Esistono diversi miti sulla nascita della dea, ma i più noti sono quelli tramandati daEsiodo eOmero.Esiodo sostenne che ella scaturì dalseme diUrano, dio delcielo, quando i suoigenitali caddero in mare a seguito dellacastrazione perpetrata dal figlioSaturno per vendicareGea, sua madre e sposa di Urano. Il sangue e il seme in essi contenuti divennero schiuma dalla quale, presso l'isola diCipro, emerse Venere (aphròs, da cuiAfrodite, in greco significa proprioschiuma).Una leggenda analoga vorrebbe che fosse nata a Trapani, ispirata forse dalla forma a falce (Drepanum) della città, che ricorderebbe il falcetto usato da Saturno come arma e gettato in mare, assieme ai genitali, dove oggi sorge Trapani.[senza fonte]Secondo Omero, invece, Venere sarebbe figlia diGiove e della ninfa degli oceani Dione e nacque da una conchiglia uscita dal mare. Per inabatei il nome di Venere, ovvero Aphros, Afrodite, era, invece, Anjou, nome della stella della dea detta Niphi Nerò, ovvero Signora, dea dell'acqua. Non a caso l'arma araldica dei re Anjou d'Inghilterra e di Francia, era una sorta di ruota, totem araldico dei re d'Anjou Plantageneti che si rifacevano a tale mito.
Venere si distingue per il carattere capriccioso, vanitoso e volubile. A causa della sua immensa bellezza,Giove temeva che ella sarebbe stata causa di dispute tra gli altri dei e la diede quindi in sposa aVulcano, il dio del fuoco, fabbro degli dei, di brutto aspetto, ma caratterizzato da un carattere fermo e costante e sempre dedito al lavoro. Il matrimonio non soddisfece, però, la dea, che intrecciò molte relazioni amorose, sia con umani che con dei. In particolare, è nota la relazione con il dio della guerraMarte. I due furono scoperti da Vulcano e, imprigionati in una rete metallica da lui stesso lavorata, furono esposti al ludibrio degli altri dei. Si dice che dagli amori di Venere e Marte nacqueroArmonia eCupido[1],Deimo eFobo. Cupido, dio dell'amore, collaborò sempre con la madre, tranne in un caso: gelosa della bellezza di una donna mortale di nomePsiche, Venere chiese al figlio di farla innamorare del più mostruoso degli esseri.
Cupido dapprima accettò l'incarico ma poi s'innamorò egli stesso della donna. Psiche superò tutte le prove richieste da Venere e alla fine fu ricompensata da Giove che benedisse l'unione con Cupido.In un'altra versione il padre diCupido èGiove e nonMarte.Dall'unione con il dioErmes, o Mercurio, nacqueErmafrodito. Venere non disdegnava gli amori dei mortali, per cui si congiunse con il bellissimoAdone e con il principe troiano Anchise, da cui ebbeEnea.Gli unici in grado di resistere al fascino di Venere furonoIppolito eNarciso, che per questo furono severamente puniti.
Dall'unione di Venere conAnchise sarebbe natoEnea, il padre diAscanio e il capostipite della futuraRoma. Egli fu uno dei protagonisti dellaguerra di Troia scaturita dalla rivalità fraGiunone,Minerva e Venere. Le tre divinità volevano aggiudicarsi la mela destinata daEris, dea della discordia, alla più bella tra le dee. Giove, interpellato sulla questione, scelse il principe troianoParide come giudice. Giunone cercò di corrompere Paride offrendogli l'Asia Minore, mentre Minerva gli offrì fama, saggezza e gloria in battaglia, ma Venere promise a Paride la più bella delle donne mortali, ed egli scelse quest'ultima.
Questa donna eraElena, figlia di Giove e diLeda e moglie del re di SpartaMenelao. Sotto l'influsso di Venere, Paride rapì Elena e la condusse a Troia. Menelao, insieme al fratelloAgamennone, radunò un imponente esercito e mosse guerra aTroia. L'assedio della città durò molti anni e gli dei si schierarono a fianco chi dell'una chi dell'altra fazione. Durante la guerra Venere venne anche ferita. Fu l'astutoOdisseo, re di Itaca, a escogitare lo stratagemma del cavallo per far penetrare soldati greci all'interno delle mura troiane. Fu così che i greci vinsero la guerra. Grazie all'aiuto di Venere, Enea, con pochi superstiti, lasciò per sempre Troia e, approdato sulle coste del Lazio, fondò una nuova città, da cui discenderà la civiltà romana.
ARoma venivano celebrati iVeneralia in onore di VenereVerticordia, "che apre i cuori", e della sua compagnaFortuna Virile.
Sempre a Roma, nel foro fu eretto un doppio tempio grandioso, ilTempio di Venere e Roma, dedicato alla dea e alla città di Roma personificata, di cui si ergono ancora i resti.
Tra le piante a lei sacre vi sono: ilmirto, larosa, ilmelo e ilpapavero. I suoi animali sacri invece sono: lalepre, ildelfino, ilcigno (simbolo di bellezza ed eleganza), ilpassero e lacolomba (simbolo dell'amore).
Venere su un carro trainato da elefanti, affresco da Pompei
La sua figura, presa a modello come ideale di bellezza, è diventata il soggetto di innumerevoli opere d'arte, fin dall'antichità, sia sotto forma di sculture, tra le quali famosi esempi sono laVenere di Milo e laVenere di Morgantina, la Venere Sosandra, e dipinti, come l'affresco delTrionfo di Venere di Pompei.