Il territorio di Vallebona è l'abitato principale della valle del rio Borghetto, all'incrocio di diversi itinerari diretti alle comunità diVallecrosia eSasso di Bordighera. Il centro vallebonese, ubicato su un pendio, conserva le tipiche architetture delle case in pietra e il reticolo di carruggi e piazzette principali.
I terrazzamenti che circondano l'agglomerato urbano sono utilizzate per la maggiore nella coltivazione floricola di ginestre, di mimose, di ulivi e vigne. Tra le vette del territorio vallebonese il monte Nero (606 m).
Il borgo fu fondato molto probabilmente nelmedioevo, grazie alla favorevole valle che risultò fertile e ben coltivabile, da cui ne trarrebbe iltoponimo divallis bona.
Esiste la copia di un documento datato al 954, in cui un marchese Guido, conte imperiale diVentimiglia, in partenza per laSpagna per portare aiuto a re Alfonso (in subsidium illustris D.ni Ildefonsi, regis Hispanie) che combattevacontra perfidos Saracenos, avrebbe donato in feudo delle proprietà situate aSeborga e a Vallebona ai monaci benedettini dell'abbazia di Lerino[5]. Nel documento vengono anche citati un "Luigi, imperatore dei Romani", Tommaso,comite Sabaudie (nonchéfratre uxoris mee) e un Raimondo,marchione Montisferrati, ovvero personaggi e titoli inesistenti nell'anno 954.[6].
Tuttavia, una donazione delfeudo diCastrum Sepulchri di Seborga (comprendente anche Vallebona) a Lerino, da parte di un Guido conte di Ventimiglia, non databile nel 954, sembra ritenuta valida nel corso di un processo risalente al 1177, conservato incopia autentica dell'anno 1305.[7] Infatti, nella seconda metà del XII secolo il comune di Ventimiglia pretese che il feudo di Seborga diventasse parte del proprio territorio. Iniziò quindi una causa con l'abate di Lerino e il 13 luglio 1177[8][9] fu emessa la sentenza da parte delvescovo di Ventimiglia e dei consoli ventimigliesi che riconobbero il lascito del conte Guido, in base all'atto di donazione (quod per privelugium bullatum bulla dicti comitis comprobabat) e alla testimonianza di dodici maggiorenti locali.[10] La maggioranza degli storici accademici ammette l'autenticità dell'atto del 1177, ma non mancano autorevoli autori che pongono in discussione anche l'atto del 1177 ritenendolo un falso dell'anno 1305.[11]
Nel 1181 laRepubblica di Genova, che aveva esteso i suoi domini sino aNizza, dichiarò di assumere la protezione delleisole di Lerino e quindi anche del feudo di Seborga; in realtà, di fatto continuò a dipendere politicamente e amministrativamente come altri borghi e villaggi dellaLiguria occidentale dallaContea di Provenza sotto il dominio deiconti di Ventimiglia che assoggettarono il paese fino al 1686.
Con la dominazione francese la municipalità di Vallebona rientrò nel cantone di Bordighera nella giurisdizione delle Palme, conSanremo come capoluogo; nel 1802 passò nel cantone diVentimiglia nella giurisdizione degli Ulivi (capoluogoOneglia). Dal 1805, con il passaggio dellaRepubblica Ligure nelPrimo Impero francese, venne assoggetta al cantone bordigotto delDipartimento delle Alpi Marittime.
Chiesa parrocchiale di San Lorenzo nel centro storico di Vallebona. Eretta nelle forme primarie nel corso del XIII secolo, rimane ad oggi della precedente struttura solo il tozzo e quadrato campanile in pietra a vista. All'esterno della parrocchiale vi è il portale scolpito in ardesia, con l'architrave datato al 1458. Conserva un dipinto diGiulio De Rossi del 1550.
Oratorio della Natività di Maria nel centro storico di Vallebona. Fu progettato instile barocco dall'architettoAndrea Notari. Al suo interno sono conservate due opere pittoriche quali una pala, posta sovrastante l'altare e raffigurante laNatività di Maria, e nella volta un affresco ritraente l'Assunta. Entrambe le opere sono state realizzate dal pittoreMaurizio Carrega tra il 1781 e il 1785.
Secondo i datiIstat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a Vallebona sono 116[14], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[15]:
Le principali risorse economiche del territorio vallebonese sono legate all'attività agricola, prettamente coltivazioni di ortaggi, vite e ulivi, nonché la pratica della floricoltura.
Il territorio comunale è attraversato principalmente dalla strada provinciale 58 che permette il collegamento stradale con la frazione bordigotta diBorghetto San Nicolò, a sud, ePerinaldo verso nord dove la provinciale prosegue come SP 57.
^Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni,Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
^Alliez: Histoire du monastère de Lérins, Volume 2, p. 45. Questo autore, come già il Gioffredo fin dal XVII secolo, e attualmente la totalità degli studi accademici, non ritiene possibile la datazione del 954. Infatti, oltre gli anacronismi contenuti nella copia del documento, nel cartulario di Lerino - risalente alla metà del XII secolo - non vi è traccia del presunto documento del 954. Si veda, ad esempio, Romeo Pavoni,La frammentazione politica del Comitato di Ventimiglia inLe Comté de Vintimille et la famille comtale, Colloque des 11 et 12 octobre 1997, Menton, Mentone, Société d'art et d'histoire du Mentonnais, 1998, pp. 99 - 130, p. 100: "Poiché anteriormente al 1177 nessun Guido compare tra i conti di Ventimiglia se non quello del celebre falso del 954 e Guido Guerra, non può trattarsi che di quest'ultimo". Cioè l'autore della donazione del feudo di Seborga a Lerino risulterebbe in realtà il conte Guido vissuto tra il 1105 e il 1167 circa. Da ultimo si veda Laurent Ripart,L'identité lérinienne au miroir de l'un de ses prieurés : la pseudo-donation du marquis Guy à Saint-Michel de Vintimille, inLérins, une île saint de l'Antiquité au Moyen Age, monachisme lérinien, 'Actes du colloque de Nice-Lérins', a cura di Y. Codou et M. Lauwers, Turnhout, Brepols, 2010, p. 545-559.
^Alliez,Histoire, 2, allegato X, p. 477. Il primo ad essere titolato come marchese di Monferrato fuRanieri I del Monferrato nel 1111; la contea di Savoia sorse conUmberto I Biancamano (980-1048), considerato il capostipite della dinastia sabauda in quanto primo personaggio storico definito “Conte“, in un documento del 1003 dal vescovo Oddone di Belley;Ottone I di Sassonia nel 954 fu soltantore dei Franchi Orientali.
^La donazione di Guido conte di Ventimiglia è citata, senza specificarne la data in cui avvenne; il regesto del documento del 13 luglio 1177 è consultabile nel sito istituzionale degli Archives Départementales des Alpes-Maritimes, p. 312:http://www.cg06.fr/cms/cg06/upload/decouvrir-les-am/fr/files/instrurecherche_turin-09.pdf : MAZZO 2 FASCICOLO 4 ORIGINALE, e Transonto della Sentenza proferta dal Vescovo, e Consoli di Vintimiglia sovra Le diferenze vertenti tra L'Abbate del Monastero di S.t Onorato di Lerino, et Li Sindici della Città di Vintimiglia per Causa del Castello della Seborga, giurisdizione, e Confini d'esso Luogo delli 13 luglio 1177
^Primo Giovanni Embriaco,Vescovi e signori: la Chiesa albenganese dal declino dell'autorità regia all'egemonia genovese : secoli XI-XIII, Bordighera Istituto internazionale di studi liguri, sezione Ingauna, 2004, p. 86.
^Alcuni autori riportano come data della sentenza il 13 luglio del 1173 (Cfr. Andrea Gandolfo,La provincia di Imperia: storia, arti, tradizioni, Volume 1)
Eugène Cais di Pierlas,I conti di Ventimiglia, il Priorato di San Michele ed il Principato di Seborga, inMiscellanea di storia italiana, vol. 23, 1884, pp. 1-150.
Philippe Jansen,Entre monts et rivages: les contacts entre la Provence orientale et les régions voisines au moyen âge, Antibes: Editions APCDA, 2006.
Maurice Raimbault.La fin du monnayage des abbés de Lérins à Sabourg. Paris, Serrure, 1898.