Movatterモバイル変換


[0]ホーム

URL:


Vai al contenuto
WikipediaL'enciclopedia libera
Ricerca

Val Bormida

Coordinate:44°24′N 8°16′E44°24′N,8°16′E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Val Bormida
StatiItalia (bandiera) Italia
Regioni  Liguria
  Piemonte
Province  Savona
  Cuneo
  Asti
  Alessandria
Località principaliAcqui Terme,Cairo Montenotte,Carcare,Cengio,Millesimo.
Comunità montana
FiumeBormida
Nome abitantivalbormidesi
Sito web
Modifica dati su Wikidata ·Manuale

LaVal Bormida (Val Bornia invalbormidese) è unavallealpino-appenninica, afferente albacino idrografico delfiume Bormida, che si sviluppa a partire dalleAlpi liguri, inoltrandosi poi nell'Appennino ligure per un certo tratto dell'entroterra diSavona, proseguendo poi inPiemonte tra le colline dell'altoMonferrato e delle alteLanghe, fino a allaPianura Padana dove la Bormida confluisce nelTanaro (ad est diAlessandria).

Descrizione

[modifica |modifica wikitesto]

Il fiume Bormida in realtà è diviso in due diversi rami, laBormida di Millesimo e laBormida di Spigno (a sua volta divisa inquella di Mallare e inquella di Pallare) che confluiscono in due ampie aree geografiche conosciute come Valle della Bormida di Spigno e Valle della Bormida di Millesimo appunto. Quest’utima si identifica per la maggior parte, dal punto di vista amministrativo, con il cuneese, mentre l'altra si estende per un ampio tratto nel territorio ligure di Savona, e poi in territorio piemontese nelle province di Asti e Alessandria. I due principali rami si uniscono nel comune diBistagno (AL) e in seguito confluiscono nel fiumeTanaro, che a sua volta termina il suo corso nelPo.

L'alta valle

[modifica |modifica wikitesto]
Il borgo diMillesimo, visto dal medioevale Ponte della Gaietta, nel tratto di fiume omonimo al paese
Illago di Osiglia localizzato in prossimità del corso d'acqua

Alta valle occidentale

[modifica |modifica wikitesto]
Monesiglio (CN) sullaBormida di Millesimo

LaBormida di Millesimo nasce inprovincia di Savona, dalColle Scravaion. La vallata ospita i comuni diBardineto,Calizzano,Murialdo,Millesimo. ACengio, con la fine delle Alpi Liguri, termina il corso montano. La valle entra in Piemonte sugli aspri rilievi delleLanghe, assumendo l'aspetto di un suggestivo paesaggio boschivo. La valle da qui interessa un grande numero di centri tutti situati inprovincia di Cuneo tra i qualiSaliceto,Camerana,Monesiglio,Gorzegno,Torre Bormida eCortemilia.

Alta valle orientale

[modifica |modifica wikitesto]
LaBormida di Pallare aCarcare

La parte orientale è solcata da due rami: laBormida di Pallare e laBormida di Mallare. La prima attraversa i comuni diPallare eCarcare, la seconda quello diMallare. I due rami confluiscono poco dopoCarcare (aSan Giuseppe di Cairo precisamente), formando laBormida di Spigno. Da qui la valle interessa molti comuni, tra i quali il centro più importante dell’intera alta valle, ovveroCairo Montenotte. Si incontrano successivamente i centri diRocchetta Cairo,Dego ePiana Crixia, centri tutti situati inprovincia di Savona.

La Bormida di Spigno aCairo Montenotte, centro più importante dell'alta valle

La media-bassa valle

[modifica |modifica wikitesto]
  • La valle della Bormida di Spigno entra poi inPiemonte, inprovincia di Alessandria, giungendo aMerana, tra le aspre colline dell'altoMonferrato. La valle si allarga e il fiume scorre con corso sinuoso, creando spettacolari calanchi di erosione sui versanti delle colline. Dopo un brevissimo tratto inprovincia di Asti aMombaldone, presso il lago diCasorzo, si rientra in provincia di Alessandria pressoDenice, dove il fiume forma il lago di Menasco. Da qui si giunge nei pressi diPonti, al confine tra le province di Alessandria e Asti, dopo di che si congiunge con la Bormida di Millesimo.

La bassa valle

[modifica |modifica wikitesto]

In seguito alla confluenza dei due tronconi il fiume cambia nome diventando semplicemente Bormida. Dopo aver bagnatoTerzo il fiume arriva nella città diAcqui Terme, il centro di maggior rilevanza della bassa valle. Prosegue poi bagnandoStrevi,Rivalta Bormida eCassine, dove terminano i rilievi delMonferrato e si apre la piena pianura incontrando i comuni diCastellazzo Bormida,Frugarolo. Il fiume lambisce la periferia sud diAlessandria sino a giungere nei pressi diPavone dove sfocia da destra nel fiumeTanaro.

Bassa valle: panorama diAcqui Terme
Bormida traCastellazzo eCantalupo

Monti e rilievi

[modifica |modifica wikitesto]

Alta valle

[modifica |modifica wikitesto]

Bassa valle

[modifica |modifica wikitesto]
  • Bric Puschera 851 m
  • Bric dei Gorrei 829 m
  • Bric Berton 773 m
  • Bric degli Olmi 667 m
  • Monte del Ratto 685 m
  • Monte Orsaro 574 m
  • Monte Acuto 574 m
  • Monte Castello 528 m
  • Bric Valla 510 m
  • Bric del Ciuchen 510 m

Storia

[modifica |modifica wikitesto]

Introduzione

[modifica |modifica wikitesto]

La collocazione geografica ha fatto della Val Bormida la porta di transito fra l'entroterra piemontese-lombardo e ilmare rendendo estremamente complesse le vicende storiche. Sviluppandosi così un modello culturale, ampiamente influenzato da apporti sostanzialmente estranei.[1]

Preistoria e antichità

[modifica |modifica wikitesto]
I resti dell'acquedotto romano diAquae Statiellae

I primi abitanti riconoscibili della Val Bormida furono iLiguri, in particolare alcune tribù: gliStatielli, che avevano come centro principale Carystum, ovvero l'odiernaAcqui Terme[2]; e gli Epanteri che dalRoero, sembrerebbe si siano in parte trasferiti nella valle. Le tracce lasciate da questo popolo si ritrovano nel nome del fiume, derivante dalla parola pre-romana "bormo" (sorgente calda o che gorgoglia), legata agli dèi delle sorgentiBormō eBormānus, divinità celtiche adorate anche dagli antichi Liguri. Durante la guerra punica gli Statielli, come le tribù liguri di ponente decisero di allearsi conAnnibale Barca e di essere ostili aRoma; molto probabilmente parteciparono alle leve diGalli eLiguri organizzate dal condottiero cartaginese e dal fratelloAsdrubale quando scesero nellapianura padana. Allontanata la minaccia cartaginese,l'Urbe poté volgere lo sguardo verso le genti liguri. Nel 173 a.C. le legioni romane guidate dal consoleMarco Popilio Lenate,attaccarono il centro di Carystum. Gli Statielli non opposero resistenza, tuttavia, contravvenendo al diritto di guerra romano, il console ridusse in schiavitù gli Statielli e cominciò a organizzare la vendita di schiavi provenienti da questa popolazione. Un anno dopo, per intervento delSenato di Roma venne posto termine a questo duro trattamento e gli Statielli, riacquistata la libertà, furono via viaromanizzati. Venne fondata la città di Aquae Statiellae a cui, nell'89 a.C. venne estesa laLex Pompeia con la concessione delloIus Latii.

Il territorio conquistato venne inquadrato nellaRegio IX Liguria e sottoposto alla giurisdizione del municipio di Alba Pompeia, iscritto alla tribù Camilia. È probabile che le zone dell'alta valle, attigue alla Valle delTanaro, fossero invece sottoposte al dominio del municipio di Albingaunum (Albenga) iscritto alla tribù Publilia.[1]

Nel 109 a.C. fu fatta costruire lavia Aemilia Scauri dal console Emilio Scauro, che univa il centro di Aquae Statiellae a Vada Sabatia (Vado ligure) passando per i mansi di Ferraria (Ferrania), Canalicum (Cairo Montenotte), e Crixia (Piana Crixia).

Tarda antichità e Medioevo

[modifica |modifica wikitesto]

A seguito dellacaduta dell'Impero romano d'Occidente, e la successiva riconquista da parte dell'Impero d'Oriente, icrinali appeninici costituirono il limes della bizantinaProvincia Maritima Italorum (lariviera ligure), arginando l'invasione longobarda dal 568 al 643: quando quest'ultima cadde nelle mani del reRotari che la saccheggiò daVentimiglia aLuni.

Dopo la conquista del regno longobardo da parte diCarlo Magno, entrò a far parte delRegno d'Italia. La zona fu teatro delle incursionisaracene che nel 889 misero a ferro e fuoco Acqui.

Le rovine del castello del Carretto, presso Cairo Montenotte

L'invasione costrinseBerengario II di Ivrea, re d'Italia, a riorganizzare amministrativamente laLiguria (intesa comeItalia nord-occidentale) suddividendola in marche. I frutti non tardarono a venire: nel967 le truppe diGuglielmo di Provenza espugnarono il covo saraceno di Frassineto e in tal modo posero fine alla minaccia dell'Islam sullaLiguria e sullaProvenza.

Superata la minaccia saracena, Berengario II ruppe definitivamente quell'assetto unitario che ricalcava ancora la struttura della bizantina Maritima Italorum, dividendo il territorio in tre marche: l'Obertenga, l'Aleramica e l'Arduinica. Nella Marca Aleramica vennero compresi iterritori di Savona, Acqui e Monferrato. La valle rientrando in quest ultima fu governata dalla dinastia degli Aleramici, che successivamente si dividerá in diverse linee. In questo periodo incominciano a emergere finalmente le prime tracce documentarie dei centri abitati:Dego,Prunetto,Saliceto,Cortemilia.

La storia della val Bormida trova significative testimonianze a partire dalMedioevo. Questo periodo ha lasciato sul territorio diverse tracce architettoniche di prestigio, di cui alcune ci sono giunte intatte e altre no, come nel caso di molti castelli,Bardineto,Cairo,Cortemilia,Cosseria,Dego,Millesimo,Monesiglio,Prunetto,Roccavignale, eSaliceto.

Nel 967 su una porzione delcomitato diAcqui donata adAleramo del Monferrato dall'imperatoreOttone I fu costituito ilMarchesato del Monferrato.

Nel1306, ladinastia aleramica si estinse e il marchesato passò a un ramo cadetto della famiglia imperiale bizantina, iPaleologi (eredi degli Aleramici in linea femminile).

Castello dei Paleologi ad Acqui

Età moderna

[modifica |modifica wikitesto]

Nel1533 anche la casa Paleologa si estinse e tutto ilMonferrato venne eredidato daiGonzaga,duchi di Mantova.

Il Monferrato meridionale in una mappa del 1691 di Domenico de Rossi

Tra il '500 e il '600 l'importanza strategica della valle aumentò, in quanto metteva in comunicazione laRepubblica di Genova (alleata dellaSpagna) e ilDucato di Milano, posto direttamente sotto controllo di Madrid. Su questo nodo viario infatti lo stato iberico progettò una via sicura per le sue truppe: partendo dallaMarina di Finale, per le Valli dellaBormida di Spigno attraverso il ducato di Milano e laValtellina, e infine passando per laGermania, esse avrebbero potuto raggiungere e domare leFiandre ribelli.

Tra il 1628 e il 1631 fu il terreno di scontri tra la Francia, i Savoia, la Spagna, Genova e l'impero durante laGuerra di successione di Mantova e del Monferrato, conflitto legato alla più grandeGuerra dei Trent'anni.

Dopo laguerra di successione spagnola nel 1707, la maggior parte della valle, come tutto il Monferrato, venne a far par della monarchia sabauda, da poco diventata Regno di Sardegna.

Nel 1738 con iltrattato di Vienna anche la parte restante venne acquisita dai Savoia, seguendone le sorti storiche fino alla dominazione napoleonica di fine Settecento. Da questo momento in poi il territorio costituì per lo stato sardo un'importante zona di confine con laRepubblica di Genova.

Altri fatti d'arme risalgono al periodo 1742-1748 quando fu luogo di transito degli eserciti francese e spagnolo in guerra contro il Piemonte nell'ambito dellaGuerra di successione austriaca.

L'età contemporanea

[modifica |modifica wikitesto]

Nella primavera del 1794 l'Armata d'Italia, già da due anni in guerra con ilRegno di Sardegna diVittorio Amedeo III, era in una situazione critica, con le truppe bloccate tra l'esercito piemontese a nord e le imbarcazioni militari inglesi a sud, che bloccavano il commercio marittimo dellaRepubblica di Genova.

Nel 1796 gli austro-piemontesi affidarono il comando al generale Beaulieu, mentre sull'altro schieramento assunse la guida delle operazioni un giovane ufficiale destinato a una folgorante carriera:Napoleone Bonaparte.

Lo stesso giorno in cui diventò comandante dell'armata d'Italia, il 27 marzo 1796, Napoleone convocò il suo quartier generale, per mezzo delcapo di stato maggiore.

Individuata inCarcare l'anello debole della giuntura traesercito austriaco epiemontese, Napoleone mirò a conquistare questa posizione per poi attaccare l'ormai isolato Colli, lasciando altre unità a fronteggiare l'austriaco Argenteau aDego. Avanzare verso laBocchetta di Altare parve essere la soluzione migliore, perché permetteva ai francesi di avvicinarsi rapidamente aCarcare con tanto di artiglieria, senza dare tempo all'avversario di prepararsi per la difesa.

Labattaglia di Montenotte durante laprima campagna d'Italia (1796-1797)

L'11 aprile il fronte si mise in movimento. Un attacco austriaco sorprese il battaglione Rampon sul Montenotte e lo costrinse a ripiegare a Monte Negino. Qui i francesi, consci del pericolo di sfondamento delle linee e della minaccia su Savona, si imposero una resistenza a oltranza. L'eroismo di Rampon e di Fornesy permise a Bonaparte la manovra d'attacco: il 12 aprile le divisioni francesi investirono le truppe austriache. Gli uomini di Massena e Laharpe sfondarono sul Montenotte, quelli di Augereau presero Carcare e si spinsero verso Millesimo. L'indomani, i croati del generale Provera e i granatieri del colonnello Filippo del Carretto si ritrovarono asserragliati tra i ruderi delcastello di Cosseria. Investiti da forze nettamente superiori, cadutoFilippo del Carretto, i difensori capitolarono con l'onore delle armi il giorno 14. Lo stesso giorno, attaccati dalle forze del generale Rusca, i piemontesi abbandonarono la difesa di San Giovanni di Murialdo, aprendo ai francesi le porte del loro Stato. Il 15 aprile si concluse la prima grande battaglia della campagna napoleonica.L'armistizio venne firmato aCherasco dai plenipotenziari piemontesi il 28 aprile, e iSavoia uscirono dal conflitto.

Con l'annessione all'Impero francese il territorio fu inquadrato nelDipartimento di Montenotte, che comprese le terre del Savonese, dell'Acquese, parte di quelle delMonregalese e la zona diOneglia. Venne divisa in Circondari che, a loro volta, si suddivisero in Cantoni. Capoluogo del Dipartimento fuSavona: le terre valbormidesi fecero capo a essa e ai Circondari diCeva e di Acqui.

Il conte Chabrol de Volvic, prefetto delDipartimento di Montenotte

Parigi mandò un funzionario lungimirante e capace per amministrare il territorio: il prefetto Chabrol de Volvic. Egli fece condurre una ponderosa indagine sullo stato del Dipartimento: la Statistique des Provinces de Savone, d'Oneille, d 'Acqui et de partie de la Province de Mondovi, che resta tuttora un modello insuperato di analisi storico-amministrativa.

Individuate le esigenze primarie del territorio, il prefetto passò all'azione. Sua prima cura fu quella di assicurare alporto di Savona un adeguato sistema viario: le comunicazioni transappenniniche vennero realizzate con la strada che da Savona per Lavagnola e Montemoro raggiungevaCadibona, da dove scendeva nella piana di Carcare, biforcandosi versoAcqui eAlessandria, da un lato, e sostituendo, dall'altro, l'antica e malagevole mulattiera perCeva versoTorino. AncheFinale venne collegata aCalizzano con una nuova strada. Il nuovo assetto viabilistico rivoluzionò le prospettive di sviluppo di quasi tutti i paesi dell'entroterra. Persero d'importanza i valichi del San Giacomo, a detrimento diMallare, e delMelogno, che portò all'emarginazione di Bormida e Pallare; l'itinerarioCastelnuovo di Ceva-Finale sparì quasi del tutto, sacrificandoMurialdo eOsiglia. Al contrario, ricevettero nuovo impulso i centri diCarcare,Cairo eMillesimo. La rete viaria dello Chabrol rispondeva però perfettamente alle esigenze dei tempi, alla situazione economica e alla geografia della valle, tanto da giungere pressoché immutata fino ai giorni nostri.

Oggi

[modifica |modifica wikitesto]
Lavandaie aCarcare nel 1866

In val Bormida sono sorte nelsecondo dopoguerra numeroseindustrie, concentrate in particolare al confine tra le regioniLiguria ePiemonte, che, in massima parte negli ultimi anni, hanno lasciato posto a un tessuto produttivo fondato prevalentemente sulla piccola industria e sull'artigianato.L'insediamento aCengio dell'ACNA, ora dismesso, ha determinato l'inserimento della Valle fra i siti di interesse nazionale a elevato rischio ambientale[3].

Cultura

[modifica |modifica wikitesto]

Dialetti

[modifica |modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio:Dialetti dell'Alta Val Bormida.
Mappa linguistica dell'Italia

I dialetti della Val Bormida si presentano molto eterogenei, soprattutto rapportando quelli dell'alta valle con quelli della bassa.

Le ragioni di ciò sono da trovare nella secolare frammentazione politica, e nella natura del territorio, storicamente luogo di incontro tra cultura ligustica e pedemontana.

Il dialetto acquese è tipicamente alto Monferrino, di tipo piemontese orientale, affine all'alessandrino, anche se con influenze liguri.

L'alta valle invece risente molto di entrambe le influenze: ligure grazie alla grande influenza da sempre esercitata dal capoluogo di regioneGenova e da quello di provinciaSavona, ma anche piemontese, sia a causa della notevole vicinanza con i confinanticuneese ealessandrino, sia in virtù dei lunghi legami storici che questa ha intrattenuto con ilMonferrato.

Pertanto le parlate della val Bormida savonese sono considerati dialetti di transizione tra i sistemipiemontese eligure.

Ecco di seguito un confronto tra i dialetti alto-valligiani (Cairo Montenotte) e basso valligiani (Acqui Terme), comparati con il dialetto alessandrino e genovese.

Parabola del figlio prodigo

[modifica |modifica wikitesto]

Brano in Italiano:Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto.

Dialetto di Cairo Montenotte:In òm r'äva doi fieuj. U ciu zono r'ha dicc a sò päre: “Popà, dème ra part ed beni ch''o'm toca!”. E chièl r'ha facc tra chej ra pärt du sò patrimoni. Da lì a cärch dì, botä tucc insèm ës fieu ciu pcit, o's n'è indä int in paìs lontàin, e lì r'ha xgheirä tucc 'r fäcc sò in desbaoxi.

Dialetto di Acqui Terme:In pari l’eiva doi fieuj. Ër pì zovo l'ha dicc a sò pari: "Pari, dem ra part ch'o m'aparten dër fait mè!" E 'r pari sciulinda ai ti l'ha spartì col pòch ch'l'avìa e o j'ha dacc lo ch'j'avniva. Da lì a cuich dì 'st fieu 'n pu zovòt l'ha migiä tit col ch'l'ha pussii, l'ha féi fagòt e o's n'é tiré via d'an cà e o 's n'andä ant in pais strangé. Là ch's'é stacc, o la squarsava da sgnor e, vist novist, ant pòch temp l'è balà tit, e l'è restä biot e patani che o 'n eiva manch pì 'n sòld da passé l'eva.

Alessandrino:In òm l'éiva dói fieuj. Ër pu giovo 'd 'sti fieuj l'ha dicc a sò pari: “Papà, dam ra part ed beni ch'o 'm tuca!”. E lu o j'ha spartì e o j'ha dacc ra sò part. E da léi a pochi dì, ër fieu pu giuvu l'ha facc su tucc e l'è andacc ant in pais luntàn, e là l'ha sgarà tüt ër facc sò a fè der sbauci.

Genovese:Ïn ommu u l'avéiva duì figiö; u ciü piccìn u dîxe óu puæ: "Dæme a mè parte de bén ch'a me tucca!", e u puæ u ghe spartì u fætu sö. U figiö, quande u l'a fætu i fèri, de lì a pochi giurni u se ne scappa, e u se n'andià 'n t'ïn pàise luntàn, dunde, a fórsa de desbaüsci, u s'asgærià tüttu u sö avê.

Ruolo nella nascita dei dialetti galloitalici nell'Italia meridionale

[modifica |modifica wikitesto]
I dialetti galloitalici diSicilia

La valBormida ebbe un ruolo determinante nella formazione in epoca medievale dei cosiddettidialetti gallo-italici di Basilicata e deidialetti gallo-italici della Sicilia.

L'origine di queste parlate risale al medioevo, e si spiega con l'arrivo di coloni e soldati provenienti dalla valle e dal resto del nord Italia, durante il periodonormanno.

Nel1087 il gran contenormannoRuggero I di Sicilia sposo l'aleramicaAdelaide del Vasto, suggellando così un'alleanza traaleramici e normanni.[1]

Gli Altavilla favorirono un processo dilatinizzazione della Sicilia, incoraggiando una politica d'immigrazione di genti "lombarde" (Italiani del nord), con la concessione di terre e privilegi.

L'obiettivo dei sovrani normanni era infatti quello di rafforzare il "ceppo cattolico-latino" che in Sicilia a quel tempo era una minoranza rispetto ai più numerosigreci earabo-saraceni.[19]

A partire dalla fine dell'XI secolo così, la Sicilia centrale e orientale furono ripopolate con coloni e soldati provenienti dallaMarca Aleramica, dominata dalla famiglia di Adelaide, area comprendente tutto il marchesato delMonferrato e quindi anche la Val Bormida.

La migrazione di valbormidesi e altre gentilombarde in sicilia sarebbe poi continuata fino a tutto ilXIII secolo.[20] Si ritiene che la consistenza numerica di questi immigrati nel corso di qualche secolo fu di circa 200.000 individui, una cifra piuttosto rilevante.

Il fenomeno riguardò anche alcune zone della Basilicata, le tracce si trovano ancora oggi in due aree importanti della regione: un nucleo presente sulle alture che sovrastano ilgolfo di Policastro; un altro collocato sullo spartiacque ionico-tirrenico lungo la direttrice Napoli-Salerno-Taranto.

Gastronomia

[modifica |modifica wikitesto]
Le castagne: prodotto tipico dell'alta valle

Alta valle

[modifica |modifica wikitesto]

Verdura e Frutta

[modifica |modifica wikitesto]
  • Castagne essiccate nei tecci (Murialdo e Calizzano).
  • Moco (Cengio): particolare varietà dicicerchia.
  • Zucca di Rocchetta di Cengio: usata per confetture a minestre, vellutate e risotti, venduta anche essiccata.
  • Nocciola (Cairo Montenotte).
  • Nocciola "Tonda Gentile delle Langhe" (certificazione IGP) : (Val Bormida cuneese,Cortemilia soprattutto).

Tartufi e funghi

[modifica |modifica wikitesto]
  • Tartufi: (Millesimo) sia bianchi sia neri.
  • Porcini (Bardineto e Calizzano).

Formaggi e salumi

[modifica |modifica wikitesto]
  • Zuncata: ricotta di latte di pecora .
  • Formaggetta:formaggio di latte dicapra, morbido, più o meno stagionato.
  • Robiola di latte ovino (Osiglia), ma diffuso in tutta la Valle Bormida.
  • Salame di cinghiale.
  • Zreia o zeraia: brodo molto consistente fatto con testa e zampino del maiale in cassetta, servito insieme alla carne tagliata a fette.
  • Frizza o griva: diffuse in tutto il comprensorio, si tratta di salumi ottenuti dal trito di frattaglie di maiale e salsiccia.
  • Sanguinacci: chiamati "beroditt"
  • Filetti baciati.

Pane e pasta

[modifica |modifica wikitesto]
  • Grissa
  • Fazzino: focaccina di patate con ripieno, cotta nel forno a legna, tipica diMurialdo,Calizzano,Osiglia.
  • Lisoni: focaccine di patate condite con prezzemolo tritato, olio e parmigiano. Sono conosciuti in tutta la valle, tipici di Riofreddo, frazione di Murialdo.
  • Lisotto di Pallare: focaccina rotonda di patate e farina, abbinata a i contorni più disparati.
  • Canestrelli: ciambelle dalla consistenza morbida e friabile, preparate con farina, poco zucchero, poco burro, bicarbonato di ammonio e latte;
  • Frittelle , molto diffuse in tutti i paesi valbormidesi
  • Sciaccarotti: focaccetta tipica diMurialdo e Millesimo ricoperta da pomodoro, aglio e basilico.
  • Frittelle di San Giuseppe.
  • Pan dei morti o ossa dei morti: (Calizzano) biscotto, preparato con biscotti secchi ridotti in polvere, farina, zucchero, vino bianco, frutta secca (fichi, mandorle, nocciole)
  • Ravioli con il ripieno di castagne: diffusi in tutto il territorio.

Dolci

[modifica |modifica wikitesto]
  • Gobeletti: anch’essi diffusi sul territorio ma non tipici di un'unica località, sono dolci in pasta frolla ripieni di marmellata di albicocche.
  • Millesini al Rhum: cioccolatini al rum. (Millesimo)
  • Torcetti: piccole ciambelle soffici e morbide, si compongono di farina, zucchero, burro, rhum, uova, lievito, scorza di limone grattugiata.
  • Torta di nocciole e miele: su tutto il territorio.
  • Torta di zucca: di solito con riso, porri e erbette.
  • Torta strozzagatti: (Calizzano), una semplice torta fatta con farina, zucchero, burro, uova, latte, scorza di limone grattugiata, lievito.
  • Cugnà:(Cortemilia), marmellata di mosto d'uva, fichi, noci, mele, pere e spezie

Piatti particolari

[modifica |modifica wikitesto]
  • Tira: (Cairo Montenotte), panino allungato ripieno di salsiccia.
  • Za'aria: gelatina di carne di manzo e maiale con aromi e zafferano, diffusa in tutto il comprensorio.
  • Bagna càuda

Vini

[modifica |modifica wikitesto]

Acquese

[modifica |modifica wikitesto]
  • Filetto baciato - È unsalume che si ottiene insaccandocarne macinata dimaiale attorno a un filetto di maiale precedentemente conservato insalamoia. Questo salume ha una stagionatura di circa due mesi. Viene servito come antipasto.
  • Formaggetta:formaggio di latte dicapra, morbido, più o meno stagionato
  • Funghi - Funghiporcini,galletti, ovuli, chiodini,mazze di tamburo.
  • Tartufo.
  • Amaretti - Sono dolci piccoli e tondi fatti con mandorle dolci e amare, zucchero e albume d'uovo.
  • Farinata - Qui entra in gioco il solido e costante rapporto che lega questi territori allariviera ligure. La farinata è una sottile torta diceci di antica origine genovese, diffusasi ad Acqui Terme nel secolo scorso; oggi è diventata a pieno titolo una specialità locale. Viene servita bollente ed è condita con pepe nero.
  • Acquese alrum -Cioccolatino fondente ripieno di rum.

Vini e liquori

[modifica |modifica wikitesto]

Note

[modifica |modifica wikitesto]
  1. ^abUna storia millenaria di contese e spartizioni, sucairomontenotte.com.URL consultato il 29 maggio 2019.
  2. ^Statielli nell'Enciclopedia Treccani, sutreccani.it.URL consultato il 29 maggio 2019(archiviato dall'url originale l'8 agosto 2020).
  3. ^Lalegge 426 inserì l'ACNA di Cengio

Voci correlate

[modifica |modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica |modifica wikitesto]

Altri progetti

V · D · M
Provincia di Savona ·Alta Val Bormida
ComuniAltare ·Bardineto ·Bormida ·Cairo Montenotte ·Calizzano ·Carcare ·Cengio ·Cosseria ·Dego ·Mallare ·Massimino ·Millesimo ·Murialdo ·Osiglia ·Pallare ·Piana Crixia ·Plodio ·Roccavignale
FrazioniBiestro ·Lodisio ·Melogno ·Rocchetta Cairo ·Rocchetta Cengio ·San Massimo
StoriaFamiglia Del Carretto ·Marchesato del Monferrato ·Ducato di Savoia ·Seconda battaglia di Dego ·Battaglia di Millesimo ·Battaglia di Montenotte
NaturaParco di Piana Crixia ·Riserva naturalistica dell'Adelasia ·Parco di Bric Tana ·Foresta della Barbottina ·Monte Carmo - Monte Settepani ·Bric Zerbi ·Bormida ·Bormida di Mallare ·Osiglietta ·Bormida di Pallare ·Bormida di Millesimo ·Zemola ·Lago di Osiglia ·Grotta degli Olmi ·Bocchetta di Altare ·Colle del Melogno ·Colla di San Giacomo ·Giogo di Toirano ·Colle Scravaion ·Colla Baltera ·Bric del Tesoro ·Monte Baraccone ·Monte Alto ·Pian dei Corsi ·Monte Settepani ·Monte Carmo di Loano ·Rocca Barbena ·Ronco di Maglio ·Monte Camulera ·Bric della Croce ·Monte Spinarda ·Monte Sotta ·Bric Agrifoglio
EdificiCastello di Altare ·Castello di Bardineto ·Castello di Cairo Montenotte ·Castello di Cosseria ·Castello di Dego ·Castello di Millesimo ·Castello di Roccavignale ·Castello di Rocchetta Cairo ·Forte Cascinotto ·Forte Centrale del Melogno ·Forte Baraccone ·Forte di Monte Burotto ·Forte Tagliata di Altare ·Forte Tecci ·Forte Tortagna
Architetture religioseChiese di Altare ·Chiese di Bardineto ·Chiese di Bormida ·Chiese di Cairo Montenotte ·Chiese di Calizzano ·Chiese di Carcare ·Chiese di Cengio ·Chiese di Cosseria ·Chiese di Dego ·Chiese di Mallare ·Chiese di Massimino ·Chiese di Millesimo ·Chiese di Murialdo ·Chiese di Osiglia ·Chiese di Pallare ·Chiese di Piana Crixia ·Chiese di Plodio ·Chiese di Roccavignale
Estratto da "https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Val_Bormida&oldid=143940202"
Categorie:
Categorie nascoste:

[8]ページ先頭

©2009-2025 Movatter.jp