LaV ov (chiamatavu initaliano, meno comunementevi[1]) è la ventesima lettera dell'alfabeto italiano e la ventiduesima dell'alfabeto latino.Il grafemav indica normalmente in italiano unaconsonantefricativa labiodentale sonora nell'alfabeto fonetico internazionale (/v/).
Probabile evoluzione del grafema |  |  |
L'origine della lettera V, la lettera Waw. | La lettera greca Ypsilon, con pronuncia antica [u] | Lettera V latina. |
La lettera V ha origine nella lettera fenicia waw, affine alla lettera Y greca, pronunciata in origine sia[w] (U semiconsonantica di "uomo") che[u] (U vocalica di "uno"), ma non trascriveva lafricativa labiodentale sonora [v], inesistente fino al latino tardo; per distinguere i due suoni si dicevau vocale eu consonante (cioèv)[1].
Nel periodo medioevale, la pronuncia semiconsonantica[w] della lettera V mutò nellafricativa labiodentale sonora [v]
Nel basso medioevo vennero realizzate le lettere U e W, quest'ultima tramite legatura di due V (VV→W) nelle lingue germaniche per distinguere la V semiconsonantica e la V vocalica, mentre la lettera U, in origine usata solo come variante graficaminuscola della V, venne usata infine per assegnarle il suono vocalico che originariamente apparteneva alla V.
La distinzione grafica frau ev, introdotta dall'umanistaGian Giorgio Trissino (1478-1550) nel 1524, divenne di uso comune solo alla fine delXVII secolo e definitiva alla fine delXVIII secolo. Ancora nel XXI secolo, nelleepigrafi, si preferisceV invece diU maiuscola, negli edifici pubblici, come la scritta SCVOLA oppure QVESTVRA, in questo caso la V ritiene la sua pronuncia originale [u].
Nella scritturaonciale infatti la lettera v è assente, essendo quel tipo di scrittura in uso in periodi di molto antecedenti al 1524.
Nella pronuncia restaurata del latino, la V corrisponde in pronuncia alla lettera U italiana semiconsonantica e vocalica.