parco Tra La Ca.
Piccolo borgo murato, noto per le sue feste estive, soprattutto medioevali organizzate ad agosto dalla pro loco. Conserva, poco distante dal quadrato delle mura, un'antica selva di castagni dalla quale una letteratura ottocentesca ha mutuato la credenza campanilistica di una diretta ispirazione dantesca per la nota metafora iniziale dellaDivina Commedia (che è invece una sicura matrice biblica). Fece parte con Malgrate, Gragnana eOrturano del marchesato indipendente (1531) deiMalaspina diGodiasco,Oramala,Pozzol Groppo eFortunago fino alla soppressione deifeudi imperiali nel 1797. Il borgo di Filetto ha avuto una certa rilevanza in anni recenti sia per le rievocazioni medievali e i mercati dell'antiquariato, sia per le mostre e le conferenze sull'arte contemporanea tenute, a partire dal 2002, presso lo storicoPalazzo Cavalli - Casa-Galleria in piazza dell'Immacolata.La denominazione di "Fileto", che potrebbe essere derivato dal termine "Filacterion" o "Fulacterion", con il quale ibizantini indicavano le fortificazioni poste a sbarramento dei punti strategici di grande importanza, ne indica chiaramente l'origine nel tempo e i caratteri strutturali.A tale proposito si evidenzia come la denominazione di altre località e comuni italiani quali il vicino comune diFilattiera,Filetto eFilettino abbia probabilmente la stessa origineBizantina.
Piccolo borgo, a nord di Villafranca L., si divide in Irola di Sotto, Irola di Sopra e Numbria.Il paese vero e proprio, un tempo era costituito dal borgo che oggi è detto Irola di Sotto, la villa più antica e per lungo tempo sola, con l'oratorio dedicato alla Madonna delle Grazie, la torre e altre case antiche dalla struttura maestosa con possenti portali in arenaria.Ad Irola di Sopra, sorta successivamente, svetta la chiesa parrocchiale dedicata a San Geminiano vescovo.Per Irola passava l'antica strada lombarda, chiamata anche via del Volto Santo, che scendendo dal passo del Cirone proseguiva per Lucca.
Malgrate è uno dei borghi medievali più antichi della Lunigiana ed è situato ai piedi dell'appennino Tosco-Emiliano (250m s.l.m.). È dominato da unantico castello dotato di una slanciata torre cilindrica alta circa 25 metri. Fu sede dell'antico, omonimo marchesato deiMalaspina dello Spino fiorito.
Merizzo dista 5 km dal capoluogo comunale e sorge a 200 m sul livello del mare; vi risiedono 45 abitanti. Deve il proprio nome alla posizione soleggiata. Della parte più antica del borgo restano tratti murari e passaggi a volta di collegamento interno tra le case in pietra.All'ingresso del paese sorge la chiesa di San Michele e dal piazzale antistante si gode il panorama sulla vallata antistante.
Mocrone, borgo di poche anime, è inaccessibile a veicoli di grosse dimensioni, in quanto gli unici due ingressi sono delimitati da abitazioni. Vi si trova la pittoresca chiesetta diSan Maurizio, che architettonicamente viene fatta risalire alXIII/XIV secolo. Nella piazza principale vi è una statua dedicata adAlberico Benedicenti, autore di diversi studi scientifici in medicina e farmacia, la cui abitazione di famiglia è situata quasi all'ingresso del paese.
Virgoletta, antico borgo medioevale situato sul colle del Vignale. Dalla torre di base quadrata con piccola cinta muraria, risalente al XII sec. costruita dalla famiglia Corbellari, deriva questo curioso nome del paese. Leggendo le mappe dell'epoca troviamo "Verrucola Corbellariorum" alla sinistra della valle del Magra, direzione sud. Nell'anno 1600 viene terminata la parte gentilizia del castello, da parte del marchese Federico Malaspina, signore di Villafranca. Il borgo della Virgoletta, arredato dei suoi portali, conduce alla piazza, ove troviamo la xhiesa dedicata ai Santi Gervasio e Protasio. All'interno possiamo ammirare l'altare di marmo dei Corpi Santi di scuola berniniana ed un paleo marmoreo del XV secolo.
^ Mirco Manuguerra,Lunigiana Dantesca, La Spezia, Centro Lunigianese di Studi Danteschi, 2006.
^ Germano Cavalli,La fama letteraria dei marchesi Malaspina di Villafranca nel ‘300, inArchivio Storico per le Province Parmensi», IV/XLVII (1995).
^ Ubaldo Mazzini,Il matrimonio di Manfredina Malaspina di Giovagallo con un figlio del conte Ugolino (con una postilla dantesca), inGiornale Storico della Lunigiana», VII/2 (1915)..