Il nome Varmo è solo un adattamento italiano all'originale"Vil di Var".Vil di Var, porterebbe a far credere che il paese Vil (villaggio) prenda il nome dall'omonimo fiume di sorgiva Varmo che scorre nei suoi pressi, ma non è così.
L'origine deriva dallafamiglia che fin dai primi anni dopo il1000 d.C. aveva in gestione il feudo, la famiglia era quella deiConti di Varmo. Da qui il nome Vil di Var, villa dei Varmo, toponimo con radici latine Villaggio dei Varmo.
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con regio decreto del 14 ottobre 1937.[7]Lo stemma è uno scudo troncato merlato di cinque pezzi: il primo di rosso, alfiletto ondato d'argento; il secondo d'argento, alla banda di azzurro.Il gonfalone è un drappo troncato di bianco e di rosso.[8]
A Varmo, accanto allalingua italiana, la popolazione utilizza lalingua friulana. Ai sensi della Deliberazione n. 2680 del 3 agosto 2001 della Giunta della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, il Comune è inserito nell'ambito territoriale di tutela della lingua friulana ai fini della applicazione della legge 482/99, della legge regionale 15/96 e della legge regionale 29/2007[10]. La lingua friulana che si parla a Varmo rientra fra le varianti appartenenti alfriulano centro-orientale[11].
Il Varmo è il titolo di una novella paesana, pubblicata daIppolito Nievo nel 1856 e ambientata nel mulino di Glaunicco, nel comune diCamino al Tagliamento.A Varmo sono ambientati due romanzi diSergio Maldini:La casa a nord-est eLa stazione di Varmo.
Mario Giovanni Battista Altan,Castelli e monasteri del territorio di Varmo, per il 58º Congresso della Deputazione di Storia Patria per il Friuli, Varmo, Comune di Varmo, 1988, 106 p.
Franco Gover,Toponomastica urbana del Comune di Varmo, Udine, Ribis, 1985, 202 p.
Enrico Fantin (a cura di -),Varmo - Vil di Vâr, Latisana, la bassa, 2006, IX+580 p.