| Via Sallentina | |
|---|---|
| Localizzazione | |
| Stato attuale | |
| Regione | Puglia |
| Informazioni generali | |
| Tipo | strada romana |
| Lunghezza | 109miglia romane |
| Inizio | Taranto |
| Fine | Otranto |
| Informazioni militari | |
| Utilizzatore | Messapi,Repubblica romana,Impero romano,Impero romano d'Occidente ed'Oriente |
| Funzione strategica | collegamento viario dellaPuglia romana |
| [1] | |
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Lavia Augusta Sallentina è unastrada romana costiera di originemessapica, passante lungo il versanteionico dellapenisola salentina, che collegavaTaranto aOtranto passando perCarosino[2][3],Fragagnano,Manduria,Avetrana,Nardò,Alezio,Racale,Ugento,Vereto,Castro eVaste[4][5]. La via costituiva il naturale prolungamento dellavia Appia, anche se spesso ci si riferisce a lei comevia Traiana[4][5][6].
Riportata per la prima volta solamente nellaTabula Peutingeriana[7], si ritiene di conseguenza che sia stata immessa nel sistema postale romano, ilcursus publicus, solo alla fine delIV secolo[4].
Le prime tracce di questa antica strada risalgono all'età messapica (in questo periodo la via poté assistere alla morte delre di SpartaArchidamo III sotto le mura di Manduria nel338 a.C[6]), momento anche di massima importanza per la via Sallentina che inetà romana (in questo periodo la strada poté assistere invece alla sconfitta di Manduria per mano diQuinto Fabio Massimo Verrucoso durante laguerra annibalica nel 209 a.C. e il passaggio dell'imperatoreVespasiano di ritorno daAlessandria d'Egitto aRoma[6]), sebbene profondamente migliorata inepoca traianea[6], avrebbe perso infatti la centralità viaria per diventare influente solamente a livello locale nel collegamento offerto fra il porto diLeuca e la via Appia, che, stando aStrabone[6], era più comodo, quindi preferibile, rispetto alla corrispondente navigazione dicabotaggio[4][5].
Dopo la caduta dell'Impero romano la via Sallentina venne pian piano abbandonata a se stessa e, sebbene venisse ancora utilizzata in un primo tempo daibizantini, col passare del tempo andò in rovina[4][5].
Il nome di questa via è fatto discendere da un'epigrafe dedicata a Quinto Fabio Balbo, indicato come curatore della via Augusta Sallentina[8].Descritta dalMuratori, questi ne dubitò della veridicità in quanto ai suoi tempi non vi erano prove dell'esistenza dellalegio II Agrippa e della Via Augusta Sallentina (riporta inoltre che l'epigrafe fu esposta nella città di Lecce da Giovanni Bernardino Tafuri[9]); fu invece ritenuta autentica dalGalateo[10] e dal Corcia[11] e citata da numerosi altri autori[12][13].La dizione odierna utilizzata dagli studiosi per riferirsi alla via è "via Sallentina"[14].
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