22 gennaio, 3 febbraio, 19 febbraio, dal 15 al 19 marzo (Fallas),Settimana santa (che precede laPasqua), 3 maggio, seconda domenica di maggio, 9 ottobre
Valencia gode di unclima mediterraneo mite e umido. La temperatura media annuale è di 18,3 °C, con valori che oscillano dagli 11,9 °C di gennaio ai 26,1 °C di agosto. Le precipitazioni, con una media di 454 mm all'anno, si concentrano nella stagione autunnale solitamente in modo intenso.[10]
Osservatorio di Valencia (città) Valori medi mensili (1981-2010) drop
IRomani, che fondarono la città nelII secolo a.C., le diedero il nomelatinoValentia Edetanorum, da cui deriva "València".[11]
Questotoponimo significa "forza (o valore) nella terra degliEdetani", o semplicemente "forza degli Edentani", una tribù iberica insediata nella zona, riprendendo un uso già diffuso nell'Italia romana delII secolo a.C. di fondarecolonie con nomi legati alle virtù militari.[12]
Sotto iMori fu nota comeBalansiya. Tramite cambiamenti di suoni regolari è diventata quindiValencia.
Attualmente viene ufficialmente riconosciuta la denominazione bilingue València/Valencia, che vale anche per la provincia omonima. Colloquialmente in valenciano la città è chiamata ancheCap i Casal, ossiacapitale.
Valentia Edetanorum venne fondata dai romani nel138 a.C., sotto il consoleDecimo Giunio Bruto Callaico, lungo la riva destra delfiume Turia, sul luogo di un antico insediamentoiberico. Nel corso della guerra traPompeo eSertorio (75 a.C.), la città fu distrutta e successivamente abbandonata per più di cinquant'anni. Solo a metà delI secolo d.C. la città rifiorì, grazie all'arrivo di nuovi abitanti dalle zone vicine, l'ampliamento urbano e la costruzione di grandi opere pubbliche.
Con la crisi dell'Impero romano nelIII secolo per Valencia iniziò un lungo periodo di decadenza. Il numero degli abitanti diminuì, interi quartieri si spopolarono e le infrastrutture pubbliche caddero in abbandono. A quel periodo si può far risalire la prima comunitàcristiana a Valencia, che ebbe insan Vincenzo martire, ucciso nel304, la sua prima figura di riferimento. Fu proprio la Chiesa, nei secoli successivi, a riempire il vuoto di potere lasciato dall'impero, prendendo in mano l'amministrazione della città e dando impulso ad un parziale recupero urbano con la costruzione di templi cristiani sui ruderi di quelli romani.
All'inizio delV secolo cominciarono le invasioni deivisigoti nellapenisola iberica, che dominarono fino al711, quando furono cacciati dagliarabi. Nel periodo visigoto Valencia assunse importanza dal554 al625 quando, grazie alla sua posizione strategica, fu sede di contingenti militari e fortificazioni contro le truppe dell'Impero romano d'Oriente. Queste ultime erano riuscite infatti a portare la frontiera dell'Hispaniabizantina fino a una ventina di chilometri a sud della città, a ridosso del fiumeXúquer (Júcar).
Nel711 il regno dei visigoti venne schiacciato dall'invasione araba e berbera. Valencia, ovveroBalansiya (la denominazione in uso presso i musulmani) progressivamente assorbì gli usi, la lingua, la cultura e la religione dei suoi nuovi abitanti. Anche l'assetto urbanistico cambiò: fu costruito il palazzo della Rusàfa (che diede il nome a uno dei quartieri della città, riprendendo il nome d'una residenza califfale aDamasco), venne creata una prima cerniera di coltivazioni al di fuori della città (in corrispondenza dell'attualebarrio del Carmen) e l'antica sede episcopale visigota fu convertita nella piazza della residenza del governatore (wālī), nominato dal califfo diCordova nel periodo delCaliffato di Cordova.
Valencia tornò in auge dopo la caduta degliOmayyadi diCordova nel1010, con la creazione di una propriataifa o regno indipendente che si organizzò grazie a due liberti diAlmanzor (al-Mansūr Ibn Abī 'Āmir), il grande Reggente dell'ultimo periodo califfale. Dopo la morte del primo, Mubārak, il secondo (Muzaffar) fu cacciato dalla popolazione che chiamò alla guida del regno valenciano Labīb, anch'egli un affrancato di origine slava che si pose sotto la protezione delconte di Barcellona.
Nel corso delle agitate vicende che contrassegnarono per i musulmani la seconda metà dell'XI secolo, Valencia dovette difendersi dal sovranoFerdinando I di Castiglia, alleato per l'occasione al sovrano musulmano diToledo,al-Mà'mūn ibn Dhū l-Nūn che riuscì però a detronizzare il giovane sovrano valenciano 'Abd al-Malik ibn 'Abd al-'Azīz, detto al-Muzaffar (il Trionfatore).
Dopo un periodo in cui Valencia fu governata dai signori musulmani di Toledo, la città cadde sotto il controllo delre di CastigliaAlfonso VI nel1085. La città in tutto questo periodo si ampliò e fu necessario costruire una nuova cinta muraria. Nel1094 Rodrigo Díaz de Vivar, dettoEl Cid, conquistò Valencia (la sua vittoria venne immortalata nel poemaCantar de mio Cid), ma la città ritornò ancora una volta sotto controllo musulmano quando, nel1102, l'arrivo deiberberiAlmoravidi dal Nordafrica mutò ancora gli equilibri istituzionali del regno, con la conquista di Valencia, abbandonata dalla vedova di El Cid,Jimena, dopo essere stata data alle fiamme.Fino a metà delXII secolo Valencia fu retta da governatori almoravidi e, dopo un breve periodo in cui la città recuperò una sua autonomia legando la sua sorte a quella diMurcia, Valencia si pose per 4 anni sotto la sovranità diIbn Mardanīsh prima di ribellarsi a lui.Con l'arrivo dalmaghreb dei soldatiberberi musulmani degliAlmohadi verso il1172, Valencia perse di nuovo la sua indipendenza fino al 28 settembre1238 allorché la città cadde definitivamente nelle mani del rearagoneseGiacomo I d'Aragona entrando definitivamente a far parte dei suoi domini.
ReGiacomo I d'Aragona conquistò la città nel1238, sconfiggendone il governatoreZayyan ibn Mardanish, e la incorporò nell'appena costituitoRegno di Valencia, uno dei regni che formavano laCorona d'Aragona. Dopo cinque secoli finiva così la dominazione araba, e gli abitanti musulmani furono presto espulsi dalla città. Il Re promulgò nuove leggi per la città, note comeels Furs, che in seguito vennero estese a tutto il regno.
Dopo, nelsecolo XIV/XV, il re diede alla città una nuova bandiera: quattro sottili bande rosse orizzontali su campo giallo con a sinistra un'ornata banda verticale azzurra. Il drappo rappresentava l'Aragona (la cui bandiera era formata da quattro strisce rosse verticali su campo giallo) che raggiungeva il mare. La punta dell'asta della bandiera era decorata con unpipistrello (rat penat), simbolo del regno, che sarebbe poi stato aggiunto, a partire dalXVI secolo, allo stemma della città.
Il XIV secolo fu abbastanza travagliato per Valencia. Lapeste nera del1348 e le successive epidemie ne dimezzarono la popolazione. Venne costruita una nuova cinta muraria per difendersi dagli attacchi deicastigliani, che vennero respinti per due volte, nel1363 e nel1364. Come riconoscimento, il re concesse alla città il titolo didos veces leal ("due volte leale"), rappresentato dalla due L che tuttora campeggiano nello stemma cittadino. Nel1391, in seguito ad un tumulto popolare, gliebrei che vivevano in città furono cacciati o costretti a convertirsi forzatamente al cristianesimo.
LaLlotja de la Seda ("Loggia della Seta"), simbolo del periodo d'oro valenciano.
A un periodo così negativo seguì uno straordinario rinascimento economico e culturale, al punto che ilXV secolo è chiamato "il secolo d'oro valenciano".
Grazie al suo porto sul Mediterraneo, Valencia divenne uno dei principali centri commerciali d'Europa. Già dal1283 era attivo ilConsolat de Mar, istituzione mercantile che regolava il commercio marittimo. Nel1408 venne creata anche laTaula de Canvis i Deposits, una banca municipale destinata a finanziare le attività mercantili. Furono i banchieri valenciani a prestare denaro aIsabella di Castiglia per il viaggio diCristoforo Colombo del1492. La Lonja de la Seda ("Loggia della Seta"),edificio gotico destinato alle contrattazioni mercantili, venne costruita alla fine del secolo; il monumento, simbolo del potere e del prestigio di Valencia in quell'epoca, è stato inserito dall'UNESCO nella lista deiPatrimoni dell'umanità.
Ironia della sorte, la spedizione di Colombo finanziata dai capitali valenciani determinò la fine del periodo d'oro della città. Con lascoperta dell'America l'asse del commercio mondiale si spostò dal Mediterraneo all'Oceano Atlantico. Valencia rimase fuori dalle principali rotte internazionali, e l'attività mercantile si contrasse notevolmente.
La città perse di importanza economica e culturale. Nei due secoli seguenti passò vicende storiche analoghe a quelle di altre città spagnole: l'Inquisizione, laControriforma, il processo dicastiglianizzazione, l'espulsione degli ultimi ebrei e arabi, le crescenti proteste popolari contro la monarchia e la nobiltà.
NelXVIII secolo ci fu una ripresa economica legata alle attività manifatturiere, in particolare l'industria tessile dellaseta che, secondo fonti dell'epoca, dava lavoro (anche grazie all'indotto) a più di 25.000 persone. Il porto rimaneva però in disuso, al punto che le sete prodotte a Valencia venivano trasportate via terra fino aCadice, dove poi venivano imbarcate ed esportate nel resto del mondo.
Dopo lo sconvolgimento dellaRivoluzione francese, e l'insurrezione popolare diMadrid del 2 maggio1808, anche i valenciani presero le armi e si sollevarono il 23 maggio1808. Resistettero per due volte agli assalti delle truppe diNapoleone, ma alterzo attacco, il 9 gennaio1812, i francesi riuscirono ad entrare in città. Se ne andarono un anno dopo.
Il reFerdinando VII rientrò in Spagna nel1814 proprio da Valencia, e ripristinò lamonarchia assoluta. Seguì un periodo di forti conflitti tra opposte fazioni in tutta la Spagna. A Valencia il rappresentante del re venne incarcerato e giustiziato nel1820 all'inizio del cosiddetto "triennio liberale", a cui seguì dal1823 al1833 un decennio di restaurazione e repressione.
La morte di Fernando VIII nel 1833 pose fine alla monarchia assoluta. Si aprì così un'epoca di grandi cambiamenti per tutta la Spagna, quindi anche a Valencia, con la riforma delle cariche pubbliche e dell'amministrazione statale e locale. Grazie anche all'economia fiorente, la popolazione raddoppiò e la città si espanse, incorporando i paesi della periferia. Vennero realizzate importanti infrastrutture, tra cui la rete dell'acqua potabile nel1850 e della corrente elettrica nel1882. Nel1865 vennero abbattute le antiche mura cittadine, e cominciò l'urbanizzazione delle zone a ovest e a sud del centro storico. Fu creato il quartieremodernista dell'Ensanche oEixample. Nella seconda metà del secolo nacque un movimento di riscoperta della lingua e delle tradizioni valenciane, dettoRenaixença.
Ilboom edilizio continuò nei primi decenni del secolo successivo. Vennero costruiti ilMercato centrale e ilMercado de Colón; nel1921 venne terminata la stazione ferroviaria dettaEstación del Norte. L'economia fiorente si basava principalmente sull'agricoltura (soprattutto agrumi, esportati in tutto il mondo), sulla metallurgia e sull'industria di lavorazione dellegno.
Nel novembre1936, dopo la caduta diMadrid nellaguerra civile spagnola, la capitale della Repubblica venne spostata a Valencia. La città soffrì per oltre due anni il blocco e l'assedio delle forze diFrancisco Franco, che entrarono in città il 30 marzo1939. Il periodo postbellico fu duro per i valenciani, a cui il regime tolse anche la libertà linguistica: parlare o insegnare il valenciano era proibito, usare tale lingua era unreato.
Il 14 ottobre1957 il fiume Turia straripò, uccidendo molti valenciani in quella che viene considerata la peggiore alluvione della storia della città fino a quel momento. In seguito il fiume venne deviato lungo un corso alternativo a sud dalla città, fuori dal centro storico; il vecchio letto asciutto venne convertito in un parco, i Giardini del Turia, che attraversano la città e sono una delle sue principali attrattive.
Tra la fine del XX secolo e l'inizio delXXI secolo a Valencia sono stati realizzati numerosi progetti architettonici e urbanistici, che hanno trasformato ulteriormente la città. Il più imponente è laCittà delle Arti e delle Scienze, un nuovo quartiere a sud est del centro progettato dall'architetto valencianoSantiago Calatrava.
Sempre nel XXI secolo ricordiamo l'alluvione di Valencia del 29 ottobre 2024. Essa ha causato almeno 229 morti e 7 dispersi in pochi giorni. È stato un evento eccezionale che ha provocato devastazione e morti.[13]
Al censimento del 2008 Valencia aveva una popolazione di poco superiore agli 800 000 abitanti; considerando la suaarea metropolitana invece la popolazione è di 1 730 853 abitanti.[19]Abitanti censiti
Nella città sonoufficiali duelingue, ilcastigliano (o spagnolo) e ilvalenciano, che è il nome storico e ufficiale utilizzato dallaComunità Valenciana per indicare ilcatalano. La distinzione tra valenciano e catalano è meramente politica: infatti secondo l'Accademia della Lingua Catalana il valenciano è unavarietà del catalano strettamente imparentata alle parlate occidentali (dellaProvincia di Lleida e della parte meridionale di quella diTarragona) di tale lingua, mentre secondo l'Acadèmia Valenciana de la Llengua, il catalano sarebbe nato cronologicamente dopo il valenciano. Non si sa con certezza quale dei due idiomi sia nato prima, ma hanno una forte somiglianza. A causa della pressione politica e demografica del passato, il castigliano è predominante, ad eccezione delle zone circostanti l'area metropolitana dellaprovincia di Valencia dove è parlato regolarmente il valenciano. Nonostante ciò, il governo locale incoraggia l'uso della lingua locale. Ad esempio, tutti i cartelli nellametropolitana (gestita dallaFerrocarrils de la Generalitat Valenciana) sono scritti in valenciano, con la traduzione in castigliano scritta sotto, nelle scuole di Valencia il valenciano è insegnato regolarmente a tutti i bambini fin da piccoli.
Valencia è famosa perLas Fallas (Les Falles, in valenciano): una festa popolare che si celebra in onore a San Giuseppe tra il 15 ed il 19 marzo, per lapaella valenciana, per l'horchata de chufa (in valenciano "orxata") e per laCittà delle arti e delle scienze.
Inoltre, a Valencia ha luogo ogni anno il prestigiosoCertamen Internacional de Bandas de Música Ciudad de Valencia, una manifestazione (1886) considerata dagli esperti, il più prestigioso concorso per orchestre difiati dopo ilWorld Music Contest diKerkrade (Paesi Bassi).
Lo scrittore valencianoVicente Blasco Ibáñez raccontò la città e il suo circondario in cinque romanzi:Arroz y tartana (1894),Flor de Mayo (1895),La barraca (1899),Entre naranjos (1900),Cañas y barro (1902).
A Valencia esistono due università pubbliche. La storicaUniversitat de València (UV), fondata nel 1499 col nome diEstudi general, ha tre campus principali ed è molto attiva in quasi tutti i campi del sapere. La si indica spesso col nome di "Universidad Literaria" per distinguerla dalla più recenteUniversidad Politécnica de Valencia (UPV), creata nel 1968 e più legata alla scienza e la tecnologia. Esistono, inoltre, due università private, la Universidad Católica de Valencia e la Universidad Europea de Valencia, inaugurate rispettivamente nel 2003 e nel 2007) e una sede della UNED Universidad Nacional de Educación a Distancia).
La città ha inoltre unaEscuela Oficial de Idiomas, un Conservatorio Superiore di Musica e un Conservatorio Superiore di Danza. Valencia, infine, è sede di un campus della Berklee School of Music ed è sede principale di Musikeon, istituzione di riferimento per la formazione musicale specializzata nel mondo di lingua spagnola.
Il piatto più noto della cucina valenzana è lapaella. Si tratta di una preparazione a base diriso,zafferano eolio di oliva, che prende il nome dal recipiente di metallo in cui viene cotta, detto invalenzanopaellero. Questo piatto, che internazionalmente viene associato allacucina spagnola, è originario proprio di Valencia, e si è diffuso nel resto della Spagna solo a partire dalla fine delXIX secolo. Ne esistono ormai numerose varianti, ma la ricetta tradizionale, che ha preso il nome di "paella alla valenciana", è condita con carne (pollo econiglio, costine di maiale e polpettine di carne con pinoli) e verdure (principalmentepomodoro, taccole e peperoni). Nella versione tradizionale vengono usate anche le lumache.
Altre varianti della tipica paella sono l'arròs a banda, piatto tipico dell'Albufera (laguna a sud di Valencia) da mangiare accompagnata con la salsaaioli, e lafideuà, paella fatta con la pasta tipo gramigna e pesce (si racconta che la fideuà sia nata perché alcuni pescatori andati al largo a pescare, all'ora di pranzo decisero di preparare una paella, ma accortisi che non avevano con sé il riso, decisero di prepararla con ciò che avevano: la gramigna).[senza fonte]
Un'altra specialità tipica di Valencia è l'horchata, una bevanda rinfrescante preparata conacqua,zucchero echufa, un tubercolo di una pianta, ilcyperus esculentus, diffusa nella piana di Valencia. Tradizionalmente si consuma come spuntino assieme a un paio difarton, "brioche" tipiche di forma allungata. Viene servita nella maggior parte dei bar, nei chioschi ambulanti, nonché in locali dedicati detti appuntohorchaterías.
Tra la fine delXIX secolo e per quasi tutto ilXX secolo, la città è stata la sede di aziende attive neisettori dellametallurgia, laceramica e la produzione di mobili. Una rigida pianificazione urbanistica fece in modo di decentralizzare le attività produttive e industriali nelle città dell'hinterland, che conobbero un notevole sviluppo economico e demografico:Manises nel settore ceramico,Benetússer eAlfafar nel settore dell'arredamento, oPaterna, con la nascita dell'area edificabile di Fuente del Jarro.[21]
I critici sostengono che questa legislazione (concepita, in teoria, per proteggere il terreno rurale) viene abusata a favore di un grande sviluppo urbano e industriale. Il Comitato delle Petizioni dell'Unione europea ha prodotto nel 2004 una relazione sulla questione, sostenendo che il governo valenciano stava infrangendo dei diritti basilari europei. Gli ambasciatori degli stati membri dell'UE, in rappresentanza dei loro cittadini, hanno protestato con le autorità spagnole e la questione è stata deferita allaCorte europea dei diritti dell'uomo. L'ampia copertura del caso offerta dai media esteri minaccia la locale industria del "turismo residenziale".
Un'antica fabbrica di bibite, a Turia.
Valencia ha goduto di una forte crescita economica nell'ultimo decennio, dovuta in gran parte a turismo e costruzioni, secondo un modello di sviluppo che ha portato all'occupazione con edifici di molte aree rurali. Inoltre, l'implementazione della Legge regolatrice della attività urbanistica (LRAU) da parte del governo di Valencia, è stata altamente controversa per i meccanismi espropriativi che metteva in opera. La questione fu oggetto di uno scottante documentario trasmesso nel 2005 dal secondo canale televisivo nazionale (TVE2).
Negli anni Duemila, turismo, agricoltura, vino e industria dei pellami e delle calzature rappresentavano le più importanti risorse di Valencia. Forte è inoltre il rapporto tra imprese e università. I prodotti agricoli prevalenti sono gli agrumi, mentre i principali distretti industriali riguardavano le raffinerie.
Al 2011, un totale di 3.973 ettari di terreno erano destinati alla coltivazione del frutteto,[22] un'area ridotta dalle esigenze di espansione del porto e della sua zona franca, del sviluppo urbano, la costruzione del nuovo Hospital de la Fe o delle strade intorno alla cintura cittadina.[23] Il porto e la ferrovia forniscono un'opportunità di trasporto veloce delle merci deperibili dalle campagne al mercato all'ingrosso di Mercavalencia.
La concorrenza dei Paesi delterzo mondo non ha messo a rischio la continuità di un'industria tessile antica e rinomata in tutto il mondo per la qualità dei suoi prodotti, in particolare per la lavorazione dellaseta. Oltre a grandi catene di supermercati e ipermercati,[24] la città ospita i seguenti mercati:Mercado de Colón, il mercato Ruzafa, il mercato Benicalap, il mercato Algirós, il mercato Castilla, il mercato Cabanyal e il mercato di Torrefiel, unitamente alle vie dei negozi di abbigliamento in Calle Colón e dei prodotti tecnologici in Calle Islas Canarias.
Agli inizi del XX secolo, fra i ceti della media e alta borghesia si diffuse l'abitudine di costruire una seconda casa o delle vere e proprie spa nelle località di Malvarrosa e Cabañal, di cui furono un noto esempio il poetaBlasco Ibáñez col suoentourage di artisti e filosofi. Alla fine dellaguerra civile spagnola, le vecchie spiagge dei pescatori furono convertiti in centri turistici con un'offerta di alloggi e servizi balneari. Ciò determinò il primo passaggio da un turismo d'élite a un turismo di massa.
Il Palazzo dei Congressi, progettato dall'architetto ingleseNorman Foster, fu inaugurato dai re di Spagna nel 1998 e si estende su una superficie di 15.581 m², dotata di tre auditorium e sale conferenze, nove sale commissioni e una sala espositiva di 1.077 m².[26] Il complesso fu concepito come un centro polivalente atto ad ospitare tutti i tipi di eventi e convegni, sia nazionali che internazionali, in particolare grandi congressi e conferenze. Il tetto di 8.200 m² dell'edificio si distingue per la presenza di pannelli fotovoltaici ed è supportato da pilastri in vetro, pietra e alabastro, con un baldacchino alto diciotto metri.Dalla sua apertura nel 1998 al 2011, il Palacio de Congresos ha ospitato oltre 2.000 eventi ai quali hanno partecipato più di 1,5 milioni di persone, con una ricaduta sul tessuto economico locale pari a più di 700 milioni di euro.[senza fonte] Nel 2010 è stato premiato con il massimo riconoscimento dell'International Association of Congress Palaces.[27]
La Feria Muestrario Internacional de Valencia è il più antico soggetto organizzatore di eventi fieristici di tutta la Spagna. Fondata nel 1917, ha sede nel quartiere diBenimámet, che l'architetto José María Tomás Llavador ha ristrutturato ed esteso fino a portarlo ad essere la quarta sede fieristica più grande del mondo, che annualmente organizza più di cento eventi, fiere e mostre, che lo rendono un punto di riferimento a livello europeo. Gli eventi afferiscono ai settori dell'agricoltura, dei prodotti alimentari, dell'arredamento, del turismo, della formazione e del lavoro. Nel 2010 Feria Valencia ha registrato oltre un milione e trecentomila visitatori da tutto il mondo e più di dodicimila espositori -diretti e rappresentanti- hanno partecipato ai suoi concorsi, con un giro d'affari stimabile tra i 700 e gli 800 milioni di euro all'anno per Feria Valencia e il suo indotto.[28]
Valencia è collegata aMadrid tramite l'autovía A-3 e aBarcellona attraverso l'autopista AP-7, che collega tutte le maggiori città della costa mediterranea spagnola. La città, servita da un articolato sistema dicirconvallazioni, come la By-pass, la V-30, che unisce l'A-7 con il porto cittadino, o la CV-30 che percorre l'area a nord del capoluogo. Altre autostrade e superstrade che raggiungono al città sono la V-21, V-31, V-15/CV-500, la CV-35 o la CV-36.
La città ha cinque stazioni ferroviarie di cui quattro sono locali e una per tratte di media percorrenza:Valencia-Nord, Valencia-Fuente de San Luis, Valencia-Cabañal, Valencia-San Isidro e Valencia Joaquín-Sorolla.[29] Quest'ultima è una stazione provvisoria per la nuova linea ad alta velocità[30] che collega la città conMadrid,Cuenca eAlbacete, che si trova in Calle San Vicente, non distante dalla stazione nord.
Il progetto dell'alta velocità dell'AVE prevede l'attraversamento di Valencia con un tunnel a tre corsie (due per i treni AV e una per i pendolari), che passerà sotto il tracciato ferroviario in corrispondenza delle stazioni di Germanías e Marqués del Turia, e che sarà interconnesso alle stazioni dei pendolari di Avenida de Aragón e diCampus Tarongers.
L'autorità portuale Valenciaport gestisce i porti di Valencia, Sagunto e Gandia. Nel 2004 ilporto di Valencia aveva una superficie totale superiore a quattro milioni di metri quadrati, di cui 2,13 erano destinati allo stoccaggio e 0.778 mln alle strade, con un'offerta di 9.637 metri di ormeggio distribuiti in sedici moli e due banchine.
Con una movimentazione di 64 milioni di tonnellate e un incremento del 10,81% sull'anno precedente, il sistema portuale di Valencia si è confermato nel 2010 come il più importante scalo merci del Mediterraneo occidentale per quanto riguarda il traffico dicontainer, in termini di volumi di attraversamento. Secondo fonti delMinistero dello sviluppo,[32] dal 2006 il porto di Valencia è il primo porto spagnolo nel traffico di container, il quinto in Europa e uno dei primi cinquanta al mondo.
Mentre la Logistics Activities Zone (ZAL) di Valencia è un centro logistico multimodale di stoccaggio della merce marittima,[33] che ospita le sedi operative e amministrative di varie che traggono profitto dalle sinergie con l'ampia rete stradale e ferroviaria, collegate al resto della Spagna.
Il Terminal passeggeri del porto di Valencia è gestito dalla compagnia di navigazione Acciona Trasmediterránea e offre servizi di supporto ai proprietari di navi da crociera, quali: assistenza all'equipaggio, passerelle di accesso diretto alle navi, parcheggio passeggeri, negozi di articoli da regalo,duty free, oltre a linee regolari da e perPalma di Maiorca,Ibiza,Mahón eFormentera.[34]
Nel 2010 il porto ha registrato 156 scali crocieristici con 253.000 passeggeri, rispettivamente cresciuti del 9,29% e del 37% anno su anno.[35]
La legge sugli aeroporti del 1927, stabilì l'urgenza di dotare la città di un aeroporto, motivo per il quale nell'area del porto fu attrezzato uno spazio utile per l'idroaviazione. Poco tempo più tardi, fu proposto il progetto di realizzare l'aeroporto sulla lingua di terra che separa l'Albufera da Valencia dal mare, in modo che potesse essere utilizzato sia per gli aeroplani che dagli idromobili che dagli aerei terrestri.[36] L'idea fu poi accantonata per costruire l'aeroporto di Manises. Aperto nel marzo del 1933, l'anno successivo fu incluso nell'area doganale e il 1º settembre divenne operativa la prima tratta regolare di collegamento fra Madrid e Valencia.
Dal 2001 al 2003, il numero di passeggeri è aumentata da 2,1 a 4,9 milioni, più che raddoppiato[37] grazie ad un'ampia offerta di compagnie low-cost presenti dal 2003. Nel settembre del 2008, fu inaugurato l'hub secondario di Manises, collegato da autobus, taxi e metropolitana al centro di Valencia, che dista otto chilometri. L'aeroporto ospita voli per tutta la Spagna, l'Europa e le città del Nord Africa. Dal 6 giugno 2009, è iniziato un servizio di quattro voli settimanali per ilJFK Airport di New York.[38]
Nel secondo decennio del XXI secolo, sono stati aperti i cantieri per i lavori di ampliamento delterminal, la piattaforma logistica per il trasporto merci e quella per l'aviazione generale, il parcheggio, l'assistenza tecnica per il controllo e il monitoraggio di tali strutture, nonché il nuovo Terminal 2, estensione sul lato est a complemento del terminal regionale.[39]
La metro di Valencia è stata la terza rete metropolitana costruita in Spagna, dopo quelle di Madrid e Barcellona ed è seconda per numero di chilometri soltanto a quella della capitale iberica.
La rete gestita dalla municipalizzataFerrocarrils de la Generalitat Valenciana è la continuazione della rete ferroviaria ascartamento ridottoTrenet de Valencia, costruita nelXIX secolo dalla Sociedad Valenciana de Tranvías per collegare la metropoli con i centri urbani limitrofi.[40] La società assunse il nome di Compañía de Tranvías y Ferrocarriles de Valencia[41] e infine quello di Ferrocarriles Españoles de Vía Estrecha.
Neglianni '80[42], la rete fu ampliata e convertita per il trasporto metropolitano, arrivando ad avere nel 2015 sei linee sotterranee e tre linee di superficie.[43][44]
Stazione degli autobus di Valencia.La stazione diValenbisi.
L'Agenzia per la mobilità di Valencia ha istituito Metropolitan Buses of Valencia (MetroBus), un consorzio di otto vettori di trasporto pubblico locale (AUVACA, EDETANIA BUS, AVSA - Autos Vallduxense, FERNANBUS, Autobuses BUÑOL, Autobuses HERCA, URBETUR e ALSA)[45] che gestiscono 58 linee di servizio extraurbano e che possono fornire servizi opzionali di trasporto con i mezzi regolari.[45]
La stazione urbana degli autobus si trova a Avenida Menéndez Pidal, da dove si dipartono linee urbane, nazionali e internazionali.[46] La stazione è servita da un'autorimessa dei taxi e dalla fermato di Turia della MetroValencia.[47]
Valencia è servita da una rete di circa 3.000 taxi di colore bianco, che riportano la dicituraGeneralitat Valenciana e, sulla portiera del conducente, la scritta "Valencia Area". Una luce verde sul tetto dei mezzi indica se sono liberi, mentre un secondo display luminoso indica la tariffa applicata (da 1 a 3).[48]
Fino aglianni '80, i taxi erano di colore nero con una striscia orizzontale gialla lungo l'intero veicolo che sulla portiera lato passeggeri riportava il disegno dellearmi della città e il numero di licenza concessa dal Comune. In base al numero finale delle licenze, i taxisti hanno diritto a un giorno di riposo fra il lunedì e il venerdì che varia annualmente, oltre a un giorno nel fine settimana che segue una rotazione settimanale.[48]
Al 2015, il parco auto circolante era rinnovato in media di cinque anni e da un decennio beneficiava di un contributo del Ministero dei Trasporti iberico, erogato attraverso l'Agencia Valenciana de Movilidad, per l'acquisto di veicoli elettrici e ibridi.[49][50]
La comunità autonoma è servita da un tracciato di 160 chilometri di piste ciclabili che collegano le aree periferiche al centro urbano.[51]
Valenbisi è il servizio dibike sharing attivato dal comune il 21 giugno 2010 e gestito dalla societàJCDecaux. Partito con 500 mezzi distribuiti su 50 stazioni, nei cinque anni successivi è arrivato ad avere una rete di 275 stazioni con 2.750 mezzi[52][53], disponibili in diurna e notturna per 365 giorni all'anno.[54]
Valencia è attraversata daEuroVelo 8, la rotta mediterranea dei tre percorsi di questa rete europea che toccano 3.000 chilometri del territorio iberico.
Ilcalcio è lo sport più popolare. Due sono le squadre principali della città, che giocano in duestadi differenti. La più antica è ilLevante Unión Deportiva, fondata nel1909, che disputa le partite interne nel campo "Ciutat de Valencia"; per i risultati conseguiti, tuttavia, viene posta in secondo piano, a favore dell'altra, ilValencia Club de Fútbol. Quest'ultima compagine ha il suo quartier generale nellostadio di Mestalla; vanta nel suopalmarès 6 titoli diLiga, 8Coppe del Re e 7coppe europee.
Valencia ha ospitato nel2007 e nel2010 rispettivamente latrentaduesima e latrentatreesima edizione dell'America's Cup di vela. Con oltre 150 anni di storia, è il trofeo sportivo più antico del mondo e riunisce l'eccellenza del mondo dellavela. La sede è stata scelta soprattutto per il concreto impegno dagli enti locali e nazionali, fattisi garanti della realizzabilità delle strutture idonee; la città è stata così preferita ad altre candidate comeNapoli eMarsiglia. Tra il2004 e il 2007, grazie alle regate dellaLouis Vuitton Cup, i migliori equipaggi velici del mondo si sono affrontati nelle acque del porto di Valencia. Il vincitore di questa competizione, l'Emirates Team New Zealand, ha poi affrontato il detentore del trofeo, l'equipaggiosvizzero diAlinghi, senza peraltro riuscire a sconfiggerlo.
Il 24 agosto 2008 la città ha ospitato il suo primo Gran Premio d'Europa diFormula 1, su un circuito cittadino ricavato dalle strade nella zona del porto, con i box localizzati presso gli hangar utilizzati dalle squadre dellaLouis Vuitton Cup e dellaXXXII America's Cup.
Ci sono tre club cittadini di rugby:Les Abelles che gioca nella División de Honor, la serie A del rugby in Spagna; ilCau Valencia che gioca nella serie B del rugby spagnolo e ilClub de Rugby San Roque.
Soprattutto nei paesi di provincia è famoso l'antico sport popolare dellapilota valenciana. Vi sono altre varianti chiamateRaspall eEscala i Corda, con regole simili al tennis e allo squash, che si giocano o singolarmente o a coppia.
Ilpipistrello (in ValencianoLo Rat Penat[57]) compare come immagine a sormontare molti blasoni, scudi araldici, nonché nei logotipi delle due principali squadre di calcio della città levantina.
Per capire il significato di questo simbolo, che ha un grande valore storico-affettivo per Valencia, occorre tornare indietro nella storia, precisamente al periodo della campagna di conquista della città, allora in mano agli arabi, ad opera diJaime I il Conquistatore (1238).
Secondo la leggenda maggiormente accreditata, durante l'assedio di Valencia, gliarabi, che utilizzavano i pipistrelli per scacciare lezanzare, pensavano che, finché i pipistrelli avessero volato per tutta la notte, la città sarebbe stata protetta e non sarebbe stata sconfitta.Secondo la leggenda, uno di questi pipistrelli raggiunse il campo cristiano, dove si trovavano Jaime I e le sue truppearagonesi, accampati in quella che oggi è la zona diRuzafa, al di fuori dell’antica cinta muraria della città.
Si racconta che il pipistrello sbatté le ali con forza contro untamburo e fece cadere alcune armi a terra, segnalando così l’avvicinarsi del nemico. Jaime I il Conquistatore uscì vittorioso e, in segno di ricompensa e gratitudine, pose il pipistrello sul proprio elmo e sullo scudo reale.
Da quel momento, il ruolo del pipistrello salvatore sarebbe andato oltre la leggenda, occupando un posto nella storia e nell'iconografia della città[57].
^Valencia, inTreccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.URL consultato il 2 dicembre 2014.
^Nonostante diversi tentativi, politicamente orientati, di cambiare per legge la grafia ufficiale del nome in catalano-valenciano, la norma ortografica prevede, almeno per il momento, l'uso dell'accento grave. La pronuncia predominante nell'ambito valenciano, tuttavia, è con una /e/ chiusa. Josep Lacreu,València es diu Val[é]ncia, suPren la paraula.URL consultato il 13 giugno 2019(archiviato il 14 dicembre 2018). Il sito web del comune di València utilizza questa grafia anche nellaversione in spagnolo.
^Toponímia, inGran Enciclopèdia Temàtica de la Comunitat Valenciana, Ciencias, Editorial Prensa Valenciana, 2009.
^Valentia, inGran Enciclopèdia Temàtica de la Comunitat Valenciana, Geografia, Editorial Prensa Valenciana, 2009.
«il nome stesso della città, che significa forza e coraggio, è come quello di altre colonie fondate in Italia nel II secolo a.C. con toponimi allegorici di virtù militari.»