IVII Giochi olimpici invernali, noti anche comeCortina 1956, si sono svolti aCortina d'Ampezzo (Italia) dal 26 gennaio al 5 febbraio1956. Furono la primamanifestazione olimpica tenutasi in una città italiana.
Alla prima votazione Cortina d'Ampezzo ottenne di poter organizzare i Giochi olimpici invernali del 1956; la sua candidatura prevalse, molto nettamente, sulle altre.[2]
Il 25 febbraio1952, durante la cerimonia di chiusura deiVI Giochi olimpici invernali alBislett Stadion diOslo, vennero issate su dei pennoni, oltre a quellagreca (nazione "patria dei Giochi"), le bandiere diNorvegia eItalia per il tradizionalepassaggio di consegne tra la capitale norvegese eCortina d'Ampezzo, con l'esecuzione dei treinni nazionali. Il presidente delCIOSigfrid Edström consegnò al sindaco di Oslo labandiera olimpica con il compito di conservarla per i successivi quattro anni, per poi consegnarla al sindaco di Cortina, e nel dichiarare chiusi quei Giochi invitò «i giovani del mondo a riunirsi per i prossimi Giochi Olimpici Invernali di Cortina d'Ampezzo nel Nord Italia nel 1956».[6]
L'organismo tecnico che si occupò della realizzazione degli impianti di gara necessari allo svolgimento dei Giochi, fu invece il "Servizio impianti sportivi" del CONI, che ne seguì tutto lo sviluppo dei lavori, dalla progettazione fino al collaudo;[8] per la parte amministrativa, invece, era impegnato il "Servizio ragioneria generale" sempre del CONI.[8] Per le infrastrutture da realizzare aCortina d'Ampezzo l'amministrazione comunale aveva elaborato un esteso prospetto di opere e di esigenze, con un elevato impegno finanziario per il quale non aveva capacità economica,[10] e di questi lavori se ne occupò sia direttamente ilCONI sia ilGoverno della Repubblica Italiana,[10] che creò il 27 marzo1952 un "Comitato interministeriale" presieduto dalsottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministriGiulio Andreotti.[11]
Per i VII Giochi olimpici invernali i dieci impianti di gara utilizzati furono dislocati tutti inVeneto, ancor più nello specifico nellaProvincia di Belluno, e nove di essi si trovarono nella stessaCortina d'Ampezzo, mentre uno soltanto venne realizzato nel limitrofo comune diAuronzo di Cadore. Dei quattro impianti di allenamento, due furono ubicati sempre a Cortina mentre gli altri due si trovarono più distanti dalla città ospitante in altrettante località non designate sedi di gare: aBolzano e aMadonna di Campiglio, nel vicinoTrentino-Alto Adige.[17] Non venne costruito unvillaggio olimpico per gli atleti e gli addetti, poiché si scelse l'alloggiamento in strutture alberghiere, ma fu comunque installato un mini villaggio provvisorio per l'Esercito Italiano di stanziamento ai Giochi.[18]
Gli impianti ebbero dimensioni ridotte sia in termini di capienza che di compattezza spaziale dei luoghi, in gran parte raggiungibili a piedi dal centro abitato di Cortina d'Ampezzo o comunque nelle sue immediate vicinanze.[19]
I lavori vennero curati dal "Servizio impianti sportivi" delComitato olimpico nazionale italiano, che seguì tutto lo sviluppo dei lavori dalla progettazione fino al collaudo,[8] mentre il "Servizio ragioneria generale" dello stesso ente si impegnò per la parte amministrativa.[8] Per la prima volta in un'Olimpiade, le sedi furono costruite pensando anche alle ripresetelevisive: ad esempio, la tribuna principale delloStadio della neve fu costruita rivolta verso sud, in modo che le telecamere non fossero influenzate negativamente dal sorgere o dal tramontare del sole.[27]
Il costo totale per le opere sugli impianti permanenti e temporanei sedi di gara e di allenamento, compreso tribune provvisorie, attrezzature e costruzioni smontabili nonché l'acquisto ed occupazione terreni fu di1943846614L.,[28] di gran lunga superiore al1200000000L. preventivato nel1952,[29] e la spesa per il mini villaggio provvisorio per l'esercito fu di38000000L..[18]
A Giochi conclusi il CONI trasferì alComune di Cortina d'Ampezzo la proprietà dei tre principali impianti sportivi permanenti realizzati (Stadio Olimpico del Ghiaccio, Trampolino Italia e Pista del bob), che li gestisce, assieme allo Stadio Romano e Armando Apollonio, attraverso una suasocietà partecipata al 100%.[30]
Nel1953 venne ipotizzato dalCONI che sarebbero stati ospitati per i Giochi di Cortina circa 1 400 atleti e 600 accompagnatori e, in linea con le prescrizioni delCIO, venne studiata la possibilità di realizzare il Villaggio olimpico,[51] con tanto di redazione di planimetrie di massima e scelta del luogo di costruzione di edifici a carattere permanente (in localitàCrignes).[51] Sorsero fin da subito i primi dubbi, dettati dal possibile mancato futuro riutilizzo degli alloggi ad abitazioni per 2 000 persone, in quanto non vi era alcuna carenza abitativa in un paese come Cortina di 6 000 residenti;[51] pertanto, come già era accaduto ai Giochi invernali diSankt Moritz 1948, venne deciso di non costruire il Villaggio olimpico e di alloggiare i partecipanti (oltre a ufficiali di gara, giornalisti, fotografi, personale dei servizi, ausiliari ecc.) nelle strutture alberghiere della zona, intavolando trattative con l'"Associazione degli albergatori cortinesi" per giungere ad un accordo sui posti e sui costi.[51] TraCortina d'Ampezzo,Pocol,Zuel,Passo Tre Croci eMisurina vi erano 425 alberghi e 10 pensioni, per una capienza di 4 935 posti letto, in linea con le esigenze preventivate.[51] In qualche caso fu necessario procedere con dei lavori per rendere più confortevoli gli alloggi o aumentare la disponibilità dei servizi, e ilComitato Organizzatore aiutò i rispettivi albergatori con dei contributi economici.[51] Ogni nazione partecipante venne sistemata in un solo albergo e, nel caso di piccole delegazioni, esse furono riunite in una sola struttura ricettiva;[51] a consuntivo dei Giochi, furono realmente utilizzati 28 alberghi per alloggiare un totale di 1 415 persone.[51]
Venne comunque realizzato un mini villaggio olimpico prefabbricato per il reparto degliAlpini dell'Esercito Italiano di stanza per i Giochi, e a evento concluso venne smontato e trasferito aCorvara in Badia come sede fissa per le esercitazioni sciistiche ed alpine dell'esercito.[51]
Cortina d'Ampezzo era un piccolo paesino di 6 000 abitanti e, per accogliere il notevole afflusso di persone previste per i Giochi, si rendeva necessario costruire nuove strade, potenziare le linee elettriche e telefoniche, migliorare la rete fognaria e idrica cittadina; per questo motivo l'amministrazione comunale di Cortina predispose un "Piano delle opere" che venne valutato dal locale Provveditorato alle Opere Pubbliche;[11] per parte di queste opere (come la realizzazione diparcheggi intorno alloStadio Olimpico del Ghiaccio) se ne fece carico direttamente ilCONI, anche finanziariamente,[11] e la restante parte di opere del piano (tra le altre la realizzazione divia del Castello, divia Rinaldo Menardi, di un anello stradale a senso unico, della strada ponte Bigontina-Stazione, di viarie sistemazioni stradali, l'acquisto di aree, l'illuminazione pubblica, i lavori all'ufficio postale e al palazzo comunale) furono realizzati con l'intervento diretto delloStato italiano.[11]
Unpreventivo di spesa per i Giochi venne approntato dalComitato olimpico nazionale italiano, finanziatore unico date le poche risorse del Comune diCortina d'Ampezzo (il quale contribuì solamente donando il terreno sul quale costruire loStadio Olimpico del Ghiaccio),[10] nel1952 e basato sulla partecipazione di 4 000 atleti da 35 nazioni partecipanti, nel quale furono stimati costi complessivi pari a2500000000L.:1200000000L. per gli impianti sportivi e1300000000L. per l'organizzazione dell'evento;[10] il preventivo di spesa venne successivamente aggiornato nel1954 con l'aggiunta di ulteriori800000000L. di costi.[10] A tal fine, già dal1950 il CONI aveva deciso di accantonare annualmente sul proprio bilancio600000000L., per il periodo 1951-1956 e per un totale di3600000000L., comprese le spese per la partecipazione della squadra italiana alle gare.[10]
A Giochi conclusi, il bilancio consuntivo per la sola organizzazione dell'evento, redatto dalComitato Organizzatore e pubblicato nel Rapporto Ufficiale dei Giochi compilato dallo stesso ente,[10] riportòricavi quantificabili in circa531000000L. (vendita di biglietti e riutilizzo di materiali e attrezzature per i futuriGiochi estivi di Roma 1960)[10] ecosti per1269199716L.,[10] cosicché al CONI l'Olimpiade invernale di Cortina 1956 creò undisavanzo di738199716L..[10]
Per gli impianti sportivi i costi furono di1943846614L., anch'essi interamente a carico del CONI,[10] mentre per i miglioramenti infrastrutturali di Cortina d'Ampezzo, contenuti nel "Piano delle opere" predisposto dall'amministratore comunale, i costi furono di586000000L.,[11] totalmente a carico delGoverno italiano.[11]
I costi totali ufficiali per i VII Giochi olimpici invernali di Cortina d'Ampezzo (organizzazione dell'evento, impianti sportivi e infrastrutture) furono quindi di3799046330L., finanziati dal CONI e dalloStato Italiano.
Lostemma dei Giochi venne scelto attraverso il lancio di un concorso nazionale, che fu il primo atto delCONI nella preparazione dell'evento.[52][53] La Commissione giudicatrice fu composta, tra gli altri, dalpresidente del CONIGiulio Onesti, dal direttore generale dell'Antichità e Belle Arti Guglielmo De Angelis D'Ossat, dal segretario del CONIBruno Zauli, dal presidenteFISIPiero Oneglio, dal presidenteFISGRemo Vigorelli e dal sindaco diCortina d'Ampezzo.[52] I bozzetti partecipanti al concorso dovevano contenere alcuni elementi prestabiliti ("l'idea deglisport invernali a carattere olimpico", un motivo su Cortina d'Ampezzo, i cinquecerchi olimpici, la scritta «VII Giochi Olimpici Invernali - Cortina d'Ampezzo 1956»)[52] ed essere realizzati con l'impiego di cinque colori al massimo, ma anche essere suscettibili di riproduzione grafica in bianco e nero.[52] Al concorso parteciparono 86 bozzetti, disegnati da 79 artisti;[52] vinsero il concorso, in ex aequo con condivisione del premio in palio, i bozzetti presentati dagli artistiFranco Rondinelli diMilano eMario Bonilauri diGenova.[54] Tuttavia, venne utilizzato come logo ufficiale dei Giochi il bozzetto di Rondinelli,[55] riproducendo come manifesto dell'evento anche quello del Bonilauri.[52]
Il logo o emblema ufficiale dei Giochi presentava un cerchio contenente ilmonte Pomagagnon innevato con, in basso e in primo piano, ilcampanile della Basilica dei Santi Filippo e Giacomo, sovrastati, su cielo azzurro come sfondo, dai cinque cerchi olimpici sormontati a loro volta da una stella bianca; questo cerchio era attorniato dalla scritta "* VII GIOCHI OLIMPICI INVERNALI * CORTINA 1956", contenuti entrambi in unfiocco di neve stilizzato, anch'esso di forma circolare.[54]
Poster
Il poster, omanifesto olimpico dei Giochi, fu realizzato in doppia versione utilizzando i due bozzetti vincitori del concorso sul logo:[56][52] il manifesto diFranco Rondinelli riproponeva l'emblema dei Giochi su sfondo azzurro, a ricordare il colore sportivo italiano, in un manifesto con ebbe una tiratura di 11 000 copie e 100 000cartoline (alcune delle quali però con lo stemma su sfondo bianco);[53] il manifesto su bozzetto diMario Bonilauri, vincitore ex aequo del concorso,[52] presentava, in maniera stilizzata e in primo piano, lamano con guanto di untedoforo mentre portava latorcia olimpica, con sullo sfondo ilmonte Pomagagnon;[53] in basso vi erano i cinquecerchi olimpici e la scritta "VII GIOCHI OLIMPICI D'INVERNO - CORTINA D'AMPEZZO - 1956".[53] Il poster di Bonilauri venne proposto in cinque versioni, con la scritta in altrettante lingue differenti, per un totale di 13 500 copie (5 000 sia initaliano sia infrancese, 1 500 ininglese, 1 000 sia intedesco sia inspagnolo),[56] e venne anch'esso utilizzato percartoline e prodotti ufficiali.[53]
La composizione delle medaglie era inargento dorato per tutti i vincitori, in argento per i piazzati al secondo posto e inbronzo per i terzi classificati,[59] e il diametro delle stesse fu di6 cm.[59] Su una faccia vi era la testa stilizzata di una donna, con icerchi olimpici quale corona, latorcia olimpica in basso a destra con l'iscrizione "VII GIOCHI OLIMPICI INVERNALI" a circondare il tutto;[59] sull'altra faccia, un cristallo di neve centrale con sfondo delMonte Pomagagnon, circondati dall'iscrizione: "CITIUS ALTIUS FORTIUS - CORTINA 1956".[59]
Furono realizzate, con lo stesso conio ma con un diametro inferiore (4,5 cm), delle medaglie commemorative dell'evento (inrame di color cuoio) distribuite a tutti i partecipanti[58] e medaglie omaggio (in argento) donate ai membri delle varie organizzazioni, alle autorità ed ai diplomatici presenti a Cortina.[58]
Il numero delle medaglie coniate fu di 40 per i vincitori, 38 per i secondi classificati, 39 per i terzi classificati, 2 532 quelle commemorative e 157 quelle omaggio, per una spesa complessiva di2140500L..[58]
Diplomi
Idiplomi olimpici realizzati furono due: uno per gli atleti arrivati nei primi sei posti di ogni evento, ed uno per tutti i partecipanti.[60] Il diploma per i primi sei classificati venne creato daPino Stampini di Roma e stampato su carta filigranata, di color avorio, dallecartiere Miliani diFabriano.[60] Il tema del diploma fu un festone, di color pigna, di forma a "U" composto difrutti efiori di montagna, circondato dacristalli di neve di color argento; alla base del festone era inserito un nastro con ilmotto olimpico «citius - altius - fortius»[60] mentre internamente allo stesso vi erano i cinquecerchi olimpici, che sormontavano la scritta «VII Giochi Olimpici Invernali - Cortina d'Ampezzo 1956», entrambi dorati.[60] I diplomi furono firmati dal presidente delCIOAvery Brundage e dal presidente delComitato OrganizzatorePaolo Thaon di Revel e ne furono stampati 300, per un costo totale di498000L..[60]
Il diploma per tutti gli atleti partecipanti (che venne però consegnato anche ai membri del CIO, ai collaboratori, ai funzionari e a tutti coloro presero parte attivamente ai Giochi) fu realizzato dal romanoCorrado Mancioli e rappresentava untripode col fuoco olimpico, sormontato dai cinque cerchi olimpici e con, sottostante, il disegno dellostadio olimpico del ghiaccio.[60] I diplomi furono firmati dalpresidente del CONIGiulio Onesti e dal presidente del Comitato Organizzatore Thaon di Revel e ne vennero stampati 3 000, per un costo totale di495000L..[60]
Il "Centro Radio" con ventidue unità di regia, registrazione e studio, una per ciascuna emittente estera, venne situato presso i locali che il C.O. aveva assegnato alla RAI, quale propria sede generale sul luogo, e corrisposero al secondo e terzo piano del nuovoPalazzo delle Poste nel centro di Cortina d'Ampezzo.[68] Un piccolo "Centro di produzione TV" con studio attrezzato per le riprese dal vivo, impianto di telecinema e regia per le riprese, fu realizzato invece in alcuni locali delloStadio olimpico del ghiaccio.[69]
Non essendo stata ancora istituzionalizzata dalCIO la materia della vendita dei diritti, che sarebbe avvenuta due anni dopo, nel1958, con l'inserimento di un apposito articolo nellaCarta Olimpica,[64] i Giochi di Cortina rimarranno gli unici ad essere stati trasmessi in diretta televisiva senza ottenere per questo dei ricavi da parte delComitato Organizzatore, che valutò il tutto come un "servizio" da effettuarsi gratuitamente a disposizione del pubblicoitaliano emondiale.[66] Inoltre, essendo Cortina d'Ampezzo lontana da qualunque grande città italiana ed essendo sprovvista di attrezzature televisive, fu addirittura la RAI a ricevere un contributo di spese di10000000L. dal C.O., e distribuì il segnale gratuitamente alle emittenti estere autorizzate.[62][66]
Per quanto concerne la diffusione a mezzo stampa dei Giochi, a Cortina furono presenti diciottoagenzie internazionali di stampa di undici paesi e testate giornalistiche provenienti da trentadue nazioni,[70] il tutto per un numero di quattrocentrodue accreditati tra giornalisti e fotografi.[71]
Il "Centro Stampa" venne realizzato dalComitato Organizzatore in400 m² al piano terreno dell'"Albergo Savoia",[72] ubicato nel centro cittadino diCortina d'Ampezzo, attraverso grandi saloni comunicanti che servirono ai giornalisti come sale di lavoro.[72] Una peculiarità dell'organizzazione dei Giochi fu la creazione, accanto al Centro Stampa, di un "Centro Notizie" allo scopo di fornire ai giornalisti, con massima velocità, notizie non ufficiali, ma sempre controllate, in diretta con lo svolgimento delle varie gare, diffondendole contemporaneamente su tutti i vari campi di gara in funzione.[72]
IlComitato Organizzatore si accordò con l'"Albergo Savoia", già sede del Centro Stampa e del Centro Notizie, e con l'"Albergo Serena", poco distanti l'uno dell'altro, come alloggio per i giornalisti impegnati ai Giochi, i quali ebbero modo di pernottare in camere singole o doppie, oltre ad essere forniti di tutti i più moderni conforti.[72]
Il film ufficiale sui Giochi, dal titoloVertigine bianca, fu unfilm documentario prodotto nel 1956 dall'Istituto Luce, società italiana e più antica istituzione pubblica al mondo destinata alladiffusione cinematografica,[73] su regia diGiorgio Ferroni.[74] La durata del film fu di un'ora e quarantacinque minuti e venne presentato al Cinema Metropolitan diRoma, per poi essere proiettato quasi esclusivamente nei cinema italiani e in Austria, Finlandia, Germania Ovest e Stati Uniti, sebbene molti paesi come Australia, Canada e Unione Sovietica avessero inoltrato più volte richiesta della pellicola.[74]
All'apertura dei Giochi risultarono iscritti 923 atleti di 32 paesi,[75] e presero parte alle gare 822 atleti, dei quali 132 donne e 690 uomini, in rappresentanza delle confermate 32 delegazioni,[76] record fino a quel momento nella breve storia deiGiochi olimpici invernali superando i 694 atleti di 30 delegazioni nazionali partecipanti quattro anni prima aOslo 1952.
LaBolivia, l'Iran e l'Unione Sovietica, parteciparono per la prima volta ai Giochi olimpici invernali;[77] la Bolivia fu anche la prima nazione interamente tropicale a prendere parte a un'edizione dei Giochi invernali. Ritornarono ai Giochi invernali, dopo l'assenza alla precedente edizione di Oslo 1952, laCorea del Sud, ilLiechtenstein e laTurchia.[77] L'Argentina, laDanimarca, laNuova Zelanda e ilPortogallo, che avevano invece partecipato nel 1952, non furono presenti a Cortina 1956.[77][78]
La delegazione più numerosa a Cortina in termine di iscritti fu quella dell'Italia nazione ospitante (79 atleti, dei quali ne gareggiarono 65),[75] anche se poi il paese che schierò effettivamente più partecipanti alle varie gare fu invece gliStati Uniti (67 atleti, su 74 iscritti).[75] Altre delegazioni numerose furono quelle dellaSquadra Unificata Tedesca, formata da atleti diGermania Ovest eGermania Est secondo un accordo per gareggiare insieme ai Giochi olimpici che iniziò proprio con questo evento[79][76] (63 partecipanti su 75 iscritti),[75] e dell'Unione Sovietica (53 partecipanti su 67 iscritti).[75]
In elenco i paesi partecipanti (tra parentesi il numero di atleti partecipanti/iscritti per delegazione):[75][76]
Vennero mantenute in programma le stesse ottodiscipline presenti ai precedenti Giochi olimpici invernali del 1952 disputati aOslo, senza aggiungere ulteriori nuovi sport.[81] Rispetto all'edizione precedente, il totale delle competizioni invece passò da 22 a 24 (record in quel momento per i Giochi invernali) quale risultato delle seguenti modifiche richieste dallaFederazione internazionale sci:[81]
Tra le modifiche proposte e non attuate rispetto al 1952, l'International Skating Union (su sollecitazione dell'Unione Sovietica) chiese l'introduzione delle gare femminili nelpattinaggio di velocità su ghiaccio, laFIBT propose loslittino come nuovo sport aggiuntivo e, infine, ilCIO ricevette delle richieste di inserimento nel programma delcurling;[81] tali proposte furono tutte bocciate dalla sessione del CIO ad Atene del 1954.[81]
Nel programma dei Giochi non vi fu nessunosport dimostrativo, in aggiunta a quelli ufficiali.[81]
La parata degli atleti, come da tradizione, fu aperta dalla delegazione dellaGrecia, con portabandiera lo sciatore alpinoAlexandros Vouxinos, e venne chiusa dalla delegazione dell'Italia nazione ospitante, con portabandiera il saltatore con gli sciTito Tolin;[84] i trentadue paesi partecipanti sfilarono in corteo partendo dalle strade del centro di Cortina per fare il loro ingresso allo stadio olimpico del ghiaccio, preceduti da ventiquattroalfieri.[85]
Il programma artistico della cerimonia ebbe solamente come interludio l'esecuzione di qualche inno da parte della banda dellaGuardia di Finanza e di canti montanari eseguiti da un coro proveniente daTrento.[85] Inoltre fu suonato per la prima volta l'inno olimpico diMichał Spisak, che era stato ufficialmente riconosciuto come tale al congresso delCIO diParigi del 13 giugno 1955.[87]
Gli alfieri di tutte le trentadue delegazioni nazionali che parteciparono ai Giochi fecero ingresso nello stadio, preceduti da un gruppo di ventiquattro bandiere olimpiche; seguirono sei atleti italiani che portarono labandiera olimpica, consegnata nel 1952 a Cortina dalla città diOslo, sede dei precedenti Giochi invernali.[89]
Il Presidente delComitato Olimpico InternazionaleAvery Brundage proclamò chiusi i VII Giochi olimpici invernali, consegnando la bandiera donata dal sindaco di Cortina d'Ampezzo al sindaco di Squaw Valley.[89] Concluse la manifestazione lo spegnimento del braciere olimpico, che ardeva da dieci giorni, e il successivo spettacolo pirotecnico allestito dalla ditta Carlo Mastrodonato di Bologna.[89]
^abcLa capacità degli impianti permanenti, realizzati per le olimpiadi o ristrutturati per l'evento e a tutt'oggi funzionanti, è riferita alla capienza del periodo olimpico e non a quella attuale che potrebbe aver subito variazioni (come ad esempio lo Stadio Olimpico del Ghiaccio, progettato allora per ospitare 12 042 spettatori e sceso a 7 000 spettatori attuali con la ristrutturazione per iXXV Giochi olimpici invernali del2026).
^Tutti gli incontri dei gironi preliminari, 3 incontri del girone di consolazione, tutti gli incontri del girone finale per il titolo. cfr.Stadio del Ghiaccio, Cortina d'Ampezzo
(EN) Andrea Arcidiacono e Stefano Di Vita,Beyond the 2026 Winter Olympic Games: Sustainable Scenarios for the Valtellina Mountain Region, Londra, Palgrave Macmillan, 2024,ISBN9789819980925.
(EN) John R. Gold e Margaret M. Gold,Olympic Cities: City Agendas, Planning, and the World's Games, 1896 – 2016, Taylor & Francis, 2010,ISBN9781136893735.
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(EN) The Olympic Studies Centre,THE OLYMPIC HOST CANDIDATURE PROCESS: Cities 1896-2028, The Olympic Studies Centre, 2019.
Tito Forcellese,L'Italia e i giochi olimpici - un secolo di candidature : politica, istituzioni e diplomazia sportiva, Milano, Franco Angeli Edizioni, 2013,ISBN9788820422622.