Iltoponimo è attestato comeNidrindorf,Niederdorf,Nyderdorf dal993/94-1005 e deriva daltedesconieder ("basso") eDorf ("villaggio"). Il toponimo italiano, adottato nelperiodo fascista, altro non è se non una traduzione letterale di quello tedesco[5][6].
Non esistono testimonianze storiche della cittadina prima delX secolo. Tuttavia esistono reperti storici soprattutto romani (pietre miliari delle vie di comunicazione) trovati anche a Villabassa.L'Alta Val Pusteria era abitata daiNorici, daiReti e daiTaurisci prima della sua conquista ad opera dei Romani. Queste popolazioni erano d'origine illirica e ad esse erano frammiste iCelti, a partire dal500 a.C.Roma, con diversi trattati d'amicizia e d'alleanza, a partire dal 150 a.C. aveva reso la regione romanizzata, tanto che l'annessione nel 15 a.C. fu del tutto incruenta. Venne così creata la provincia dellaRezia, che includeva anche il territorio su cui sarebbe sorta, secoli dopo, Villabassa.
Non sono attestati accampamenti romani nel territorio comunale, ma nel 1955 fu rinvenuta unapietra miliare romana posta lungo lavia Aguntum-Vipitenum, che collegava la val Pusteria alla regione delNorico. Il miliare riporta una dedica all'imperatoreDecio, che governò per soli due anni, dal 249 alla sua morte, nel 251.[7] La pietra miliare, una colonna di roccia quarzosa di circa 2,15 metri di altezza e circa 550 kg di peso, indicava la distanza daAguntum, città romana posta nei pressi dell'odiernaLienz.
La zona subì, nei secoli dell'impero romano, diverse invasioni di popoli barbarici, soprattutto germanici:Cimbri nel 113 a.C.;Quadi eMarcomanni nel 161;Iutungi nel 271 e nel 356;Alamanni nel 358;Visigoti nel 402;Unni nel 452;Rugi,Sciri,Eruli nel 455, nel 462 e nel 468. Nel 476 la regione viene annessa daOdoacre e nel 489 daTeodorico re degliOstrogoti. IBizantini non raggiungeranno mai la val Pusteria dopo aver sconfitto gli Ostrogoti nellaGuerra gotica (535-553), cosicché l'intera valle viene occupata daiLongobardi nel 553 e daiBavari nel 560. IFranchi subentrarono nel 774. Nessuno di questi popoli ha lasciato testimonianze a Villabassa, ma, proprio a partire dall'Alto Medioevo, la germanizzazione della lingua sostituì progressivamente quella latina e celtica antecedenti. Anche ilCristianesimo s'impose intorno alIV secolo, tanto che iBenedettini, nel 769 eressero un convento aSan Candido. Allo smembramento dell'impero carolingio, nell'814 la regione venne a dipendere dallaSassonia ed è in questo periodo che per la prima volta è attestato il nucleo abitativo di Villabassa.
Il paese ha origini antiche; è infatti citato per la prima volta in un documento medioevale databile tra il 993 e il 1005 dal titoloNidrindorf[8]. Villabassa si è sviluppata intorno alla sua prima chiesa parrocchiale costruita nel 1225. Da allora ha sempre seguito le sorti delSacro Romano Impero, per essere inglobata nei domini austriaci nel 1363. Villabassa è stata una delle poche stazioni di posta della val Pusteria e sicuramente la più importante, dato che i molti artigiani specializzati nella riparazione di carri e carrozze avevano contribuito a farne un importante centro commerciale. Il primo "Maestro di Posta" di Villabassa, Johannes von Kurz, abitava al n° 42, nella casa Wassermann che oggi ospita il museo del turismo dell'Alta Pusteria.Al tempo dei conti di Gorizia e del Tirolo, Villabassa fu sede della magistratura.
La dominazione dispotica deibavaresi provocò una cruenta sollevazione dei tirolesi. LaRivolta Tirolese (1809-1810) generò una serie di sconfitte dei bavaresi, grazie all'esperienza militare dei capi riconosciuti,Andreas Hofer (1767-1810) ePeter Mayr (1767-1810). Napoleone, fu costretto ad inviare un esercito francese di occupazione, esercito che si macchiò di diversi atti truci nei confronti della popolazione civile (peraltro tutta schierata cogl'insorti). Nel 1810 riuscì a schiacciare la rivolta a costo di gravi perdite, ma, colTrattato di Parigi (28 febbraio 1810), tolse alla Baviera tutto ilTrentino, e le città diBolzano,Merano eDobbiaco per unirla alRegno Italico governato in nome suo dal viceréEugenio di Beauharnais (1781-1824). Il confine tra Regno Italico e Regno di Baviera venne posto nellaBassa Pusteria, precisamente aChiusa di Rio di Pusteria, il cui forte venne espugnato e quasi raso al suolo proprio dai francesi nel1809 e solo nel1978 fu parzialmente recuperato.
Tra il 1810 ed il1813 Villabassa divenne una cittadina di confine in una situazione paradossale: apparteneva ancora alla Baviera, mentre i paesi successivi Dobbiaco e San Candido appartenevano rispettivamente al Regno d'Italia ed al Dipartimento delleProvince Illiriche, quest'ultimo direttamente amministrato dallaFrancia. In pratica, esistevano ben tre confini di stato nell'arco di 10 km.
Nel dicembre1813, approfittando delle sconfitte ripetutamente patite dai francesi ad opera dellaRussia, dellaSvezia e dellaPrussia, l'Austria invase il Tirolo ed il Regno Italico, che crollò nell'aprile successivo (1814) ed alCongresso di Vienna del1814-1815 ne riassunse la sovranità, internazionalmente riconosciuta il 24 marzo1816.
A partire da quegli anni, Villabassa iniziò ad esser frequentata come meta turistica.Raggiunse il suo maggior sviluppo e la sua fama alla metà dell'Ottocento, quando divenne un importante luogo di villeggiatura. Nel1871, come tutti gli altri centri della val Pusteria fu munita di una ferrovia tuttora in funzione: laferrovia della Val Pusteria.La pioniera del turismo in Alta Pusteria fu l'ostessa FrauEmma Hellenstainer (23 aprile1817 - 9 marzo1904). Tuttora a Villabassa è in attività il suo albergo (Schwarzer Adler-Aquila Nera, ora Hotel Emma) ed a lei è dedicata la strada principale del paese (Frau-Emma-Straße), la vecchia porzione dellaStrada statale 49 della Pusteria che passava nel centro abitato prima che nel2004 fosse inaugurata la circumplanare che ha allontanato dal paese il traffico pesante. Anche l'hotel dellago di Braies fu voluto dalla summenzionata ostessa[9].
Villabassa, al pari di altri centri della Val Pusteria,Brunico,Perca,Valdaora,Monguelfo,Dobbiaco,Chienes,Rio di Pusteria,Vandoies,Naz-Sciaves,San Candido eSesto, subì una catastrofica esondazione del fiumeRienza nel1882. Questo disastro ambientale fu causato da una concomitanza di fattori, quali eccezionali rovesci temporaleschi, disboscamento con frane in seguito alla costruzione della ferrovia, repentino scioglimento delle prime nevi autunnali, tra il 16 ed il 20 settembre, con la distruzione di diversi edifici e la sommersione del centro del paese sotto un livello di quasi 3 metri d'acqua. A testimonianza di questo evento calamitoso, è tuttora leggibile un'iscrizione su pietra incastonata nel muro del rudere dell'Hotel Ebner, presso l'attuale ponte sul fiume. La piena del fiume Rienza si ripercosse sul fiumeIsarco ed, infine, sul fiumeAdige, tanto che esso esondò aVerona, al tempo, priva di argini murati alla fine di settembre (testimoniato da una lapide murata presso un negozio ubicato nell'attuale Via XX Settembre, nel rione di "Veronetta"[10].
Americani e partigiani appartenenti alle formazioni bellunesi sulla piazza principale del paese (1945)
Nel corso dellaGrande Guerra (1914-1918), la direttriceCortina d'Ampezzo -Dobbiaco - Villabassa rappresentava l'obiettivo strategico da raggiungere da parte dell'esercito italiano entrato in guerra contro l'impero austro-ungarico nel1915. Cortina fu presa nel 1915, ma la resistenza austriaca non consentì il raggiungimento degli altri obiettivi. Villabassa venne risparmiata dalle distruzioni, che portarono, ad esempio, alla cancellazione totale del paese diLandro, notevole località turistica d'anteguerra e mai più ricostruito. Anche il limitrofo comune di Dobbiaco subì qualche insulto da parte dell'artiglieria italiana.Nel1919 ilTrattato di Saint-Germain-en-Laye assegnò all'Italia Villabassa ed il confine alpasso del Brennero. Per quant'attiene alla situazione in alta Pusteria, ilPatto di Londra siglato dall'Italia il 26 aprile 1915, che impegnava l'Italia a denunciare il trattato con laTriplice Alleanza a favore dellaTriplice intesa, con la conseguente entrata in guerra contro l'Austria, esplicitamente conferiva all'Italia un confine sullospartiacque, rappresentato dallasella di Dobbiaco. L'Italia approfittò del caos conseguente alla sconfitta austriaca del novembre1918, annettendosi tutto il territorio posto oltre detto spartiacque, in pratica i territori comunali diSan Candido (Innichen) e delle frazioni limitrofe. Nel1922 l'affermazione delfascismo comportò per il paese, come per tutto l'Alto Adige notevoli sofferenze (italianizzazione forzata), culminate nel1939 con ilPatto d'Acciaio, comportante l'evacuazione in Austria (occupata dai nazisti nel1938) dei tirolesi indesiderati dall'Italia e dei tirolesi cheoptarono per la rinuncia della cittadinanza italiana (con conseguente confisca dei beni senza indennizzo).
Villabassa superò quasi indenne la seconda guerra mondiale, poiché venne bombardata una sola volta, il 27 febbraio1945, nel quartiere della stazione ferroviaria. Venne compresa nel progetto del cosiddetto "Ridotto Alpino" (DieAlpenfestung) della "Fortezza delle Alpi", ovvero il territorio che comprendeva teoricamente laBaviera, l'Austria e l'Alto Adige ove i capi nazisti pensavano di poter opporre l'ultima resistenza alle truppe alleate che stavano dilagando[11].Venne liberata dagli americani il 4 maggio 1945 e fu protagonista, una settimana prima, delraduno dei prigionieri di guerra illustri, catturati dai tedeschi sui vari territori occupati, al fine di esser scambiati con l'incolumità delleSS durante la resa agli Americani (che raggiunsero gli ostaggi presso illago di Braies).IlTrattato di pace di Parigi (1947) confermò l'appartenenza all'Italia dell'Alto Adige, nonostante la richiesta da più parti per un referendum che riassegnasse all'Austria l'intero Alto Adige.
Nel corso dei decenni successivi, a parte gli anni dell'Irredentismo sudtirolese (1961-1967), con l'Accordo De Gasperi-Gruber prima (1946), fino all'entrata dell'Austria nell'Europa Unita (1995) con l'abolizione de facto del confine, la situazione di continuo miglioramento economico e di pace interetnica ha portato a notevoli miglioramenti nel flusso turistico di Villabassa e dei paesi della val Pusteria, incrementando la ricchezza economica del paese.
«Troncato: il 1º d'oro, all'aquila bicipite di nero; il 2º partito d'oro e di nero, a duestambecchi nascenti e affrontatidell'uno nell'altro; alla fascia di rosso, caricata di una fascia diminuita d'argento, attraversante sulla troncatura.»
Riprende il blasone dei Signori Kurz von Thurn[12] che amministrarono il villaggio dal XIV al XVIII secolo. Lo stemma è stato concesso il 16 novembre 1966.[13]
Si tratta di un edificio tardo barocco, eretto tra il1792 e il1796 (il campanile è del1803) e dedicato al patrono del paese,Santo Stefano. Il tetto, sia della chiesa, che del campanile, è interamente composto da tasselli di legno dipinto, sebbene — a prima vista — sembrerebbe costituito da comuni coppi in terracotta. Per tal motivo, ogni lustro circa, il tetto è soggetto a manutenzione, che viene eseguita in modo assai spettacolare, scalando campanile e chiesa con cordate da rocciatori. All'interno, l'altar maggiore, gli altari laterali ed il pulpito sono interamente in legno dipinto in venature similmarmoree. Si fanno apprezzare gli affreschi diFranz Altmutter e la pala d'altare diMartin Knoller, allievo diPaul Troger, raffigurante ilMartirio di santo Stefano. All'esterno della parrocchiale, lungo il lato sinistro della scalinata d'accesso, sorge una doppia cappella quattrocentesca preesistente. Nella parte inferiore, oggi adibita a cappella mortuaria, si può ammirare un affresco diSimone da Tesido, mentre in quella superiore, dedicata asant'Anna, si trova un cielo stellato con volte circolari. Sul pavimento, al centro della navata, tramite una vetrata si possono osservare le fondamenta di una precedente chiesa medioevale. Queste cappelle laterali sono tra le più antiche dell'intera vallata e rappresentano uno dei massimi esempi di architettura gotica in val Pusteria.
Distante dalle altre chiese e dal centro del paese, si situa lachiesa di Santa Maddalena di Moso. Collocata nei pressi della zona artigianale, lungo la strada interna che conduce aMonguelfo, la chiesa è sorta nel1490 su commissione della contessaPaola di Gonzaga, consorte del marcheseLeonardo di Gorizia. La chiesa non versa nelle condizioni migliori, sebbene il tetto e l'analogo tetto del campanile — entrambi in legno — siano stati recentemente restaurati. All'interno si collocano l'altare paleobarocco del 1600 e la tavola in rilievo in stile tardogotico raffigurante iRe Magi, opera diMichael Parth. Durante i mesi estivi, essa è sede di concerti di musica classica e sacra.
Lungo il tracciato della principale strada che attraversa il paese,Frau-Emma-Straße (l'ex tratto cittadino della strada statale SS 49 della Pusteria), quasi di fronte alla piazza von Kurz, ove si colloca il municipio, si può vedere la cappella dellaSanta Trinità, edificata all'interno dell'ospedale (ora dismesso) in cui nel medioevo e nei secoli successivi venivano ricoverati gli appestati. È in stile barocco e conserva gli arredi originali. L'intero complesso (la chiesa fa corpo unico col vecchio ospedale essendo collegata ad esso con un atrio dalla volta a crociera) venne edificato tra il1456 ed il1473 ed ampliato nei secoli successivi. L'attuale aspetto è quello definitivamente risultante dall'ultima rielaborazione del1655, quando la chiesa venne consacrata dal vescovo ausiliare dellaDiocesi di Bressanone, Jesse Perkhofer, il 30 gennaio di quell'anno.
A sud del paese, nascosta dietro alle prime file degli alberi del bosco, si trova la Casa Alpina degliscalabriniani di Pian di Maia (Maistatt), nei pressi di una fonte d'acqua termale (analizzata dal Prof. Giovanni Perini già nel1959), accanto alla quale si trova una piccola cappella, molto ben custodita e arredata, la cappella diSan Giovanni Nepomuceno. Nel corso della prima guerra mondiale, l'edificio fu adibito ad ospedale da campo della croce rossa austro-ungarica. Resta a memoria di ciò una stele sul piccolo piazzale antistante la cappella, in cattivo stato di conservazione, ma con le scritte ancora leggibili.
A Villabassa sorge nell'antico "palazzo Wassermann" (ex proprietà dei conti von Kurz) il museo turistico dell'Alta Pusteria, nel quale sono stati ricostruiti diversi ambienti antichi con mobili e suppellettili originali[14].
A sud-ovest di Villabassa in direzione di Braies, si trova una ex-polveriera militare dell'esercito italiano. Fino agli anni 1990 ha svolto il proprio lavoro custodendo diverso materiale, anche esplosivo. Nella notte tra il 6 e il 7 maggio 1976 attorno alle 21.00 vi fu il tristemente nototerremoto del Friuli; militari partirono dalla caserma Cesare Battisti diMonguelfo per aiutare la popolazione locale prendendo possesso di esplosivi e detonatori custoditi in questa polveriera.
Dopo il 2000 questa, assieme alla polveriera diSan Giorgio e a quella diCimabanche, viene utilizzata per l'addestramento del personale, sia civile che militare, alla scorta dei convogli, alla scorta deiVIP e al pattugliamento[15]. Qui in particolare si addestrano le persone a muoversi con diversi veicoli su ogni tipo di terreno.L'area addestrativa è ora affidata al6º Reggimento alpini, che dall'estate 2013 ha inaugurato un circuito off road, con lo scopo di aumentare la sicurezza degli autisti nella guida dei veicoli. Tale circuito è stato creato in collaborazione con la divisione fuoristradaAcademy 4x4[16].
A Villabassa si trova lungo il corso dellaRienza un parco del benessere, con un apposito impianto che sfrutta la teoria diSebastian Kneipp sull'idroterapia. L'accesso al parco è a pagamento.
Sempre qui si è recentemente (autunno 2010) aperto un impianto inalatorio all'aperto, il primo in Italia, assieme ad un padiglione, entrambi finanziati dal progetto IV Italia/Austria "Kneipp Alp" Nr. 2301[17].
Villabassa conobbe uno sviluppo turistico molto anteriore a quello dei centri vicini. Il merito viene di solito attribuito al fatto che tradizionalmente gli abitanti di Villabassa si dedicavano al trasporto, non solo con le carrozze, ma anche con i muli, sulle strade dell'epoca e il loro paese era pertanto diventato il luogo di sosta per cambiare mezzo di trasporto.Da questa tradizione sbocciò la figura della signoraEmma Hellenstainer, allora la più rinomata "ostessa" non solo della valle, ma forse d'Europa: la società nobiliare di fineOttocento si dava appuntamento nella sua locanda[20].
In suo onore nel2004, centenario della sua morte, si è tenuta una mostra con rievocazione degli oggetti presenti allora negli alberghi. Fra i ricordi che appartengono quasi alla leggenda del sorgere del turismo in senso moderno, c'è l'aneddoto che bastava citare nell'indirizzo “Frau Emma in Europa” e qualsiasi lettera, anche dalle regioni del mondo più lontane, arrivava a Villabassa - hotel Aquila Nera (loSchwarzer Adler), appunto l'albergo che la signora Emma aveva portato a fama internazionale.
Quegli anni coincisero con l'apertura dellaferrovia della Val Pusteria e la riconversione dell'attività degli abitanti di Villabassa (per primo il marito della signora Emma) dall'attività di vetturino a quella di addetto ai servizi per i turisti.
^AA.VV.,Nomi d'Italia. Novara, Istituto Geografico De Agostini, 2004.
^ Raffaela Constantini, [Sebatum, L'Erma di Bretschneider, 2002.
^Martin Bitschnau eHannes Obermair (a cura di),Tiroler Urkundenbuch, vol. II,Die Urkunden zur Geschichte des Inn-, Eisack- und Pustertales, parte 1:Bis zum Jahr 1140, Innsbruck, Universitätsverlag Wagner, 2009, p. 134s n. 169.ISBN 978-3-7030-0469-8.
^Lorenzo Baratter,Le Dolomiti del Terzo Reich, Milano, Mursia ed., 2005
^(FR)Coupé, d'or à l'aigle éployée de sable, sur un parti d'or et de sable, à deux boucs naissants et affrontés de l'un à l'autre, à la fasce de gueules, ch. d'une autre fasce d'argent, brochant sur le coupé.
^Hans Heiss,Von Frau Emma zu Frau Erika. Rollenbilder im Gastgewerbe Tirols, in TourismusmuseumSchloss Trauttmansdorff (a cura di),Frau Emma Europa. Eine große Gastwirtin, Bolzano 2004, pp. 61-81.
(DE) Albert Kamelger (a cura di),Niederdorf im Pustertal 994-1994. Tausend Jahre Geschichte, Villabassa, 1994.
(DE) Hans-Günter Richardi,SS-Geiseln in der Alpenfestung: die Verschleppung prominenter KZ-Häftlinge von Deutschland nach Südtirol. Zur Ausstellung "Rückkehr ins Leben" anlässlich des 60. Jahrestages der Befreiung der SS-Geiseln in Niederdorf, Bolzano: Raetia, 2006,ISBN 978-88-7283-229-5.