I primi segni della presenza umana risalgono all'epocapreistorica, precisamente al IV millennio a.C., come è stato possibile stabilire grazie al ritrovamento di materiali utilizzati per la fabbricazione di utensili.In seguito il territorio venne interessato da piccoli insediamenti stabili di popolazioni appartenenti al gruppo dei Liguri, a cui subentrarono gliEtruschi nel periodo dell'età del bronzo ed iGalli Cenomani tra ilV ed ilIV secolo a.C. Questi caratterizzarono fortemente il territorio, inserendolo nel contesto dell'insediamento diLemine.
Durante ladominazione romana, i nuovi abitanti si fusero con quelli di origine celtica presenti precedentemente. Anche gli insediamenti un notevole sviluppo, favoriti dalla costruzione di un'importante strada di comunicazione, utilizzata principalmente dai militari, che collegava la città orobica con quella diLecco, da cui poi era possibile raggiungere il nordEuropa.Questa favorì notevolmente la trasformazione del sito da postazione militare a centro demico, rinominato quindipagus Lemennis.
Con il termine dell'impero romano il territorio visse un periodo di scarsa antropizzazione, terminato con l'arrivo della popolazione deiLongobardi nelVI secolo, che diede vita allacurtis lemennis, inserita nelducato di Bergamo.A questa popolazione subentrarono, a partire dall'VIII secolo, iFranchi, con i quali Lemine diventò unbeneficium entrando nell'ordinamento e nelcostume feudale.
Inizialmente i territori furono affidati ai Conti di Lecco, poi dopo il 975 entrarono in possesso delvescovo di Bergamo, il quale in seguito li diede in gestione ai monaci dellaValle di Astino.Il toponimo, apparso per la prima volta in documenti dell'anno1098, deriva dal nome della zona,Lemine, poi diventatoLemen e successivamente abbreviato inAlmè, mentre con il nome"Villa" si intendeva un piccolo nucleo abitativo soggetto all'influenza di un'entità superiore quale una chiesa plebana.
Nel corso delXIV secolo il territorio venne interessato dalle violente lotte di fazione che videro Villa d'Almè schierato, unitamente alla frazione Bruntino, con lo schieramentoghibellino del vicino paese Almè.In quegli anni il borgo di Villa d'Almè vide un progressivo ma inesorabile declino, e la sua importanza andò scemando già nelXIV secolo, dovuta al sempre minore utilizzo della strada per Lecco.
L'arrivo dellaRepubblica di Venezia portò la fine degli scontri tra fazioni avverse, ma anche un piccolo rilancio del borgo, grazie alla presenza di piccole fonderie (a testimonianza di ciò, sulle rive delfiume Brembo vicino alla frazione Campana vi è un piccolo borgo chiamato, appunto, Fonderia) in cui si costruivano gli armamenti della Serenissima, nonché dellavia Priula, nuova strada di collegamento tra Bergamo e ilCanton Grigioni.
Lo stemma è stato adottato con delibera del consiglio comunale del 20 dicembre 1965 e utilizzato anche se privo di formale decreto presidenziale di concessione.
«Di rosso, alle trecotisse d'argento, alla villa patrizia, con mura merlate alla ghibellina uscenti dai fianchi, attraversante sul tutto.»
Le tre cotisse rappresentano l'impianto stradale che attraversa il paese, similmente allostemma di Almè; la villa patrizia richiama il nome del paese.[7]
Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di giallo.
Il territorio comunale è costellato da numerose ville e palazzi signorili, tra i quali spiccano Villa Locatelli-Milesi risalente alla fine delXVIII secolo, ornata da numerose decorazioni (tra le quali una targa in marmo a memoria del soggiorno di Garibaldi) nei vari saloni che la compongono con un grande giardino, e la Villa del Ronco Alto edificata nelXVII secolo e composta da elementi (colonne, capitelli e busti) ricavati da antichi edifici, per la cui bellezza è stata inserita nello stemma del comune.
Di particolare interesse sono anche le settecentesche Villa Olmo, Villa Baglioni, annessa all'omonima casa di riposo, e la Ca' dell'Ora, dotata di un loggiato affrescato.
In ambito religioso numerose sono le chiese: la principale è lachiesaparrocchiale di San Faustino e Giovita, con una struttura a singola navata.All'interno si possono ammirare un organo di produzione Serassi e dipinti diCarlo Ceresa e degli artisti locali Aldo Locatelli e Angelo Capelli.
Nella frazione Bruntino è presente la Chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù, edificata nel1935, mentre in località Brughiera si trova la chiesa Morti della Peste (indialetto bergamasco conosciuta comeCesina di Morcc de la Scabla), costruita in seguito alle epidemie di peste di manzoniana memoria.
Meritano menzione anche la cinquecentesca chiesa di San Mauro, nei cui pressi si svolge lasagra dei biligocc, la chiesa dell'Addolorata – ritenuto l'edificio sacro più antico del paese, a cui non è possibile dare un'esatta collocazione temporale – e la Chiesa della Casella, edificata presso la frazione Ghiaie.
Da non dimenticare la presenza nel paese dell'antico tracciato dellaVia Priula, strada costruita nel periodo della dominazione veneta erecentemente[quando?] sottoposta ad opera di recupero.
Il comune di Villa d'Almè possiede un centro sportivo attrezzato e frequentato, dotato di strutture per la pratica del calcio (sia esso a 11 che a 7), del calcetto e del tennis. Dal giugno 2012 la gestione del centro è passata alla società A.S.D. Villa d'Almè Valbrembana[9], che ha permesso il normale svolgimento delle attività sportive dopo il fallimento della gestione precedente e che conta circa 300 tesserati.