Il territorio comprende 4 cime più alte della provincia di Roma, e tra le più alte del Lazio, tra cui Monte Autore (1853ms.l.m.), Monte Tarino (cima condivisa conFilettino (FR) (1959),Monte Tarinello (1844), Colle della Tagliata (gruppo del Monte Autore) (1670) dove è situato ilsantuario della Santissima Trinità (1240).
Il paese è posto sul versante settentrionale del Monte Faito (1442), propaggine settentrionale di Monte Tarino ed è esposto al versante meridionale del Monte Autore, oltre il quale si trova la notalocalità sciistica appenninica diMonte Livata (1370), verso occidente, e ad est, ben più in alto, i campi della Monna dell'orso (1700); il paese è esposto anche al versante occidentale del Monte Trinello (1742) e del colle della Tagliata (1670) oltre i quali si estende il "Campo della Pietra" (1400/1550), set del celebre film "Lo chiamavano Trinità" assieme a "Camposecco".
Tra il versante nord-orientale del monte Tarino e la vetta del monte Tarinello, si apre una conca a una quota di circa 1800 metri ricca di numerosissiminevai; proprio a ridosso del versante nord-orientale del Tarino si trova il "pozzo della neve", un punto in cui laneve si conserva durante tutto l'arco dell'anno. I versanti delle montagne che fanno da pendici della valle del Simbrivio, sono costituiti da undislivello che va dai 600 ai 1000 metri ed estremamente ripidi, in alcuni punti quasi astrapiombo.
Gli amanti dellamontagna non possono fare a meno di visitare tali luoghi, che specialmente in serene giornate diinverno offrono spazi incontaminati brulicanti diboschi e distese erbose, che coperti di neve e immobilizzati dalgelo offrono panorami nordici, tra isentieri battuti, ricoperti di neve abbondante quasi quattro mesi l'anno, incorniciati dalle fronde ghiacciate degli alberi stanchi, carichi di neve, ci si imbatte in scenari suggestivi, incontrando animali selvaggi qualivolpi,lupi eorsi.
Dall'arco montuoso della valle nascono e scorrono settetorrenti che forniscono acqua a moltissimi comuni, tanto da essere il bacino disorgenti d'acqua più esteso d'Europa; il Simbrivio sorge 1100 metri di altitudine circa, ricevendoaffluenti da tutta la valle e affluisce all'Aniene, che a sua volta solca l'omonima valle, attraversando i comuni diSubiaco,Tivoli eRoma. Una volta la digaAcea navigabile a fondo valle raccoglieva le acque del torrente.
Dal fondo valle a 750 metri, interamente coltivato negli 11 secoli dell'esistenza del paese, si sale agli 800 metri, arricchiti dal verde dei fitti boschi dilatifoglie econifere, oltre i 1300 metri i fitti boschi lasciano il posto ai radipascoli erbosi e alle rocce nude rivestite dimuschi elicheni.
Negli ultimi anni le specie animali stanno nuovamente aumentando grazie allo spopolamento del paese, e all'abbandono delle attività agricole e pastorizie a causa della migrazione nelle città come Roma, e le città dell'agro pontino. Sono presenti mammiferi erbivori come laMarmotta montana ad alte quote, onnivori come ilcinghiale e l'orso Marsicano e carnivori come iltasso a fondo valle e illupo appenninico, sono presentirapaci come ilfalco pellegrino, l'aquila reale (esemplari presenti solo nel comune di Vallepietra, ormai scomparsi dalle zone appenniniche) e la Quagliana dalla coda rossa.
Essendo situato ad un'altitudine montana ed essendo accerchiato da montagne molto elevate (che comportano un irradiamento solare, nel periodo invernale non superiore alle tre ore giornaliere), il paese presenta unclima ben più freddo da quello di zone alla sua stessa latitudine.
La temperatura minima media nel mese più freddo (gennaio) è di −4 °C, mentre quella media massima non va oltre i 5 °C. Punte massime di freddo si possono verificare due o tre volte ainverno, in queste giornate la temperatura può scendere anche a −15 °C.
Come nella notte del 6 gennaio 1985 quando la temperatura scese sotto i −20 °C, oppure nelle prime ore mattutine di venerdì 17 dicembre 2010, quando la temperatura scese oltre i −15 °C. Leprecipitazioni nevose sono molto comuni nei mesi freddi, sono da citare lenevicate del gennaio del 1985, le quali isolarono il paese privandolo di acqua, corrente elettrica, riscaldamenti e comunicazioni per più di 15 giorni, alla fine i viveri giunsero agli abitanti del paese attraverso rifornimenti aerei dell'esercito, e una nevicata del gennaio 2005 che portò oltre 150 cm. di neve. Nel mese più caldo (luglio) la temperatura media massima è di 24 °C, mentre quella minima di 16 °C, durante picchi di calore latemperatura può superare i 30 °C.
Lablasonatura ufficiale dello stemma di Vallepietra è la seguente:[4]
«D’azzurro alla figurazione della SS.Trinità, cioè Dio Padre con sul petto la colomba, bianca figurante lo Spirito Santo, e sostenente sulle ginocchia il Gesù Crocifisso, il tutto al naturale. Ornamenti esteriori da Comune.»
L'edificio di culto più rilevante di Vallepietra è il santuario della Santissima Trinità (diocesi di Anagni-Alatri), probabile insediamento rupestre neolitico, luogo di antico culto popolare collegato agli insediamentibenedettini diSubiaco, ancor oggi meta dipellegrinaggi di intere comunità - spesso condotti a piedi. La sua collocazione ne fa il punto di convergenza di antichi percorsi ditransumanza che collegavano i territori e le comunità montane di una parte rilevante delle odierne province diRoma,Frosinone e dell'Abruzzomarsicano, il che spiega la sua perdurante popolarità nonostante l'apparente isolamento del sito. Ancora oggi il santuario, che è parte di uneremo, è aperto solo dal 1º maggio al 31 ottobre. Il centro del culto popolare è un affresco dellaTrinità (detta popolarmente"la Santissima") databile attorno alXII secolo, che, come gli altri del santuario e delle suecatacombe, denota forti connotazionibizantine. La festa dellaSantissima èmobile, cadendo la domenica dopo laPentecoste, cioè circa 2 mesi (8 settimane) dopoPasqua.
Chiesa di San Giovanni Evangelista
L'edificio sacro delXII secolo fu completamente rinnovato nelXVIII secolo con successivi restauri nelXIX, sopra il portale principale si può ammirare unaffresco a lunetta che raffigura San Giovanni Evangelista. L'interno conserva la strutturasettecentesca ad unanavata e tre campate, coperte davolte a crociera affrescate, con un cielo azzurro stellato, probabilmenteottocentesco. La chiesa è stata ristrutturata nel 2010 e ospita unmuseo dedicato alla Santissima Trinità.
Il sostentamento principale della popolazione nei lunghi secoli della storia, consisteva nell'agricoltura praticata a fondo valle, basata principalmente sufagioli, farina di polenta, farina bianca,cavolfiori e più recentementepatate.
I mestieri tradizionali del paese erano quello delcerchiaio (produzione dei cerchi per le botti) e delcarbonaro (fabbricazione di carbone vegetale). Un altro lavoro tradizionale dei valligiani era costituito dal costruire canestri di corteccia, da vendere poi sul mercato romano. A tal fine gli abitanti avevano l'uso civico sui boschi in origine compresi nel feudo. Tale uso civico, con le relative vertenze giudiziarie, rimase anche nelsecondo dopoguerra.