Di originepreistorica, l'abitato venne rifondato daiRomani all'interno dell'ansa del fiume intorno alla metà del I secolo a.C., rimanendo sotto il governo dell'Impero fino al V secolo, quando venne occupato dal re germanicoTeodorico il Grande. Entrò a far parte prima del dominio deiLongobardi e poi deiFranchi, rimanendo fedele nei secoli successivi agli imperatori delSacro Romano Impero. Divenne libero Comune all'inizio del XII secolo per poi prosperare sotto la Signoria degliScaligeri. Sidedicò alla Serenissima nel 1405, passando sotto il governo dellaRepubblica di Venezia. Occupata militarmente daNapoleone nel 1797, nel 1815 divenne parte dell'Impero austriaco che la trasformò nella sua maggiorepiazzaforte militare in territorio italico, per poi essere annessa alRegno d'Italia nel 1866.
Verona è stata dichiaratapatrimonio dell'umanità dall'UNESCO per le peculiarità urbanistiche e per il patrimonio artistico e culturale.[7] Il suo simbolo è l'Arena ed è conosciuta nel mondo per l'opera diWilliam ShakespeareRomeo e Giulietta.Sede universitaria e importante snodo di scambio logistico e intermodale tramite ilQuadrante Europa, l'industria riveste un ruolo chiave nell'economia della città, come il turismo fieristico e culturale.[8]
Le colture tradizionali nella fascia collinare del comune: unvigneto in primo piano e unoliveto sullo sfondo, coltivato su terrazzamenti
L'abitato di Verona si situa in posizione centrale rispetto al territorio comunale, il quale è caratterizzato da una notevole eterogeneità di paesaggi a causa della particolare collocazione geografica e dell'escursione altitudinale, che va dai 30 metri della pianura agli oltre 600 della zona pedemontana. La città, che sorge lungo le rive del fiume Adige nel punto in cui questo entra nella Pianura Padana e forma un caratteristico doppiomeandro, è posta a cavallo tra le propaggini meridionali dei monti Lessini che contornano la città a nord e la pianura che si apre a sud del corso del fiume.[9]
Nelle dorsali collinari, conosciute con il nome diTorricelle, si possono individuare un'alternanza di areeboscose epraterie aride, ma sono presenti anche formazioni vegetali, sia naturali sia coltivate, tipiche deiclimi submediterranei, in particolare nelle porzioni di territorio meno elevate ed esposte a sud. Glioliveti sono l'espressione più significativa di questa tipicità, in quanto la loro coltivazione si estende fino a circa 400 metri di quota. Le opere di sistemazione dei versanti sono rappresentate principalmente dallemarogne, ovvero daterrazzamenti conmuri a secco che, oltre a rappresentare un pregevole esempio di prevenzione dalrischio idrogeologico, hanno anche un valore architettonico e paesaggistico intrinseco. Infine, il fondovalle della fascia collinare è inciso da diversitorrenti, localmente dettiprogni ovaj, quali (da ovest verso est) Quinzano, Borago, Galina, Valpantena e Squaranto.[10]
Altro elemento distintivo del paesaggio è l'Adige, che condiziona fortemente le forme del territorio sia nel tratto urbano sia in quello extraurbano, per via sia del suo sviluppo ma anche per la presenza dipaleoalvei eterrazzi fluviali tracciati dai suoi antichi percorsi.[11] L'ambito fluviale è ormai quasi privo di elementi di naturalità, a causa degli interventi diregimazione idraulica e della diffusaantropizzazione, nonostante ciò si conservano alcuni elementi seminaturalia valle dell'abitato: il nucleo boscato più consistente è quello dell'isola delPestrino, che rappresenta l'unica morfologia fluviale sopravvissuta agli interventi di sistemazione idraulica di difesa dalle piene nel tratto di fiume entro i limiti comunali; nel parco dellavilla Bernini Buri si conserva una formazione boschiva con elementi delle anticheforeste planiziali; altri nuclei boscati si trovano nell'ambito delparco dell'Adige Sud.[12]
L'ambito dellapianura, modellata dalle alluvioni del fiume, è l'elemento che più ha sofferto le trasformazioni antropiche e che quindi presenta minori connotati di pregio e originalità.[11]
L'Adige presso il più antico ponte della città, il romanoponte Pietra
L'Adige scorre a Verona all'interno di possentimuraglioni, argini costruiti dopo l'alluvione del 1882 per proteggere la città da altre piene. Il fiume ormai si limita ad attraversare la città rinchiuso tra questi argini inmattoni dilaterizio, ma fino a tempi relativamente recenti la città era particolarmente legata al suo fiume, per via delle numerose attività commerciali e industriali che la sua notevole portata consentiva di svolgere. Inoltre l'Adige era una via di comunicazione di primaria importanza, navigabile fino aTrento: esso è stato utilizzato sin dall'antichità per il trasporto di merci e il suo tragitto era quindi servito da approdi, dacaselli daziari, datorri utilizzate per sostenere catene, tese da una parte all'altra del fiume per trattenere le merci (a Verona è ancora presentequella a monte della città), e dacastelli eforti.[13] A sud della città, nel rione Filippini, è presente ladogana di San Fermo, che si affaccia sull'Adige attraverso una grandedarsena e la relativadogana di fiume, anche se quest'ultima conserva solo le pareti perimetrali a causa deibombardamenti che l'hanno gravemente danneggiata durante laseconda guerra mondiale.[14] Fino all'Ottocento, quindi, Verona e i borghi che si affacciavano sul fiume avevano un'economia collegata direttamente alla presenza dell'acqua: lungo le sue rive venivano lavorati i blocchi dimarmo e illegname che venivano poi trasportati sulle sue acque, sorgevanocantieri navali, numerosimulini galleggianti,idrovore, depositi merci, piccole industrie e attivitàartigianali.[15]
All'interno dell'abitato il fiume formava alcuni rami secondari, non più esistenti. Presso ilteatro romano si staccava sulla sinistra ilcanale dell'Acqua Morta, così detto per il lento fluire delle acque che, nelle epoche successive a quella romana, persero progressivamente di portata e velocità. Questo canale si ricongiungeva al ramo principale presso ilponte Navi, formando il cosiddetto Isolo, un'isola fluviale costituita dasedimentighiaiosi.[16] Vi era poi l'Adigetto, che era invece un largofossato ampliato in età medievale a scopo difensivo, che si separava dall'Adige poco prima diCastelvecchio e costeggiava a sud lemura comunali, congiungendosi all'Adige poco a valle dell'odiernoponte Aleardi.[17] Oltre a questi due rami principali vi erano anche i cosiddettivò, più di settanta collegamenti che garantivano lo scambio tra acqua e area abitata.
I mulini sull'Adige in una fotografia del 1897, pochi anni prima della loro dismissione
Caratteristici erano i mulini, costruiti su una piattaforma opontone galleggiante, in modo da potersi adattare al variare del livello delle acque. Sulpontone si trovavano laruota a pale e un capanno di legno che ospitava lamacina, mentre un ponticello dettopeagno li collegava alla riva. Documentati fin dalMedioevo, molti di essi erano controllati dai varimonasteri locali, che anticamente avevano il diritto di sfruttamento delle acque del fiume; gruppi di mulini si trovavano in particolare in prossimità dellabasilica di San Zeno, nella porzione di fiume compresa tra lechiese di San Giorgio in Braida e laCattedrale, e pressovia Sottoriva. Il loro numero aumentò nei secoli fino a superare le 400 unità nel corso del XIX secolo, per poi calare sensibilmente a causa della crescenteindustrializzazione di Verona, fino alla totale scomparsa all'inizio delNovecento.[18]
Lapiena del 16 settembre 1882, che invase buona parte della città distruggendo centinaia di case, due ponti e causando diverse vittime, costrinse a modificare profondamente l'assetto dei corsi d'acqua; molte di queste opere furono costruite nel periodo tra il 1885 e il 1899, mutando per sempre l'aspetto della città. L'alveo dell'Adige fu ampliato e ripulito, vennero edificati i cosiddetti muraglioni lungo tutta la città mentre furono interrati l'Adigetto e il ramo dell'Acqua Morta.[15] Per ridurre la portata del fiume nel suo percorso urbano si realizzò ilcanale industriale Camuzzoni, che partendo daChievo (dove nel 1923 sarà realizzato anche unponte-diga) percorre7,5 km in direzione sud-est fino a rientrare nell'Adige a valle della città.[19]
Piazza Bra e l'Arena imbiancate durante una nevicata nell'inverno del 2006
Il Veneto presenta peculiari caratteristiche climatiche determinate dalla sua collocazione alle medielatitudini, da cui derivano i caratteristici effetti stagionali, e dal fatto che la regione si pone in una zona di transizione fra l'Europa centrale, in cui predomina l'influsso dellecorrenti occidentali e dell'oceano Atlantico o, in alcune occasioni, di quelle nordorientali più fredde e asciutte di origineeuroasiatica, e l'Europa meridionale, dove invece domina l'influsso deglianticicloni subtropicali e delmar Mediterraneo. A questi influssi di livello macro-territoriale si associano altri importanti fattori che influenzano in modo significativo il clima a livello regionale, il quale si va così a definire in specifiche sotto-zone climatiche, che nel caso specifico del territorio veronese si possono individuare: l'appartenenza alla pianura padano-veneta, delimitata sia a nord sia a sud dacatene montuose e con un'apertura principale verso est; la presenza di una vasta area montana aorografia complessa; la presenza dellago di Garda a ovest.[20]
A livello di scala territoriale, l'area si caratterizza da un clima di pianura,temperato umido. Nel veronese prevale infatti un certo grado dicontinentalità con inverni relativamente rigidi ed estati calde, e temperature medie annue che si aggirano intorno ai 13-14 °C. In condizioni di tempoanticiclonico la massa d'aria che sovrasta la pianura manifesta condizioni di elevata stabilità o diinversione termica al suolo, che si traducono in fenomeni stagionali quali lefoschie, lenebbie, legelate, l'afa e l'accumulo di inquinanti in prossimità del suolo. Al verificarsi di tali fenomeni contribuiscono la presenza di importanti fonti diumidità, come le aree irrigue e il lago di Garda, i quali sono in grado di rifornire la massa d'aria in vicinanza del terreno divapore acqueo.[21] Infine, scendendo di scala, a livellomicroclimatico la copertura e l'uso del suolo risultano significativi, determinando la formazione diisole di calore in città e nel suo immediato circondario.[20]
Leprecipitazioni sono distribuite abbastanza uniformemente durante l'anno, tuttavia l'inverno è solitamente la stagione più secca mentre nelle stagioni intermedie prevalgono le perturbazioni atlantiche e mediterranee. In estate ifenomeni temporaleschi risultano abbastanza frequenti e spesso associati agrandine, tuttavia sono distribuiti in modo molto irregolare.[21] Il territorio scaligero è caratterizzato, per quanto concerne le precipitazioni, da un andamento crescente spostandosi da sud verso nord: se nelleValli Grandi Veronesi si rilevano le precipitazioni minime, di circa 700 mm, esse arrivano a 800 mm nel territorio del comune di Verona, situato a cavallo tra la pianura e la zona collinare, mentre risalendo verso la fascia pedemontana si arriva ai 900–1100 mm dellaValpolicella, della bassa Lessinia e della parte meridionale delmassiccio del monte Baldo, con valori crescenti nei settori più settentrionali di Lessinia e Baldo fino ad arrivare a valori superiori ai 1 500 mm nella Lessinia nord-orientale e sulgruppo del Carega.[22]
L'origine deltoponimo Verona è sconosciuta e nel tempo sono state formulate diverse ipotesi sulla sua derivazione, di cui alcune già in epoca medievale: ad esempio una suggestiva leggenda raccolta dal cronistaGalvano Fiamma riferisce che il capogallicoBrenno, mitico fondatore della città, chiamò il nuovo centro abitatoVae Roma, ovveroGuai a te Roma, a seguito di una campagna bellica contro lo stato romano.[24][25] Altri racconti collegano invece il nome a un ipoteticoimperatoreVerus Antonius Pius o Marcus Antonius Verus (intendendosi forseMarco Aurelio), anche questi creduto fondatore della città e dei principali monumenti, oppure si pensava che il nome potesse derivare da una famigliaetrusca di nomeVera, in base a quanto raccontato in un testo antico, che in realtà era stato falsificato sul finire delQuattrocento daAnnio da Viterbo.[26]
In ambitoglottologico si sono realizzati studi caratterizzati da risultati discordanti. Si è per esempio ipotizzato che questo toponimo potesse avere origineveneta, trovando un confronto con il suffisso diGlemona, oppureceltica, in quanto la stessa terminazione è presente in diversi toponimi gallici.[27] In questo caso si può ritenere che il toponimo rientri in una famiglia di parole di origine celtica cui appartiene anche il termine inirlandese anticoferonn, che continua con un originariowerona e che ha il significato di territorio delimitato, recintato e difeso,[26] oppure che derivi dalla radice celticawern obern, che ha il significato di fiume.[25]
Il medesimo suffisso-ona ha portato anche a sostenere la tesi che Verona possa derivare dallalingua etrusca, tanto che inToscana si trovano diversi toponimi che terminano in questo modo, di cui alcuni meno conosciuti sono molto simili se non addirittura identici: vicino aLamporecchio si trova infatti un luogo chiamatoVerona, ma si possono rintracciare ancheVerone,Verrone e, non molto distante da questi, unVeròlla (giàVerunula).[28] Il significato in questo caso potrebbe essere quello diverone inteso come terrazza o poggiolo,[29] che può apparire corretto (almeno semanticamente) se si pensi che l'abitato preromano sorgeva sopra ilcolle San Pietro, su un vero e proprio terrazzo naturale che dominava la pianura sottostante, su cui successivamente sarebbe stata fondata laVerona romana.[30]
L'area in cui sorge Verona è stata abitata fin dalneolitico, in quanto zona di passaggio obbligato delle comunicazioni tra la zona orientale e quella occidentale della Pianura padano-veneta a nord del fiumePo:[31] un villaggio doveva probabilmente sorgere presso la zona meridionale di colle San Pietro, in prossimità di uno dei pochi punti guadabili del fiume Adige.[32] Questa è in effetti un'area ricca direperti e vi si sono rinvenute alcune tracce delle case che potevano formare l'antico villaggio.[33] Inepoca protostorica attorno al villaggio gravitavano iGalli cenomani, che si stanziarono nei territori a occidente del fiume, i Veneti, che abitavano i territori a oriente, e iReti, che invece stazionavano nella zonaalpina.[31][34]
Gli storici latini non riuscirono a identificare una origine certa del villaggio preromano e accreditarono la fondazione della città ai Veneti o ai loro predecessoriEuganei, ai Galli Cenomani, ai Reti o addirittura agli Etruschi:[35] lo storicoPolibio per esempio afferma che ai suoi tempi, ovvero nelII secolo a.C., l'etnia veneta era quella preponderante nella popolazione della città, ed effettivamente la presenza veneta è ben documentata da ritrovamenti avvenuti presso il colle San Pietro;[36]Plinio il Vecchio ipotizza invece che la fondazione sia avvenuta insieme da parte di Reti ed Euganei;[37] la fondazione da parte dei Galli Cenomani fu invece sostenuta daTito Livio.[38]
I primi contatti fra l'antica Roma e Verona sono documentati intorno alIII secolo a.C. e furono fin da subito caratterizzati da rapporti di amicizia e alleanza. Nel 390 a.C. infatti iGalli sénoni di Brenno invasero la stessa Roma e, forse proprio grazie a un'azione diversiva dei Veneti, essi furono costretti a venire a patti con i Romani,[39] ma anche successivamente Galli Cenomani e Veneti aiutarono i Romani in battaglia, perfino durante la conquista dellaGallia Cisalpina.[40] Proprio con la conquista e la colonizzazione romana della Pianura Padana cominciò a rivelarsi la grande importanza strategica di Verona, che quindi nell'89 a.C. divennecolonia di diritto latino e nel 49 a.C. venne elevata a rango dimunicipio romano tramite laLex Roscia voluta daGaio Giulio Cesare: al nuovomunicipium venne così concesso un agro di 3 700km² e la possibilità di fregiarsi del nome diRes publica Veronensium.[41]
Durante ilperiodo repubblicano Verona venne rifondataex novo nell'ansa dell'Adige, dove si ingrandì rapidamente e si sviluppò economicamente, tanto che tra la metà del I secolo a.C. e quello successivo vennero realizzate lemura urbiche e i principali monumenti.[42] Fu poi inetà giulio-claudia che la città raggiunse l'apice della ricchezza e dello splendore, quando venne realizzata l'ultima grande opera, simbolo della città, l'anfiteatro romano, e restaurati ilForo e le due porte urbiche,Borsari eLeoni.[43] Nei secoli successivi l'abitato si trovò però investito anche dalleinvasioni barbariche, essendo il primo baluardo dell'Italia alle discese dal nord Europa, per questo motivo l'imperatoreGallieno, nel 265, fece ristrutturare e allargare le mura della città fino a includervi l'Arena.[44] Le rinnovate fortificazioni furono in particolare protagoniste dell'assedio avanzato dalle truppe diCostantino I contro quelle diMassenzio, che si erano asserragliate in città, anche se altre importanti battaglie furono combattute alle porte della città.[45]
Con lacaduta dell'Impero romano d'Occidente la città vide lo stabilizzarsi di nuoviregni romano-barbarici, tra cui quelloostrogoto governato da Teodorico il Grande, inGermania conosciuto comeDietrich von Bern, ovveroTeodorico di Verona,[46] così conosciuto in quanto la città fu sede preferita del re, che le restituì l'antico splendore e ne ampliò le antiche mura romane, facendo dell'abitato un centro militare di primaria importanza. Successivamente i Longobardi interruppero il breve dominiobizantino (ripristinato in seguito alla sconfitta degliOstrogoti nellaguerra gotica) sulla città, che divenne capitale d'Italia sino al 571,[47] quando la sede della corte longobarda fu spostata aPavia. Verona rimase comunque capitale di unimportante ducato longobardo e una delle principali città dellaLangobardia Maior accanto aMilano,Cividale e Pavia. L'egemonia dei Longobardi su Verona e gran parte dell'Italia durò per due secoli, fino alla calata dei Franchi: proprio a Verona, nel 774,Carlo Magno venne a capo dell'ultima resistenza dei Longobardi, guidata dal figlio diDesiderio,Adelchi: il principe cercò rifugio all'interno della città prima di essere costretto alla fuga, segnando la fine delRegno longobardo. Alla caduta dei Longobardi corrispose la nascita dell'Impero carolingio con l'incoronazione di Carlo Magno, che assegnò al figlioPipino il Regno longobardo.
All'alba del nuovo millennio laMarca di Verona entrò sotto la sfera d'influenza del Sacro Romano Impero, cui rimase fedele durante tutta la lungalotta per le investiture con ilPapato. Nel 1117 il territorio veronese venne colpito da unterremoto distruttivo, il più forteevento sismico avvenuto nell'area padana di cui si abbia notizia,[48] che comportò, oltre a vasti danneggiamenti di edifici e monumenti, un crisi economica e sociale che però offrì l'opportunità a una nuova classe cittadina di prendere il potere, tanto che essa riuscì a instaurare una forma di governo locale autonomo e a istituire, nel 1136, uno dei primiliberi comuni italiani.[49] Con l'ottenimento di una larga autonomia andò però delineandosi una lotta intestina tra le due fazioni deiguelfi e ghibellini: i primi, che prevalevano nel contado, contavano tra i massimi esponenti i conti diSambonifacio, mentre in città prevaleva la fazione ghibellina capeggiata daiMontecchi, resi famosi dal drammaRomeo e Giulietta di Shakespeare.[50]
La fazione ghibellina si rafforzò quando prese il potereEzzelino III da Romano e soprattutto conMastino I della Scala, quando la forma di governo della città passò in forma non traumatica da comune asignoria. Fu in particolare conCangrande I della Scala, signore illuminato e rispettato, che la città riscoprì un nuovo periodo di splendore e importanza, tanto cheDante dedicò a lui l'intera cantica delParadiso nellaDivina Commedia. Il suo potere si estese su buona parte dell'Italia settentrionale: divenne signore di Verona,Vicenza,Montagnana,Padova,Belluno,Feltre,Monselice,Bassano,Treviso, oltre che vicario imperiale diMantova e capo della fazione ghibellina in Italia.[51] La politica espansionistica di Verona verso est fu interrotta dalla improvvisa morte di Cangrande a soli 38 anni, pochi giorni dopo la conquista di Treviso, per l'ingestione di unatossina naturale.[52] La prematura e inaspettata morte di Cangrande lasciò la Signoria senza discendenti diretti e il potere venne preso dal nipoteMastino II della Scala, che, con l'acquisizione diLucca, allargò la Signoria fino sulMar Tirreno. Tale espansione territoriale preoccupò gli stati confinanti e provocò la formazione di una lega promossa dallaRepubblica di Venezia a cui aderirono iVisconti, iDa Carrara, gliEste e iGonzaga, contro i quali l'esercito veronese combatté due grandi battaglie prima della resa.[53] La signoria scaligera subì quindi un ridimensionamento territoriale e nel 1388, indebolita da discordie fra le famiglie influenti, venne sostituita daiVisconti. Il dominio visconteo e quello successivo deiCarrararesi, che si impadronirono del potere con l'aiuto di fuoriusciti Scaligeri, fu di breve durata, in quanto laSerenissima approfittò del malcontento dei veronesi e dei disordini che scoppiavano continuamente all'interno la città per entrarvi con l'esercito il 22 giugno 1405, aiutati anche dalla cittadinanza.[54]
Il 24 giugno 1405 vi fu la dedizione di Verona a Venezia,[55] sotto il cui governo la città godette di un lungo periodo di pace che si perpetuò sino al 1509, quando laRepubblica Veneta venne attaccata dalle potenze dellalega di Cambrai. Conclusasi laguerra della Lega di Cambrai, ricominciò per Verona un nuovo periodo di pace che sarebbe finito non per la guerra, ma per una malattia devastante: lapeste del 1630, portata in Italia da soldati tedeschi. Per la città fu un vero disastro: basti pensare che nel 1626 erano stati censiti 53 333 abitanti, che si erano ridotti a 20.738 alla fine del contagio,[56] morirono dunque quasi due terzi della popolazione, tanto che città era piena di corpi che dovevano essere bruciati o gettati nell'Adige per mancanza di luoghi di sepoltura.[57] DalXVI secolo vi fu comunque un rifiorire dell'economia, con la costruzione di chiese e di palazzi instile rinascimentale, di cui uno degli artefici più importanti fu l'architettoMichele Sanmicheli. In questo periodo di rinascita artistica e culturale nacque anche la famosa tecnica dei concerti dicampane alla veronese, oltre a decine di importantiaccademie che determinarono un fiorire di attività culturali di dimensione europea.[58]
Nel maggio del 1796, durante lacampagna d'Italia, combattuta dallaFrancia rivoluzionaria contro le potenze monarchiche europee dell'Ancien Régime, l'esercito austriaco venne sconfitto inPiemonte dal generale Napoleone Bonaparte, e dovette darsi a una precipitosa ritirata, mentre Napoleone e le idee rivoluzionarie francesi andavano a sconvolgere la tranquillità dei veronesi. Gli austriaci in ritirata infatti occuparonoPeschiera, violando la neutralità veneta, e Napoleone ne approfittò a sua volta per occupare temporaneamente Peschiera e quindi Verona.[59] A questo periodo risale laspoliazione napoleonica dellabasilica di San Zeno, dove laPala di San Zeno, opera dell'artista venetoAndrea Mantegna, venne smembrata a inviata alLouvre. Solo durante laRestaurazione,Antonio Canova ottenne la restituzione della pala centrale, mentre la tre predelle, un tempo unite alla pala centrale, rappresentati rispettivamente l'Orazione nell'Orto, laCrocifissione e laResurrezione, sono rimaste in Francia, alMuseo di Belle Arti diTours e al Museo del Louvre diParigi. Durante questa occupazione temporanea da parte delle milizie rivoluzionarie francesi, scoppiò una rivolta che prese il nome diPasque veronesi, durante la quale i veronesi contrastarono le incursioni di pattuglie francesi e il cannoneggiamento della città, non riuscendo però a resistere all'accerchiamento della città da parte di 15.000 soldati. Dei 3.000 soldati francesi di guarnigione al momento della rivolta,[60] i morti ammontarono a 500 soldati,[61] i feriti furono circa un migliaio, e i prigionieri 2.400 (di cui 500 soldati e 1.900 loro famigliari).[62] Il 1797 è l'anno che segna lafine della storia della Serenissima, cui conseguì, durante gli anni delleGuerre napoleoniche, il combattimento di unacruenta battaglia, ma indecisiva, tra francesi e austriaci e il passaggio della città scaligera tra le due parti, a seconda dei vari trattati che si susseguirono negli anni.
Con ilCongresso di Vienna del 1815, laprovincia di Verona venne assorbita nelRegno Lombardo-Veneto, uno Stato dipendente dall'Impero austriaco, sotto la cui bandiera rimase stabilmente fino al 1866. IlfeldmarescialloJosef Radetzky, nominato comandante del Regno, riconobbe in Verona un luogo strategicamente importantissimo all'interno delQuadrilatero fortificato, area di grande importanza militare nella strategia asburgica in quanto doveva fungere da cuscinetto contro gli eventuali assalti delRegno di Sardegna, e quindi diede grande stimolo alla sua fortificazione. Gli ingegneri militari austriaci cominciarono a realizzare unsistema difensivo composto damura, forti, castelli,caserme e vari edifici, rendendo Verona una città-piazzaforte.[63]
La storia di Verona italiana ebbe inizio il 16 ottobre 1866 con la conquista del Veneto da parte deiSavoia a seguito dellaterza guerra d'indipendenza: di qui in avanti la città passò un periodo di relativa tranquillità, turbato però da una crisi economica che durò fin dopo la Prima guerra mondiale e che ebbe come principale conseguenza l'emigrazione di centinaia di migliaia di veronesi.[64] Nel 1882 la città fu inoltre colpita da una tremenda inondazione dell'Adige, che allagò buona parte del centro storico; negli anni successivi vennero così edificati i cosiddetti muraglioni, degli alti argini in laterizio destinati a proteggere la città da altre piene, anche se così la città dovette rinunciare al suo forte rapporto con l'acqua.
Laprima guerra mondiale vide la città nelle retrovie, tuttavia venne colpita da alcuni attacchi aerei, il primo dei quali avvenuto il 14 novembre 1915, quando tre velivoli verniciati di nero sganciarono sulla città numerosi ordigni: inpiazza delle Erbe ci fu una strage, alla fine si contarono un centinaio tra morti e feriti. Furono addirittura chiamati i pompieri per lavare il sangue dai marmi ed ebbe un notevole effetto psicologico: per la prima volta laGrande Guerra portava morti civili alla città.[65][66]
Molto dura fu la parentesi della seconda guerra mondiale, durante la quale fu una delle città più colpite dai bombardamenti, con 11.627 vani completamente distrutti e 8.347 gravemente danneggiati.[67]
Dopo la caduta delfascismo la città, sede di cinque ministeri e di importanti comandi tedeschi, era infatti diventata centro nevralgico dellaRepubblica Sociale Italiana.[68] Proprio sotto la giurisdizione della RSI si tenne ilprocesso di Verona, intentato controGaleazzo Ciano e altri gerarchi fascisti, accusati di aver tramato conBadoglio per far arrestareMussolini, alla conclusione del quale si decretò la loro esecuzione sommaria nelpoligono diforte San Procolo.
Lostemma comunale nasce intorno alla metà del XIII secolo, quando Verona si presentava come libero comune e il precedente stemma, portantecrocebianca incamporosso, venne sostituito dal vessillo dellearti veronesi, avente croce d'oro in campoazzurro, divenuti icolori araldici di Verona.[69] Lo stemma e il gonfalone sono stati riconosciuti con decreto del Capo del Governo del 10 giugno 1939.[70]
Altro simbolo di Verona, che viene ripreso anche nello stemma dellaprovincia, è il vessillo scaligero: quello più conosciuto vede unascala bianca, con quattro o cinque pioli, in campo rosso. Ci sono anche due varianti di quest'ultimo stemma, anche se poco conosciute: la prima variante con duecani rampanti ai lati della scala; la seconda con l'aquila imperiale in cima alla scala, assunto ufficialmente, quest'ultimo, daAlboino della Scala e Cangrande I della Scala in quantovicari imperiali, carica assegnata dall'imperatoreEnrico VII di Lussemburgo.[69]
«Patente di S.M. Imperiale e Reale Apostolica portante la nomina delle regie città del Regno e i diritti ad esse attribuiti. Regno Lombardo-Veneto.» — 7 aprile 1815[71]
«Per le coraggiose e filantropiche azioni, con evidente pericolo della vita, durante le inondazioni straordinarie dell'anno 1882. Verona, Bandiera del Municipio.» — 1883[72]
«Alla Città di Verona» — Elenco delle ricompense conferite ai benemeriti in occasione del terremoto calabro-siculo 28 dicembre 1908 con RR. decreti 7 e 21 luglio, 9 agosto, 23 settembre 1910; 23 febbraio, 16 marzo, 27 maggio 1911, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 130 del 30 giugno 1911
«Città di millenarie tradizioni risorgimentali, pur vessata da eserciti nemici e lacerata da operazione militari, nel corso di cruenti combattimenti e nei periodi di servitù, in 20 mesi di lotta partigiana. Verona testimoniò, con il sangue dei suoi figli migliori, nelle prigioni e sui patiboli, il suo indomito spirito di libertà, eroicamente sostenuta da persone di ogni categoria sociali e associandosi idealmente a quei concittadini che, militari all'8 settembre 1943, si erano uniti ai resistenti locali in Francia, in Grecia, in Albania e in Jugoslavia. L'attività del Comitato di Liberazione nazionale rinvigorì le azioni di guerriglia in modo tale da suscitare sorveglianza e spionaggio delle varie polizie, tanto che, fatto eccezionale della lotta di Liberazione in Italia, uno a uno i suoi membri, tra il luglio e l'ottobre del 1944, vennero catturati, torturati ed inviati nei vari campi di sterminio, dai quali non tornarono. Il 17 luglio del 1944 un gruppo di partigiani penetrò nel carcere degli "Scalzi" con l'obiettivo di liberare dirigenti del movimento antifascista nazionale. Tale contributo di sangue, i bombardamenti, le persecuzioni, le distruzioni di interi paesi, sia nella pianura che nelle valli prealpine, non scalfirono ma rafforzarono la lotta della popolazione di Verona, degna protagonista del secondo Risorgimento Italiano. Verona, settembre 1943 – aprile 1945» — Decreto del Presidente della Repubblica 25 settembre 1991[73]
La città di Verona è universalmente riconosciuta comecittà d'arte, tanto che nel 2000 è stata inserita dall'UNESCO nellalista dei patrimoni dell'umanità, in particolare per due motivi: in quanto, nella suastruttura urbana earchitettura, è un eccezionale esempio di città che si è sviluppata progressivamente e ininterrottamente nel corso di 2 000 anni, acquisendo, al succedersi di ogni periodo artistico e architettonico, opere della massima qualità (criterio II); in quanto rappresenta in maniera eccezionale il concetto di città fortificata europea, sviluppatasi e ampliatasi in diverse fasi (criterio IV).[7]
Gli elementi delperiodo romano,romanico,gotico,rinascimentale e successivi sono sopravvissuti integri, mentre il tessuto urbano mostra una coerenza e un'omogeneità notevoli; ciò lo si deve al fatto che la cinta muraria che circonda la città storica ha impedito all'industria e allaferrovia di penetrare verso il centro. Solo la seconda guerra mondiale ha provocato gravi danni al suo patrimonio, tuttavia il piano di ricostruzione adottato nel dopoguerra ha consentito di mantenere la struttura originaria della città, grazie alla grande cura con cui è stato seguito il processo di ricostruzione.[7]
La città possiede un elevato numero diedifici religiosi cristiani, di cui alcuni di grande rilevanza dal punto di vista storico, artistico e architettonico.
Tra questi vi è sicuramente il complesso delDuomo di Verona, principale luogo di culto cattolico della città di Verona e chiesa madre dell'omonima diocesi, di cui fanno parte, oltre che la chiesa principale dedicata aSanta Maria Assunta, anche lachiesa di San Giovanni in Fonte, anticamente unbattistero, lachiesa di Sant'Elena e labiblioteca capitolare. Il complesso sorge dove agli inizi delIV secolo venne edificata la primabasilica paleocristiana di Verona, i cui pavimenti rivestiti in elegantimosaici sono in parte visibili. L'edificio tuttavia venne ricostruito a seguito del terremoto del 1117, che distrusse il precedente edificio d'età carolingia, a sua volta costruito al posto dell'edificio romano, andato distrutto a causa di un incendio; la chiesa romanica ha comunque subito nel corso dei secoli numerose trasformazioni, in particolare in età gotica e rinascimentale. All'interno, tra le numerose opere d'arte, è presente anche unapala diTiziano: l'Assunzione della Vergine.[74][75]
Infine labasilica di Santa Anastasia, che conserva il nome di una chiesetta preesistente di epoca longobarda dedicata alla martire del IV secoloAnastasia di Sirmio, un magistrale esempio diarchitettura gotica italiana. L'edificio sorge nel tratto terminale dell'anticodecumano massimo, la principalestrada romana di Verona prosecuzione dellavia Postumia,[78] a fianco della più piccola e sconsacratachiesa di San Pietro Martire. Sul finire delXIII secolo vi si insediò l'ordine dei domenicani, a cui si deve la costruzione della basilica gotica, anche questa dedicata asan Pietro martire, un domenicano originario di Verona e patrono della città insieme a san Zeno.[79] Un grande contributo alla realizzazione della chiesa si deve alla famiglia dei Della Scala, signori della città, grazie alle generose donazioni e lasciti testamentari che finanziarono il lungo cantiere.[80]
Il citato terremoto del 1117 provocò ingenti danni alla maggior parte dei monumenti veronesi causando la sostanziale scomparsa dalla città della maggior parte delle testimonianze altomedievali, per cui tra i pochi edifici conservatisi (almeno in parte) si possono citare solo ilsacello delle Sante Teuteria e Tosca e lachiesa di Santo Stefano; questo episodio, a sua volta, lasciò lo spazio per un'ampia diffusione dello stile romanico, utilizzato nella ricostruzione delle chiese colpite.[81]
IlXII secolo fu quindi un periodo florido per l'architettura veronese; sia l'alto numero di edifici chiesastici che le loro peculiarità rendono l'architettura romanica di Verona tra le più interessanti nonostante sia meno nota rispetto all'architettura romanica lombardo-emiliana, probabilmente perché il romanico veronese, con la sola eccezione dell'esuberante basilica di San Zeno, presenta complessi edilizi discreti e severi, assenti da decorazioni scultoree.[82] Tra i principali esponenti di questo periodo si possono menzionare lachiesa di Santa Maria Antica, lachiesa di San Lorenzo, lachiesa dei Santi Apostoli, lachiesa di San Giovanni in Valle e lachiesa della Santissima Trinità in Monte Oliveto.
Il passaggio ad un linguaggio gotico avvenne a partire dal XIII secolo, in un primo momento coinvolgendo non edifici chiesastici quanto piuttosto le relative pertinenze, dove il romanico cominciò a lasciar posto a superfici più lisce e in cotto e a strutture semplificate; il rinnovamento dell'architettura religiosa in quel periodo si deve in particolar modo all'insediamento di nuovi ordini religiosi, che godettero del favore dei Della Scala e della nobiltà.[83] Oltre alla già citata basilica di Santa Anastasia, tra i complessi interessanti si possono annotare lachiesa di Santa Maria della Scala, lachiesa di Sant'Eufemia e lachiesa di San Fermo Maggiore.
Monumento di grande interesse sono anche learche scaligere, uno scenografico e monumentale complesso funerario della famiglia degli Scaligeri, destinate a contenere le spoglie di alcuni illustri rappresentanti della casata. Si tratta di un capolavoro dell'arte gotica, incredibile fusione trascultura e architettura, tanto che lo storico franceseGeorges Duby, nel suoL'Europa del medioevo, ha definito le arche scaligere «uno dei più insigni e significativi monumenti dell'arte gotica».[85]
Tra i più antichi e interessanti edifici civili della città vi è ilpalazzo della Ragione, così chiamato in quanto durante il governo della Serenissima ospitava il tribunale. Si tratta di un imponente complesso a corte centrale situato a cavallo trapiazza delle Erbe epiazza dei Signori, costruito sul finire del XII secolo per accogliere le nuove magistrature del Comune. Cuore del potere politico prima, e giudiziario poi, nel corso dei secoli subì alcune trasformazioni per adattarsi alle nuove funzioni ospitate. L'ambiente più prestigioso è lacappella dei Notai, realizzata tra il 1408 e il 1419, composto da quattro sale comunicanti coperte convolte a vela e ospita uno dei più importanti complessi decorativi realizzati su commissione pubblica a Verona, eseguiti nel XVIII secolo daipittori veronesiAlessandro Marchesini,Giambattista Bellotti,Sante Prunati e dal franceseLouis Dorigny. Del complesso edilizio fanno parte anche latorre dei Lamberti, edificata nel 1172 e sopraelevata varie volte fino a diventare la torre più alta della città, e lascala della Ragione, pregevole architetturatardogotica costruita in marmo rosso veronese. A seguito dello spostamento del tribunale, l'edificio è stato restaurato su progetto diTobia Scarpa all'inizio delXXI secolo, diventando sede permanente dellagalleria d'arte moderna Achille Forti.[86]
Altro importante edificio è ilpalazzo del Capitanio, sempre a corte centrale, così chiamato in quanto in epoca veneziana vi si insediò il Capitano, ovvero il rettore della città. In origine il palazzo, fatto costruire daCansignorio della Scala nel XIV secolo, era un edificio fortificato dall'aspetto austero, caratterizzato da tre imponenti torri che lo facevano apparire quasi un castello; di questo palazzo medievale sopravvive intatta solo una delle torri, mentre il resto dell'edificio ha subito alcune trasformazione nel corso del XVI secolo, per cui l'aspetto odierno appare in parte gotico e in parte rinascimentale. Di particolare interesse artistico sono il portale d'ingresso al cortile dell'edificio, probabile opera dell'architetto Michele Sanmicheli, e ilportalebarocco detto dei Bombardieri. Nel palazzo è presente ilcentro internazionale di fotografia Scavi Scaligeri, spazio espositivo sotterraneo che è stato realizzato all'interno di un sito archeologico venuto alla luce tra il 1981 ed il 1983.[87]
Vi è poi il palazzo dellaGran Guardia, un monumentale complesso che si affaccia supiazza Bra, a breve distanza dapalazzo Barbieri e dall'anfiteatro romano. I lavori di costruzione partirono all'inizio del XVII secolo su progetto dell'architettoDomenico Curtoni: inizialmente prevedeva una destinazione d'uso a edificio d'armi, con un vasto porticato utilizzabile per passare in rivista le truppe e un piano nobile che avrebbe accolto l'accademia militare. I lavori però si interruppero e ripresero solo nel 1820, quando l'architettoGiuseppe Barbieri prese in mano il progetto di Curtoni e portò a conclusione i lavori precedentemente iniziati. Il disegno dell'edificio è stato influenzato sia da quello dal prospiciente anfiteatro romano, in particolare per il susseguirsi di ampie arcate al piano terreno, che dall'architettura del famoso architetto rinascimentale Michele Sanmicheli. L'edificio è stato restaurato e ampliato alla fine del XX secolo per poter ospitare un moderno e accessibile centro per congressi ed esposizioni su più livelli.[88]
Tra gli altri palazzi di particolare rilevanza di Verona si ricordano alcuni edifici realizzati dal già citato architetto veronese Michele Sanmicheli, maestro tardo rinascimentale:palazzo Bevilacqua, edificio mai completato, come dimostra la posizione asimmetrica del portale sulla facciata, il cui piano nobile è racchiuso tra unabalconata continua e un ricco cornicione;[89]palazzo Canossa, uno dei capolavori dell'architetto e decorato dai più importanti pittori veronesi,Bernardino India,Battista del Moro ePaolo Veronese, tanto importante che ospitò governanti europei quali Napoleone Bonaparte, lo zarAlessandro I, e gli imperatori d'AustriaFrancesco I,Ferdinando I eFrancesco Giuseppe I;[90]palazzo Pompei, commissionato nel XVI secolo dalla nobile famiglia Lavezzola all'architetto, ma donato dai proprietari al comune di Verona neglianni trenta dell'Ottocento, che lo restaurò in modo da potervi insediare una galleria, divenuta poi ilmuseo civico di storia naturale.[91]
La città è circondata da una lungacortina muraria realizzata in diverse fasi costruttive, nel corso dei secoli. Nel settore collinare delle cosiddette Torricelle si trovano le mura scaligere, una cortina muraria commissionata da Cangrande I della Scala all'architettoCalzaro, come informa un'iscrizione datata gennaio 1325,[92] che fece così ampliare le fortificazioni cittadine dopo i primi interventi effettuati daAlberto I della Scala tra il 1287 e il 1289.[93] Questa cinta muraria proseguiva naturalmente anche nel settore di pianura, tuttavia, durante il governo della Serenissima, questa parte venne completamente trasformata dando vita allacinta muraria veneziana: quest'opera vide la realizzazione di muri a scarpa di grande spessore e la costruzione di diversibastioni, circolari e poligonali, rendendo le fortificazioni più adatte all'introduzione dellapolvere da sparo.[94] Parte delle fortificazioni veneziane e in particolare i bastioni furono però demoliti dalle truppe napoleoniche,[94] per cui i bastioni vennero ricostruiti durante il successivo dominio austriaco, cosicché la cinta magistrale cittadina assunse la sua conformazione definitiva.[95] Questo complesso sistema di cortine difensive e bastioni fanno parte di un parco urbano lineare e quindi è liberamente visitabile tramite un itinerario pedonale.
Oltre alla cortina esterna, sopravvivono lemura comunali cittadine, erette a sud del centro storico in età medievale, in prossimità dell'Adigetto, di cui rimangono visibili ampie tracce lungovia Pallone e all'interno diCastelvecchio, mentre delle diverse porte che si aprivano lungo la cortina rimangono scarse testimonianze a causa ai lavori che hanno portato all'allargamento dei fornici.[96]
Tra i punti di accesso situati lungo le mura magistrali, se ne citano in particolare due:porta Nuova, ingresso monumentale eretto tra il 1532 e il 1540 su progetto dell'architetto Michele Sanmicheli, opera che fu giudicata molto positivamente daGiorgio Vasari, il quale asserisce che non vi fu «già mai altr'opera di maggior grandezza né meglio intesa»;[97]porta Palio, sempre dello stesso architetto ma realizzata tra il 1550 e il 1561, che si tratta forse del monumento più considerevole nato dalla ricerca rinascimentale sul tema del trionfo nella porta urbica, oltre che estrema manifestazione architettonica della politica delmunire et ornare.[98] Oltre a queste vi sono però numerose altre porte d'ingresso, tra cui si ricordano iportoni della Bra,porta San Giorgio,porta San Zeno eporta Vescovo.
Punto cardine, per diversi secoli, di questo sistema difensivo fu Castelvecchio, fatto erigere nel XIV secolo dal signore di Verona Cangrande II della Scala. Il complesso è diviso in due parti dalle imponenti mura comunali: ad ovest è presente la Reggia degli Scaligeri, protetta da uno stretto cortile a doppio ordine di mura, al cui centro svetta la torre più alta del castello, il mastio; ad est è invece presente il cortile maggiore, a pianta rettangolare, destinato in origine apiazza d'armi. Il complesso continuò a svolgere la sua funzione militare anche sotto il governo veneto, durante la breve occupazione napoleonica e infine sotto il dominio austriaco, quando venne utilizzato come caserma.[99] Dopo essere stato bombardato durante la seconda guerra mondiale, Castelvecchio fu oggetto di un importante restauro e di un allestimento museale curato dal noto architettoCarlo Scarpa, che portò alla fondazione delmuseo di Castelvecchio, definito come uno delle più importanti opere dimuseografia italiana del dopoguerra.[100]
Castel San Pietro, dal cui piazzale si può ammirare Verona dall'alto
Altra opera fondamentale per diversi secoli fucastel San Pietro, situato in cima all'omonima collina e quindi dominante rispetto alla città che si apre a sud. L'imponente castello originale fu commissionato sul finire del Trecento dai Visconti e rinforzato durante la dominazione veneziana sopravvivendo fino al 1801, quando le truppe napoleoniche lo fecero demolire prima di consegnare la città agli austriaci; sulle rovine dei precedenti edifici fu costruita la caserma militare asburgica, in fase di restauro ed allestimento per ospitarvi un museo della città.[101] Il piazzale antistante il castello, molto frequentato per la presenza di un'ampia terrazza panoramica sulla città, è raggiungibile sia tramite una scalinata che si dipana dal lato del teatro romano che tramite lafunicolare di Verona, costruita agli inizi delXX secolo.[102]
Vi sono infine due grandi stabilimenti militari realizzati nel XIX secolo: l'arsenale di Verona, costruito in stileneoromanico, che occupa una superficie molto ampia ed è organizzato lungo assi con ampi cortili che separano i nove edifici che contenevano magazzini, depositi e laboratori immersi nel verde, il tutto compreso entro un recinto difensivo;[103][104] laprovianda di Santa Marta, anche questa realizzata in stile neoromanico, e in origine destinato alla produzione dipane egallette, al deposito e all'amministrazione di altri generi di sussistenza per l'esercito imperiale di stanza in Italia settentrionale, e ospita i dipartimenti e la biblioteca di economia dell'Università degli Studi di Verona.[105][106]
Verona presenta numerosi monumenti di epoca romana, edificati a partire dalla metà del I secolo a.C., quando la città venne rifondata all'interno dell'ansa dell'Adige.
Il monumento più famoso, divenuto simbolo della città stessa, è l'Arena di Verona. Si tratta di uno dei grandi fabbricati che hanno caratterizzato l'architettura romana ed uno degli anfiteatri antichi giunto a noi con il miglior grado di conservazione, grazie ai sistematici restauri eseguiti fin dal Cinquecento; proprio per questo motivo, nonostante le numerose trasformazioni subite, esso consente al visitatore di poter facilmente comprendere la struttura di questo genere di edifici.[43] Nella stagione estiva ospita il celebrefestival lirico areniano, le cui stagioni si svolgono ininterrottamente dal 1913, mentre in quelle primaverile e autunnale è tappa di molti cantanti e musicisti internazionali.
Porta Borsari, principale ingresso della città romana
Altro edificio di spettacolo è ilteatro romano; costruito nel I secolo a.C. ai piedi delcolle San Pietro, si tratta di uno dei teatri meglio conservati dell'Italia settentrionale,[107] pertanto divenuto tappa principale del percorso espositivo dell'omonimo museo archeologico cittadino, oltre che spazio teatrale e sede, durante i mesi estivi, dell'estate teatrale veronese, le cui edizioni si svolgono ininterrottamente sin dal 1948.[108]
Delle mura romane cittadine, importante cortina difensiva provvista di numerosi torrioni e porte monumentali, realizzata in più fasi costruttive che si sono succedute partendo dalla tarda età repubblicana fino a giungere ai primi regni romano-germanici, sopravvivono in buono stato di conservazione laporta Leoni, dove venne tra l'altro scoperta l'iscrizione considerata unanimemente l'atto di fondazione della Verona romana,[109] eporta Borsari, in antichità conosciuta col nome diporta Iovia per la presenza del vicinotempio dedicato a Giove Lustrale.[110]
Altro monumento di una certa rilevanza è l'arco dei Gavi, situato lungo l'antica via Postumia, in quanto si tratta un rarissimo caso diarco onorario e monumentale a destinazione privata nell'architettura romana; venne infatti realizzato intorno alla metà del I secolo per celebrare lagens Gavia.[111] Durante il Rinascimento questa fu una delle più apprezzate tra le antichità veronesi, anche grazie alla presenza della firma di un Vitruvio, che rievoca ilnoto architetto romano autore del trattatoDe architectura. Il monumento fu quindi descritto daumanisti eantiquari, dettagliatamente riprodotto e studiato nei rapporti proporzionali e nelle decorazioni, infine ripreso come modello da architetti e pittori, qualiPalladio,Sangallo,Serlio,Falconetto, Sanmicheli, ma anche Bellini e Mantegna.[112]
Vi è quindi ilponte Pietra, il più antico ponte di Verona sul fiume Adige e l'unico rimasto di epoca romana. Sopravvissuto a diversealluvioni, è stato fatto brillare durante la seconda guerra mondiale dai soldati tedeschi in ritirata, quindi ricostruito ricomponendo per anastilosi le pietre recuperate dal letto del fiume, grazie al contributo del professorPiero Gazzola, soprintendente ai monumenti di Verona, e dell'architettoLibero Cecchini.[113]
Delperiodo antico e medievale sono presenti solo calcoli approssimati circa la popolazione residente all'interno del nucleo urbano, che si è stimato potesse attestarsi sui 25 000 abitanti in epoca romana,[114] scesi poi fino ai circa 10 000 abitanti tra XI e XII secolo.[115]
Dati più precisi si hanno invece a partire dal 1472; questi mostrano come la crescita della popolazione, invece di seguire uno sviluppo regolare nel tempo, procedette attraverso sbalzi intermittenti con aumenti e cali (anche repentini) del numero di abitanti. Le cause principali di queste oscillazioni sono da attribuirsi alle calamità che colpirono la città, quindi alle guerre, alle malattie, alle inondazioni e allecarestie.[116] Furono in particolare due i momenti in cui avvenne un drastico e repentino calo della popolazione: prima tra il 1501 e il 1514, quando la popolazione scese da 50 084 a 31 184 abitanti, con un calo di quasi il 40% dei cittadini a causa dellapeste e della guerra della Lega di Cambrai;[115] un secondo momento quando l'ultima grande peste del 1630 colpì l'Italia settentrionale, causando un calo ancora più drastico della popolazione, che nell'arco di un solo anno scese da 53 036 a 20 987 abitanti, con una diminuzione di addirittura il 70% dei cittadini residenti.[117]
Verificando i dati raccolti durante icensimenti generali sulla popolazione residente a Verona si può osservare come dal 1871 (anno del primo censimento nel Veneto) fino al 1936 (unico anno in cui vi è un censimento intermedio) la popolazione crebbe abbastanza stabilmente, mentre a partire dalla fine dellaseconda guerra mondiale vi fu un rapidissimo incremento della popolazione, che passò dalle 178 415 unità del 1951 alle 266 205 unità del 1971, con una crescita di quasi il 50% in soli venti anni. Dal 1971 al 2011 vi è stata invece una leggera flessione con la popolazione residente, scesa a 252 520 abitanti.
Secondo i datiISTAT al 31 dicembre 2019 nel comune risiedevano 38 173 stranieri[120] su un totale di 259 608 cittadini,[121] rappresentando quindi il 14,7% della popolazione totale.
Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:[120]
Ildialetto veronese è una parlata dellalingua veneta, unalingua neolatina che nel panorama dell'Italia settentrionale si distingue nettamente dallelingue gallo-italiche (piemontese,ligure elombardo) a causa di un lungo itinerario storico autonomo. Il veronese, che fino al XVII secolo presentava tracce del precedente carattere lombardo, in parte ancora presente lungo la sponda veronese del lago di Garda, rispetto al veneto ha un'originalità fatta di tratti arcaici e analoghi alle varietà di pianura delle aree venete periferiche, che però in area urbana tendono a essere sostituiti da tratti innovativi di tipo veneziano.[122]
In Italia il Veneto è ai primi posti per la percentuale di persone che parlano le varietà locali, nonostante vi sia comunque un progressivo incremento dell'utilizzo dell'italiano: nel 2007 il 70% degli abitanti utilizzava prevalentemente la lingua veneta, in crescita anche tra i giovani. I motivi di questo ampio utilizzo delle parlate locali è da individuarsi nella vicinanza strutturale all'italiano, nell'uso nei secoli di questa lingua anche in situazioni formali, come osservato sin dai tempi della Serenissima, e nella prevalenza di centri abitati di piccole e medie dimensioni, che consentono di conservare il modello linguistico locale. Inoltre dal 2007 il patrimonio linguistico viene tutelato e valorizzato da una legge regionale.[122]
Nella Biblioteca capitolare è custodito forse il più antico testo pervenuto in lingua romanza, il quale rappresenterebbe un possibile atto di nascita delvolgare in Italia, anche se non tutti gli studiosi sono concordi: l'Indovinello veronese, ritenuto quindi il primo testo scritto incorsiva nuova volgare, redatto da un ignoto copista veronese tra l'VIII secolo e l'inizio del IX in forma d'appunto.[123] Uno dei primi esempi di produzione letteraria in volgare veronese è invece costituito da due poemetti inversi alessandrini, ilDe Babilonia civitate infernali e ilDe Jerusalemi celesti, composti da unfrate francescano dettoGiacomino da Verona,[124][125] mentre più recenti sono le poesie diBerto Barbarani (considerato il maggior poeta indialetto veronese) e diSandro Baganzani.[122]
L'aretino Giorgio Vasari scrisse nel suo trattatoLe vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori che «sì come è vero che la città di Verona, per sito, costumi et altre parti, è molto simile a Firenze, così è vero che in essa, come in questa, sono fioriti sempre bellissimi ingegni in tutte le professioni più rare e lodevoli»: la città veneta venne quindi vista dal Vasari come città simile alla sua Firenze dal punto di vista geografico, in quanto ambedue poste tra collina e pianura, e urbanistico, entrambe sono infatti divise in due da un fiume, ma soprattutto percostumi, fioritura artistica e vivacità intellettuale. Egli vide nella città, romanica, gotica, ma anche classica e monumentale, il contraltare all'egemonia veneziana, ed effettivamente notevoli sono le differenze tra Verona e Venezia nonostante il dominio di quest'ultima sia durato nella città scaligera per ben quattro secoli: l'arte e l'architettura veneziana fanno pensare all'Oriente ortodosso, a delle origini bizantine e quindigreche, mentre Verona, distante solamente un centinaio di chilometri, colpisce per le mastodontiche chiese romaniche e gotiche, espressione di un'arte occidentale.[126]
A Verona lavorarono nei secoli numerosi artisti, veronesi e non. Nel XII secolo lo scultore romanicoNiccolò portò nella città una nuova arte, occidentale e romanza: è in questo periodo che si sviluppa la Verona romanica, mentre sotto la signoria scaligera la città sviluppò e mantenne a lungo un aspetto gotico e araldico, con uno stile che raggiunse la massima espressione nel Castelvecchio (e soprattutto nelsuo monumentale ponte) e nelle arche scaligere. La civiltà pittorica veronese vide dal Trecento attivi artisti come l'Altichiero e, nel Quattrocento, personalità comeStefano da Zevio e ilPisanello, uno dei massimi esponenti italiani delGotico internazionale. Più tardi, durante il Rinascimento, lavoraronoDomenico Morone e il figlioFrancesco, oltre all'ecletticoGiovan Francesco Caroto eGirolamo dai Libri. L'arte veronese mantenne costantemente delle peculiarità che la rendono riconoscibile dall'arte portata da Venezia neidomini di Terraferma, grazie all'opera di artisti come il Veronese,Giambattista Tiepolo,Alessandro Turchi, e più tardiGiambettino Cignaroli eAngelo Dall'Oca Bianca, tanto che è lecito parlare di una "scuola veronese".[127]
È anche grazie a William Shakespeare se Verona è una città ampiamente conosciuta nel mondo: egli non la visitò mai, ma la conobbe attraverso gli scritti diLuigi da Porto eMatteo Bandello che lo ispirarono per la sua opera più famosa, la tragedia diRomeo e Giulietta[128], motivo per cui Verona viene spesso definita come "città dell'amore". Già il famoso poetaGeorge Byron attesta l'importanza del ruolo avuto da William Shakespeare nel plasmare la fama della città nel mondo. Nelle sue lettere il poeta sottolineava come i veronesi sostenessero con ostinazione l'autenticità della storia di Romeo e Giulietta, d'altronde la rivendicazione della veridicità della leggenda e l'identificazione dei luoghi dove si svolge la vicenda erano cominciate già molto tempo prima. Il primo luogo a essere "riscoperto" fu latomba dei due amanti, identificato nel Cinquecento in un sepolcro vuoto in marmo rosso veronese, nei pressi di un convento. Furono molti coloro che resero omaggio ai due amanti in questo luogo, tra cuiMadame de Staël,Maria Luisa d'Austria,Heinrich Heine,Charles Dickens e lo stesso George Byron. La tomba venne più volte spostata in modo da trovare un luogo che potesse valorizzarla; la sua sistemazione definitiva si ebbe quindi nel 1937 grazie all'opera del direttore dei musei civiciAntonio Avena. Essa venne traslata in ambienti sotterranei rivisitati in chiave gotica e scenografica.[129]
Contemporaneamente vi fu la sistemazione dellacasa di Giulietta, identificata in una casa medievale dotata dello stemma di un cappello, dimora della famiglia Capuleti, che Charles Dickens descrive nellePictures from Italy come un «miserabile alberguccio». In effetti a seguito dei rimaneggiamenti sette-ottocenteschi risultava essere diventata una casa popolare a ringhiera, anche se la stretta facciata in cotto evocava il Medioevo. Così Antonio Avena fece impiego di materiale di spoglio nei lavori di restauro e andò a inserire un nuovo balcone costituito da un lastrone di marmo che si trovava in stato di abbandono nel cortile di Castelvecchio. Tale opera fece diventare la casa di Giulietta nuova immagine simbolo di Verona, insieme all'Arena.[130]
L'ultimo luogo in ordine cronologico a essere riconosciuto è lacasa di Romeo, la quale mostra intatta la sua natura e aspetto di casa fortificata; essa appartenne aiNogarola, amici fidati dei Della Scala, e si trova accanto alle arche scaligere, dove riposa anche Bartolomeo I della Scala, sotto il cui dominio si sarebbe svolta la vicenda secondo Luigi da Porto. Più che i singoli luoghi legati alla tragedia, è però l'idea della folcloristica Verona medievale in cui si sarebbe svolta la vicenda di cui si sono innamorati turisti, spettatori e lettori.[131]
Le due famiglie protagoniste della tragedia shakespeariana effettivamente furono presenti sulla scena cittadina in epoca scaligera. In particolare i Montecchi furono importanti mercanti veronesi, coinvolti in lotte sanguinose per il controllo del potere a Verona nella fazione ghibellina, tanto da essere stati banditi dalla città dopo aver partecipato a una congiura insieme aFederico della Scala contro Cangrande.[51] Si ha invece conoscenza della presenza dei Capuleti fino agli anni della permanenza di Dante a Verona, nella casa di Giulietta, dove la loro presenza è testimoniata dallo stemma del cappello sullachiave di volta dell'arco nel cortile dell'edificio.[50] Lo stesso Dante documenta la rivalità tra Montecchi e Capuleti (o meglio Cappelletti) nella Divina Commedia.[132]
Tra le numerose scuole presenti sul territorio comunale meritano particolare menzione illiceo ginnasio statale Scipione Maffei, l'educandato statale agli Angeli e illiceo scientifico statale Angelo Messedaglia. Il primo, ospitato nell'ex convento domenicano della basilica di Santa Anastasia, è il più anticoliceo d'Italia in attività essendo stato fondato per decreto napoleonico il 18 dicembre 1804.[133] Il secondo, ospitato in quello che era un convento disuore benedettine, è una delle più antiche istituzioni cittadine, fondata da Napoleone Bonaparte in persona nel 1812.[134] L'ultimo, infine, è stato istituito nel 1923 in seguito allariforma Gentile, rimanendo a lungo l'unico liceo scientifico di tutta la provincia di Verona.[135]
Una prima forma di università nasce nell'825 quandoLotario, con il capitolario di Olona, fonda un istituto superiore di cultura che accoglieva studenti veronesi, mantovani e trentini, tuttavia solo nel 1339papa Benedetto XII concesse alla città, tramitebolla papale, i privilegi universitari, e quindi la fondazione di una scuola universitaria.[136] Nel 1440 vennero istituite le Scuole Accolitali presso il Duomo, unascuola di musica elettere per il clero, a cui si affiancarono poi l'Accademia Filarmonica e l'Accademia degli Incatenati, le quali fecero della città una capitale della musica europea del Cinquecento.[137]
Tra le più importanti istituzioni cittadine vi è la Biblioteca capitolare, una delle più antiche e notebiblioteche ecclesiastiche del mondo, famosa in quanto vi hanno studiato illustri personaggi e in quanto possiede manoscritti di grande importanza, tra cui ilCodice di Ursicino, che venne prodotto nella biblioteca nel 517 (rendendola la più antica biblioteca al mondo in funzione)[141] e l'Indovinello veronese, che rappresenterebbe un possibile atto di nascita del volgare in Italia.[142] Nel Settecento furono invece istituite laBiblioteca civica, l'Accademia di agricoltura scienze e lettere, con il compito di dare slancio all'economia veronese, e l'Accademia di pittura, fondata daGiambettino Cignaroli e poi a lui dedicata, mentre nel secolo successivo fu costituita laSocietà letteraria, importante centro di cultura e luogo di convegni.[143]
La forte identità culturale di Verona si è tradotta nell'impegno di numerosi personaggi che con la loro impronta sono andati a determinare la configurazione museale odierna di Verona. Di grande importanza fu per esempioScipione Maffei, che nel Settecento diede l'avvio alla museologia europea con la sua raccolta dilapidi edepigrafi che furono poi sistemate nel museo che prende il suo nome, ilmuseo lapidario maffeiano, situato a lato delteatro Filarmonico.[144]
Altro importante personaggio fu Antonio Avena, direttore dei musei civici, che si prodigò nell'acquisizione del teatro romano e quindi all'istituzione dell'omonimo museo, nella sistemazione di Castelvecchio, in cui preparò il primo allestimento museale, nella sistemazione della casa di Giulietta, nell'acquisizione dipalazzo Emilei Forti, in cui trovò posto la galleria d'arte moderna Achille Forti (successivamente spostata nel palazzo della Ragione), e nell'istituzione delmuseo degli affreschi Giovanni Battista Cavalcaselle. Di primaria importanza il museo di Castelvecchio che subito divenne punto di riferimento nel sistema museale di Verona, in particolare dopo il recupero realizzato dal famoso architetto Carlo Scarpa in collaborazione con il direttoreLicisco Magagnato, dalla cui collaborazione nacque una delle più pregevoli e conosciute realizzazioni museografiche delsecondo dopoguerra. Un rilievo particolare ha assunto Verona anche per quanto riguarda le raccoltenaturalistiche, infatti è l'unica città europea a poter vantare una tradizione ininterrotta in tale ambito fin dal Cinquecento, quando furono raccolte varie collezioni private nel primo museo a carattere naturalistico che si conosca, poi confluite nel museo civico di storia naturale.[145]
Il quotidiano storico di Verona èL'Arena, fondato il 12 ottobre 1866 a pochi giorni dall'annessione del Veneto al Regno d'Italia;[148] nato inizialmente come espressione dei circoli politici cittadini che avevano vissuto in clandestinità durante il dominio austriaco, si è evoluto nel corso degli anni seguendo in modo approfondito le vicende della città e diventando così punto di riferimento dei veronesi.[149]Verona Fedele è invece il settimanale edito della Diocesi di Verona, fondato nel 1872 e rinato nel 1946 dopo che la sua stampa era stata interrotta alla fine della prima guerra mondiale.[150] A Verona viene inoltre pubblicata la rivistaNigrizia, nata nel 1883 con lo scopo di diffondere i testi diDaniele Comboni, primo vescovo diKhartum, anche se ben presto allargò il campo di interesse alla realtà sociopolitica, economica, culturale e religiosa di tutta l'Africa.[151]
Radio Verona è stata la prima emittenteradiofonica a nascere nella provincia di Verona, nel 1975; si contraddistingue per l'attenzione alla cronaca e attualità e per le radiocronache in diretta delle partite dell'Hellas Verona.[152] Già l'anno successivo venne inoltre fondataRadio Adige, che però chiuse le trasmissioni via etere nel 2017 per andare in onda esclusivamente sul web.[153] Sempre due sono anche leemittenti televisive:Telenuovo, prima emittente veneta per ascolti,[154] nata a Verona nel 1979, dal 1984 fa debutto il primo telegiornale e da quel momento l'informazione giornalistica diviene uno dei cardini del canale;[155] nello stesso anno nasce ancheTeleArena, particolarmente impegnata nell'informazione locale e sportiva.[156]
Fotografia della prima rappresentazione dell'Aida pubblicata sul quotidianoL'Arena nel 1913
Il più celebre evento che si tiene nella città scaligera è il festival lirico areniano, le cui stagioni si svolgono ininterrottamente dal 1913 all'interno dell'anfiteatro romano, che con i suoi 30 000 posti si trasforma nel più grande teatro lirico all'aperto al mondo;[157] lo stesso diviene anche tappa, nelle stagioni primaverili e autunnali, di molti cantanti e musicisti internazionali. Durante la stagione estiva il teatro romano ospita invece l'estate teatrale veronese, che da 1948 proponespettacoli di prosa, con i testi più noti e controversi di William Shakespeare,danza e musica, in particolarejazz.[158]
Nel 1969 nasce invece la Settimana Cinematografica Internazionale, che dal 1996 si trasforma inSchermi d'amore, un festival cinematografico del cinema sentimentale e melodrammatico, che quindi prosegue il filone della tematica amorosa in naturale continuità con l'immaginario collettivo che vede la città sede della romantica vicenda diRomeo e Giulietta, e quello del melodramma come ramo che trova la sua origine nel centenario festival areniano.[159] Da 1981 si tiene anche ilfestival di cinema africano, organizzato dalla rivistaNigrizia e dal centro missionario per dare un'immagine critica dell'Africa attraverso le storie e le immagini raccontate dagli africani stessi con l'ottica di conoscerne meglio i popoli e le loro culture.[160]
Tra le varie manifestazioni podistiche, particolarmente degno di nota è ilpalio del drappo verde, istituito nel 1208 come corsa di velocità a piedi e a cavallo per festeggiare la vittoria diEzzelino II da Romano contro i guelfi, citato anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri. Abolito durante ladominazione napoleonica nel 1796, è stato riorganizzato a partire dal 2008 per festeggiare l'ottocentesimo anniversario della corsa.[161]
Più recente è inveceTocatì, organizzato dall'Associazione Giochi Antichi per le strade e piazze della città, punto di riferimento mondiale per tutti gli appassionati digioco tradizionale che ha come obiettivo la valorizzazione del patrimonio della cultura tradizionale a partire dal gioco, ma comprendente anche espressioni come la musica e ladanza tradizionali.[162]
Periodo romano repubblicanoPeriodo romano imperialePeriodo romano-germanicoPeriodo comunalePeriodo scaligeroPeriodo visconteoPeriodo venetoPeriodo austriaco
A seguito della romanizzazione della Gallia Transpadana nella primavera del 49 a.C., il villaggio che era sorto lungo le pendici del colle San Pietro in epoca preistorica non era più sufficiente né per consentire il futuro sviluppo dell'abitato né per una sua ordinata pianificazione. Il centro abitato venne quindi spostato sull'altra sponda del fiume Adige, dove i suoi ampi meandri formano una sorta di penisola naturale, valida difesa da possibili attacchi. In questo modo fu inoltre possibile realizzare due soli tratti di cortina muraria lungo il lato meridionale della città, l'unico che non erano difeso naturalmente dal fiume.[42] L'impianto di nuova fondazione della città, tipico dell'urbanistica romana, previde la realizzazione di una maglia di strade che si incrociavano adangolo retto, formando isolati quadrati di 74 x 76,5 metri, struttura che si è mantenuta inalterata nei secoli e che risulta perfettamente leggibile. Le vie principali della città, quindi il decumano massimo, che corrispondeva al proseguimento della via Postumia, e il cardine massimo, confluivano nell'area del foro veronese, il quale nel corso del tempo si trasformò divenendo l'attuale piazza delle Erbe.[163]
Piazze Erbe e gli spazi contigui in età medievale e moderna rimasero centro della vita politica ed economica cittadina nonostante la graduale espansione della città verso sud fino all'Adigetto e verso est oltre l'Adige, dove si sviluppò il quartiere di Veronetta. Nonostante la crescita della città le difese di epoca romana rimasero sostanzialmente immutate fino all'epoca pre-comunale, quando la necessità di dotare di solida difesa le porzioni di città sorte fuori dal recinto romano portarono nel XII secolo alla realizzazione della cerchia di mura comunali.[164] Nel XIV secolo Cangrande della Scala fece edificare un ulteriore recinto difensivo, le mura scaligere, le quali abbracciarono una porzione ancora più ampia di territorio, compreso ilquartiere di San Zeno e quella che poi divenne laCittadella viscontea.[165]
Durante il governo veneziano una parte delle mura scaligere furono pesantemente ristrutturate e trasformate in una vera e propria cinta bastionata alla moderna. Fondamentale fu l'apporto dell'architetto veronese Michele Sanmicheli, il cui progetto fu anche e soprattutto occasione di rinnovamento urbanistico: egli assecondò la spinta dell'organismo urbano verso sud organizzando un nuovo asse viario monumentale, lostradone di Porta Nuova, che dalla nuova porta sanmicheliana conduceva, attraverso iportoni della Bra, a piazza Bra e all'anfiteatro romano.[166] Il successivo periodo di dominio austriaco porto novità soprattutto dal punto di vista militare, con la ristrutturazione di mura e bastioni della cinta magistrale che assunse il suo assetto definitivo, rimasto invariato, e la creazione di uncampo trincerato militare.[167]
All'inizio del Novecento la città registrò un notevole incremento demografico a causa del trasferimento di popolazione dai centri minori e dalle campagne, ciò determinò la necessità di realizzare nuovi quartieri al di fuori della cinta militare magistrale: per consentire quindi l'espansione della città, nel 1910 venne emanato un decreto che annullò la servitù militare e il divieto di edificazione nella cosiddetta "Spianà", la grande area posta fuori dalle mura e parte del sistema difensivo cittadino. Si poterono così predisporre i primi piani d'ampliamento: a est ci furono i primi interventi di ampliamento nei quartieri diBorgo Venezia ePorto San Pancrazio mentre a sud, dove erano già presenti alcune industrie nate durante laprima industrializzazione veronese, cominciarono a sorgere i quartieri operai diBorgo Roma,Basso Acquar eTombetta. Dopo la prima guerra mondiale, invece, presero forma i quartieri diBorgo Trento,Borgo Milano eValdonega.[168]
Dopo la seconda guerra mondiale Verona, che era stata una delle città più colpite dai bombardamenti, venne inclusa tra i comuni che dovevano adottare un Piano di Ricostruzione. Il piano venne adottato già nell'ottobre 1946 e riguardò in particolar modo la ricostruzione del centro storico e lo spostamento a Sud delle funzioni fieristiche e agricolo-industriali, che portarono alla fondazione accanto aiMercati generali della nuovaFiera di Verona, delMercato ortofrutticolo e dell'ampliamento dellaManifattura tabacchi.[170]
Il territorio comunale suddiviso in circoscrizioni e quartieriIl territorio comunale suddiviso in circoscrizioni e quartieriIl territorio comunale suddiviso in circoscrizioni e quartieri
Amministrativamente il territorio comunale è ripartito in ottocircoscrizioni amministrative.[171] A fini toponomastici e statistici sono suddivise a loro volta in ventitré quartieri, ulteriormente ripartiti in zone omogenee (tra parentesi):
L'economia scaligera è caratterizzata da una polisettorialità spinta, con le imprese che si dividono quasi equamente tra agricoltura, industria, costruzioni, settore turistico, commercio e servizi, raggiungendo posizioni di leadership in diversi campi: nel settore agricolo, essendo la provincia veronese la prima in Italia per l'esportazione di vino e ortofrutta; nel manifatturiero, in particolare nei segmenti dell'industria alimentare, dei macchinari e termomeccanica, dell'estrazione e lavorazione del marmo, e della moda; infine nel settore ricettivo, essendo la quinta provincia italiana per presenze turistiche.[8]
In particolare il settore agricolo è una risorsa fondamentale per il territorio, con produzioni tipiche protette da marchi di origine e tutela, con un importante indotto a livello di ristorazione e di turismo enogastronomico. A questo settore si collega anche quello industriale dell'agroalimentare, che è divenuto nel tempo uno dei settori più importanti per l'economica veronese, con numerose eccellenze: il vino (si citano in particolare i prodottiDOCGAmarone della Valpolicella,Recioto della Valpolicella edi Soave, ilSoave superiore e ilBardolino superiore), i prodotti lattiero-caseari, il settore dolciario, la produzione di alimenti conservati, la lavorazione della carne e la produzione di mangimi per l'alimentazione animale.[172] Altre attività particolarmente dinamiche sono quelle alberghiere e della ristorazione, collegate alla vivacità del turismo, un settore che gioca un ruolo di assoluta importanza: insieme al turismo lacustre sulGarda, che attira ogni anno milioni di turisti, e il turismo culturale, legato a Verona città d'arte, alfestival lirico areniano e all'estate teatrale veronese, convivono il turismo montano delBaldo e dellaLessinia, quello enogastronomico dellaValpolicella e delleValli Grandi Veronesi, oltre a quello d'affari e congressuale, legato in particolare alle manifestazioni che si tengono pressoVeronafiere.[173]
I padiglioni dellaFiera di Verona durante il salone internazionaleVinitaly dei vini e distillati
La posizione particolarmente favorevole, anzi strategica, in cui si trova Verona, ha favorito il suo inserimento in importanti vie di comunicazione stradali, ferroviarie e aeree, e quindi la nascita di uno dei più importanti centri europei intermodali di trasporti, ilQuadrante Europa, generando così le condizioni ideali per fare di Verona un importante punto di riferimento nell'ambito dei flussi internazionali di interscambi sia economici che culturali.[174] A livello di scambi, Paese di riferimento è laGermania, di gran lunga il principale partner commerciale veronese sia per quanto riguarda le esportazioni che per le importazioni,[175] tanto che proprio a Verona hanno basato le loro sedi alcune realtà imprenditoriali tedesche di grande rilievo, in particolareVolkswagen Group,MAN eLidl.[176]
Verona si colloca in una posizione geografica strategica, allo sbocco in pianura dellavalle dell'Adige, e quindi lungo il percorso che attraverso i passi alpini, in particolare ilBrennero, conduce a Nord. La realizzazione dellavia Postumia traGenova eAquileia nel 148 a.C. diede una spinta notevole alla crescita dell'abitato, tanto che quando la città divenne unmunicipio romano l'asse stradale fu utilizzato come asse generatore della nuova maglia di isolati.[178] Successivamente furono realizzate altre due strade, lavia Gallica, che collegavaTorino aGrado, e lavia Claudia Augusta, che collegava laRezia aOstiglia tramite una diramazione meridionale definitavicus Veronensium.
Verona in passato fu inoltre al centro di un vasto sistema di tranvie extraurbane: dall'area di Porta Nuova originava latranvia Verona-Albaredo-Coriano in servizio fra il 1898 e il 1925, interessata da un esperimento di trasporto integrato che prevedeva la costruzione di un grande porto fluviale sull'Adige pressoAlbaredo; presso la stazione di Porta Vescovo trovava invece capolinea un sistema metrotranviario che aveva nellatranvia Verona-Caldiero-San Bonifacio, in esercizio fra il 1881 e il 1958, il tronco principale da cui si diramavano altretratte verso Tregnago,San Giovanni Ilarione eCologna Veneta, oltre a un tratto secondario rappresentato dallatranvia Verona-Grezzana, che fra il 1922 e il 1958 fece da forte volano per l'economia dellaValpantena. Successivamente queste tranvie vennero rimpiazzate da linee filoviarie extra-urbane, il cui servizio si protrasse fino agli anni ottanta, oppure dismesse.[181]
Il servizio di trasporto pubblico dal 1884 al 1951 si basò su unarete tranviaria urbana che veniva inizialmente percorsa da tram trainati da cavalli, sostituiti nel 1908 dai primi mezzi elettrici, che diedero la possibilità ai cittadini di usufruire di un trasporto pubblico più efficiente e in linea coi tempi.[182] La rete si componeva di tre linee, di cui la principale collegava le due stazioni ferroviarie della città,Verona Porta Nuova eVerona Porta Vescovo, mentre altre due collegavano il centro conporta San Zeno, in direzioneBorgo Milano, eporta San Giorgio, in direzioneBorgo Trento, nuove zone di forte espansione edilizia della città.[183] Dal 1937 si attuò la riconversione della linee tranviarie e si andò così a costituire unanuova rete filoviaria in loro sostituzione; l'esercizio delle linee filoviarie terminò però nel 1975, quando vennero a loro volta sostituite da un servizio di autobus di linea.
Dal 2007 la mobilità urbana ed extraurbana di Verona è svolta con autoservizi gestiti dall'Azienda Trasporti Verona, anche se è in fase di costruzione una nuova rete di filobus composta da quattro linee per un totale di quasi24 km.[184] Completa il sistema di trasporti cittadino lafunicolare di Castel San Pietro, che è stata progettata e realizzata tra il 1938 e il 1941 con lo scopo di collegare l'omonimo castello, dove si trovava l'Accademia di Belle Arti Cignaroli, al centro cittadino. La funicolare rimase in funzione fino al 1944, dopodiché seguì un lungo periodo di chiusura terminato nel 2017. La nuova soluzione adottata ha previsto il recupero delle stazioni esistenti e l'installazione di un moderno ascensore inclinato panoramico.[185]
La realizzazione dell'aeroporto di Verona-Villafranca, principale aerostazione del territorio, ebbe inizio nel 1954, quando in base agli accordiNATO venne definitivamente dismesso il vicino aeroporto militare di Ganfardine, già bombardato dagliAlleati sul finire dellaseconda guerra mondiale e ulteriormente danneggiato dai tedeschi in fuga, e costruito un nuovo campo di aviazione militare, spostato per ragioni tecniche e per una migliore funzionalità al confine tra i comuni diSommacampagna,Villafranca e Verona.[186] A partire dal 1958 si cominciarono a operare pionieristici voli charter e cargo diretti verso alcuni Stati dell'Europa settentrionale per arrivare nel 1961 all'inaugurazione dei primi voli di linea versoRoma, grazie all'interessamento del sindacoGiorgio Zanotto.[187] Con l'intensificarsi del traffico nel 1973 si decise di realizzare strutture più adeguate, portando così alla nascita di una vera e propria aerostazione civile che nel tempo fu oggetto di diverse ristrutturazione fino a quella principale del 1990, che portò al raddoppio degli spazi a disposizione.[188]
A nord del territorio comunale si trova invece l'aeroporto di Verona-Boscomantico, che cominciò a operare dal 1911 come base militare per dirigibili e utilizzato per manifestazioni e voli turistici.[189]
La storia amministrativa del comune di Verona dall'istituzione della Repubblica Italiana ad oggi può essere suddivisa in due fasi: per i primi quarant'anni si sono succeduti esclusivamentesindaci dellaDemocrazia Cristiana, mentre dal 1994 al 2022 la città è stata amministrata prevalentemente da esponenti dicentro-destra, con una parentesi tra il 2002 ed il 2007 in cui la città fu amministrata dal SindacoPaolo Zanotto, dicentro-sinistra. Alle elezioni amministrative del 2022[190], dopo vent'anni, il centro-sinistra è tornato a vincere le elezioni cittadine conDamiano Tommasi.
Monaco di Baviera, dal 1960, in quanto, essendo equidistanti dalpasso del Brennero, sono porte gemelle verso i reciproci stati e sono legate da intensi rapporti commerciali;[191]
Nîmes, dal 1960, in quanto hanno in comune le vestigia di antichi monumenti romani;[192]
Saint-Josse-ten-Noode, dal 1960, per attivare scambi culturali tra due città importanti dal punto di vista storico-artistico (la cittadina belga fa parte del nucleo urbano diBruxelles);[193]
Salisburgo, dal 1973, per il comune amore per l'arte e la musica e per determinare quindi un sodalizio duraturo tra la cittadina scaligera, sede delfestival lirico areniano, e la cittadina austriaca, patria diMozart;[194]
Albany, dal 1992, sostenuto dagli enti e istituti economici e bancari della città, per avere un più stretto scambio culturale, economico, finanziario e turistico con lostato di New York;[196]
Nagahama, dal 1992, in quanto la città giapponese e quella scaligera mostrano di essersi sviluppate parallelamente, di essere insediamenti a misura d'uomo e, nonostante la lontananza, di avere un substrato economico molto simile;[197]
Le principali formazioni calcistiche cittadine sono quelle dell'Hellas Verona, che dall'istituzione dellaSerie A a girone unico è stata l'unica squadra di una città non capoluogo di regione, durante lastagione 1984-1985, a vincere il massimo campionato,[198] e delChievo Verona, che costituisce ununicum nel panorama calcistico italiano, essendo l'unico club proveniente dalle categorie regionali minori ad aver scalato l'interapiramide calcistica nazionale, fino a giungere dapprima in Serie A e poi nellecoppe europee.[199] Le due squadre, che fino al 2021 (anno del fallimento del Chievo) hanno disputato le gare casalinghe allostadio Marcantonio Bentegodi, realizzato nel 1963 per prendere il posto dell'omonimo stadio, demolito nello stesso anno, hanno dato vita alderby cittadino. Due squadre che partecipano a categorie minori ma che sono comunque arrivate a giocare inSerie C sono invece laVirtus Verona e l'Audace.
La principale squadra di pallavolo maschile è laBluVolley Verona, una società nata nel 2001 dalla fusione di altre due. La squadra veronese è riuscita a vincere una prima volta laCoppa Italia di Serie A2 nel 2004, stagione in cui vince tutte le partite giocate, e una seconda voltanel 2008. A livello europeo, invece, ha vinto laChallenge Cup nel 2016. Le partite interne sono giocate alPala AGSM AIM.[200]
Verona è stata sede della cosiddetta"Grande Partenza" delGiro d'Italia nell'edizione del1985, con il via ufficiale della corsa dato il 16 maggio dal Ponte Scaligero per effettuare un prologo tra le strade cittadine vinto daFrancesco Moser.
È stata inoltre sede diarrivo finale del Giro d'Italia in cinque occasioni, tutte contraddiste da una cronometro individuale quale ultima tappa della corsa, terminate all'Arena. Nel dettaglio:
^ Educandato statale agli Angeli,Chi siamo, sueducandatoangeli.edu.it.URL consultato il 19 febbraio 2020(archiviato il 16 novembre 2020).
^ Liceo scientifico statale Angelo Messedaglia,Storia del liceo, sumessedaglia.edu.it.URL consultato il 19 febbraio 2020(archiviato il 16 novembre 2020).
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Giovanni Solinas,Storia di Verona, Verona, Centro Rinascita, 1981,SBNSBL0619693.
In neretto icapoluoghi di regione, in corsivo lecittà metropolitane. (1): lo statuto dell'Emilia-Romagna indica lacittà metropolitana di Bologna come capoluogo della regione.
Questa è unavoce di qualità. È stata riconosciuta come tale il giorno 6 novembre 2014 —vai alla segnalazione. Naturalmente sono ben accetti altrisuggerimenti e modifiche che migliorino ulteriormente il lavoro svolto.