Città di Varese SSD Calcio ![]() | |
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Biancorossi,[1]Bosini | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | ![]() |
Dati societari | |
Città | Varese |
Nazione | ![]() |
Confederazione | UEFA |
Federazione | ![]() |
Campionato | Serie D |
Fondazione | 1910 |
Rifondazione | 1988 |
Rifondazione | 2004 |
Rifondazione | 2015 |
Rifondazione | 2019 |
Presidente | ![]() |
Allenatore | ![]() |
Stadio | Franco Ossola (8.213 posti) |
Sito web | www.cittadivarese.it/ |
Palmarès | |
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Titoli nazionali | 3campionati di Serie B |
Trofei nazionali | 1Coppe Italia Serie C/Lega Pro 1Coppa Italia Dilettanti |
Si invita a seguire ilmodello di voce |
IlCittà di Varese SSD a RL, meglio nota comeCittà di Varese o semplicementeVarese, è unasocietà calcisticaitaliana con sede aVarese, costituita nel 2019[2] per subentrare informalmente al fallitoVarese Calcio[3]. Avendo progressivamente fatto propria l'identità del calcio varesino (colori, simboli, richiami alla storia pregressa), è da considerarsi eredede facto, ma nonde iure, dellatradizione sportiva iniziata nel 1910 con la fondazione delVarese Football Club.
Nel corso delle sue varie trasformazioni societarie, il Varese vanta sette partecipazioni altorneo italiano di massima serie a girone unico con il settimo posto inSerie A 1967-1968 quale miglior piazzamento assoluto. Nel suo palmarès vi sono altresì tre campionati diSerie B, unaCoppa Italia Serie C e unaCoppa Italia Dilettanti, nonché la partecipazione a un girone finale diCoppa Italia.
Dalla stagione 2020-2021 (previo subentro nel titolo sportivo del Busto 81) milita inSerie D, quarto livello delcampionato italiano di calcio.
Il club fu fondato il 22 marzo 1910[4] comeVarese Football Club, allo scopo di promuovere in città la pratica del calcio e di altri giochi all'aria aperta.Tutti i membri del sodalizio, dirigenti e giocatori, pagavano una tassa d'iscrizione mensile di unalira.Quali colori sociali furono adottati il bianco e viola.I primi campi di gioco erano situati nel rione diCasbeno e in località Bettole (sul sito ove venne poi costruito l'ippodromo varesino)[5]. Nei suoi primi anni di vita, il club non prese parte a competizioni organizzate, disputando numerose amichevoli. I primi avversari furono l'Aurora diBusto Arsizio, la Libertas diGallarate, ilLuino, l'Unione Sportiva Milanese, l'Ausonia e l'Inter[1][6][7][8]
Il Varese Football Club debuttò nei campionati italiani iscrivendosi al Comitato Regionale Lombardo nel 1914. Nel maggio del 1915, a causa della guerra, le stagioni calcistiche si interruppero e ripresero solo nel 1919, allorché ritornarono gli interessi nel calcio e nelle altre attività ricreative. Neglianni venti il club prese parte a tre campionati di massima serie (allora denominataPrima Categoria) nel1919-1920,1920-1921,1921-1922, venendo sempre eliminata negli spareggi regionali. Nel 1922, in seguito a unariforma dei campionati, venne retrocessa inSeconda Divisione.
Nel 1926-1927 i colori del club furono mutati in bianco e rosso, per uniformarsi agli storici colori della città di Varese. Intanto nel quartiere varesino diMasnago venne costruito il primo stadio cittadino, denominatostadio del Littorio (rinominato poistadio di Masnago nel secondo dopoguerra e infine, nel settembre 1950,stadio Franco Ossola, in onore dell'omonimo giocatore varesino che aveva trovato la morte nel 1949 nellatragedia di Superga).
Nel 1946 laVarese Sportiva divieneVarese Football Club, sotto la presidenza dell'imprenditore Angelo Ronzoni diBesozzo, che resta alla testa del club fino circa al 1950, quando gli subentra l'imprenditore varesinoGiovanni Borghi, fondatore del colosso degli elettrodomesticiIgnis, che nel 1950-1951 assume una prima volta la presidenza, salvo poi lasciarla subito a fronte degli scarsi risultati, con la squadra addirittura retrocessa in Quarta Serie e che scampa alla Prima Divisione solo tramite ripescaggio. Il decennio vede quindi vari rimpasti societari, con un ricorso non infrequente alle gestioni commissariali, che si trovano a dover fare i conti con una consistente esposizione debitoria. Nel 1954 il giornalista de "La Prealpina" Mario Lodi riesce a ricompattare l'organigramma sotto la presidenza di Giovanni Marini, che nel 1962 (dopo aver riportato il Varese inSerie C) lascia il posto a Cesare Casati e a un nuovo consiglio direttivo che includeLino Oldrini e il rientrante Borghi. Nel 1962-1963 viene centrata la promozione inSerie B, dopodiché a stretto giro arriva pure la storica promozione inSerie A, al termine del campionato1963-1964. Al contempo si registra l'ingresso in organigramma dell’imprenditore Luciano Filiberti, patron dellaArgo (assieme al fratello Lucio), che nel 1964 assume la presidenza e la tiene fino al 1966, quando la rileva nuovamente Giovanni Borghi, che trasferisce la gestione societaria aComerio presso il quartier generale Ignis.
Dopo anni di alti e bassi, tra retrocessioni inSerie B e promozioni in A, dal1970 inizia una fase calante che vede la società biancorossa stazionare diversi anni in B; nella stagione 1981-1982 sfiora la promozione in serie A: comanda infatti la classifica sino alla ventiseiesima giornata, salvo poi crollare negli ultimi due mesi classificandosi solamente quarta e mancando così il ritorno nella massima serie.
Con la retrocessione in serie C nel 1985, il club iniziò un lungo periodo di militanza nelle categorie inferiori, destinato a protrarsi per 25 anni: trascorse infatti 10 stagioni inSerie C2 (con una parentesi nelCampionato Nazionale Dilettanti 1993-1994 con vittoria del campionato e della Coppa Italia), per poi riaccedere alla serie C1 nel giro di quattro anni, grazie al lavoro del direttore generaleStefano Capozucca, chiamato a Varese dall'allora co-proprietario del club Claudio Milanese, coadiuvato dal presidente Paolo Binda e da altri soci minori.
Nei primianni 2000 subentrò alla presidenza Binda la famiglia Turri, la cui gestione portò tuttavia la società al fallimento nel 2004. Il club venne pertanto rifondato sotto il nome diAssociazione Sportiva Varese 1910 e ripartì dal campionato regionale diEccellenza, guidato dagli ex giocatori biancorossiPietro Maroso (nominato presidente),Riccardo Sogliano (patron) eLuca Sogliano (direttore sportivo). La squadra rientrò nelle leghe professionistiche in sole due stagioni (nel 2006) e nell'estate del2008 passò di proprietà all'imprenditore monzese Antonio Rosati, che nel giro di due stagioni (concluse con altrettante promozioni consecutive) portò i biancorossi dapprima inLega Pro Prima Divisione e infine, nel2010, con il secondo posto in classifica nella stagione regolare e la vittoria dei play-off, inSerie B, donde il Varese mancava da 25 anni. Nelle prime due stagioni di militanza in seconda serie i biancorossi arrivano per due volte consecutive a giocarsi la promozione inSerie A, senza però riuscire a superare lo scoglio play-off.
Al termine della stagione 2012-2013, conclusa con il mancato accesso ai play-off all'ultima giornata, Rosati (in procinto di entrare nei quadri dirigenti delGenoa) cedette la proprietà e la presidenza del club a Nicola Laurenza, già da tre stagioni sponsor principale dei biancorossi. La gestione Laurenza tuttavia condusse a due stagioni segnate da scarso rendimento agonistico e crescenti problematiche societarie, che culminano nella retrocessione inLega Pro nel 2015, dopo cinque stagioni di permanenza nel campionato diSerie B.
Nell'estate 2015 Laurenza (che ad inizio anno aveva lasciato la presidenza del Varese, poi rilevata transitoriamente dall'avvocato Pierpaolo Cassarà) cedette le quote di maggioranza della società al misconosciuto faccendiere libanese Alì Zeaiter[9], il quale (dopo aver promesso un pronto rilancio della squadra) tuttavia si dimise dopo poche settimane. Il club, ormai oberato dai debiti e rimasto nelle mani del vicepresidente Massimo Trainito, non riuscì infine a perfezionare l'iscrizione allaLega Pro 2015-2016; pertanto il consiglio federale dellaLega Calcio dispose la revoca della Licenza Nazionale alla società, decretandone l'estromissione dal calcio professionistico italiano[10].
Uscito di scena il Varese 1910, il sindaco diVarese in caricaAttilio Fontana si adoperò per radunare i soggetti interessati alla ricostituzione del sodalizio: dopo un primo tentativo fallito (che precluse la possibilità di iscrivere il "nuovo Varese" allaSerie D), un pool di imprenditori varesini e semplici tifosi capeggiati da Gabriele Ciavarrella, Piero Galparoli e Enzo Rosa finanziarono la creazione di una nuova società, denominataVarese Calcio S.S.D. e iscrittasi al campionato diEccellenza[11][12]. La nuova squadra vinse con ampio margine il proprio girone (senza subire alcuna sconfitta) e ottenne la promozione inSerie D. Dopo aver sfiorato l'immediato ritorno tra i professionisti nellasuccessiva annata, la società subì tuttavia una nuova e repentina crisi economica e sportiva, tale da condurla, al termine della stagione2017-2018, a perdere i play-out contro l'OltrepoVoghera e retrocedere in Eccellenza.
Il successivo campionato, portato a termine con difficoltà (sia pure con la vittoria in Coppa Italia Dilettanti Lombardia) e in un quadro di crescente crisi economico-amministrativa, si conclude con l'ulteriore fallimento societario, proclamato ufficialmente il 12 agosto 2019. A seguito di ciò nessuna società si propone per subentrare formalmente alla tradizione sportiva biancorossa, che pertanto dalla stagione 2019-2020 si deve ritenere quiescente.
Il nome di Varese nel calcio e i colori biancorossi sono dunque mantenuti, senza alcun collegamento effettivo o rivendicato con le realtà precedenti, da due società dilettantistiche fondateex novo nel 2019: l'Accademia Varese, club di solo settore giovanile con sede a Calcinate degli Origoni[13], e il Città di Varese, partito dalla Terza Categoria provinciale e inizialmente basato al campo "ex Varesello" delle Bustecche[2]. Proprio quest'ultima, dopo aver vinto il campionato di competenza, nell'estate 2020 rileva per fusione il titolo sportivo del Busto 81 (seconda squadra diBusto Arsizio) e ottiene il diritto a concorrere allaSerie D, oltre alla gestione dellostadio Franco Ossola. Sempre il Città di Varese, decide nel 2024 di rivendicare la continuità storica con il club cittadino fondato nel 1910.[14]
Cronistoria del Città di Varese |
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All'atto della nascita del club, esso adottò casacche di coloreviola abbinate a pantaloncini e calzettoni di colorebianco[17]. Nel1926, al fine di meglio richiamare il blasone cittadino, il colore dominante divenne ilrosso[18][19].
Tradizionalmente le maglie principali della squadra presentano il rosso quale colore dominante e il bianco come tinta complementare per i dettagli (perlopiù colletto, spalline, fianchi e orli). Nel corso della storia non sono bensì mancate soluzioni stilistiche diverse e peculiari: tra le prime il templatesbarrato adottato a più riprese tra glianni 1960 e1970 e il palo verticale a striscioline bianco-rosse sulla parte sinistra del torso delle casacche Admiral in uso nell'annata 1978-1979. Rappresentativi deglianni 1980 sono i modelliAdidas, dai più "classici" (con le tipiche tre righe parallele su spalle e maniche abbinate a sottili pinstripes verticali) ai più "spregiudicati" (con le tre righe disposte in posizione orizzontale sul petto e le pinstripes diagonali o trasversali, oppure il modello con maniche e spalle bianche della stagione 1984-1985). Neglianni 1990 si assiste ad una proliferazione di motivi decorativi geometrici traslucidi tono-su-tono, nonché ad ulteriori esperimenti come la casaccaUmbro con un largo "palo" rosso centrale e maniche e fianchi completamente bianchi adottata nella stagione 1994-1995. All'insegna della semplicità sono invece le casacche deglianni 2000, periodo che comunque annovera esperimenti grafici singolari, quale la larga V bianca sul petto (analoga a quella storicamente adottata dalLugano) apparsa nella stagione 2014-2015[20][21].
La seconda divisa adotta da prassi il medesimo aspetto della prima, ma a colori invertiti: il bianco domina sul rosso. Non sono tuttavia mancati nemmeno per essa creazioni singolari, quali la casacca in tinta unita azzurrina della stagione 1981-1982 e la maglia blu rifinita in bianco del biennio 1984-1985. Anche i colori bianco-rossi sono stati talora abbinati in modo peculiare, come nella divisa del 1999-2000 (con un disegno a forma di Y sul torso), la larga fascia rossa trasversale del 2000-2001 o la croce rossa a tutta larghezza (ispirata alla bandiera cittadina) apparsa sul frontale delle divise esterne tra il 2013 e il 2015[20][21]. Tra il 2012 e il 2015 le maglie bianche vennero impiegate in via preferenziale anche nelle gare casalinghe, al fine di far meglio risaltare il marchio dello sponsor principale[22].
Vario è invece lo stile adottato dalle terze maglie (qualora previste dai contratti di sponsorizzazione) e dalle divise dei portieri: nella prima categoria si annoverano la maglia gialla dell'annata 1995-1996, la rosso-nera del 1999-2000, il template a strisce verticali giallo-nere della stagione 2000-2001, le divise nere (variamente rifinite in rosso, bianco e talora oro) adottate nel quinquennio 2010-2015 e la casacca viola (celebrante le origini del club) adottata nella stagione 2015-2016[20][21]. Per le maglie dei portieri viene particolarmente apprezzato dalla tifoseria il colore giallo, stabilmente impiegato dagli estremi difensori bosini nella seconda metà delXX secolo in corrispondenza coi maggiori successi sportivi del Varese[23].
Peculiari sono infine le soluzioni adottate nelle stagioni 2016-2017 e 2017-2018: nel primo caso, sul fianco sinistro di tutte e tre maglie previste per i giocatori di movimento è apposta la serigrafia dell'effigie diSan Vittore il Moro (patrono di Varese) a cavallo, al fine di celebrare il bicentenario dell'attribuzione del titolo di città al comune bosino[24]. Nel secondo caso invece i completi (maglie e pantaloncini) sono attraversati frontalmente da un gioco di linee ricurve e diritte sfalsate e di spessore differente, risultando così funzionalmente collegate allabrand identity (includente il complesso del materiale promozionale e delle campagne di fidelizzazione) lanciata dal club nell'estate 2017[25].
In oltre un secolo di esistenza, l'emblema della squadra ha subìto varie modifiche ed aggiornamenti. I dettagli presenti pressoché in tutte le varianti adottate sono tuttavia la letteraV diVarese e i colori bianco-rossi.
I primi emblemi erano utilizzati essenzialmente per i materiali promozionali e/o di comunicazione del club, nonché in circostanze formali (ricami su gagliardetti e abiti di rappresentanza); non era invece prevista la loro applicazione sulle divise da gioco (ove invece poteva apparire la denominazione sociale, in forma testuale). Ecco di seguito una carrellata dei marchi più vetusti conosciuti.
Nel1983 per la prima volta lo stemma sociale fu ricamato sulle maglie da gioco: esso era di forma circolare e presentava al centro una stilizzazione del monogrammaVC (Varese Calcio) in rosso, affiancata da un pallone da calcio.
Dal1988 al2004, con l'assunzione della denominazioneVarese Football Club, lo stemma presentò il monogrammaVFC, modellato a stilizzare una figura umana nell'atto di calciare un pallone. Di tale stemma vennero declinate due versioni.
Il fallimento del Varese F.C. e la nascita dell'A.S. Varese 1910 comportarono l'introduzione di un nuovo emblema, raffigurante una V inscritta in un cerchio, con al centro un pallone da calcio e in alto il nome del club.[26] Fino al 2008 la V era di colore rosso, così come il nome della squadra, il cerchio era bianco e il pallone raffigurato era di tipo "moderno" (con struttura ad esagoni e pentagoni bianco-neri).[26] A seguire lo stemma venne modificato con un'inversione dei colori (V bianca su sfondo rosso), un diverso carattere tipografico per le scritte (a loro volta bianche)[26] e la sostituzione del pallone con un modello di tipo "antico" (struttura a 18 strisce cucite su fasce di 3 ciascuna, tutte di colore bianco).[26] In occasione del centenario del club (2010) siffatto stemma venne bordato da una fascia dorata alternata alla scritta1910-2010 CENTO ANNI VARESE, mentre il pallone posto in mezzo alla V presentava inserti dorati.[26]
Nel2015, a seguito della rifondazione della società col nome diVarese Calcio SSD, il logo è stato ridisegnato richiamandosi all'identificativo usato dallaVarese Sportivaanni 1930 (a sua volta ricalcante lo stemma araldico dellacittà): l'emblema consiste pertanto in uno scudo troncato di bianco e rosso al palo bianco, con profili e bordi rossi, unaV rossa inscritta nella metà inferiore e la denominazione sociale posta in capo all'insieme.[27]
Nel 2018 con il cambio di proprietà lo stemma viene semplificato in una sorta di monogramma con la V e la A, iniziali del toponimoVarese, "fuse" insieme. L'uso di tale logotipo si è interrotto col fallimento del 2019.[28]
Dal 2019, con la fondazione del Città di Varese, è stato adottato un logo raffigurante uno scudo bianco bordato di rosso, occupato nella parte superiore dalla raffigurazione in silhouette rossa delloskyline delSacro Monte di Varese (con all'interno la ragione sociale a lettere bianche) e nella parte inferiore da un pallone da calcio "tripartito" (uno spicchio a fasce di cuoio marroni, uno a pentagoni ed esagoni bianco-neri e il terzo con lo stemma civico varesino).
Neglianni 1960 il club adottava come inno un brano intitolatoDai... forza Varese, scritto da Antonietta Calderoni Alexis[29].
Nel2012, durante la presidenza di Antonio Rosati, il cantante Rudy Neri (già membro della bandPrefisso) scrisse un nuovo inno, intitolatoVarese facci un gol[30], poi rimasto in uso fino al2015, quando a seguito del fallimento e rifondazione del club, la nuova dirigenza adottò transitoriamente il branoVarés della bandTrenincorsa[31][32].
Nel2016 la società ha adottato ufficialmente come inno il branoBiancorosso il cuore, scritto ad hoc da Paolo Franchini e musicato da Luca Fraula e Alex Gasparotto (che ne è inoltre la voce)[33][34].
Nei primi decenni della sua storia il Varese svolse le proprie attività presso campi da gioco scarsamente attrezzati, siti in differenti quartieri della città: uno dei primi terreni era ubicato presso via Sanvito Silvestro, poi sostituito da un altro nel rione diCasbeno e dopo ancora dal prato della località Bettole (ove successivamente verrà edificato l'ippodromo varesino).
Nel1935 venne finalmente inaugurato nel quartiere diMasnago lostadio del Littorio, provvisto di campo erboso regolamentare,velodromo e pista diatletica leggera. Il club biancorosso vi ha regolarmente disputato le gare interne, fatta salva una parentesi di pochi mesi nel1945, allorché il temporaneo sequestro dell'impianto da parte delC.L.N. (che lo adibì a campo di concentramento temporaneo per prigionieritedeschi erepubblichini) obbligò la squadra a trasferirsi aInduno Olona.
Più volte ampliata e ristrutturata nei decenni successivi, l'arena nelsecondo dopoguerra fu dapprima rinominatastadio di Masnago e infine, a seguito dellatragedia di Superga (1949), assunse l'intitolazione ufficiale distadio Franco Ossola, in memoria delgiocatore varesino militante nelGrande Torino.
Lo stadio, che neglianni 1960-1970 poteva ospitare finanche 23 000 spettatori, è stato poi via via stabilizzato ad una capienza massima di poco meno di 10 000 posti.
Il Varese non ha mai disposto di un centro d'allenamento stabile: nel corso della sua storia ha pertanto usufruito di varie infrastrutture dislocate in città o inprovincia. Nel corso del tempo vennero presentati diversi progetti volti a dotare il club di un polo d'allenamento permanente, analogamente a quanto realizzato da vari club italiani, senza però mai giungere ad una soluzione definitiva[35][36].
Nel 2015 venne adottato allo scopo il centro sportivo di via Majano a Varese, nel quartiere delle Bustecche, concesso in comodato dal Comune e dalla Provincia[37]. Precedentemente usato dalla società dilettantistica A.C. Varese Giovanile[38][39], il polo sportivo è dotato di alcuni campi di diversa metratura, con fondo naturale o sintetico, più spogliatoi ed edifici di servizio[36][40].
L'allora gestione del Varese Calcio a più riprese, presentò progetti per l'ammodernamento e il potenziamento dell'impianto, battezzatoVaresello[41] e dichiarò di volerlo trasformare nel centro di allenamento unico di tutte le selezioni societarie; i propositi rimasero però in gran parte lettera morta a seguito del reinsorgere di difficoltà nella gestione societaria, culminate nel nuovo fallimento del 2019[3].
La denominazioneVaresello è contestualmente caduta in disuso: il centro sportivo delle Bustecche è pertanto stato assegnato alla nuova società Città di Varese, che l'ha adottato come campo interno per il campionato di Terza Categoria 2019-2020 e successivamente (previo ottenimento in concessione dellostadio Franco Ossola) l'ha riadibito a sede preparatoria, riuscendo altresì ad iniziarne la ristrutturazione[42][43].
Ai sensi dell'evoluzione delle normative delcalcio italiano in merito allesponsorizzazioni, fino al 1978 le maglie da gioco del Varese non recarono su di esse alcun marchio commerciale. In tale anno, dopo che laFIGC ebbe autorizzato i soli fornitori tecnici ad inserire il loro logotipo sulle casacche, la maglia del Varese venne corredata per la prima volta da uno sponsor esplicito, nella fattispecie Admiral.
Tre anni dopo, nel 1981[23], la Federazione autorizzò anche l'apposizione sulle maglie di marchi non collegati direttamente alla pratica calcistica: il direttore sportivo biancorossoGiuseppe Marotta si accordò allora con l'imprenditore Erminio dall'Oglio (interessato ad investire nello sport) affinché apponesse sulle divise bosine il proprio marchioHoonved impianti di lavaggio[23]. Tale prima sponsorizzazione extrasettore, protrattasi per 4 anni, rimase particolarmente amata dal pubblico varesino, giacché coincise con un buon momento di forma della squadra, che sotto la guida diEugenio Fascetti seppe esprimere un buon gioco e lottare per la promozione inSerie A[44].
A livello storico, il fornitore tecnico che maggiormente ha legato il proprio nome al Varese èAdidas, che ha "vestito" il club bosino per nove stagioni complessive (dal 1981 al 1988 e dal 2011 al 2013). L'azienda extrasettore più frequentemente legatasi alle maglie biancorosse è invece la catena digrande distribuzione Tigros,main sponsor del Varese per otto stagioni (dal 1987 al 1992, dal 1993 al 1995 e ancora nel 2016): il patron del marchio, Luigi Orrigoni, fu egli stesso presidente della società nel biennio 1990-1991.
Si riporta di seguito la cronologia conosciuta di fornitori tecnici del Varese.[20]
Tra i maggiori successi del settore giovanile del Varese si annovera ilCampionato Primavera 2010-2011, in cui laselezione under-19 biancorossa (allenata daDevis Mangia) vinse il proprio girone e raggiunse poi la finale scudetto, ove venne sconfitta per 3-2 dallaRoma dopo itempi supplementari. Nella medesima stagione la squadra raggiunse anche la semifinale del prestigiosoTorneo di Viareggio, ove venne eliminata dai pari età dellaFiorentina.
Nel corso della sua storia il settore giovanile biancorosso ha accolto e formato giocatori d'alto livello qualiLuigi Torti,Moreno Ferrario,Claudio Gentile,Gianpiero Marini,Luca Pellegrini,Achraf Lazaar,Eros Pisano eGiuseppe De Luca, nonché allenatori comeDevis Mangia,Maurizio Ganz eStefano Bettinelli.
Le squadre giovanili sostengono gli allenamenti e giocano le partite interne in vari campi e strutture della città e del circondario.[59]
Il club, nella stagione 2021-2022, ha costituito la sua sezione femminile partendo dal campionato di Promozione Lombardia.[60]
Di seguito l'elenco degli allenatori e dei presidenti[6].
Il Varese neglianni sessanta esettanta lanciò numerosi calciatori destinati a ottenere significativi successi con la maglia dellaNazionale italiana nel giro di pochi anni; tra gli altriClaudio Gentile eGianpiero Marini (campioni del mondo nel1982), cui si sarebbe dovuto verosimilmente aggiungere ancheRoberto Bettega (poi fermato da un infortunio).
La Nazionale italiana in totale ha utilizzato dodici giocatori del Varese, per un computo di 6 presenze e un gol per la Nazionale maggiore, 8 presenze per la Nazionale B e 24 per quelle giovanili.
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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1º | Serie A | 7 | 1964-1965 | 1974-1975 | 7 |
2º | Seconda Divisione | 2 | 1922-1923 | 1923-1924 | 23 |
Serie B | 21 | 1946-1947 | 2014-2015 | ||
3º | Seconda Divisione | 1 | 1927-1928 | 34 | |
Prima Divisione | 7 | 1928-1929 | 1934-1935 | ||
Serie C | 16 | 1936-1937 | 1962-1963 | ||
Serie C1 | 10 | 1979-1980 | 2009-2010 | ||
4º | Serie C2 | 13 | 1986-1987 | 2008-2009 | 25 |
IV Serie | 4 | 1952-1953 | 1956-1957 | ||
Campionato Interregionale - Prima Categoria | 1 | 1957-1958 | |||
Serie D | 7 | 2016-2017 | 2024-2025 | ||
5º | Campionato Nazionale Dilettanti | 1 | 1993-1994 | 2 | |
Serie D | 1 | 2005-2006 |
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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I | Prima Categoria | 3 | 1919-1920 | 1921-1922 | 9 |
Prima Divisione | 2 | 1935-1936 | 1945-1946 | ||
Promozione | 1 | 1954-1955 | |||
Eccellenza | 3 | 2004-2005 | 2018-2019 | ||
II | Promozione | 1 | 1914-1915 | 1 | |
III | Terza Divisione | 3 | 1924-1925 | 1926-1927 | 3 |
V | Terza Categoria | 1 | 2019-2020 | 1 |
Di seguito i principali record in Serie A:[90]
Il 24 gennaio 2010, a seguito della vittoria casalinga contro ilPergocrema (2-1), i biancorossi hanno fissato il record di vittorie consecutive nei campionati nazionali italiani (11, superando il previgente primato di 9 vittorie appartenente all'Ascoli)[92].
Dal 7 settembre 2008 (allorché l'Olbia si impose per 0-1 nella prima giornata del campionato diSeconda Divisione) al 14 agosto 2011 (ove l'Avellino vinse per 0-1 inCoppa Italia) il Varese ha inoltre accumulato 62 partite interne ufficiali - tra campionati e coppe - senza subire sconfitte[93].
Il Varese occupa la 50ª posizione nella classifica dellatradizione sportiva dei club aventi all'attivo una o più partecipazioni al campionato nazionale di Serie A. Si piazza invece 51º nellaclassifica perpetua della Serie A dal 1929.
Di seguito i primatisti di presenze e reti in campionato.[6]
Record di presenze
| Record di reti
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Il movimentoultras a Varese si sviluppò a partire dal1974, allorché dal clubGiovani Biancorossi Gazzada si scissero iBoys, che per i 24 anni seguenti furono la compagine-guida del tifo radicale biancorosso.[94] Ad essi si aggiunsero poi iViking nel1990, seguiti daScossi,Varese Front e ilCampari Group. Dal punto di vista politico-ideologico, la tifoseria radicale varesina (la cui sede è la curva nord dellostadio Franco Ossola) si è sempre attestata su posizioni diestrema destra[94].
Verso la fine delXX secolo, dopo lo scioglimento deiBoys, il ruolo di gruppo leader del movimento ultras[94] passò aiBlood & Honour, gruppo nato nel1998, il cui nome richiama il mottoBlut und Ehre - intedesco "sangue e onore" - dellaGioventù hitleriana, la gioventù hitleriana[95] (dettaglio che, unitamente alla simbologia e al linguaggio adottato, caratterizzato da forme espressive frequentemente razziste e neo-nazifasciste, ne rimarca la palese connotazione ideologica di matrice destroide).[96][97] La vita del gruppo è stata caratterizzata da episodi violenti e controversi, come l'uccisione del capo storico Saverio Tibaldi, avvenuta inSpagna nel2003 in circostanze non chiarite;[96][97] nel corso degli anni, vari affiliati sono inoltre stati inquisiti e condannati per reati di vario genere, quali spaccio disostanze stupefacenti[96][98] e aggressioni verbali e fisiche a sfondo razziale[99][95][96][97].
Nei primianni duemila i Blood & Honour furono affiancati dagliIrriducibili e dal più moderatoGruppo Comodo (con quest'ultimo che era solito seguire le partite interne dal settore distinti e non dalla curva).[94] Entrambi i gruppi ebbero vita breve e si sciolsero entro il2011.[94] I B&H si sono invece sciolti nel 2019, lasciando spazio alla nuova siglaCombat Ultras Varese 19 (abbreviato C.U.V. 19).
Il tifo per il Varese è molto radicato anche al di fuori del territorio comunale: molti club organizzati (sia d'ispirazione ultras che moderata) affiliati alla società sono infatti dislocati nei comuni della relativaprovincia.[94][100]
Dal 2019, a seguito del fallimento del Varese Calcio, la tifoseria organizzata tende a seguire il Città di Varese.[101][102][103]
La tifoseria varesina ha stretto tre rapporti di gemellaggio, con latifoseria dell'Inter (in particolare col gruppo deiViking)[94], con gli Irriducibili e Viking dellaLazio, con gli ultras delSaronno, capeggiati dal gruppoFronte Ribelle Saronno[94] e col gruppoUltra Yomus delValencia. Sovente le suddette tifoserie presenziano agli incontri delle squadre consociate, scambiandosi pubblico e striscioni, ed organizzano eventi in comune[104][105]. Solidi sono anche i legami con la tifoseria dellaPallacanestro Varese.
Per quanto riguarda le rivalità, risulta particolarmente accesa quella contro gli ultras delComo; ulteriori rapporti tesi si registrano inoltre nei confronti dei supporters diVerona,Pro Patria,Legnano,Cremonese,Sampdoria,Casale eMilan[94].
Città di Varese | |
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Club | Profilo |
Storia | Storia del club |
Impianti | Stadio Franco Ossola •Centro sportivo Bustecche, già Varesello |
Persone | Tifosi |
Incontri | Derby calcistici in Lombardia |
Squadre di calcio vincitrici dellaCoppa Italia Serie C - Cronologia | |
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Semiprofessionisti | Alessandria (1973) ·Monza (1974) ·Monza (1975) ·Lecce (1976) ·Lecco (1977) ·Udinese (1978) ·Siracusa (1979) ·Padova (1980) ·Arezzo (1981) |
Serie C | L.R. Vicenza (1982) ·Carrarese (1983) ·Fanfulla (1984) ·Casarano (1985) ·Virescit Boccaleone (1986) ·Livorno (1987) ·Monza (1988) ·Cagliari (1989) ·Lucchese (1990) ·Monza (1991) ·Sambenedettese (1992) ·Palermo (1993) ·Triestina (1994) ·Varese (1995) ·Empoli (1996) ·Como (1997) ·Alzano Virescit (1998) ·SPAL (1999) ·Pisa (2000) ·Prato (2001) ·AlbinoLeffe (2002) ·Brindisi (2003) ·Cesena (2004) ·Spezia (2005) ·Gallipoli (2006) ·Foggia (2007) ·Bassano Virtus (2008) |
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