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Vetrego

Coordinate:45°27′24.7″N 12°06′05.87″E45°27′24.7″N,12°06′05.87″E (Vetrego)
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Vetrego
frazione
Vetrego – Veduta
Vetrego – Veduta
La piazza di Vetrego
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Veneto
Città metropolitana Venezia
Comune Mirano
Territorio
Coordinate45°27′24.7″N 12°06′05.87″E45°27′24.7″N,12°06′05.87″E (Vetrego)
Altitudine4[1] m s.l.m.
Superficie5,50km²
Abitanti1 350[2] (2000)
Densità245,45 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale30035
Prefisso041
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantivetreghesi
Patronosan Silvestro
Giorno festivo31 dicembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Vetrego
Vetrego
Modifica dati su Wikidata ·Manuale

Vetrego è una frazione del comune diMirano (città metropolitana di Venezia), a circa5 km a sud del capoluogo. L'omonimaparrocchia diSan Silvestro dipende dalladiocesi di Treviso, vicariato diMirano.

Il toponimo

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Oggi, dopo i ritrovamenti di reperti archeologici, si è certi che Vetrego esisteva nelI secolo d.C. Se si accredita la tesi di alcuni studiosi secondo i quali ilgraticolato romano arrivava fino ai margini dellalaguna di Venezia, allora il paese esisteva in epocapaleoveneta. Sembra essere valida la tesi che Vetrego derivi da "VetusVicus" (Vecchio Villaggio)[3].I secoli successivi alle invasioni barbariche provocarono nella zona l'impaludamento e la formazione di boscaglie, come ricorda la località di "Roncoduro" (attuale svincolo delPassante di Mestre), dal verbo medievaleroncare, luogo da dove si è dovuto sterpare e divellerre piante per rimettere a coltura il terreno.[4]Questa operazione di disboscamento e bonifica deve essere stata lunga e faticosa, se ancora nel1117, il toponimo diventa "Vitrico" o "Vitricum", daVetere ricuum, cioè antico luogo paludoso.[5]Sembra, secondo il professorGerhard Rohlfs, che il toponimo Vetrego , come pochi altri con "la strana desinenza in–ego , - ega " presenti nel nord Italia (Levego (frazione diBelluno), il fiumeMarzenego,Albignasego, Resinego (località diSan Vito di Cadore), il monte Tranego -Belluno) possa essere assegnato come origine a popoli di origine preindoeuropea o paleoveneta. Visto che "è presumibile che accanto ai Liguri, ai Veneti e agli Etruschi, altri popoli [...] abbiano lasciato tracce nella toponomastica locale."[6]

Il territorio

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Le unità di misura agrarie utilizzate a Vetrego sono ilcampo: "campo padovano" (3862,57 m2) o il "campo trevigiano" (5204,69 m2).

Il territorio della frazione confina con le frazioni di:Marano Veneziano (Comune diMira (Italia)), Mirano capoluogo, la località Formigo diScaltenigo,Ballò, la località Roncoduro di Cazzago (Comune diPianiga), la località Molinella di Mira Taglio, comune di Mira (VE).

Il governo delle acque dei fiumiMuson,Brenta e Serraglio e tutti i corsi d'acqua che lo attraversano, realizzati dalle diverse bonifiche che si sono via via succedute (romane, benedettine, veneziane), è sempre stata fondamentale per la sopravvivenza della frazione. I rii Pionca, Volpin e Cognaro nascono come derivazione dal fiumeTergola nella zona tra Codiverno (Vigonza) e Sant' Andrea di Campodarsego. Gli altri (Comuna, Comunetto, Cesenègo) sono dei scoli artificiali presenti già nelle bonifiche veneziane del 1650.[7]

I vari "tagli" del territorio

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Nel corso della storia il territorio vetreghese è stato, letteralmente, tagliato da infrastrutture a servizio del capoluogo regionale: a nord dallaferrovia Milano-Venezia, a sud dall'autostrada A4, a est dalcanale artificialeTaglio Nuovo del fiumeMuson Vecchio che ha separato la località Cuccobello, creando una piccolissima enclave, una casa su circa 500 metri quadri, nel comune di Mira.

Il Passante di Mestre a Vetrego

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Segnaletica sulla A57

Il territorio di Vetrego subisce in questo periodo, per la ennesima volta nella sua millenaria storia, uno stravolgimento. Il percorso delPassante di Mestre (PDM) e le strade accessorie lo hanno reso irriconoscibile. Il PDM inizia a Roncoduro, tra Cazzago di Pianiga e la località “le basse”, passa sotto la ferrovia Venezia – Padova all'altezza del capitello dellaMadonna del Rosario con l'opera di ingegneria più importante e difficile, per via di una problematica falda d'acqua sotterranea, di tutto il percorso.[8] Un gigantesco monolite di cemento armato (60 x 20 x 9 metri e con 2 metri di spessore) spinto sotto la ferrovia. Il tracciato prosegue a nord nella località “le alte” per entrare, dopo il Cecenègo, nella frazione di Scaltenigo nella località Formigo.Circa3 km sui 32,5 del totale PDM interessano Vetrego sui6 km realizzati sul territorio del comune di Mirano.Come opera accessoria è stato aperto inoltre un casello autostradale dellaAutostrada A57 nella località tra via Ca' Rezzonico e la frazione di Marano di Mira in prossimità dell'area dove nell'anno 1008 c'era la prima chiesa dei frati dell'Abbazia Sant'Ilario. La strada di collegamento si immette, dopo aver sottopassato la ferrovia in una grande rotonda nella via Vetrego, in prossimità della villa dove ha vissuto il poeta e giornalistaGino Piva[9]. Questa rotonda stradale raccorda anche la nuova strada costruita a nord della ferrovia che defluisce, dopo un percorso tortuoso e un grande sottopasso della ferrovia in prossimità del tunnel del PDM ad un'altra rotatoria che collega la via San Silvestro e i due tronconi della via Vetrego: quello verso la piazza e quello verso la via Ballò.

Alcuni dati demografici

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  • 1119 50 abitanti adulti e una decina di abitazioni;
  • 1371 160 abitanti;
  • 1417 100 abitanti;
  • 1689 300 abitanti adulti;
  • 1789 300 abitanti illetterati;
  • 1855 500 abitanti di cui ben 223 sono iscritti all'elenco dei poveri;
  • 1895 500 abitanti adulti;
  • 1912 865 abitanti;
  • 1951 1 027 abitanti;
  • 1971 1 119 abitanti con 276 famiglie;
  • 1981 1 193 abitanti con 312 famiglie;
  • 1998 1 148 abitanti;
  • 2000 1 216 abitanti con 382 famiglie;

La cronologia demografica è una sintesi di diverse fonti.[10].

Storia

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La storia della frazione è legata, come la maggior parte delle piccole comunità italiane, alla storia della comunità religiosa e tutti gli avvenimenti vetreghesi ruotano attorno alla Chiesa e la sua organizzazione (monaci, curati, parroci, missionari, suore) che ne ha garantito la sopravvivenza e la conservazione della memoria storica.

Dal 1008 al 1612

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L'organizzazione cristiana a Vetrego inizierebbe, secondo alcune deduzioni e ritrovamenti, nel1008, con una "cappella" (ovvero una chiesa priva della fonte battesimale, di norma una succursale di una Chiesa madre dalla quale dipendono i Vicari officianti) localizzata nell'attuale località Ca' Rezzonico, che sarebbe stata costruita dai Monaci di San Benedetto dell'Abbazia Sant'Ilario di Venezia aMalcontenta. Una sintetica descrizione del territorio di Vetrego si rintraccia per la prima volta nell'atto di vendita del 15 giugno1117 con cui Ansedisio e Widoto diCollalto, conti dellaMarca trevigiana cedevano al monastero di Sant'Ilario diverse proprietà. Successivamente esiste un lascito testamentario del1192 della contessa[11].Speronella Dalesmanni, prima moglie di Jacopinoda Carrara, feudataria del Vescovo di Padova, a favore della cappella diSan Silvestro di Vetrego e diSan Bartolomeo diBallò. Nel1260 i frati di Sant'Ilario cedettero l'organizzazione della cappella di Vetrego, assieme con le cappelle di Ballò eScaltenigo, ai sacerdoti della "pieve" (ovvero lachiesa dell'Alto Medioevo quale chiesa battesimale, matrice di tutte le chiese minori e delle assoggettate cappelle) di Santa Maria diBorbiago, frazione diMira (Italia), al Vescovo dellaDiocesi di Treviso. Successivamente le cappelle di Ballò e di Vetrego si distaccaro nel1305 dalla pieve di Borbiago creando una nuova parrocchia, quella di Ballò, alle dipendenze del Vescovo di Treviso. Ci sono documenti che segnalano nel1388 Bartolomeo Novello, signore di Padova donò ai signori diPeraga, tra altri beni della zona diMirano, anche il territorio di Vetrego. Negli anni successivi Vetrego seguì le vicissitudini dei territori diMirano e delle comunità contermini nella sottomissione alla Repubblica di San Marco.Per quanto riguarda Vetrego è certificata nel1520 la prima visita del vescovo diTreviso che autorizzò la costituzione della primaConfraternita del Santissimo Sacramento. A seguito della volontà della piccola comunità nel1573 venne costruita, nel sito dell'attuale chiesa, la prima Canonica di una "curazia" (ovvero per uncurato stabile). Nel1597 fu inaugurata la seconda chiesa.Nel1612 terminò l'escavazione del Taglio Nuovo oCanale di Mirano, iniziati nel1604 con la completa diversione delle acque del fiumeMuson (attualeMuson Vecchio).

Dal 1647 all'alba del Novecento

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Vetrego venne eretta nel1647 acurazia stabile, sottoposta alla parrocchia di Ballò, prevedendo così la residenza di un prete a servizio della comunità. Nel1719 sono ricordate delle presunte apparizioni della Madonna presso l'omonimocapitello votivo, rurale con tema sacro, posto a capo di una strada o incrocio.Se nel1725 ci fu un'alluvione talmente disastrosa che portò il livello dell'acqua fin quasi arrivare al soffitto del primo piano della canonica con la conseguente distruzione di tutti i documenti dell'archivio, nel1790 è documentata una drammatica siccità. Le alluvioni si ripeterono con la periodica rottura degli argini delBrenta e del Taglio Nuovo. Così nel1825 ci fu un'alluvione che coinvolse anche i comuni diStra,Vigonovo,Campolongo,Fossò e la frazione di Sanbruson diDolo, e nel1827 il fiume Brenta straripò nuovamente inondando circa 60.000 campi padovani.L'Impero d'Austria decise di collegare Venezia con la terraferma e così nel1842 venne costruita la ferrovia Padova – Venezia tagliando il territorio vetreghese a nord del centro della borgata. Sempre sotto l'amministrazione austriaca si deve, nel1854, la costruzione della prima strada di collegamento con il centro della frazione Mirano capoluogo, che fino ad allora era solo un viottolo privato di campagna.Uno dei primi problemi che gli amministratori del Comune diMirano affrontarono dopo l'annessione del Veneto (1866) alRegno d'Italia fu l'igiene cimiteriale e così nel1867 Vetrego ebbe un primo cimitero provvisorio, nell'attuale sito, lontano dalla seconda chiesa. Per le mura di cinta e la cappella si dovette aspettare il1904. Dopo due anni di lavoro, nel1894, s'inaugurò un campanile alto 28 metri, proporzionato con la seconda chiesa.Nel1903 lo Stato italiano istituì la prima e la seconda classe della scuola elementare. Tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento la situazione socio-economica cambiò e lo spirito rivendicativo arrivò a far rompere il cerchio di sottomissione e paura dei contadini. Uno dei fatti più significativi, che si inserisce nel contesto nazionale di rivolte contadine, avvenne il 15 novembre1907: i vetreghesi assaltarono la villa di uno dei grandi proprietari. I tumulti finirono con l'arresto di decine di persone e i processi andarono particolarmente per le lunghe tanto che nel giugno del1908 c'erano ancora otto contadini in carcere e solo l'aiuto (legale ed economico) di MonsignorAngelo Brugnoli riuscì a farli uscire dalla prigione.

Dall'autonomia ecclesiastica al 1946

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Dopo anni di malumori, grazie anche alladignità demografica, laDiocesi di Treviso promosse nel1912 Vetrego aparrocchia autonoma.Nel1932 il paese fu tagliato un'altra volta con la costruzione (nelle località Ca' Rezzonico e le Basse) dell'attualeautostrada A4 (TrattoPadova -Mestre Venezia).Nel1936 conobbe un momento di popolarità con la visita di un gran numero di autorità per l'assegnazione dellaMedaglia d'Argento al Valor Militare al carabiniere Giuseppe Comin, caduto nellaguerra d'Etiopia.A Vetrego soggiornò dal1935 al1946Gino Piva.Nel1938, in otto mesi, fu costruita una nuovachiesa, pagata dai cittadini. Durante gli anni dellaseconda guerra mondiale Vetrego subì bombardamenti aerei e fu attraversato da varie formazioni militari in virtù della sua ubicazione sita tra l'asse ferroviario e quello autostradale Padova - Venezia.

Dal 1946 ai giorni nostri

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Nel dopoguerra ci fu l'insediamento nel1946 delleSuore Francescane di Cristo Re.[12] Tale presenza rimarrà per 50 anni (fino al1996) educando intere generazioni. La prima sede dell'Asilo (ora scuola materna) era il riadattamento dell'ex-chiesa, ora oratorio. Nel1957, venne inaugurata la nuova scuola materna parrocchiale (progetto dell'architetto Antonio Venezian) e la creazione dell'attuale piazza. Il 22 dicembre dello stesso anno morirono due amministratori comunali e l'autista in un incidente ferroviario ad un passaggio a livello, incidente dovuto alla fitta nebbia.[13]Nel (1962) ci fu il raddoppio (e successivamente la terza corsia nel1993) dell'autostrada A4, opere che coincisero con l'ennesima inondazione della località le Basse.La riduzione della natalità e la razionalizzazione del sistema scolastico provocano nel1997 la chiusura delle scuole statali. Le scuole più vicine sono, come prima del1903, nelle frazioni diBallò eScaltenigo.

Monumenti

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La chiesa e il campanile

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Progettata dall'architettoLuigi Candiani nel1937 ed inaugurata nel1938. È alta15 m, larga13 m, profonda24 m. Nel1951 viene affrescata dal pittore Gino Borsato.La chiesa contiene un frammento, recuperato dalla prima chiesetta, di una scultura quattrocentesca con raffigurazione a bassorilievo della Madonna col Bambino e San Giovannino, probabile opera dello scultore padovano Nicolò Pizzolo (Padova1420-1453.)

Il campanile è alto 28 metri ed è stato realizzato, dopo due anni di lavoro, nel1894 per la vecchia chiesa, ora oratorio. Possiede 4 campane in Lab3 accordate secondo la scala diatonica maggiore, fuse dallafonderia Colbachini di Padova nel 1959.

Monumento ai caduti

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Il monumento è stato inaugurato il 6 aprile1922 per onorare i 17 caduti nellaprima guerra mondiale e successivamente venne usato per i 10 caduti dellaseconda guerra mondiale. L'opera è dello scultore Giovanni Manfren di Venezia.

Case padronali

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Nel catasto napoleonico esistevano a Vetrego quattro case patrizie e padronali, due di queste sono state demolite tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Tra parentesi il numero del catasto.

  • Ca' Rezzonico (n°494), demolita all'inizio del Novecento, era collocata alla fine dell'attuale via Ca' Rezzonico. Questa villa fu frequentata d'estate (dal1712 al1714) dallo studente di diritto dell'Università di Padova, Carlo Rezzonico di Venezia, futuropapa Clemente XIII.
  • Ca' Costa (N° 432), demolita nell'Ottocento, in prossimità del canale Cognaro.
  • Ca' Bellani, in via Basse. Fu costruita nel 1620.
  • Ca' Monferini (N°113), in via Vetrego, verso Mirano. In questa casa abitòGino Piva dal 1935 al 1946.

Attività sportive

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La squadra di calcio A.C.D. Vetrego, nasce nel 1971 con i colori sociali giallo-blu. Nel 1985 viene promossa in 2ª categoria dilettanti, serie in cui milita tuttora nel campionato provinciale di Venezia 2016/17.

Attività socio economiche

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Fine Ottocento

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All'inizio dell'Ottocento il censimento napoleonico c'erano solo 5 famiglie che possedevano il terreno che lavoravano; la stragrande maggioranza dei campi erano in mano ai latifondisti. Oltre ai nobili veneziani CostantinoMorosini, GiovanniGrimani, AbbondioRezzonico, Giovanni Venuti e ai Conti Costa, erano padroni di Vetrego anche Andrea Bellini, Bernardo Monferdini ed Alessandro Bonvecchiato, il quale da solo ne possedeva ben il 41% del totale. Con il passar degli anni e la sostituzione della borghesia ai nobili fra i proprietari dei campi vetreghesi si ritrovano i Dalla Pozza diMarano Veneziano, i Beati daSpinea e i Cantelàn daSanta Maria di Sala. Oltre che i campi possedevano anche una buona parte delle abitazioni. Ad esempio i Bonvecchiato possedevano una trentina di case e una delle due osterie; i Rezzonico ne avevano una quindicina compresa la seconda osteria.Alla visita pastorale del vescovo di Treviso del 1883, fu verbalizzato che vi erano"abitanti 500, inconfessi 5: tutti contadini. Un terzo di parrocchia è in posizione che, specialmente d'inverno, è assolutamente impraticabile [...] Quei di Vetrego sono poverissimi ed emigrano"[14].Tra il1895 e il1912 ci fu un notevole incremento di abitanti, merito sia del miglioramento igienico - sanitario che della riduzione deltasso di mortalità e dell'importante fenomeno dimigrazione di nuovi nuclei famigliari che acquistarono piccoli appezzamenti di terreno. Tra di loro ci furono diverse famiglie che ritornavano da un periodoemigrazione oltreoceano (Brasile,USA), altre arrivano dai paesi vicini.

Fine Novecento

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Se per secoli e millenni i vetreghesi hanno vissuto e sopravvissuto di agricoltura ora vivono seguendo le dinamiche socio-demografiche dell'area metropolitana compresa tra le città diVenezia,Padova,Treviso. La stragrande maggioranza degli abitanti lavora nelle industrie e nel terziario. Solo poche famiglie si dedicano ancora esclusivamente all'agricoltura. Il resto della campagna vetreghese, formata da piccolissime proprietà, è abitata ed utilizzata dai figli e dai nipoti di quella che era stata definita, negli anni del boom economico del Nord-Est, la cosiddettaclasse degli operai-contadini', ovvero operai di giorno nelle grandi fabbriche del ex polo industriale diPorto Marghera e contadini alla sera, a fine turno e nei fine settimana.

Tradizioni e folclore

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L'essere la più piccola tra le frazioni del Comune diMirano ha prodotto nei vetreghesi alcuni detti popolari[4].(in lingua veneta parlata).

  • "Porco Miràn … can no magna can!" (Maledetto Mirano … cane non mangia cane!): imprecazione nei riguardi dei Signori di Mirano, tutti solidali contro la gente delle frazioni.
  • "Quei de Miràn, i passa ancuò e i sajùda domàn!" (Quelli di Mirano, passano oggi e salutano domani!).

Un detto , un paese

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  • "Vetrego, o che me bruso o che me nego" (Vetrego, o mi brucio o mi annego).

Sicuramente il detto va fatto risalire alla realizzazione delle opere idrauliche relative all'esecuzione del canale artificiale "Taglio Nuovo" del fiumeMuson Vecchio. Questo canale è ancora oggi l'origine del dissesto idrogeologico che ha prodotto a Vetrego numerose inondazioni (la più infausta fu quella del1725) o, considerata la natura argillosa del terreno e quindi scarsamente permeabile, di siccità (drammatica quella del1790).

Note

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  1. ^circa
  2. ^In assenza di dati ufficiali precisi, si è fatto riferimento alla popolazione della parrocchia locale, reperibile nelsito della CEI.
  3. ^Dante Olivieri "Toponomastica veneta" Città di Castello- 1914, cit. nel paragrafo 6 di "AA. VV. - Piero don Mozzato (a cura di) -Vetrego - Storia e Vita - Mirano – 2000"
  4. ^abGiorgio Vecchiato - C'era una volta Vetrego (pagine per una storia del paese)- ed. Almigivec Computer Editions - Mirano, 1997
  5. ^Emilio Perizzolo, Ad immagine della nostra terra – Vetrego, i vetreghesi e la loro storia – p4 - Mirano 1986
  6. ^Gerhard Rohlfs Studi e ricerche su lingua e dialetti d'Italia. Sansoni, Firenze, 1972 cit. in "Perizzolo Emilio - op. cit. g 5
  7. ^Giorgio Orfeo Vecchiato -C'era una volta Vetrego -Storia e cultura popolare- seconda edizione Roma 2016- p 58-59
  8. ^Corriere del Veneto – Venezia e Mestre – 31 agosto 2008 – pag.8
  9. ^Cavriani Carlo . Gino Piva , tra socialismo e patriottismo- Minellania-Rovigo-1999 p.302
  10. ^vedere prgf 67 de"AA. VV. - Piero don Mozzato (a cura di) -Vetrego - Storia e Vita - Mirano – 2000"
  11. ^Morgante Cristina, Testamento di Speronella 1192, inVetrego, storia e vita, Mirano 2000
  12. ^AA. VV. – Suore Francescane di Cristo Re – 50 anni di apostolato a Vetrego – 23 giugno 1996
  13. ^vedere Delibera CC Mirano n.1-11 febbraio 1958
  14. ^Gabriele De Rosa in Tempo religioso e tempo storico- vol. 2 pg 60 - Ediz. di Storia e letteratura - anno 1987

Bibliografia

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  • AA. VV. - Piero don Mozzato (a cura di) -Vetrego - Storia e Vita - Mirano – 2000
  • AA. VV. – Vetrego – domenica 4 ottobre 1987 – 50º della Chiesa, 75º della Parrocchia
  • AA. VV. – Suore Francescane di Cristo Re – 50 anni di apostolato a Vetrego – 23 giugno 1996
  • Emilio Bonamico, Mirano - Monografia - Mirano 1874
  • Emilio Perizzolo, Ad immagine della nostra terra – Vetrego, i vetreghesi e la loro storia – Mirano 1986
  • Giorgio Orfeo Vecchiato -C'era una volta Vetrego -Storia e cultura popolare- seconda edizione Roma 2016
  • (*) Corriere del Veneto – Venezia e Mestre – 31 agosto 2008 – pag.8

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