Secondo ilglottologoGian Domenico Serra, iltoponimo deriverebbe dal nome del colonoromanoAlliacus per successive modifiche. Un'altra ipotesi invece fa derivare il nome del paese daAla Dei (ala diDio), in quanto la pianta del castello originario forma un'ala spiegata versolevante, "da cui sorgerà il vero sole a rischiarare il mondo dalla pace".
Il nucleo originario era con buona probabilità situato sulle colline della frazione Madonna delle Grazie,[4] già menzionato in alcuni documenti risalenti al1019. A quel tempo Agliè era un castello edificato per difendere Macugnano. Il nome di Agliè compare per la prima volta in documenti del1141: ifeudatari del Canavese si divisero il territorio, ed il paese divenne uno dei possedimenti dei conti di San Martino di Rivarolo e Agliè. Nel1386 nel Canavese esplose una violenta ribellione dei popolani e dei contadini contro i nobili, ricordata con il nome diTuchinaggio, che fu stroncata nel sangue daAmedeo VII di Savoia, ilConte Rosso. Fortunatamente il paese non venne coinvolto.
Agliè subì comunque le agguerrite dispute territoriali tra i San Martino d'Agliè,Guelfi, e i ContiValperga,Ghibellini. Attorno all'anno1350 il borgo fu saccheggiato per due volte da truppemercenarie, che risparmiarono solo il castello. L'imperatore Carlo IV, nel 1355, diede in feudo molte terre, fra cui Agliè, aiMarchesi del Monferrato. Tuttavia, ciò non fu sufficiente a porre un termine ai contrasti tra ifeudatari canavesani, e Agliè subì, negli anni a seguire, continue angherie e devastazioni.
Nel1391, grazie ai Savoia, la zona fu pacificata. Gli alladiesi chiesero ai loro signori, i Conti di Agliè, alcune concessioni e privilegi in cambio della fedeltà dimostrata all'epoca delTuchinaggio. Nel1448 vennero concessi gli statuti comunali. L'influenza dei Conti di Agliè crebbe via via e si estese aOzegna,Bairo,Salto Canavese,Torre,Rivarolo Canavese, e parte diPont Canavese. Agliè ebbe a subire danni a causa della guerra tra i Savoia e laFrancia, nella seconda metà del XVI° secolo. Quando, nel1561, fu firmata la pace, i Conti di Agliè giurarono fedeltà al ducaEmanuele Filiberto di Savoia.
Nel1764 il feudo di Agliè passò aCarlo Emanuele III, che lo rivendette al suo secondogenito Benedetto Maria Maurizio, Duca delChiablese. Questi incaricò l'architettoIgnazio Renato Birago di Borgaro di ricostruire e ampliare il castello, soprattutto sul lato verso la piazza. Tra il1767 ed il1775 venne edificata la galleria che collega la Chiesa Parrocchiale al Castello.
Durante la campagna di guerra in Italia diNapoleone Bonaparte, il paese, nel1796, venne occupato, e il castello depredato di mobili e suppellettili. Entrato nel1825 nei possessi diCarlo Felice, questi ne affidò il restauro all'architetto Michele Borda diSaluzzo, che ricavò all'interno anche un piccoloteatro.
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 24 maggio 1963.[5]
«Stemma d'argento, a novelosanghe di azzurro, appuntate ed accollate, tre, tre, tre; alcapo del primo, caricato di unvolo spiegato al naturale. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo partito di azzurro e di bianco.
Residenza estiva deiSavoia, il castello presenta una facciata monumentale con due rampe di accesso e con un ampio giardino con fontana. Attualmente è composto da ben 300 stanze, per la maggior parte arredate con mobili d'epoca. L'edificio è circondato da giardini all'inglese e all'italiana, e da un grande parco ricco di fiori rari ed alberi secolari, impreziositi da una fontana progettata dai fratelli Collino. Nel1939 i principi di Savoia-Genova vendettero allo stato il castello per la somma di 7 milioni di lire.
Villa Il Meleto (così chiamata perché il viale d'ingresso, e il terreno confinante, erano coltivati a frutteto) fu la residenza estiva del poetaGuido Gozzano.[7]
Costruzione risalente alla seconda metà dell'Ottocento, fu proprietà del deputatoMassimo Mautino. La villa fu donata dal senatore alla figlia Deodata in occasione delle sue nozze con l'ingegner Fausto Gozzano, e fu utilizzata come soggiorno estivo della famiglia, dopo il trasferimento della residenza aTorino[8][9] . Nel1904, Guido Gozzano e la madre iniziarono il restauro dell'edificio, fino a trasformarlo nelle forme attuali: una villa con balcone al primo piano e la facciata affrescata da glicini, secondo il gustoArt Nouveau diffuso in quegli anni; attorno, un giardino romantico, e poco distante il frutteto, e uno stagno con l'isoletta dellochalet (oggi demolito).[10]
La casa fu venduta nel1912 come nuda proprietà ad un contadino, il sig. Brunasso, rimanendo quindi alla famiglia Gozzano, la possibilità di continuare ad abitarla. Nel1945 la villa fu acquistata dalla signora Edvige Gatti Facchini. Nel1972 la villa passò al dottor Francesco Conrieri che la restaurò, facendo minuziose ricerche in modo da riportarla allo stato descritto da Gozzano nelle sue poesie.[11]
Purtroppo non è possibile visitare il frutteto, a causa di eventi atmosferici che hanno arrecato danno ad alcuni alberi secolari. Invece sono visitabili il giardino antistante la casa e, dentro l'edificio, ilsalotto di Nonna Speranza[12], la sala da pranzo, lo studio con la biblioteca, e la camera da letto del poeta.
A ricordo del poeta canavesano da alcuni anni vengono organizzati eventi culturali.[13]
Chiesa di Santa MartaPalazzo dei Conti Bardesono de Pavignano
Chiesa di Santa Marta. È un prezioso esempio di architetturabarocca, opera diCostanzo Michela, a cui si deve anche la costruzione del Santuario di Santa Maria delle Grazie a Macugnano. Molto particolare il campanile costruito con un'insolita pianta triangolare.
Parrocchiale di San Massimo. Sorge nella piazza Castello, e fu progettata daIgnazio Birago di Borgaro.
La Rotonda. In cima alla collina sorge ilSantuario di Santa Maria della Rotonda; eretta sui resti di un tempio pagano, la cappella primitiva fu ricostruita diverse volte fino alla forma attuale (finesecolo XVIII).
Chiesa di San Gaudenzio. Dal 1300 al 1580 fu la Parrocchiale di Agliè; sull'altare maggiore si può ammirare il Crocifisso ligneo, opera dello scultoreCarlo Giuseppe Plura diLugano (1663-1737); nella seconda cappella sul lato destro si trova la tomba diGuido Gozzano.
Santuario della Madonna delle Grazie. Progettato da Costanzo Michela su una cappella preesistente. È conosciuto anche comeTre Ciochè (Tre campanili), in quanto presenta una cuspide e due campanili.
Palazzo Facta, o 'de Pavignano'. Situato in Piazza Castello, sul lato opposto al Palazzo Ducale, e a fianco della Chiesa Parrocchiale, versa in pessimo stato di conservazione. Appartenne aiConti Bardesono de Pavignano, successivamente passò ai Savoia, allo Stato Italiano, e nell'anno 2017 a privati.
Setificio di Agliè. Costruito nel '700. Sorge lungo il torrente che attraversa il paese; ha un'interessante facciata laterale grezza, in pietrame, listata. Di notevole imponenza il portale settecentesco su piazza Setificio, dove è anche presente un peso a bilico ancora oggi utilizzato.
Secondo i datiIstat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti ad Agliè sono 257[15], così suddivisi per nazionalità (presenze più significative[16]):
Annualmente, a inizio luglio, viene organizzato dall'Amministrazione Comunale l'evento "Calici", nell'ambito del Festival della Reciprocità delle Tre Terre Canavesane, che richiama numerosi produttorivitivinicoli del territorio e un importante numero di partecipanti.[17]
L'economia del comune si basa sull'agricoltura, con una buona produzione diforaggi,cereali evino. Già nel Settecento Agliè fu centro industriale di una certa importanza: era infatti sede di un rinomatosetificio, che sfruttava un diffuso allevamento di bachi e arrivò a occupare da 2000 a 4000 operai, in prevalenza donne. Tra i suoi dirigenti va menzionatoLorenzo Valerio, collaboratore diCavour. Dopo l'elezione a deputato, nel1842, promosse ad Agliè la nascita di uno dei primi asili infantili e di un convitto per le donne del setificio.
Durante la seconda metà dell'Ottocento si sviluppò un'importante industriatessile, prima di proprietàsvizzera, poi della SocietàDe Angeli-Frua diMilano, che giunse ad avere più di 1500 dipendenti. Nelle frazioni sorsero aziende minori operanti nei settori meccanico ed elettronico.
Anche laOlivetti vi stabilì un'unità produttiva ad Agliè, dalla quale usciva la celeberrimaLettera 22.
La locale squadra di calcio è l'USD Agliè che milita nel campionato di prima categoria. I colori sociali sono bianco-azzurro; la divisa ricorda quella della nazionale argentina.
Il 24 maggio 2014 Agliè è stata sede di partenza della quattordicesima tappa del Giro d'Italia con la tappa Agliè-Oropa vinta da Enrico Battaglin.
^ Alessandro Mandolesi,Paesaggi archeologici del Piemonte e della Valle d'Aosta. Guida ai siti e ai musei dalla Preistoria al Tardoantico, Torino, Editurist, 2007, p. 208,ISBN978-88-902381-0-9.
^Agliè, suArchivio Centrale dello Stato.URL consultato il 1º dicembre 2023.
Walter Vaccari,La vita e i pallidi amori di Guido Gozzano, Milano, Omnia Editrice, 1958
Marziano Guglielminetti,Introduzione a Gozzano, Laterza Editore, Roma-Bari, 1993
Lilita Conrieri,Il dolce paese che non dico, Torino, Daniela Piazza Editore, 1996
M. Masoero,Un nuovo astro che sorge.Giudizi 'a caldo' sulla Via del rifugio, Leo S. Olschki, Firenze 2007ISBN 978-88-222-5751-2
Lilita Conrieri,Guido Gozzano. Un poeta in viaggio da Torino al Meleto di Agliè, Torino, Daniela Piazza Editore, 2007
Paolo Mauri,Nei luoghi di Guido Gozzano. Saggi di geografia letteraria, Torino, Aragno Editore, 2012
L. Conrieri, M. Muzzolini, B. Quaranta, M. Michela,Guido Gozzano dalle Golose al Meleto (1916-2016), San Giorgio Canavese (Torino), Atene del Canavese editrice, 2016